Fin dall’antichità, il fuoco è sempre stato un elemento che ha affascinato l’uomo. Sin dagli albori della civiltà, uomini e donne, ammaliati dal fascino delle fiamme, si sono ritrovati attorno a un falò in un vero e proprio rituale comunitario. Proprio in queste occasioni sono nati miti, leggende e racconti, alcuni dei quali sono giunti fino ai giorni nostri.
Questa introduzione vi ha fatto scattare qualche scintilla? Siamo sicuri che vi ha ricordato Nonna Papera e i racconti attorno al fuoco, il ciclo delle suggestive storie narrate dalla nonna ai parenti proprio attorno a un focolare. Oggi invece vi vogliamo raccontare una storia in cui il fuoco non è un elemento di contorno, ma ne è il protagonista… o per essere precisi, la protagonista è la fiamma!
Una storia indimenticabile
Topolino e la fiamma eterna di Kalhoa è una delle storie di Romano Scarpa tra le più note ed apprezzate. Scritta e disegnata dal maestro veneziano, fu pubblicata per la prima volta su Topolino in due puntate nel 1961, sui numeri 303 e 304. La storia è molto godibile, ricca di umorismo e di avventura.
Tutto inizia quando Topolino legge su un libro la storia della regina maya Kalhoa:
vissuta duemila anni or sono, era invisa al popolo perché crudele, frivola e vanagloriosa. Fiera soltanto dei suoi gioielli, di valore inestimabile. Finché un giorno…

Kalhoa fu cacciata dai suoi sudditi e abbandonata su un isolotto. Anni dopo, la città cadde in miseria e gli abitanti tornarono a prendere i gioielli sull’isola. Tuttavia, di essi e della regina non c’era traccia, mentre invece ardeva un’enorme fiamma. Visti vani i tentativi di spegnerla, pensarono che fosse la regina mutata in fuoco per l’ira, e fuggirono per sempre.
Qualche giorno dopo, Topolino affitta un camera a due simpaticissimi e rissosi marinai Irlandesi, O’ Bully e O’ Gally.
Dopo aver devastato letteralmente la casa a Topolino durante le loro folli liti, i due raccontano di aver visto un’isola su cui ardeva una misteriosa fiamma eterna.

Due turbolenti marinai
I due marinai sono dei personaggi davvero azzeccati, che ravvivano una storia molto avventurosa con diverse gag esilaranti. La loro turbolenta presenza trasforma La Fiamma di Kalhoa in una storia vivace e movimentata. Romano Scarpa parla di loro nell’edizione de Le Grandi Parodie del 1999.
“Non potevano essere diversi. Li ho immaginati rissosi e collerici, allora come adesso, un po’ violenti, per via della disciplina marinaresca che li aveva forgiati. “
Peccato non siano tornati a vivacizzare altre storie!
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Topolino capisce che deve trattarsi proprio della fiamma di Kalhoa di cui aveva letto in precedenza e, con i due marinai irlandesi, decide di andare sull’isola per cercare i gioielli.
Trovata l’isola dopo varie peripezie, i Nostri scoprono che la fiamma nacque dai gioielli della regina, fatti di pietra focaia, che caddero in una voragine e rimbalzando provocarono scintille che incendiarono un giacimento di metano.
La storia finisce con il ritrovamento di un giacimento petrolifero, adiacente alla fiamma, che quindi diventa di proprietà di ‘O Bully e ‘O Gally. I due marinai ne offrono un terzo a Topolino, che si porta a casa un premio niente male!
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Quando la storia fu ristampata per la collana Le Grandi parodie Disney, per l’occasione Scarpa immaginò un finale alternativo, con un’ultima vignetta che disegnò per l’occasione (sbagliando il nome della regina).

Kalhoa e Ayesha: un’ispirazione cinematografica
Romano Scarpa per questa storia si ispirò in parte a She (1935), film che vide a soli 8 anni, a sua volta tratto dall’omonimo libro di Henry Rider Haggard, pubblicato nel 1887. Anche in questo film vi erano una regina immortale, che però si chiama Ayesha, e una fiamma eterna.

Il maestro veneziano rimase molto colpito dal film, come si capisce dalle sue stesse parole:
Da ragazzo […] leggevo avidamente Cinema Illustrazione, che parlava appunto di cinema e conteneva le recensioni dei film. C’era un critico severissimo […] [che] non era stato tenero nemmeno con She, invece il film su di me aveva fatto l’effetto contrario, mi aveva entusiasmato.

Esistono veramente delle fiamme eterne?
La risposta è sì, persino nel nostro Paese. Se ne trova una sul Monte Busca, nell’Appenino tosco-romagnolo, e brucia almeno dal XVI secolo. La somiglianza con la fiamma di Kalhoa è notevole e così la sua origine: una fontana ardente di gas metano.

Le spettacolari “Porte dell’inferno”
La fiamma sul Monte Brusca non è certo la sola. In Turkmenistan ardono ‘le porte dell’inferno’. In questo caso le fiamme bruciano solo dal 1971, ma il cratere, il cui nome locale è Darvaza, è diventato un’attrazione turistica.

La sua storia è singolare: nel 1971, alcuni geologi sovietici praticarono una trivellazione alla ricerca di petrolio. Purtroppo il terreno era sottile e crollò nella grande caverna sottostante, piena di gas, con tutte le attrezzature. Per fortuna non ci furono vittime.
Per timore di danni alla salute della popolazione, decisero di incendiare il giacimento, sperando che il gas bruciasse tutto in pochi giorni. Vana speranza: continua ancor oggi a bruciare.
Dal 2009 ad oggi è stato visitato da più di 50.000 persone, diventando un luogo turistico. Il cratere ha una superficie totale di 5.350 m², davvero impressionante!

Anche in Turchia c’è una suggestiva fiamma eterna. Si trova sul Monte Chimera, nella valle dell’Olimpo, e probabilmente ha dato origine alla leggenda del mito della Chimera. Anche Plinio il Vecchio la cita nei suoi scritti, 2000 anni fa.

Una fiamma eterna che ‘vive’ nell’acqua?
Sì, c’è anche quella. Si tratta della suggestiva fiamma del Chestnut Ridge Park (USA). L’Ethernal Flame Falls è alta 30 centimetri e brilla sotto una cascata, unica al mondo. Il curioso fenomeno è meta di moltissimi turisti e ovviamente molto fotografato: anche in questo caso si tratta di metano incendiato. In passato è accaduto che la fiamma si spegnesse, per poi essere riaccesa.

Molte leggende sono nate attorno a questa suggestiva fiamma. La più conosciuta potrebbe far parte tranquillamente di un Racconto Attorno al Fuoco ed essere narrata da Nonna Papera.
Si dice ad esempio che sia lo spirito di un nativo americano: il territorio del Chestnut era popolato da molte tribù, che furono spietatamente eliminate una dopo l’altro dall’uomo bianco. L’ultimo rimasto, prima di morire, accese la fiamma come testimonianza eterna della loro presenza.
Quante sono le fiamme eterne nel mondo?
Di fiamme eterne ve ne sono parecchie. Qui ne abbiamo ricordate solo alcune particolarmente curiose. Tra le altre possiamo citare il Tempio Jawalamukhi (India), Il Fuoco eterno di Baba Gurgur (Iraq), la Cava dell’acqua e del fuoco (Taiwan), oltre a diversi luoghi nel mondo (India, USA, Australia) in cui il fuoco brucia da decenni o secoli in giacimenti di carbone, spesso creando problemi gravissimi agli abitanti.
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Come spesso accade nella produzione di Scarpa, anche in Topolino e la fiamma eterna di Kalhoa la fantasia si lega a un aspetto poco noto e affascinante della realtà.
E sul Topo questo connubio avviene sempre senza rinunciare al divertimento e all’avventura.
Sabrina Ghini
Immagini © Disney, Panini Comics, Focus
Fonti:
Le grandi parodie 67, 1999, pp. 6-11
Porta dell’inferno – Wikipedia
5 fiamme eterne | best5.it
Topolino e la fiamma eterna di Kalhoa – Papersera