Per gli appassionati della nona arte, non è una novità la grande tradizione italiana nel fumetto. Dal 27 dicembre 1908, data di pubblicazione dello storico primo numero del Corriere dei piccoli, il Bel Paese si è infatti sempre contraddistinto nel panorama fumettistico europeo come uno degli Stati più prolifici e innovativi. In questo contesto si inserisce egregiamente Rat-Man, fumetto nato nel 1989 dalla mente di Leo Ortolani.
D’altra parte, senza considerare il fumetto Disney, la cui scuola italiana rimane comunque da decenni una delle più illustri, sono davvero tanti i personaggi rivoluzionari creati da artisti della penisola.
Tex, Diabolik, Dylan Dog, Cattivik, Lupo Alberto e tanti altri.
Tra eroi e indagatori dell’incubo, si erge Rat-Man. Un personaggio nuovo, fresco, che è riuscito in poco tempo a ritagliarsi la sua fetta di pubblico e uno spazio considerevole nel panorama editoriale italiano.
Da allora il successo del personaggio è stato spaventoso, tanto da diventare, soprattutto negli ultimi anni di produzione, uno dei fumetti più venduti in tutta Italia.
Ma ciò a cosa è dovuto? A cosa è da ricondurre questa popolarità probabilmente inaspettata pure per lo stesso autore, Leo Ortolani? A più di tre anni dalla fine della serie, ecco qui i 10 motivi per cui ancora oggi Rat-Man rimane una lettura da recuperare a tutti i costi, motivi che spiegano in parte le ragioni dietro il suo incredibile successo.
Il tutto, naturalmente, riducendo al minimo sindacabile gli spoiler, così da non rovinare la sorpresa a chi ancora non conosce l’universo del Ratto.
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1. La perseveranza dell’autore
Il primo motivo per cui vale la pena leggere Rat-Man è infatti, senza ombra di dubbio, Leo Ortolani. L’autore pisano (stabilitosi poi a Parma) classe ’67, per arrivare al successo, ha dovuto attraversare diversi momenti di difficoltà, impegnando al massimo risorse produttive ed economiche.
Difatti, sebbene il supereroe che lo consacrerà nell’olimpo del fumetto italiano nasce nel 1989 (in una storia proposta all’editore Comic Art e successivamente pubblicata sulle pagine della rivista L’Eternauta), la celebre serie Rat-Man Collection edita da Panini Comics vedrà la luce solo nel 1997.
Questi otto anni vedono, almeno inizialmente, un abbandono del personaggio fino al 1995. In questo periodo Ortolani, oltre a sottoporsi alla leva obbligatoria nell’Aeronautica Militare, inizia a lavorare come geologo (aveva infatti ottenuto la laurea in Scienze Geologiche all’Università di Parma).
E sarà proprio con i ricavi ottenuti tramite la geologia che nel 1995 l’autore, una volta riscoperto l’enorme potenziale di Rat-Man, decide di puntarvi creando una serie completamente autoprodotta. Uno sforzo economico che all’apparenza può apparire folle, ma che verrà ben ricompensato due anni dopo.
Infatti, dopo 12 numeri generalmente ben accolti dal pubblico, la Marvel Italia drizza le orecchie, e concede ad Ortolani una testata tutta sua, ossia la già citata Rat-Man Collection. Ciò non si tradurrà in riduzione di lavoro, anzi, ma almeno in una maggiore tranquillità economica.
Il personaggio, amatissimo da critica e pubblico nasce quindi così, dall’ostinazione e dal duro lavoro di un uomo convinto della genialità di una propria idea. E, col senno di poi, non si può far altro che dargli ragione.
2. L’intento parodistico
Già dal nome, Rat-man si presenta inizialmente agli occhi dei lettori come una parodia in chiave ironica del ben più noto Batman, supereroe della DC Comics creato nel 1939 da Bob Kane e Bill Finger. E i primi albi della serie non fanno altro che confermare quest’impressione.
Basti pensare a Le sconvolgenti origini del Rat-Man, prima storia in assoluto della Rat-Man Collection. Qui Leo Ortolani narra le origini del suo supereroe, e queste presentano diversi punti di contatto con quelle dell’Uomo Pipistrello, sebbene chiaramente l’ironia dell’autore pisano vada a stravolgere le idee originali.
Per fare un esempio, entrambi i personaggi sono orfani, ma mentre i genitori di Bruce Wayne (alter ego di Batman) sono stati uccisi da un rapinatore, quelli di Rat-Man, alla nascita Deboroh La Roccia, hanno perduto il pargolo a una svendita commerciale, e non hanno poi cercato di recuperarlo.
E i parallelismi non si fermano a questo. Anzi, gli esempi che si potrebbero fare sono molti, e su tutti spiccano la Rat-Mobile e la Rat-Caverna, ovviamente ispirate alle più famose Bat-Mobile e Bat-Caverna.
Sulla scia di questo intento parodico si colloca anche il personaggio di Tòpin, apparso per la prima volta in Tòpin! The Wonder Mouse! (Rat-Man Collection 2), temporaneo braccio destro del supereroe ovviamente ispirato al più famoso Robin.
L’evoluzione nel corso della serie
Con il passare dei numeri l’intento di Ortolani cambia però radicalmente. Rat-Man non è più una semplice parodia di Batman, ma sviluppa una propria personalità grazie a una trama (di cui parleremo più avanti) sempre meglio delineata.
Allo stesso tempo l’autore continua però a utilizzare come fucina di idee altre opere, specialmente a tema supereroistico, adattandole come meglio crede all’interno della propria creazione.
Un esempio eclatante di questo modus operandi si ha nel 2013, quando, cavalcando l’onda mediatica generata dai cine-comics, Leo Ortolani crea una propria versione degli Avengers, i Vendicatopi. Il ciclo di storie legato a questo gruppo riempirà ben sei albi della Rat-Man Collection, dal 94 al 99.
Addirittura, in una saga nota come “Esalogia di New York” (Rat-Man Collection 76–81), Rat-Man si ritrova a confrontarsi con un gruppo di veri e propri supereroi Marvel. Certo, per questioni di copyright non possiedono il loro reale nome, ma il loro aspetto non lascia spazio all’immaginazione.
Ed è qui che l’intento parodico raggiunge la sua apoteosi. Rat-Man, caricatura del classico supereroe, viene messo di fronte agli stessi personaggi che hanno ispirato gran parte delle sue prime storie.
Agli occhi del lettore, ciò però non appare come un crossover tra le diverse opere, quanto più una parodia dentro un’altra parodia. Insomma, l’ennesimo colpo di genio che dimostra l’eccellenza di Ortolani come sceneggiatore e il suo profondo amore verso il fumetto supereroistico, celebrato ironicamente anche nelle copertine dei vari albi del ratto, la cui composizione ricalca spesso quella dei comics a stelle e strisce.
Le opere extra-supereroistiche
Non ancora soddisfatto, il lavoro di rielaborazione di altri prodotti da parte dell’autore pisano non si è fermato qui. Nel corso della vita editoriale di Rat-Man, infatti, numerosi sono stati gli albi completamente incentrati sulla parodia di opere a tema extra-supereroistico.
In questi cicli di storie la trama canonica del Ratto viene lasciata da parte per favorire la narrazione di nuovi personaggi che agiscono all’interno di universi per l’appunto ispirati ad altre creazioni.
La più famosa tra queste parodie è probabilmente Il Signore dei Ratti, rifacimento in chiave demenziale de Il Signore degli Anelli. Pubblicata nel 2004, la storia, nonostante non segua molto fedelmente la trama originale di Tolkien, ottenne un notevole successo.
Il principale punto di forza di produzioni di questo tipo si riscontra nel fatto che lo stile di Ortolani venga inserito all’interno di universi narrativi all’apparenza non particolarmente adatti. La simpatia e la vena folle tipica dello sceneggiatore riescono infatti a permeare qualsiasi storia, rendendo il tutto molto gradevole e per certi versi familiare.
Per fare un esempio, Bolo (alias Frodo), a differenza della controparte originale, ci viene mostrato come un personaggio illogico e inadatto a compiere un’impresa come quella narrata nel libro di Tolkien. Ma proprio in ciò egli ritrova il suo pregio, riuscendo così a meglio conformarsi all’atmosfera demenziale dell’opera.
Molti altri prodotti hanno ricevuto un trattamento non dissimile nel corso degli anni, generando parodie indimenticabili. Su tutte sono certamente da menzionare Star Rats (Star Wars), Il Grande Magazzi (Harry Potter e Twilight), 299+1 (300), Ratolik (Diabolik) e Allen (Alien).
3. Una trama matura e ben scritta
Come anticipato, un altro degli aspetti che più colpisce di Rat-Man è l’evoluzione della sua sceneggiatura, che da semplici gag parodistiche si trasforma in un complesso mosaico dalle mille sfaccettature.
La principale particolarità della suddetta trama è da rintracciarsi nella sua inorganicità. Difatti, le vicende del protagonista Deboroh non vengono narrate in ordine cronologico, ma anzi, gli archi narrativi man mano presentati da Ortolani molto spesso non presentano connessioni logiche tra di loro intuibili immediatamente dal lettore (eccezion fatta per gli albi usciti negli ultimi anni di produzione).
Quest’inorganicità concede all’autore molta più libertà in fase di scrittura, permettendogli di arricchire la trama di elementi a cuor più leggero. Solo nelle battute finali, infatti, per unire tutte le sottotrame aperte precedentemente, viene creato un filo conduttore, che ovviamente ha a quel punto costretto Ortolani all’interno dei limiti della sua continuity.
Un solo grande nemico per Rat-Man
La trama di Rat-Man si articola intorno a una sola grande tematica, che rappresenta poi l’unica vera nemesi del protagonista: l’Ombra. Nessun antagonista in calzamaglia, nessun “genio del male”, ma un concetto ben più astratto e forse per questo più spaventoso.
La parola Ombra potrebbe suggerire una mostruosità proveniente dal buio, ma si tratta in realtà di un principio universale. Similmente al “peccato originale” per i filosofi cristiani, questo eterno nemico è la ragione dietro la malvagità umana, e dunque a tutto ciò che di deplorevole c’è nel mondo.
Una minaccia piuttosto atipica dunque, che il nostro eroe si ritroverà a sfidare non per una scelta dettata dal proprio ardimento, ma per motivi familiari. Il suo albero genealogico (adottivo) è infatti da sempre legato all’Ombra, per motivi ovviamente qui non rivelabili causa spoiler.
Rat-Man, sebbene non sia il primo a ribellarsi a quest’entità, possiede però qualcosa di diverso rispetto a tutti coloro che ci hanno provato precedentemente, ossia un bagaglio di esperienze personali molto particolare, che Ortolani rivela pian piano nel corso dei numeri.
Le proprie prove “supereroistiche” giovanili, sotto il nome di Rat-Boy o Marvelmouse, assumono dunque una valenza diversa dal classico racconto di formazione. Sono esercizi in vista di uno scontro finale inevitabile, a cui Deboroh deve prepararsi al meglio delle sue possibilità.
Ed è proprio nello scontro finale che la trama raggiunge la sua apoteosi, rappresentata da un intreccio narrativo che chiude tutte le domande in sospeso in maniera egregia. Ma di questo parleremo più avanti.
4. Personaggi dalla personalità unica
Parlando della trama, è stato omesso qualsiasi riferimento ai personaggi sia per evitare eccessivi spoiler, sia perché dedicare uno spazio così limitato a un lavoro molto preciso come quello svolto dall’autore sarebbe stato estremamente riduttivo.
Il punto di forza di tali personaggi sta infatti nella loro accurata caratterizzazione. Questa, favorita probabilmente dal gran numero di volumi, attribuisce a ognuno una personalità ben precisa, che col procedere della storia si evolve a seconda della situazioni.
Se escludiamo i comportamenti volutamente esagerati e demenziali che contribuiscono all’ironia generale della serie, i personaggi di Rat-Man dimostrano una personalità credibile e quasi “reale”.
Non fa eccezione il protagonista. Deboroh La Roccia è sicuramente, in quasi tutte le sue caratteristiche, un esempio di vita alquanto deprecabile.
Carente dal punto di vista fisico e intellettuale, Rat Man rappresenta tutto ciò a cui la società moderna guarda con avversione, ma ciò nonostante non è privo di qualità. Su tutte la forza di volontà e il costante tentativo di aiutare le altre persone, forza motrice nella sua decisione di divenire supereroe.
Tutto ciò va inoltre contestualizzato all’interno di un pregresso personale molto travagliato. Come già anticipato, l’abbandono dei genitori, l’orfanatrofio e una successiva complicata adozione non hanno di certo giovato alla salute del giovane, che però, nonostante i molteplici difetti, ci viene presentato come un personaggio tutto sommato positivo.
Comprimari di vario tipo
I comprimari del Ratto, come già detto, riescono eccellentemente a distinguersi l’uno dall’altro e a ritagliarsi dunque un proprio ruolo all’interno della trama.
Uno dei più presenti è Tadeus Brakko, poliziotto afroamericano della Città Senza Nome (principale ambientazione delle vicende) e grande amico di Rat-Man.
Anche lui contraddistinto da poca sagacia, è sposato con Clara Clain, moglie assai infedele, da cui ha avuto un figlio (di cui in realtà è dubbia l’identità paterna).
Un altro personaggio molto importante è Arcibaldo, maggiordomo di Deboroh palesemente ispirato ad Alfred, che riveste lo stesso ruolo per il già citato Batman.
È molto legato al suo datore di lavoro e lo segue in tutte le difficoltà, instaurando col tempo quasi un rapporto familiare con lui. Ciononostante, molto spesso lo riprende quando è nel torto, approfittando ogni tanto della sua scarsa intelligenza per canzonarlo.
All’interno della vita del Ratto, ricopre poi un ruolo fondamentale Janus Valker. Padre adottivo di Deboroh, appare enigmatico e ambiguo per la maggior parte della trama, oscillando pericolosamente tra i nemici e gli affetti del protagonista.
Tra i personaggi comprimari merita una menzione anche il Capitano della polizia della Città Senza Nome, Samuel Krik. Chiaro omaggio a James Kirk (ufficiale dell’astronave Enterprise in Star Trek), l’aura di misteriosità e saggezza che lo circonda lo rende probabilmente il miglior alleato di Rat-Man nella lotta all’Ombra.
La sfera emozionale di Rat-Man
Gli ultimi due personaggi qui trattati sono invece accomunati dall’influenza sentimentale che hanno sullo stesso Ratto, seppur con due accezioni opposte.
Il primo, Cinzia Otherside, è una donna transessuale da lungo tempo innamorata (ma non corrisposta) del protagonista. Il suo vero nome è infatti Paul, e decide di esprimere la sua identità femminile proprio dopo aver conosciuto Rat-man durante un turno di lavoro come postino.
Creato inizialmente come spalla comica, il personaggio di Cinzia ha invece progressivamente acquisito maggior importanza all’interno della serie, apparendo, in fin dei conti, come uno dei più apprezzati dal pubblico. Ciò è probabilmente da ricondursi alla sua gran forza d’animo, che le permette di compiere decisioni importanti nei momenti significativi, e ai siparietti dal divertente sfondo sessuale di cui talvolta è protagonista.
L’apprezzamento nei suoi confronti è cresciuto talmente tanto nel corso degli anni che, nel 2018, Leo Ortolani ha pubblicato Cinzia, una graphic novel a lei completamente dedicata.
Il secondo personaggio, invece, è effettivamente quello di cui è innamorato il protagonista. Si chiama Thea, e compare per la prima volta nella storia La minaccia verde! (Rat-Man Collection 1), dove ci viene presentata come la figlia di un folle scienziato.
Per un motivo ben preciso, questa è l’unica reale apparizione di Thea nelle storie del Ratto, ma, ciononostante, la sua importanza per la psiche di Deboroh non è seconda a quella di nessuno.
Difatti, fin dal primo sguardo, il protagonista riconosce la ragazza come l’amore della sua vita, e questa convinzione lo porterà, nel corso delle sue avventure, a ricordarla spesso attraverso flashback atti a sviscerare sempre più il loro rapporto.
Un amore dunque platonico, destinato a rimanere per sempre insoddisfatto. O almeno in teoria. Perché, in un modo o nell’altro, nel finale della trama c’è spazio anche per un lieto fine che ripaga anni e anni di sofferenza.
5. Critica sociale a tutti i livelli
In questa rassegna dei personaggi più importanti abbiamo volontariamente trascurato una caratteristica comune alla maggior parte di questi: l’appartenenza a classi sociali solitamente guardate con sospetto.
Afroamericani, persone mentalmente instabili, transessuali, mariti perennemente traditi dalle mogli e tanti altri. Tutte categorie di persone spesso discriminate, che riescono però a ottenere in Rat-Man la loro rivincita.
Parte infatti da qui l’opera di critica sociale messa in piedi da Ortolani, che con un ribaltamento di fronte degno di nota tramuta degli emarginati in veri e propri eroi, mettendo invece sotto una cattiva luce personalità comunemente rispettate, di cui ci viene mostrato senza pietà il lato contraddittorio.
I protagonisti dell’opera fungono quindi da punto di partenza per un’operazione ben più grande, che si pone come obiettivo la messa a nudo di tutto il “marcio” che la nostra società nasconde sotto forma di potere (politici, imprenditori…).
Leo Ortolani non è però un pessimista a tutto tondo. Grazie a personaggi come il Capitano Krik, che sfrutta la sua autorità unicamente per servire la giustizia, l’autore ci ricorda che, in ogni caso, c’è del buono in questo mondo, da cui è necessario prendere il buon esempio e ripartire.
6. Umorismo e ironia dalle varie chiavi di lettura
L’aspetto di Rat-Man con cui viene però solitamente pubblicizzato il fumetto è sicuramente l’ironia e l’umorismo che permeano l’intera opera. I personaggi, gli eventi, i dialoghi: tutto ciò che deriva dalla matita di Ortolani risulta agli occhi del lettore immediatamente simpatico ed esilarante.
Questa peculiarità del fumetto non banalizza però gli aspetti finora trattati, ma anzi, li esalta. Indubbiamente è molto più complesso trasporre temi impegnati se accorpati a un background comico, ma il risultato rende il tutto più godibile per il lettore.
La particolarità dell’umorismo presente in Rat-Man sta però nel suo rivolgersi a varie fasce di pubblico, con battute e dialoghi comprensibili e apprezzabili solo dai lettori di una determinata età ed esperienza.
Come un ragazzino non potrà recepire a pieno i segmenti di satira sparsi negli albi, così i più adulti non troveranno esilaranti alcune freddure più superficiali del Ratto. Freddure che comunque, a scanso di equivoci, non scadono mai nel banale o nel cattivo gusto.
Tutto ciò si traduce in un cambiamento dell’esperienza Rat-Man che procede analogamente alla crescita culturale del lettore, così da fornire a ogni rilettura la scoperta di nuovi particolari.
Ortolani è spietato, è nonsense, è folle, ironico e slapstick. Spesso tutto insieme. La vena di imprevedibilità che permea le pagine del Ratto non risparmia nessuno e utilizza tutti i meccanismi possibili per farci sogghignare, a volte a denti stretti.
La serie, grazie a questa caratteristica, non perde freschezza nel tempo, ed è probabilmente questo il motivo per cui raramente viene a noia ai suoi fan.
7. Un bagaglio citazionistico fuori dal comune
Ricollegandosi all’intento parodico precedentemente descritto, è comunque importante sottolineare come Ortolani non limiti a questo unico mezzo la divulgazione delle proprie conoscenze in ambito pop.
Rat-Man è infatti pieno di riferimenti ad altre opere, tra cui libri, film, fumetti e molto altro. E le citazioni non si limitano al solito campo supereroistico (nonostante questo venga comunque privilegiato dall’autore), ma spaziano nei vari generi delle produzioni artistiche.
Gli “omaggi” si presentano solitamente in due possibili modalità: dialogica e grafica.
In questo frangente è impossibile non menzionare l’armatura che Rat-Man indossa nelle prime pagine di Le cose cambiano (Rat-Man Collection 68), tremendamente simile alle armature Mark del supereroe della Marvel Iron Man.
Il fumetto Disney in Rat-Man
In questo grande compendio citazionistico non poteva certo mancare il “nostro” fumetto Disney.
A dire la verità, è possibile ritrovare un riferimento a Topolino già nella prima storia di Rat-Man (citata in precedenza). Deboroh, infatti, intento a scegliere il proprio simbolo supereroistico, viene ispirato nella propria decisione dal celebre settimanale.
Certo, il nome viene coperto da una mano per evitare problemi legali, ma il richiamo alla testata ultra-settantennale è evidente.
Ma la citazione al fumetto Disney maggiormente riuscita è probabilmente quella ritrovabile tra le pagine di E adesso sposami! (Rat-Man Collection 72).
Qui, in una realtà dove Rat-Man è tra i fumetti più venduti al mondo e Deboroh è quindi una celebrità, viene detto che, nel 2006, egli è addirittura arrivato a sporgere causa a Topolino per plagio, vincendola.
Una trovata originale, ovviamente impossibile da replicare nel mondo reale, vista la precedenza della creazione di Mickey Mouse e le numerose differenze tra le due opere, ma che fa comunque intuire come l’autore sia passato, negli anni, tra gli albi del Topo.
Insomma, Ortolani riversa gran parte del suo bagaglio culturale nelle pagine del Ratto, e ciò non può che stuzzicare e incuriosire il lettore ad approfondire l’argomento citato di volta in volta.
8. Le serie a fumetti parallele a Rat-Man
Un punto forte dell’esperienza relativa a Rat-Man è senza dubbio rappresentato anche delle storie a fumetti che fanno da contorno a quella principale.
Gran parte dei numeri della più volte citata Rat-Man Collection presentano infatti, oltre a una storia relativa al nostro protagonista, anche un episodio di una serie a fumetti totalmente indipendente, sebbene sempre realizzata dall’autore pisano.
La più famosa di queste serie è sicuramente Venerdì 12. Inizialmente pubblicata sul mensile L’isola che non c’è, per poi trasferirsi a titolo definitivo sulle pagine del Ratto nel 1998, Venerdì 12 si occupa delle vicende di Aldo, uomo trasformato in mostro a causa dell’amore non corrisposto di una donna di nome Bedelia.
Le storie della serie, solitamente di breve durata (a eccezione degli ultimi capitoli), raccontano dunque di come Aldo, aiutato dal servitore Giuda, cerchi attraverso i metodi più disparati di superare il ricordo di Bedelia.
Venerdì 12 fa della comicità dei personaggi e dell’originalità nel corso dei capitoli finali i suoi principali punti di forza, capaci di ottenere il consenso generale di pubblico e critica.
Le strisce di Ortolani
Venerdì 12 non è l’unica serie che ha accompagnato Rat-Man nelle sue uscite bimestrali, sebbene questa sia l’unica a presentarsi sotto forma di tavole legate da una storia unica. Le altre 4, infatti, si compongono di numerose strisce o tavole indipendenti, e vengono utilizzate da Ortolani, solitamente, per raccontare esperienze relative alla sua vita.
È questo il caso di Clan o L’ultima burba, che traspongono gag relative rispettivamente a vicende giovanili dell’autore con i suoi amici e alla leva militare dello stesso.
È opportuno sottolineare, in queste serie, la bravura di Leo Ortolani con i personaggi, che, sebbene non vengano mai presentati direttamente al lettore, riescono, con poche battute, a mostrare la propria peculiare personalità.
Si distaccano dal mood di queste due strisce, invece, Quelli di Parma e CineMAH, le ultime a essere state pubblicate tra le quattro citate.
La prima, infatti, descrive l’attualità emiliana impiegando ironia e satira, non risparmiando colpi bassi allo sfondo sociale e politico cittadino.
La seconda, invece, vede recensioni cinematografiche trasposte sotto forma di strisce, e trova poche apparizioni nella Rat-Man Collection (tra cui quella dedicata a L’uomo d’acciaio di Zack Snyder), essendo piuttosto legata al sito web dello stesso Ortolani.
Tutti i capitoli di CineMAH finora usciti sono stati poi raccolti in due volumi, Il buio in sala e Il buio colpisce ancora, che riescono sicuramente nel loro intento di intrattenere e divertire il lettore.
9. Il fenomeno Rat-Man
Il nono punto in questa particolare lista si distingue da tutti gli altri in quanto non direttamente collegato alle storie a fumetti di Rat-Man. Infatti un motivo per cui vale ancora la pena leggere quest’opera nel 2021 risiede nella comprensione del fenomeno che ha fatto scaturire.
Difatti, di fronte al successo della serie, Panini Comics ha reagito cercando di espandere l’influenza del personaggio su più fronti, così da coinvolgere maggiormente il fandom in progressiva crescita.
Ha quindi visto la luce un corposo merchandising, che ha probabilmente raggiunto il suo culmine con il gioco da tavolo del 2007 Rat-Man – Il gioco senza nome, prodotto da Panini Comics, Stranemani e Pan Distribuzione.
E non è tutto. Infatti, i fan della saga non possono non ricordare il cartone animato dedicato proprio al Ratto, andato in onda nel 2006.
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Creata da Rai Fiction e Stranemani, la serie, composta da 52 episodi (di cui però solo 28 andati effettivamente in onda), aveva generato numerose critiche, specialmente da parte dei fan più affezionati, che non riuscivano a ritrovarvi l’atmosfera tipica della controparte cartacea.
Ciononostante, il cartone adempì evidentemente al suo compito di promuovere il personaggio e farlo conoscere a più persone possibili.
A conferma di ciò, oltre alle continue ristampe in nuovi formati della serie (Rat-Man Gigante, Rat-Man Color Special), le folle sempre presenti alle varie fiere del fumetto davanti allo stand dedicato, sintomo di un fenomeno mediatico sfruttato, almeno in buona parte, piuttosto correttamente.
10. Decalogia della Fine
Nello stilare questa lista di punti, era impossibile non far coincidere la fine dell’articolo con quella del fumetto stesso. Il finale di Rat-Man è sicuramente una delle maggiori motivazioni per cui la saga del Ratto è da recuperare a ogni costo.
Tale finale è rappresentato da una saga di ben 10 storie definita, appunto, Decalogia della Fine, pubblicata tra i numeri 113 e 122 della Rat-Man Collection.
La premessa con cui ci si approccia alla saga, derivante da accadimenti pregressi, è molto semplice, ma allo stesso tempo sconvolgente: l’Ombra si è impossessata di Rat-Man, moltiplicando le sue forze e rendendolo, di fatto, un pericolo pubblico.
Non è nostra intenzione raccontare altro della trama delle storie in questione per evitare di incappare in sconvenevoli spoiler, ma ciò che è fuori discussione in questo caso è la qualità di sceneggiatura di Ortolani, probabilmente ai massimi storici.
In circa 650 pagine di fumetto, l’autore chiude infatti tutte le sottotrame lasciate in sospeso nel corso degli anni di produzione, ponendo una fine soddisfacente agli archi narrativi di tutti i personaggi.
Nessuna idea viene lasciata per strada, ma piuttosto recuperata (e in certi casi rivoluzionata) per adattarla alla trama complessiva.
Nel corso dei dieci numeri il lettore arriva a provare qualsiasi tipo di emozione: gioia, tristezza, commozione.
Emozioni che solo fumetti ben realizzati e destinati a entrare nella storia del medium possono far provare. E Rat-Man, senza Ombra di dubbio, rientra tra questi.
Alberto Giacomelli
Fonti: Come Non Detto – Grand Comics Database
Immagini © Panini Comics – Cult Comics