Mickey’s Craziest Adventures, un tesoro ritrovato?

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Una storia originale da un’idea originale

Ci sono opere che tendono a stravolgere le classiche regole a cui la maggior parte degli artisti fa riferimento. Si pensi alla pittura, in cui molte correnti tendono a rinnegare quelle precedenti, o al cinema (l’idea di Hitchcock di far morire la protagonista a metà film in Psycho è esemplificativa), o ancora alla letteratura (ad esempio, l’innovativo flusso di coscienza di James Joyce). Anche nel fumetto Disney è possibile osservare questa tendenza, come nel caso di Mickey’s Craziest Adventures.

Il tocco degli autori in Mickey’s Craziest Adventures

Gli autori di Mickey’s Craziest Adventures sono lo sceneggiatore Lewis Trondheim e il disegnatore Nicolas Keramidas, entrambi francesi. I due presentano la storia come una raccolta incompleta di albi americani degli anni ’60 (per le precisione, 44 numeri su 83), casualmente ritrovata in un mercatino dell’usato, un espediente che può richiamare il fantomatico manoscritto che Manzoni sfrutta ne I Promessi Sposi.

Mickey's Craziest Adventures

Questo pretesto narrativo viene corroborato per tutto il corso della lettura, giacché vengono disegnate macchie sparse, bordi rovinati o strappati e vignette con una colorazione tale da dare l’impressione di una patina formatasi a causa dell’invecchiamento (quest’ultima opera della colorista Brigitte Findakly). È possibile, inoltre, osservare delle immagini che rappresentano le copertine degli ipotetici albi originali.

Le linee del disegno ricordano molto quelle di un cartone animato, facendosi apprezzare soprattutto per la loro spiccata dinamicità. A questo scopo molti dei personaggi sono stati rimaneggiati o persino distorti: alcuni in modo abbastanza pesante, come Paperino, al limite della caricatura in certe vignette, mentre altri, come Topolino, restano più fedeli alla versione classica. In particolare, quest’ultimo indossa le classiche braghette rosse ormai in disuso.

Un’avventura incredibile iniziata per caso

Mickey's Craziest Adventures

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La storia inizia da una situazione ricorrente a Paperopoli: i Bassotti, per l’occasione alleati con Gambadilegno, hanno derubato Paperon de’ Paperoni. Si tratta tuttavia di un’apparente normalità, poiché da questa circostanza si svilupperà un intreccio che vedrà Topolino e Paperino, i due eroi per eccellenza del fumetto Disney, protagonisti di una serie di pazze (è il caso di dirlo) avventure. I due personaggi saranno catapultati da Paperopoli alle ambientazioni più disparate: la giungla, Atlantide, una città pre-colombiana, fino alla Luna e, infine, il sottosuolo. Il tutto viene condito da gag e dialoghi ai limiti del nonsense, che catturano il lettore in una misteriosa e caotica trama a carattere fortemente umoristico.

In questo guazzabuglio spiccano altri membri della banda Disney, dai più tradizionali (come Pippo, il Commissario Basettoni, Qui, Quo, Qua, Pluto, Paperina) ad altri meno frequenti, quali il professor Enigm. Tante e tante comparse che, nonostante il ruolo assegnato, non si estraniano dalla trama e rimangono fedeli ai canoni del fumetto disneyano.

Il tutto porterà a un finale d’impatto, con la storia che si risolve in un tranquillo pic-nic di coppia e… un altro mistero da risolvere.

Mickey's Craziest Adventures

Il volume che ospita questa storia, composto da 48 tavole a colori (in formato 32×24 cm) è arrivato in Italia a ottobre 2016, edito da Giunti Editore in seguito a un accordo con la casa editrice d’Oltralpe Glénat, nell’ambito di una collana di opere originali dedicata ai personaggi principali della Disney.

Quando i difetti diventano pregi

Mickey's Craziest Adventures

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Il merito principale di Mickey’s Craziest Adventures è certamente quello di aver intrapreso una strada differente e alternativa per raccontare una storia di Topolino, riuscendoci piuttosto bene. Allontanandosi dalla norma, sia nella struttura sia nel contesto, i due autori ci mostrano che anche una narrazione frammentata, senza una vera consecutio tra le tavole, può risultare piacevole e divertente. Il discorso si può applicare al finale stesso: l’aver lasciato la conclusione per la maggior parte all’immaginazione del lettore, sottintendendo che la storia non sia ancora finita (in una stupenda tavola che pare quasi un’incisione, in quarta di copertina) rientra nell’apparente mancanza di organicità.

Questo espediente, che potrebbe in apparenza sembrare un difetto, è allo stesso tempo il più grande pregio del volume. I vuoti, le scene saltate, il repentino cambio di paesaggio, finiscono per stimolare la fantasia di chi legge, oltre ad alimentare il patto col lettore stretto nelle premesse. Il risultato è una lettura che risulta frammentaria, ma anche stimolante.

Per tutti questi motivi Mickey’s Craziest Adventures risulta un lavoro più che apprezzabile, che coniuga un mondo al quale molti lettori sono affezionati con uno stile innovativo e stimolante, associato a una trama coinvolgente. Queste caratteristiche la rendono un’opera da recuperare per tutti i fan Disney più curiosi, soprattutto per chi voglia godersi qualcosa di nuovo.

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Dario Pezzotti, Mattia Comincini

Immagini © Disney, Glénat, Giunti Editore, Lewis Trondheim, Nicolas Keramidas

Fonti:
Inducks
Good Comics for Kids

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