Il lato nascosto di Rockerduck: ammettetelo, appena avete letto questa frase siete scoppiati a ridere! Quale lato nascosto di Rockerduck? Del pivello? L’indifendibile? Già mi immagino lo scherno a cui mi sottoporrebbe Paperone, se leggesse una cosa del genere. Proviamo a ricrederci.
Premessa
Paperon de’ Paperoni è uno dei personaggi più sfaccettati del mondo dei Paperi. È il simbolo della perseveranza (perlomeno in Barks e Don Rosa), del fatto che se ci si impegna veramente in quello che si vuole, lo si riesce a ottenere.
La vita dello Zione, però, non è stata costellata solo di successi, almeno agli inizi. Basti ricordare come, nel quarto capitolo della Saga, non appena diventa proprietario del filone di rame più ricco della regione, è costretto a venderlo a Howard Rockerduck per la modica cifra di 10.000 dollari, perché in Scozia è richiesta la sua presenza nel castello di famiglia. E possiamo solo immaginare quanto costi rinunciare ai propri sogni, dopo averli ottenuti con così tanta fatica, anche e soprattutto se ci si sacrifica per la famiglia.
Chi, invece, è cresciuto nella bambagia, viziato e con il successo e la ricchezza pronti a un sol cenno è il numero 3 del mondo, John D. Rockerduck.
Il solito Rockerduck?
Rockerduck è indifendibile. Usa trucchetti subdoli. Non conosce mezze misure, non ha scrupoli, pur di ottenere ciò che vuole, imbroglia. Il fine non è di certo nobile, anzi.
L’obiettivo è sempre e solo uno: battere Paperon de’ Paperoni. Superarlo, non vincere, arrivare prima di lui. Si riduce tutto a questo, in ogni singola storia o quasi. Sembra che, se non esistesse Paperone, non ci sarebbe neanche Rockerduck.
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In effetti, sotto un certo punto di vista, è così. La caratterizzazione di Rockerduck come uno dei cd. nemici di Paperone, al pari di Amelia e dei Bassotti, quasi una versione più sofisticata e raffinata di Cuordipietra Famedoro, ha contribuito ad accrescere questa interpretazione del personaggio e a renderlo monofunzionale.
Qualcosa sta però cambiando, almeno su Topolino, seppure con tutte le forzature del caso, dato che da un giorno all’altro non ci può essere un mutamento radicale che possa passare come “credibile”.
Prima di appurare se c’è un cambiamento, domandiamoci: John D. Rockerduck è davvero da considerarsi un personaggio “malvagio”?
Chi è il vero nemico…
Sempre in riferimento e a paragone con Cuordipietra Famedoro, occorre ricordare le modalità con le quali questi due nemici storici di Paperone vengono introdotti nella Saga di Don Rosa: ne Il terrore del Transvaal, nell’ultima vignetta, facendo Don Rosa una sorta di recap dei nemici che il giovane Paperone aveva affrontato fino a quel momento, Famedoro viene descritto come un “boero particolarmente infido“.
Se ci si pensa, ciò è giustificato dal fatto che l’incontro con Paperone non va nel migliore nei modi, con quest’ultimo che viene rapinato durante la notte, privato di tutti i suoi averi e lasciato al suo destino nel deserto, dopo che aveva condiviso con Cuordipietra cibo e risorse.
Rockerduck, invece, non dà l’idea di essere un “nemico”, bensì un viziato figlio di papà, educato a trattare le classi inferiori con aria di superiorità. E di questo non possiamo mica fargliene una colpa. È Howard stesso a confessare al giovane Paperone le proprie mancanze da genitore, poiché non è riuscito a dare all’educazione del figlio l’impostazione sperata.
Il lato nascosto di Rockerduck
Rockerduck ha tutto. Soldi, prestigio, potere. Gode di un certo rispetto al Club dei Miliardari e non sembra un capo ingiusto, anzi, riconosce il valore delle performance dei propri dipendenti ed è solito premiarli quando lavorano proficuamente.
Potrebbe lasciar perdere la battaglia con Paperone data l’inesistenza di vittorie degne di nota. Potrebbe uscire di scena, ma non ce la fa. Rockerduck non è un papero che si tira indietro. La domanda è: perché? Ce lo siamo chiesti tutti tra una lettura e l’altra, ma abbiamo poi lasciato perdere pensando che, per sfidarsi, bisogna essere in due. Tutti vogliono vincere, questa è la pura e semplice verità. L’ossessione di Rockerduck di battere Paperone può però essere declinata in maniera così semplicistica, o c’è di più? Non è piuttosto “fame”, “ambizione”?
Rockerduck non è uno stinco di santo, l’abbiamo già detto e chiarito abbondantemente e nessuno oserebbe sostenere il contrario. Neanche Paperone, però, è immacolato. Hanno entrambi i loro scheletri nell’armadio. La differenza sta alla base, nel retaggio familiare, nei valori trasmessi. Per quanto soppressi, in entrambi i casi emergono. Ed è lampante come Rockerduck non sia poi uno dei cattivi.
Un altro esempio, anche se piuttosto inflazionato?
Basti pensare al modo in cui Rockerduck reagisce quando, in Zio Paperone e l’ultima avventura, si supponeva che Paperone fosse deceduto. Quando il miliardario crede di parlare col fantasma di Paperone, si dimostra devastato dal rimorso.
Certo, ogni tanto lo vediamo allearsi con i Bassotti o Amelia, e anche nella storia sopra citata l’idea di un’alleanza contro Paperone era partita proprio da lui, ma c’è sempre un limite che il papero non supera, a differenza di Cuordipietra Famedoro che, invece, è un vero e proprio personaggio negativo.
Ecco, Famedoro è un nemico di paperone, un vero e proprio cattivo puro e crudo. Rockerduck, invece, è un rivale.
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Finché c’è Topolino, c’è speranza?
Ultimamente Rockerduck ci sta venendo presentato dalla redazione di Topolino sotto nuovi aspetti, con caratteristiche che lo stanno rendendo ai miei occhi, ed è un’opinione meramente personale, oggetto di empatia e di identificazione, oltre a porlo maggiormente in primo piano e meno in ruoli da comprimario, quasi che l’ombra di Paperone (ineliminabile, è chiaro) piano piano stia diventando meno marcata.
Se per alcuni lati, infatti, Paperone suscita la nostra ammirazione per motivi ben noti, dall’altro Rockerduck non è scevro di immedesimazione.
Il lettore si avvicina a lui perché si rivede nelle sconfitte che subisce, nonostante l’impegno, nonostante la consapevolezza della bravura del rivale. Questo avviene perché il lettore, soprattutto quello che non è abituato a vincere nonostante l’impegno, si rivede nel numero 2 di Paperopoli anche e soprattutto per la sua perseveranza. Rockerduck non è uno che si tira indietro.
Affarista eccellente (nonostante abbia ereditato il proprio impero, bisogna riconoscergli la capacità di non farlo fallire e di averne conservato il prestigio), con un modus operandi ben più innovativo di quello di Paperone e attento ai trend del momento, Rockerduck è un papero capace e bisogna dargliene atto.
Recentemente, ci sono state alcune storie a lui dedicate su Topolino – ne ho estratte tre a titolo esemplificativo – che contribuiscono a rendere il personaggio pieno di sfumature che, se da un lato ci sono sempre state, dall’altro, in maniera non così sottile ma neanche didascalica, avevano bisogno di essere poste in risalto per dare nuova linfa a al personaggio.
Il lato nascosto di Rockerduck non è altro che un territorio inesplorato di potenzialità.
Le storie che andremo a esaminare sono:
- Rockerduck e le bombette istruttive, G. Panini – G. Perissinotto, Topolino n. 3307;
- Klondike parte seconda: Il papero dei ghiacci, G. D’Antona – L. Pastrovicchio, Topolino n. 3307;
- Rockerduck e la spiaggia della rivalsa, V. Stabile – M. Fecchi, Topolino n. 3375.
Le bombette come metafora di resilienza
La storia Rockerduck e le bombette istruttive, apparsa su Topolino n. 3307 del 10 Aprile 2019, vede un Rockerduck combattivo e agguerrito, conscio di tutto ciò che ha imparato in questi anni di lotte con Paperone.
Ogni sconfitta, ogni bombetta che è stato costretto a mandare giù nasconde un profondo insegnamento, un errore da non ripetere per uscirne vittorioso la volta successiva.
Viene infatti mostrato a uno sgomento lettore come Rockerduck conservi tutte le sue bombette mangiucchiate in una sorta di teca in cui tutte sono etichettate accuratamente, con tanto di numero della sconfitta subìta e l’insegnamento dedotto da essa.
Rockerduck è resiliente, aggettivo che non mi sarei mai sognata di attribuirgli. Impara dai propri errori. Riesce a farne tesoro.
E, cosa più importante, stima e rispetta Paperone, anche se non lo ammetterà mai neanche sotto tortura.
Uno sguardo alla rivalità
Paperone apprezza il “pivello”, seppure anche lui non lo ammetterà mai. Non si batterebbe con così tanto fervore né darebbe peso al modo in cui viene da questi apostrofato, se non gliene importasse. La loro rivalità fa sì che i due si migliorino a vicenda, in un balletto che dura da decenni su Topolino e di cui i lettori non saranno mai sazi, dato anche l’aumento delle storie dedicate alle loro schermaglie.
In Klondike parte seconda: il papero dei ghiacci, sempre pubblicata su Topolino, sul n. 3307, Rockerduck e Paperone, forzati dalle circostanze, si trovano a dover venirsi incontro, con il secondo che salva addirittura la vita al primo, che rischiava di annegare tra i ghiacci. Paperone lo salva perché riconosce, negli sforzi di Rockerduck per batterlo, seppur in maniera non cristallina come al solito, un suo pari, in questo caso un minatore.
Rockerduck, per quanto lo disturbi essere salvato dal suo rivale, onora sempre i debiti che ha nei confronti di Paperone.
I due si migliorano a vicenda, non esitano mai a mettersi a paragone l’uno con l’altro per superarsi e, così facendo, salgono di livello. Se non si detestassero tanto, sarebbero amici.
Okay, amici magari no, ma si insulterebbero molto meno.
Rivalsa?
La terza e ultima storia, pubblicata su Topolino n° 3375, Rockerduck e la spiaggia della rivalsa, ci mostra un ulteriore lato inaspettato del papero. Forse perché a rapportarsi con lui è un bambino, forse perché il contesto estivo e leggero gli consente di essere finalmente rilassato, evocando piacevoli ricordi di infanzia, quale che sia la ragione, l’umanità che gli appartiene da sempre viene fuori e lo rende più accessibile, un protagonista e non l’eterno secondo o il Wile E. Coyote disneyano destinato a perdere. È solo John.
Tutto inizia con Rockerduck che, stanco di perdere, decide di prendersi, su consiglio del suo segretario Lusky, una vacanza da tutto e, soprattutto, da Paperone.
Rockerduck decide di partire, con il suo yacht, verso una costosissima meta, sicuramente invisa allo Zione. Lungo il tragitto si imbatte in un bambino, il quale ha perso un giocattolo in acqua. L’intervento provvidenziale di Rockerduck riesce a restituire a questo piccolo papero quanto aveva perso.
Il fatto di essere definito un eroe da un bambino cambia qualcosa nel papero. Decide di godersi la vacanza, anche se con qualche difficoltà, dato che questo paperotto è sempre tra le piume, per cercare di convincerlo a partecipare a una gara di castelli di sabbia. Rockerduck è restio, non perché la sfida non gli piaccia (si scopre che da piccolo adorava fare i castelli di sabbia), ma perché non sopporterebbe di perdere nuovamente.
Rockerduck è un insicuro. Ha paura che siano le sue sconfitte a definirlo e non l’impegno che ci mette. Nonostante questo ci prova comunque. Tuttavia l’arrivo inaspettato di Paperone lo destabilizza nuovamente.
Improvvisamente, Rockerduck si sente di nuovo un eterno secondo, sconfitto. Ciò lo porterà a depistare Paperone, facendolo perdere all’interno di una grotta, pur di non ritrovarselo tra le piume.
Tuttavia, ancora una volta, il paperotto incontrato all’inizio della villeggiatura, sentendo per caso ciò che aveva fatto quel signore che per lui aveva significato tanto, mostrandosi deluso riporta il papero a più miti consigli.
Rockerduck decide di salvare Paperone e di compiere questa buona azione unicamente per se stesso, scoprendo forse che del sano egoismo, soprattutto se finalizzato a costruire la propria autostima, non è per forza una cosa negativa.
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Ma Rockerduck non è un ingenuo e sa che non può smussare dal nulla tutti i lati del suo carattere, né passare per eroe quando nessuno gli ha mai insegnato ad esserlo. Il paperotto non è dello stesso parere.
Sul finale, mentre il sole tramonta sulla spiaggia, i due paperi finalmente si presentano e scoprono di avere lo stesso nome. Un rinfrancato Rockerduck si allontana, dopo che, forse per la prima volta nella sua vita, qualcuno ha deciso di vedere il buono che c’è in lui e di prenderlo ad esempio.
Conclusione
In conclusione, il lato nascosto di Rockerduck è ciò che lo rende umano: le sue insicurezze, il fatto che cerchi di imbrogliare solo perché non ha l’autostima necessaria per cercare di farcela con le sue sole forze. Non è una giustificazione, lo so bene. Tuttavia, non so quanti, dopo tutte quelle sconfitte, ci proverebbero ancora. Eppure lui non esita mai.
Non c’è dubbio che il terzo papero più ricco del mondo sia uno dei personaggi dell’universo disneyano più interessanti da approfondire e che si può ancora sviluppare molto, non essendo ancora satura la curiosità circa le sue caratteristiche. La sua tridimensionalità può ancora dare soddisfazione in termini di nuove vicende. Nell’attesa che finalmente la spunti, di tempo ne abbiamo a volontà.
E poi, chissà che gusto c’è a vincere senza alcuno sforzo!
Lidia Brancia
Immagini © Disney – Panini Comics