Le 7 vignette più sessiste mai apparse su Topolino

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ATTENZIONE: Questo articolo sulle vignette più sessiste ospitate su Topolino presenta un elevato contenuto di Guido Martina.

Quante volte ci è capitato di sfogliare un vecchio Topolino dei nostri genitori o dei nostri nonni? Quei numeri dal sapore antico hanno un fascino difficile da descrivere a parole: le pagine ingiallite, le tavole a colori alternate a quelle in bianco e nero, le pubblicità della pista Polistil… eppure in tutta quest’atmosfera retrò le storie ci appaiono freschissime, divertenti e incalzanti come se fossero state appena scritte.

Feels a mille!

Tuttavia se per moltissimi aspetti Topolino è invecchiato benissimo (o addirittura non è invecchiato affatto), per altri invece il tempo passato si fa sentire. Uno di questi è sicuramente la presenza nelle vignette di stereotipi sul mondo femminile, che talvolta sfociano in esternazioni che oggi non esiteremmo a definire sessiste.

Come ben sapete se seguite le nostre pagine social, molto spesso lo stupore e l’ilarità che alcune vignette possono generare sono amplificati dal fatto che sono estrapolate dal loro contesto (la storia da cui provengono) . Per questo motivo sembrano inappropriate quando invece non lo sono.

ventenni paperoni libro

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Ma queste non ci interessano: vogliamo invece andare proprio a parlare di quelle vignette che effettivamente presentano degli stereotipi sessisti intrinseci, non dovuti quindi alla decontestualizzazione. Alcune di queste sono veramente incredibili: sembra addirittura impossibile che abbiano trovato spazio su un giornalino per ragazzi.

Pronti? Iniziamo questo viaggio alla scoperta delle 7 vignette più spudoratamente sessiste mai apparse su Topolino o su altre testate italiane. Ma, prima di iniziare, siete tutti caldamente invitati a leggere con attenzione la prossima sezione.

Avvertenza per il lettore (da leggere!)

La discriminazione di genere è un problema molto serio che affligge la società in cui viviamo e che, soprattutto in certi contesti, è ben lontano dall’essere superato. Parlare dunque di come il Topo abbia trattato per così dire “alla leggera” questo tema potrebbe quindi sembrare irrispettoso verso un argomento così serio, in particolare per chi ne ha sofferto personalmente.

La discriminazione sul lavoro: una delle piaghe sociali più difficili da superare

Teniamolo bene a mente: i riferimenti sessisti che incontreremo in questo articolo erano sbagliati allora e lo rimangono tuttora, senza alcun dubbio. Tuttavia, ci piaccia o meno, anche le difficoltà della donna ad affermare il suo ruolo e le ostilità della società nei suoi confronti sono dei tratti che hanno caratterizzato ogni aspetto del nostro (recente) passato.

Ignorarli, o peggio, fare finta che non siano mai esistiti non serve a nulla, se non a creare una bolla dorata in cui ci illudiamo di aver costruito un mondo senza pregiudizi e discriminazioni, che rimangono invece ben radicati nel mondo reale al di fuori di questa “bolla”.

Al contrario, la conoscenza di questi aspetti sessisti ci permette di contestualizzarli correttamente e di comprendere quanti passi in avanti abbiamo fatto da quegli anni. In questo modo, saremo in grado non solo di prenderne le distanze con maggior facilità, ma anche di sorridere di fronte ad alcuni di questi retaggi del passato.

Detto questo, possiamo iniziare! Mi raccomando, non dimenticatevi di quello che abbiamo appena detto. Prendete questa classifica come uno sguardo – con gli occhi di adesso – a un Topo più irriverente e scanzonato, sicuramente meno sensibile e attento, ma mai crudele o perfido.

Viva il metodo scientifico

Nel catalogare le vignette, non ci siamo lasciati guidare solo dalla prima impressione o dal gusto personale. Abbiamo invece fatto affidamento sull’… IRONIA. In tutti i sensi.

IRONIATM è infatti l’acronimo di un infallibile sistema di valutazione ideato appositamente per stilare questa speciale classifica. Si compone di sei criteri di giudizio: ognuno di questi può assumere valore da 1 a 10. La loro somma restituirà poi il grado di “sessismo” della vignetta che ci permetterà di classificarla. Vediamo insieme queste sei voci:

  • Irriverenza: Quanto è pungente la nostra vignetta? Questo indicatore misura la “carica satirica” dell’oggetto da valutare. In altre parole, la capacità di ironizzare su un determinato aspetto del mondo femminile;
  • Rudezza: Quanto è villana? La rudezza ha il compito di quantificare la maleducazione dei personaggi nei confronti delle donne;
  • Offesa: Quanto è offensiva? Attenzione a non confonderla con la rudezza! Stiamo parlando infatti di quanto la nostra vignetta presenti contenuti offensivi verso l’universo femminile. Si può essere offensivi anche senza essere sgarbati!
  • Noncuranza: Quanto è scorretta rispetto alla sensibilità del periodo in cui è stata disegnata? Le vignette che esamineremo erano considerate accettabili negli anni in cui vennero prodotte o erano già troppo per l’epoca? La noncuranza si occupa quindi di valutare quanto l’anno di realizzazione incida sul risultato finale;
  • Insegnamento: Quanto è sessista il messaggio che trasmette? In altre parole, vogliamo quantificare in che misura la vignetta veicola un messaggio sbagliato e discriminatorio. Nel caso in cui sia un personaggio “buono” a farsi portatore di tali contenuti, questo punteggio aumenta. Infatti, il lettore si fida di questi personaggi: le loro affermazioni hanno più impatto;
  • Attenuanti: Quanto incidono le circostanze in cui è stata prodotta? Come vedremo, a volte ci sono alcuni fattori – non quelli temporali, già trattati in Noncuranza – che hanno reso la vignetta più sessista di quanto inizialmente non lo fosse. Bisogna tenerne conto, e noi non mancheremo di farlo.

Il totale di queste voci determina l’IRONIATM della vignetta. Attenzione: i valori di noncuranza e attenuanti verranno conteggiati come negativi. Infatti, sono due criteri che alleggeriscono la carica sessista, contestualizzando correttamente la vignetta esaminata rispetto al periodo di realizzazione e alla trama della storia in cui è contenuta.

E ora… via con la classifica!

7) Scimmie in gonnella

Iniziamo quindi la nostra classifica degli oltraggi al gentil sesso con qualcosa di soft, per non partire subito in quarta. La vignetta in questione è tratta da Paperino e gli incubi di Carl Barks (Donald Duck’s Worst Nightmare), del 1949. In questa storia, il nostro amico soffre di terribili incubi: per curare questo problema, segue i consigli di un medico, che gli propone varie cure.

La prima edizione italiana di Paperino e gli incubi, su Albi Tascabili di Topolino 63
La testata Tascabilone ristampò quasi tutte le storie pubblicate sugli Albi Tascabili di Topolino, tra cui anche Paperino e gli incubi

Le cose però non vanno come dovrebbero, e in uno spassoso susseguirsi di eventi Paperino si trova a dover fuggire davanti a una folla di donne inferocite. Ed è proprio in questa occasione che il papero esprime il proprio “disappunto” verso le inseguitrici nel modo che leggete sotto:

vignette sessiste Topolino

“Se questa è all’ultimo posto, cosa ci aspetta al primo?” direte voi? Calma, se una vignetta in cui Paperino paragona le donne a dei pelosi primati si trova qui, ci sarà un motivo! Infatti questa è solo l’inspiegabile traduzione dell’edizione italiana apparsa sul Tascabilone 1, del 1987. Se andiamo infatti a vedere l’originale, non c’è alcun riferimento alle scimmie o ad altri animali.

vignette sessiste Topolino

Il traduttore potrebbe aver usato il termine scimmie giocando sul fatto che Paperino fosse arrampicato su un albero? O forse aveva solo litigato con la moglie?

Vediamo quindi a quanto ammonta l’IRONIATM di questa vignetta:

Irriverenza0
Rudezza8
Offesa10
Noncuranza0
Insegnamento1
Attenuanti-10
IRONIATM9

In questo caso è evidente che tutto il sessismo della vignetta sia dovuto all’assurda traduzione: per questo motivo attenuanti ha un valore così alto.

6) La donna… ehm, papera oggetto

Dopo il misterioso caso del traduttore folle, saliamo di una posizione con una vignetta che rappresenta una delle piaghe del mondo pubblicitario e dello spettacolo: la “donna-oggetto“. In altre parole, molte pubblicità sfruttano il corpo femminile per promuovere i più disparati prodotti puntando sull’effetto che tale réclame ha sugli acquirenti maschili.

Troviamo un velato – ma non troppo – accenno a questa discutibile strategia in Zio Paperone e il veleno di Mitridate, scritta da Guido Martina e disegnata da Sandro Zemolin, uscita su Topolino 1349 nel 1981.

In questa storia Zio Paperone e Rockerduck combattono una vera e propria battaglia mediatica per accaparrarsi il pubblico paperopolese. A un certo punto, il rivale dello Zione ha l’idea per vincere la sfida: sfruttare le procaci forme delle annunciatrici del suo programma tv.

vignette sessiste Topolino

Signori e signori, Guido Martina

Ed ecco qui che facciamo il primo incontro con la star indiscussa di questa rassegna. Stiamo parlando dello sceneggiatore Guido Martina (1906 – 1991), un autore “senza peli sulla lingua”. Il Professore – soprannome di Martina – è stato un autore fondamentale per Topolino, capostipite della scuola Disney italiana.

guido martina
Il Professore

La sua produzione in qualità di sceneggiatore, con più di un migliaio di storie al suo attivo, ha profondamente segnato la storia del periodico. Tra le altre cose, Martina ha inventato le celeberrime Parodie Disney ed è stato l’ideatore di un certo Paperinik. Insomma, un vero e proprio pezzo da novanta della storia del Topo.

Il suo stile è caratterizzato da una forte vena cinica e satirica: il Professore utilizza i topi e soprattutto i paperi per ironizzare sui costumi dell’Italia del suo tempo. Dal momento che questo è il suo obiettivo principale, Martina si preoccupa poco di restare fedele al carattere dei personaggi. Non è strano quindi trovare un Paperone che truffa il prossimo, che contrabbanda oppio (sul serio), che evade le tasse, che compra una sposa indiana, e tante altre amenità del genere.

Quanti bambini hanno smesso di mangiare mandarini dopo aver letto questa storia?

Martina è un autore molto interessato all’attualità: nelle sue storie si trovano quindi molti riferimenti in chiave satirica agli sconvolgimenti culturali che hanno caratterizzato gli anni ’60 e ’70, tra cui non può mancare il femminismo. Date le premesse, possiamo aspettarci grandi cose da lui: questo sesto posto è solo un assaggio delle enormi potenzialità del buon Guido.

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Una famosa caricatura di Martina

Tornando alla vignetta, bisogna dire che stiamo pur sempre parlando di un piano di Rockerduck, noto per non essere particolarmente limpido nel suo modo di condurre gli affari. Nonostante quindi sia un’idea che probabilmente non troverebbe più spazio su Topolino dei nostri giorni, non dobbiamo scordare che è messa in atto da un personaggio dalla dubbia morale. Infatti, il punteggio non è particolarmente alto:

Irriverenza4
Rudezza2
Offesa6
Noncuranza-2
Insegnamento5
Attenuanti-4
IRONIATM11

Notiamo che attenuanti diminuisce l’IRONIATM di 4 proprio perché a proporre l’idea delle annunciatrici in costume è Rockerduck. Diverso sarebbe il caso in cui fosse un personaggio “buono” a esprimere pensieri sessisti. E proprio per questo ci sono ancora ben 5 posizioni da scalare!

5) Le schiave dei Paperi

Saliamo al quinto posto di questa speciale classifica e ci imbattiamo nell’ultima storia sceneggiata da Carl Barks per la celebre testata Uncle Scrooge prima del suo ritiro: Re Paperone Primo (King Scrooge the First), scritta appunto dal maestro dell’Oregon nel 1967 e disegnata da Tony Strobl. In Italia fu pubblicata per la prima volta su Topolino 644 del 31 marzo 1968.

In questa storia Paperone, Paperino e i nipotini rivivono gli ultimi giorni di Paperon-Scià, re di Sagdad, vissuto 4000 anni prima e antenato di Paperone. Durante questa “rievocazione”, visitano il mercato dell’epoca: Paperino e nipotini non riescono a trattenersi di fronte ad alcune… merci in vendita.

vignette sessiste Topolino

La schiavitù, in particolare quella delle donne, era purtroppo una prassi comune nell’epoca antica, ed è quindi un riferimento assolutamente coerente con l’ambientazione. Quello che invece può far storcere il naso è invece che sia Paperino che Qui, Quo e Qua – seppur nei panni di paperi antichi – trattano le malcapitate come degli oggetti.

La cosa fa più scalpore in quanto si tratta questa volta di personaggi fondamentalmente caratterizzati da valori morali (quasi) sempre saldi. In verità il fatto che i protagonisti siano “antenati” dei nostri amici rende sicuramente questo atteggiamento verso la schiavitù femminile un po’ più accettabile, dal momento che è in linea con la morale dell’epoca. Con quasi altrettanta sicurezza possiamo affermare però che queste vignette non sono più considerate accettabili secondo gli standard odierni.

Non dobbiamo dimenticare l’anno di realizzazione della storia (1967): la sensibilità verso il mondo femminile era molto meno sviluppata di adesso. La sequenza di vignette era intesa semplicemente come una gag per alleggerire una storia molto cupa, che affronta i temi dell’invecchiamento e della morte.

Bisogna infatti contestualizzare l’inserimento di queste vignette nella storia: morte e vecchiaia già all’epoca erano temi delicati, mentre non c’era altrettanta attenzione verso la condizione sociale delle donne. Fatta questa doverosa precisazione, vediamo finalmente il punteggio:

Irriverenza3
Rudezza2
Offesa6
Noncuranza-3
Insegnamento8
Attenuanti-4
IRONIATM12

Come già detto in precedenza, l’ambientazione antica smorza l’allusione alla schiavitù femminile: per questo motivo, abbiamo scelto un valore di attenuanti pari a 4.

4) La villania di Zio Paperone

Troviamo ora una versione americana di Zio Paperone che in quanto a cattiveria supera perfino quella di Guido Martina. Stiamo parlando della storia Nonna Papera e la trappola, disegnata da Riley Thomson e pubblicata nel 1950 su Walt Disney’s Comics and Stories 123. I lettori italiani, invece, l’hanno potuta vedere per la prima volta su Topolino 25 del marzo 1951.

In questa storia Paperone vuole sperimentare un nuovo strumento per eliminare i topi dalle abitazioni… il gatto. Per testare questa sua innovativa e originale teoria, decide di utilizzare Gas e Giac, i topolini che dopo l’esperienza con Cenerentola si sono trasferiti definitivamente a casa di Nonna Papera.

Ci inchiniamo di fronte al genio!

Nonna Papera ovviamente non è d’accordo, ma non può opporsi al volere del ricco parente, che possiede l’ipoteca della sua fattoria. Al suo arrivo, Paperone apostrofa la papera in maniera non proprio carina, come potete leggere qui sotto.

vignette sessiste Topolino
Da quando è zio anche di Nonna Papera?

Non è l’unica vignetta in cui Paperone chiama “donna” la povera nonna: per tutto il resto della storia il ricco papero si rivolge a lei in questa maniera, con intento chiaramente dispregiativo. Non è nemmeno un fatto di traduzione come nella prima vignetta della nostra classifica: zio Paperone è proprio pensato per essere un misogino duro e puro!

C’è da dire che quella di Thomson è davvero una versione strampalata di zio Paperone, distante anni luce non solo da quella di Barks ma anche da quella di Martina. In questa storia Paperone è il vero e proprio antagonista, ma non suscita nemmeno la simpatia dell’avaro tratteggiato dal Professore: è semplicemente un “cattivo”, che come tale è destinato alla sconfitta.

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Se poi aggiungiamo il design completamente diverso da quello barksiano, possiamo dire di essere di fronte quasi a un altro personaggio.

Un esempio dello strano Paperone disegnato da Thomson

Se ci avete fatto caso, la storia è del 1950: il personaggio di Scrooge McDuck esisteva solo da tre anni. Per di più, nemmeno il suo creatore lo aveva ancora sviluppato: Zio Paperone e la disfida dei dollari, punto di svolta per l’evoluzione caratteriale del personaggio, arriverà solo nel 1952. Si tratta di uno dei primi esperimenti non barksiani con Paperone, peraltro non particolarmente ben riuscito.

Il fatto che Paperone sia il cattivo della storia fa sì che non sia più un personaggio con una morale a cui attenersi. Per questo motivo nell’assegnare i punteggi a questa vignetta abbiamo scelto di dare 3 ad attenuanti.

Irriverenza1
Rudezza9
Offesa9
Noncuranza-1
Insegnamento1
Attenuanti-3
IRONIATM16

Nonostante quindi il vecchio Cilindro in questa circostanza sia particolarmente villano e maleducato con il gentil sesso, la vignetta si ferma ai piedi del podio proprio per essere una versione sui generis del papero, che snatura completamente il suo carattere. Insomma, non è il vero Paperone: come vedremo, quello vero ha molta più IRONIA…

3) Paperi vs. femminismo (parte 1)

Eccoci finalmente sul podio, in cui regna incontrastato il pungente Guido Martina. Partiamo dal gradino più basso, che risulta piuttosto affollato: troviamo infatti ben tre vignette.

Come mai abbiamo fatto questa scelta? Come vedrete, le proposte che incontreremo hanno un denominatore comune: personaggi “buoni” che sviliscono, sminuiscono e si prendono gioco delle donne e dei loro tentativi di equipararsi agli uomini. Non siamo riusciti a ordinarle, e quindi ve le proponiamo tutte e tre. A voi la scelta!

La sposa femminista

La prima vignetta proviene da Zio Paperone e l’irascibile farfalla d’oro, scritta da Guido Martina e disegnata da Franco Lostaffa. Questa storia, uscita su Topolino 1191 del settembre 1978, vede Paperone, Paperino e i nipotini partire verso i terrirori del Sud-Ovest alla ricerca di un raro esemplare di farfalla, la fantomatica Farfalla d’oro.

Giunti sul luogo, i due adulti cadono prigionieri di una strana tribù di indiani, che dichiara di essere in possesso del prezioso insetto. Si scopre presto però che si tratta un equivoco: Farfalla d’oro non è altro che il nome della figlia del capo degli indiani! Il capo impone a Paperino di sposare la figlia: in cambio, i due paperi avranno salva la vita e saranno liberi. Zio Paperone cerca di convincere il nipote dei vantaggi di tale affare…

vignette sessiste Topolino
Ahh, il Paperone di Martina…

Sfortunatamente per Paperino, Farfalla d’oro è un avvenente biondina che non ha alcuna intenzione di intraprendere quel tipo di matrimonio. La ragazza infatti è una femminista convinta, che desidera avere gli stessi identici diritti del suo sposo. Accanto a queste giustissime rivendicazioni, mostra però anche un carattere sadico e violento. I paperi sono quindi ben lieti di lasciare il villaggio, grazie all’immancabile aiuto dei nipotini.

vignette sessiste Topolino
Chi di sessismo ferisce, di sessismo perisce!

La vendicatrice del sesso debole…

Paperinika e il filo di Arianna ci regala la seconda vignetta di questo trio. La storia uscì su Topolino 906 dell’aprile 1973, scritta da Guido Martina e disegnata da Giorgio Cavazzano. Fu l’esordio della controparte femminile di Paperinik, appunto Paperinika, sotto le cui spoglie si cela (indovinate un po’) Paperina.

In questa storia zio Paperone affida a Paperino l’incarico di proteggere il deposito per permettere al miliardario di trasportare il suo denaro in un luogo più sicuro. Lo Zione si rifiuta di mettere al corrente del piano anche Paperina… in quanto donna!

vignette sessiste Topolino

Offesa da questo trattamento, la papera decide di vendicarsi vestendo i panni di una nuova supereroina, paladina del sesso debole: Paperinika. Sarà proprio lei a salvare il denaro di zio Paperone, mettendo in ridicolo i paperi che l’avevano umiliata.

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… colpisce ancora

Chiude il terzo posto una vignetta tratta dal sequel Paperinika contro Paperinik, apparsa su Topolino 923 dell’agosto 1973, ancora della coppia Martina/Cavazzano. In questa storia, Paperina tiene una conferenza sulla grande impresa che Paperinika ha compiuto in Paperinik e il filo di Arianna.

A questa conferenza partecipano anche Paperone, Paperino e Paperoga: il ricco papero vuole infatti scrivere dell’evento sul suo quotidiano, e porta con sé i nipoti in qualità rispettivamente di reporter e fotografo. Tuttavia, non sono particolarmente entusiasti della tematica della conferenza…

vignette sessiste Topolino

Anche in questa occasione, l’evoluzione della vicenda richiederà l’intervento di Paperinika, che salverà la situazione (con il contributo di Paperinik) e dimostrerà ancora una volta il valore delle donne.

Sostanzialmente, queste tre vignette, adeguatamente contestualizzate all’interno delle storie da cui provengono, mostrano la stessa IRONIATM, come potete vedere nella tabella qui sotto. Presentano infatti una parodia del femminismo, che sicuramente era più sentita e apprezzata all’epoca della pubblicazione. Allo stesso tempo però, i paperi si fanno portatori di pensieri inaccettabili, soprattutto oggi.

1a 2a3a
Irriverenza7110
Rudezza282
Offesa685
Noncuranza-3-5-4
Insegnamento887
Attenuanti000
IRONIATM202020

A onor del vero, bisogna spezzare una lancia a favore di Guido Martina per le vignette che abbiamo appena visto. In quelle storie, infatti, le donne hanno sempre la meglio sugli uomini: infliggono pesanti sconfitte al loro orgoglio maschile e li costringono a rimangiarsi le loro parole di presunta superiorità.

2) Paperi vs. femminismo (parte 2)

Se nella terza posizione potevamo perciò salvare in parte le vignette che abbiamo visto, questo non accade per la protagonista del secondo gradino del podio.

Il Professore, equo e democratico nella sua satira, non risparmia nemmeno le donne e il movimento femminista. E decide di affondare una frecciatina delle sue nella storia Paperinik e il binocolo di scappamento, disegnata da Massimo De Vita e uscita in due puntate su Topolino 1167-68 nell’aprile del 1978.

In Paperinik e il binocolo di scappamento Zio Paperone è terrorizzato dai furti e dagli agguati dei malviventi, tanto da barricarsi in casa per due mesi. Paperino riesce a convincerlo a uscire e il vecchio zio accetta, anche se decide di mascherarsi con una coperta per restare in incognito. Appena usciti allo scoperto, Paperino e Paperone notano una donna nelle vicinanze. Il ricco magnate subito esprime dolci parole di elogio per il genere femminile…

vignette sessiste Topolino

E qui potreste dire: “che cos’ha questa vignetta in più di quelle che abbiamo visto prima, da meritarsi il secondo posto?” Calma, non è questa la vignetta premiata, ma quella immediatamente successiva. Paperino infatti, in un inaspettato momento di sarcasmo fulminante, risponde a un’osservazione dello Zione sull’aspetto della donna che hanno appena intravisto.

vignette sessiste Topolino

Questa vignetta ha decisamente una marcia in più delle altre: un mix esplosivo tra la nonchalance con cui Paperino fa il suo commento e la cattiveria dello stereotipo sul femminismo.

Infatti, uno dei pregiudizi sulle femministe e sulle donne emancipate è che vogliano assomigliare così tanto agli uomini da averne anche l’aspetto. Un preconcetto denigratorio e peraltro assolutamente infondato, dal momento che c’è una certa differenza tra avere gli stessi diritti e gli stessi connotati.

Per amore della trama, la donna in questione è effettivamente mascolina non perché sia femminista, ma perché è un Bassotto travestito, appostato lì per spiare i movimenti di Paperone per conto di Rockerduck. Il ladro avverte il suo capo, che addirittura rapisce il vecchio Cilindro. Si delinea quindi lo scenario di uno scontro Paperinik – Rockerduck, marchio di fabbrica delle avventure del papero mascherato firmate da Martina.

Effettivamente, era piuttosto mascolina…

Incredibilmente, non è questa a meritare l’alloro del vincitore come la migliore (o peggiore) tra le vignette sessiste su Topolino, nonostante un’IRONIATM decisamente alta:

Irriverenza9
Rudezza3
Offesa9
Noncuranza-2
Insegnamento8
Attenuanti0
IRONIATM27

1) La terzina scostumata

Eccoci qui, finalmente. Il momento che tutti aspettavate è arrivato. Siete pronti? Ragazze, vi chiediamo di perdonarci in anticipo per ciò che vedrete. La regina delle vignette sessiste è apparsa su Topolino n. 8 del novembre 1949, nientemeno che ne LInferno di Topolino, l’indimenticabile parodia uscita sui numeri 712 del Topo e disegnata da Angelo Bioletto. Occorre dirvi chi l’ha scritta?

Come molti di voi sapranno, L’inferno di Topolino è un’opera unica nel panorama fumettistico italiano. Non è solo la prima Grande Parodia Disney realizzata in Italia: è un vero e proprio omaggio alla cantica più famosa della Divina commedia, e in quanto tale ne ricalca addirittura la poesia. Il Professore realizza infatti una verseggiatura in perfetto stile dantesco, in terzine di endecasillabi a rima incatenata.

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La storia procede su due binari paralleli: da un lato quello delle vignette e dei balloons, dall’altro quello dei versi. I due medium si integrano perfettamente e si completano a vicenda, dando vita a un unicum del fumetto Disney italiano. La verseggiatura di Martina è acuta e brillante, carica dello spirito satirico e irriverente che caratterizza lo sceneggiatore. Programmi radiofonici, scuola, totocalcio: la sua ironia descrive i principali aspetti del costume italiano.

Tra le altre cose, L’inferno di Topolino permise al Professore di essere menzionato nella prima vignetta come autore della storia. Una prassi comune ai giorni nostri: all’epoca invece fu un notevole strappo alla regola, dal momento che l’unica firma ammessa per le sceneggiature e disegni era quella di Walt Disney. Addirittura, i nomi degli autori delle storie apparvero solo dal 1988!

La storica “firma” di Martina, per oltre trent’anni l’unica firma di un autore su una storia Disney

Ma torniamo a noi: tra queste “frizzanti” terzine se ne cela una “frizzantissima” nella seconda puntata della storia. Topolino e Pippo – novelli Dante e Virgilio – sfuggono ai litigiosi che affollano la palude Stigia e per continuare il loro viaggio devono attraversare la città di Dite. L’ingresso è però sbarrato da un manipolo di diavoli: per oltrepassarli, i due amici vorrebbero sfruttare l’elefantino volante Dumbo, ma purtroppo il piccolo pachiderma… ha il serbatoio scarico!

Pippo ha il colpo di genio: vede infatti arrivare due furie, Eulalia ed Enza, due terribili creature dalle fattezze femminili che sputano vapore dal naso. Decide quindi di legarle ai fianchi di Dumbo, costruendo in questo modo un originale aereo a reazione.

vignette sessiste Topolino

Ma chi sono Eulalia ed Enza? Non sono altro che due caricature di due collaboratrici di Topolino: Eulalia non è identificabile con precisione, mentre Enza con ogni probabilità è Enza Picchi, una delle prime letteriste del periodico (scriveva il testo nei balloons). Martina amava prendere in giro bonariamente le due donne, come dimostrano anche le numerose rubriche che curava per Topolino.

vignette sessiste Topolino
Pensate se avesse voluto prenderle in giro con cattiveria! (dalla rubrica Gite di Ferragosto, Topolino 5: i due passaporti per le vacanze estive di Eulalia e Enza)

Forse ispirato da questa circostanza canzonatoria verso le due donne, il Professore non resiste e nell’ultima vignetta della puntata apparsa sul n. 8 aggiunge dei versi che hanno dell’incredibile. Un colpo da maestro, che forse per la sua collocazione dimessa pochi lettori avranno notato.

vignette sessiste Topolino

Facciamo un bello zoom sulla terzina incriminata, per poterla apprezzare al meglio:

vignette sessiste Topolino
Game, set, match: salutate la capolista!

Che dire, care lettrici e cari lettori? Questi versi fanno impallidire tutte le altre vignette che abbiamo visto: la loro prorompente IRONIATM proietta questa tavola dritta al primo posto in classifica.

Irriverenza10
Rudezza2
Offesa10
Noncuranza-4
Insegnamento10
Attenuanti0
IRONIATM28

Non tutto è da buttare

Cosa ci resta alla fine di questa classifica delle vignette più sessiste mai apparse su Topolino? Innanzitutto, una consapevolezza di quanto i tempi siano cambiati. Certi atteggiamenti verso il mondo femminile erano purtroppo all’ordine del giorno, tanto da finire in riviste, come Topolino, pensate per i lettori più giovani. Lo scalpore che invece ci provocano è la più lampante dimostrazione dei passi avanti fatti.

Questo non vuol dire però che dobbiamo buttare via tutto quello che abbiamo visto in questo articolo, o bruciare tutta la produzione di Guido Martina. Non porterebbe a nessun passo avanti contro il sessismo, e aumenterebbe notevolmente l’inquinamento dell’aria, dal momento che dovremmo dare alle fiamme praticamente trent’anni di Topolino. Speriamo invece di avervi fatto sorridere con questa classifica, oltre che riflettere.

L’ultimo pensiero va a voi, care lettrici: se siete arrivate fino a questo punto dell’articolo e l’avete trovato piacevole, vi ringraziamo dell’attenzione e della pazienza. Se invece lo avete ritenuto irrispettoso, ci dispiace molto, ma – scomodando Manzoni – credete che non s’è fatto apposta.

Francesco Menegale

Immagini © Disney, Panini Comics

Fonti:

Il meglio di Paperone, 1999

Topolino Story 1, 2005

Guido Martina, L’Inferno di Topolino – Wikipedia

Si ringraziano:
– Agnese Amato, per i preziosi consigli;
– Stefano Buzzotta, per l’immagine di copertina;
– Agnese Amato, Stefano Buzzotta e Lorenzo Oliva, per l’aiuto nella ricerca delle vignette.

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