Si è spento lo scorso 6 gennaio a Recanati Don Lamberto Pigini. Fidardense, aveva quasi raggiunto i 97 anni di età e sarà di sicuro ricordato come un personaggio poliedrico e un precursore attento al cambiamento dei tempi.
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Don Pigini, il sacerdote-imprenditore
Il sacerdote-imprenditore – così spesso veniva definito – aveva legato il proprio nome alla casa editrice Eli e all’azienda Tecnostampa. Aveva anche portato avanti la Eko, storico marchio di chitarre, fondato dal fratello Oliviero e rilevato dal Pigini Group.
Don Pigini è stato anche socio della Rainbow, seguendo i primi passi di Iginio Straffi, padre delle Winx, ora alla guida di una delle compagnie più importanti a livello internazionale. Commendatore della Repubblica dal 1994, nel 2019 aveva festeggiato i 70 anni di sacerdozio.
Al di là del suo importante apporto spirituale alla comunità e della figura professionale di rilievo nel mondo dell’imprenditoria, noi vogliamo ricordare Don Pigini per qualcosa che attiene strettamente al mondo dei nostri amati Paperi e Topi.
Míchaël Músculus, Donáldus Anas e gli altri
Don Lamberto Pigini è stato infatti Presidente dell’European Language Institute attraverso il quale ha lavorato a delle piccole chicche: i cosiddetti “Topolino in latino”, dati alle stampe tra il 1984 e il 1986. Inducks ci segnala sei storie:
- Donáldus Anas atque nox saracéni di Marco Rota
- Míchaël Músculus et “Lapis sapientiae” di Massimo De Vita
- Donáldus Anas et actiónes F attribuita al Francesc Bargadà Studio
- Scrúgulus et rádius contra procéllam di Guido Scala
- Scrúgulus in re vere mirábili di Salvagnini e Cavazzano
- Míchaël Músculus et regína Áfricae di Romano Scarpa
Un’interessante e divertente opera di divulgazione linguistica che non può mancare nelle librerie dei collezionisti più attenti e che all’epoca ebbe un grande risalto, tanto da trovare spazio sul New York Times.
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Riccardo Ficara Pigini – pronipote di Don Lamberto – così lo ha ricordato per noi:
Ho avuto il piacere di sfogliare alcuni “Musculus” (Topolino) insieme a lui. Ancora oggi ogni tanto si divertiva a parlare e a scrivere in latino, inviava ai suoi contatti più diretti una rivista di nome Melissa, incitando all’uso del latino anche nel linguaggio comune. Il rapporto di parentela era lo stesso che intercorre tra Paperone e Qui, Quo e Qua e come loro avevo grande stima di mio zio e l’ho sempre visto come una versione “bonaria” di zio Paperone. Una delle frasi in latino che ripeteva sempre era “Nulla dies sine linea“, invitando tutti noi a fare sempre meglio e impegnarsi sempre di più.
Un invito che accogliamo volentieri a riprova ulteriore che anche i fumetti sanno fare cultura e la fanno a ogni età.
Francesca Arca
©Disney ©Panini Comics ©European Language Institute
Un ringraziamento a Riccardo Ficara Pigini per le fotografie.