Un bel cappello pensatore che ci aiuti a risolvere i problemi. Chi non lo vorrebbe?
Deve averlo pensato anche Archimede Pitagorico, quando a un certo punto della sua vita l’ha inventato.
Buffo, buffissimo, con quei tre corvi in un nido, su un comignolo, in cima a un mini tetto: solo lo strampalato e geniale inventore di Paperopoli avrebbe potuto avere un’idea del genere.
Non è ben chiaro come funzioni lo strano copricapo: sembra che i corvi stimolino l’encefalo di Archimede, o forse i volatili uniscono in qualche modo le loro cellule cerebrali a quelle dell’inventore. Sta di fatto che, se i corvi dormono o se non sono nel nido, il cappello non funziona. Ottenuta l’idea, i tre corvi gracchiano gioiosi.
Dalla creazione…
Archimede Pitagorico, com’è noto, è creatura del grande Carl Barks e appare per la prima volta nel 1952 sul n. 140 della testata Walt Disney’s Comics and Stories, nella storia dal titolo Gladstone’s Terrible Secret (in Italia Paperino e l’amuleto del cugino Gastone, uscita sul n. 45 di Topolino).
La sua doveva essere un’apparizione unica (un conoscente strambo di Gastone) ma Barks cambiò presto idea e lo utilizzò spesso nelle storie a venire. Il suo nome originale, Gyro Gearloose, fu tradotto in italiano (dopo alcuni tentativi bizzarri) probabilmente da Guido Martina, che volle omaggiare tanto il filosofo e matematico greco Pitagora, quanto il matematico e fisico siciliano Archimede.
Tornando al nostro cappello pensatore, una prima versione appare nella storia Archimede e le armi segrete del 1965, scritta da Vic Lockman e disegnata da Phil DeLara. Lo strambo oggetto riscosse un discreto successo, tanto da apparire con una certa frequenza, soprattutto in storie brevi e spiritose (sulla falsariga delle tenpagers barksiane), fino a qualche anno fa.
…alla quasi scomparsa
In seguito il cappello si mostrò con sempre minor frequenza. Una storia relativamente recente in cui l’oggetto è addirittura protagonista è Archimede e il furto del “pensatore”, su Topolino 2584 del 2005. Qui il cappello viene trafugato da Intellettuale-176 e ovviamente alla fine recuperato dal legittimo proprietario.
Qualche anno dopo, verrà indossato addirittura da Paperone (con scarsi esiti):
A parte eccezioni come queste o storie brevi (spesso da una pagina), il cappello pensatore attualmente si vede poco. E pensare che negli anni ’60/’70, come i meno Ventenni di noi ricorderanno, era persino presente in una famosissima raccolta di figurine gommose plastificate, da attaccare al frigorifero. Per chi le ricorda, quelle figurine rappresentavano un vero must have, non c’era bambino che non le collezionasse.
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Il cappello pensatore nella vita reale
La cosa sorprendente, invece, è che almeno un paio di versioni del cappello pensatore sembrano essere state realizzate. Con le debite differenze: niente corvi, nella vita reale, ma stimolazione elettrica transcraniale. Secondo alcuni studi presentati al meeting della Society for Neuroscience, questa tecnica aumenta l’attenzione e dimezza i tempi di apprendimento.
I primi test sono stati fatti su piloti della U.S. Air Force mentre guidavano dei droni. È stato utilizzato un caschetto da elettroencefalogramma che rilasciava piccole scariche elettriche. Il risultato è stato sorprendente: l’effetto è stato molto più alto di qualsiasi sistema per aumentare e migliorare l’attenzione. Ma non finisce qui.
Il rivoluzionario cappello pensatore australiano
Alcuni scienziati in Australia hanno ricevuto risultati incoraggianti da una sorta di cappello pensatore che mira a promuovere la creatività, facendo passare bassi livelli di elettricità attraverso il cervello. Il dispositivo, che consiste in due conduttori fissati alla testa e una cinghia di gomma, ha permesso di ottenere risultati notevolmente maggiori in un semplice test aritmetico.
Lo studio su sessanta persone ha triplicato i risultati corretti di chi lo indossava rispetto a chi non lo aveva.
Allan Snyder, direttore del Centre for the Mind dell’Università di Sydney, spiega che il dispositivo funziona inibendo il lato sinistro del cervello, associato alla conoscenza, e stimolando il lato destro, legato alla creatività.
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“Non serve molto per studiare o per aumentare la memoria”, chiosa il professor Snyder. “È utile per esaminare sotto un nuovo angolo un problema. Ti consente di guardare il mondo, solo brevemente, con lo sguardo di un bambino, di guardare fuori dagli schemi”.
Il professor Snyder ha aggiunto che il lavoro è stato ispirato da vittime di incidenti che hanno sperimentato un improvviso aumento della creatività dopo aver danneggiato il lato sinistro del loro cervello. “Sappiamo che le persone che hanno subito improvvisamente un danno al lobo temporale sinistro, hanno avuto un grosso progresso nelle arti o in altri tipi di attività creative. Il sogno è che un giorno potremmo essere in grado di stimolare il cervello in un modo particolare per avere, anche se per breve tempo, una visione non filtrata del mondo”.
Insomma, a breve potremmo avere non uno, ma ben due cappelli pensatori nel mondo reale!
Certo, probabilmente non saranno a disposizione del grande pubblico, e soprattutto non saranno simpatici come quello inventato da Archimede.
Soprattutto ci mancherà non avere i corvi… ma sapremo accontentarci.
Sabrina Ghini
Credits: Disney | psychologytoday.com | Wikipedia