La storia dietro la nascita de Le follie dell’imperatore è più complessa di quel che potrebbe sembrare. In un approfondimento sul film, la testata online Vulture ha portato alla luce nei giorni scorsi nuovi interessanti retroscena sulla sua lunga e travagliata produzione. Il fatto che il Classico del 2000 abbia avuto una gestazione problematica non è una novità: Kingdom of the Sun, questo il titolo originale, doveva essere molto diverso dal film che conosciamo. In questi giorni però sono giunte dichiarazioni inedite di chi ha vissuto in prima persona questa burrascosa produzione.
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Il progetto originale
Nessun film Disney nasce perfetto, i capolavori che ci hanno fatto crescere ed emozionare sono frutto di continue riscritture e rielaborazioni. Ma nella produzione de Le follie dell’imperatore i conflitti interni e i cambi di direzione portarono a un vero e proprio scontro tra progetti e gruppi di artisti.
Stando alle dichiarazioni del produttore esecutivo Don Hahn:
Tutti i film Disney sembrano poco riusciti quando sono all’inizio. Come dice il libro di Ed Catmull sulla Pixar, ogni film è orribile le prime sei volte. Al settimo tentativo inizia a essere buono. E così è successo in questo caso. Jeffrey Katzenberg aveva lasciato nel ’94. Era stato un tassello importante delle nostre vite. C’erano tensioni tra Roy Disney e Michael Eisner, e credo che tutti noi stessimo cercando un cambiamento in una nuova direzione.
La nostra storia inizia da un’idea di Roger Allers. Il regista racconta:
Avevo appena finito Il re leone e mi stavo guardando intorno in cerca di un nuovo progetto. La Disney stava iniziando a spingere verso opere ambientate in altre culture. Tom Schumacher [vicepresidente esecutivo della Walt Disney Feature Animation] mi sottopose tre immagini: rappresentazioni delle culture Inca, Azteca e Maya. Per la cultura Inca c’era un’immagine di questi incredibili edifici in pietra a Machu Picchu, la città tra le nuvole. Ho detto: “Mi piacerebbe provare a sviluppare qualcosa intorno agli Incas”. Ho iniziato a cercare un’idea.
Allers propose Kingdom of the Sun, la storia di un povero allevatore di lama che si ritrova a cambiare vita, scambiandosi con un imperatore egoista e vanitoso identico a lui. Insomma un musical ispirato a Il principe e il povero di Mark Twain, con ambientazione inca.
L’allora amministratore delegato e presidente della Disney Michael Eisner, rimase positivamente colpito da Kingdom of the Sun. Dichiarò infatti, in riferimento al progetto di Roger Allers e Matthew Jacobs, che:
Ha tutti gli elementi di un classico film Disney.
Forte del successo del suo Il re leone, Roger Allers ottenne quindi carta bianca sia per il casting che per la trama, e nel 1994 il progetto prese il via.
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Una svolta inaspettata
Nel pieno della produzione, nel 1997 i dirigenti dello studio, preoccupati per gli scarsi risultati al botteghino di Pocahontas e Il gobbo di Notre Dame, spinsero però per un cambio di rotta. Il pubblico reclamava più comicità e spensieratezza. A Mark Dindal fu dato quindi il compito di realizzare una versione alternativa del film di Roger Allers. I due progetti iniziarono ad avanzare in parallelo. Ben presto la situazione divenne insostenibile: non era possibile portare avanti entrambi i progetti, bisognava quindi fare una scelta. Kingdom of the Sun e Le follie dell’imperatore furono presentati ai dirigenti Disney. Inutile dire che la seconda versione fu accolta con entusiasmo. Chris Williams (storyboard Artist) ricorda il “passaggio di consegne”:
Roger fu incredibilmente elegante. Si fece avanti e disse “ho capito verso dove siamo diretti, lo capisco. Apprezzo le belle cose che stanno facendo”. In questo modo ha reso le cose più facili a tutti noi. Dopo avere lavorato per lungo tempo per questo film… invece che pensare a se stesso ha fatto il bene di tutte le altre persone nella stanza.
Allers rifiutò il ruolo di co-regista per Le follie dell’imperatore e abbandonò la produzione.
Le follie dell’imperatore: la versione definitiva
Abbandonato il clima di competizione che aveva caratterizzato la produzione fino a quel momento, al nuovo team creativo restava poco tempo per portare a termine la produzione de Le follie dell’imperatore. La scadenza imminente non influì negativamente sul prodotto finale, anzi, i ritmi serrati, le improvvisazioni, le molteplici riscritture e tagli in corso d’opera si sposarono alla perfezione con il mood folle e scanzonato della pellicola.
A testimonianza dell’assurdità che caratterizzò la produzione, secondo quanto afferma lo sceneggiatore David Reynolds la sceneggiatura definitiva fu ultimata e consegnata due settimane dopo l’uscita della pellicola nelle sale. Gli archivi Disney, alla richiesta di ricevere la sceneggiatura da archiviare, non ebbero nulla in risposta. Una sceneggiatura complessiva semplicemente non esisteva. Reynolds racconta che prese qualche pagina qua e là, le mise in un faldone e le consegnò agli archivi. Questa fu la prima e unica sceneggiatura complessiva che il film vide… mentre era già nelle sale.
L’ultima follia di una produzione che vent’anni dopo ha ancora qualche segreto da svelare.
Maria Concetta Spampinato
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Immagini © Disney