Quando si diventa troppo anziani per guardare i film d’animazione della Disney? Nel momento in cui siamo gli unici nella sala del cinema che non giocano alle ombre cinesi sullo schermo? Quando non siamo più atletici come Pocahontas o non abbiamo più la folta chioma di Simba?
Eh sì, signora mia, questi eroi Disney sono spesso giovanotti, che insieme ai piccoli spettatori vivono l’avventura di crescere. Ma se avete visto il corto animato Una famiglia, infinite emozioni (From Our Family To Yours), creato dalla Disney per il Natale 2020 e per il quarantennio della sua collaborazione con l’associazione benefica Make-A-Wish, saprete che ciò che ci fa battere il cuore attraversa le generazioni e unisce giovani e anziani in un’avventura infinita.
E se avete pianto per la canzone Come una bussola e avete gridato “Nonna, NO!” quando la dolce lola (ovvero “nonna” in tagalog) filippina lascia cadere sconsolata il suo pupazzo di Topolino, allora siete pronti per ricordare i più memorabili personaggi anziani dei film Disney!
Ripassiamoli insieme in questa top 5! Magari uno di loro è il vostro preferito, o magari uno di loro siete (o sarete, o vorreste diventare) voi.
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5. Georges Hautecourt
Quando ai colloqui di lavoro chiedono “come si vede fra dieci anni?”, l’unica risposta giusta è “TARARABUNDIE!*” A fornircela è l’avvocato Georges Hautecourt, che non a caso è uno stimato professionista, anche se “non è più agile come quando aveva ottant’anni”. Georges è un personaggio secondario de Gli Aristogatti (1970), che in teoria ha soltanto un ruolo tecnico nella storia: quello di compilare il testamento della sua vecchia amica (colpetto di gomito, occhiolino) Madame Adelaide Bonfamille, diva in pensione e gattara di classe, che lasciando le sue ricchezze in eredità ai propri a-mici [scusate, NdA] innesca il conflitto al centro della trama. Ma nel paio di scene dedicate all’apparizione di Georges, lui è il protagonista, in modo talmente iconico da guadagnarsi fan in grado di osservarlo svitare il tappo di una penna per dieci ore.
Georges è un po’ cigolante come la sua penna, e tremola e scoppietta come la sua automobile ultima generazione (tenendo conto che il film è ambientato nel 1910). Scendere dall’auto, salire le scale o anche scrivere con la suddetta penna sono imprese che lui affronta con bastone, occhiali spessi e un’instancabile creatività. Appena Georges entra in una casa, le bretelle del maggiordomo si trasformano in una fionda e la sua schiena in un montascale. Questo spirito ludico, ingegnoso e ricco di spumeggiante (anche se non freschissimo) umorismo, sembra dominare tutta la sua vita, dal lavoro alla socialità. E sembra funzionare, rendendolo una persona non “giovanile”, non “in forma”, ma energica, indipendente e felice in tutti i campi. Alzi la mano chi non conosce l’habanera della Carmen di Bizet (non il gatto) L’amour est un oiseau rebelle (anche nota come “ci-cin cin cin, ci-cin cin cin!”) grazie al ballo in cui si lanciano Georges e Madame.
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4. Nonna Fa
La nonna della protagonista di Mulan (1998), nota come Nonna Fa, in poche parole (ovvero “ti piacerebbe restare per sempre?” come correzione a “ti piacerebbe restare per cena?“) ha capito tutto della vita, forse perché vive già da un po’. In un mondo dove il cosiddetto “onore” delle donne all’interno della famiglia sta nell'”assolvere i propri doveri con calma e rispetto, e riflettere prima di vagire… agire“, Nonna Fa ha deciso di fare esattamente il contrario. È sfacciata, temeraria e amante dei giovanottoni palestrati: non ci stupiremmo di vederla sul serio arruolarsi per la prossima guerra… ah, non è questa la trama di Mulan II (2004)?
Privata di un ruolo da matriarca dentro una famiglia patriarcale, che si regge sulle pur fragili spalle del figlio Fa Zhou, Nonna Fa perlomeno rifiuta un ruolo di responsabilità subalterno e ne assume uno autonomo di gloriosa irresponsabilità. Il suo modo di accudire l’amata nipotina Mulan consiste nel regalarle un grillo “portafortuna” che ha provocato multipli incidenti stradali, e se Mulan non deve ascoltare certi discorsi, lei le indica la strategia per origliare. Nonna Fa è un cattivo, irresistibile esempio di come l’avanzare degli anni eroda le maschere di autorità che ricoprono i conformismi, le ipocrisie e i giudizi altrui: se alle giovincelle come Mulan sembra una sfida vitale seguire il flusso, non sgarrare e piacere ai tipi giusti, a una certa età ci rendiamo conto di quello che ci resta in mano, e a quel punto c’è solo da citare Achille Lauro.
3. Merlino
Il film si intitolerà pure La spada nella roccia (1963), ma il momento dove il piccolo Artù impugna la spada, atterrito dagli improvvisi occhi di bue e canti gregoriani, non è più famoso del modo in cui il canuto mago Merlino ci insegna a reagire a certe retoriche medievali, trasformandosi in un razzo in partenza per Honolulu.
Famosissimo e barbutissimo eroe anziano (ma non sempre) del ciclo arturiano, nelle mani della Disney Merlino è soprattutto un uomo di cultura, scienza e tecnica. Materie che si trasformano in magia nel momento in cui vengono trasmesse come spunti di riflessione, fonti di esperienza e stimoli creativi a un alunno magari un po’ zuccone ma sensibile: insomma, come sapranno i frequentatori dell’ambiente accademico, bisogna essere maghi per essere insegnanti. E Merlino lo è. L’ironia sta nel fatto che il suo ruolo educativo nei confronti di Artù non è improntato al rispetto di antiche (come lui) tradizioni incrollabili, ma all’apertura verso la modernità e il futuro, includendo incertezze e fallibilità. Merlino è un mago, ma a volte compie ridicoli errori e altre volte non ha le risposte. O, come direbbe un altro filosofo barbutissimo e anziano, è un mago proprio per questo.
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2. Carl Fredricksen
Quadrato, spigoloso e Spencer Tracy sono le parole che di primo acchito definiscono Carl, e non solo sul lato estetico. Questo burbero venditore di palloncini in pensione è il primo uomo anziano a essere protagonista di un film Pixar (in coproduzione con la Disney) e come tale non si limita a supportare con la propria esperienza i giovani eroi, né a fornire un comic relief alle loro imprese: anche a settantotto anni, è chiamato dalla trama di Up (2009) a crescere come persona e a librarsi nelle volubili correnti aeree della vita.
Non per questo Carl si presenta a noi come un signor Burns giovanilistico o un dinamico Nonno Joe. Sentiamo i suoi anni come plausibilmente li sente lui: utilizza il montascale e il bastone per agevolare i propri spostamenti e, mentre lotta con valore contro un nemico, i doloretti non lo risparmiano. Carl dimostra che la gioventù, vera o presunta, non è la condizione indispensabile per l’avventura.
Se infatti esistono avventure all’insegna dei muscoli e della spavalderia, del cogliere l’attimo senza pensare e del risolvere i problemi con un singolo atto di forza, l’eroismo di Carl sta nella quieta perseveranza del costruire qualcosa giorno per giorno. Ed è qualcosa che solo l’esperienza può insegnarci. Ci vuole un secondo per mandare un’auto a cento all’ora, ma quanto tempo ci vuole per gonfiare tanti palloncini da far volare una casa? Quello di Carl non è solo un sogno inseguito da sempre e vissuto un istante, ma la realtà della prima e non ultima avventura della sua vita.
1. Mamá Coco
Ebbene sì, il premiatissimo film della Disney Pixar che ha tagliato le cipolle nelle sale di ogni cinema non porta il nome del suo piccolo protagonista (il musicista in erba Miguel) ma quello della sua amata bisnonna: Coco (2017). Mamá (appellativo per le nonne latinoamericane) Coco, al secolo Socorro Rivera, ha una (lunga) vita piena di affetto, anche se non sempre riconosce i suoi cari, e ricca di ricordi che non sempre cattura. È una persona anziana con demenza che chiacchiera col nipotino (ma soprattutto sa ascoltare), gioca con lui ai luchadores ed è il solido pilastro della sua numerosa famiglia messicana.
Diversamente dalla famiglia Fa di Mulan, infatti, la genealogia dei Rivera è fondata su un ceppo femminile ed è la figlia di Mamá Coco, la comunque anziana Elena (nota come Abuelita, ossia “nonnina”), dalla natura affettuosa e dalla ciabatta sferzante, a rivestire il ruolo di capofamiglia. Nonostante Mamá Coco sia più mite e meno energica, ciascuno interagisce con lei come fosse altrettanto presente, importante e amata, semplicemente perché è così. La vecchiaia, la malattia o la disabilità sono condizioni umane, non il sinonimo di vite dimenticabili che si trascinano verso la sconfitta della morte. L’universo di piccoli gesti d’amore che circonda Mamá Coco ci insegna che vita e morte sono compagne dell’umanità in un sentiero che vale sempre la pena illuminare.
E ora… le Menzioni speciali “Gli umani di oggi…!”
Nessun punto della top 5 vi ha convinto che senza personaggi anziani i film Disney rimarrebbero senza eroi, o addirittura senza titolo? Se gli anzianotti umani hanno fallito, è il momento di passare al regno animale e vegetale con le nostre Menzioni speciali!
1. Nonna Salice
A volte le nonne non possono esserci vicine nelle forme che abbiamo già esplorato nella top 5, eppure sono lì per noi, ad aspettarci sempre “dietro il fiume”. Come l’amorevole guida e confidente della giovane protagonista nativa americana di Pocahontas (1995): Nonna Salice non è una nonna convenzionale in carne e caramelle Rossana, ma uno spirito nelle vesti di un vecchio salice piangente dal tronco rugoso e con un’accogliente cortina di rami.
Che Nonna Salice sia (stata) un’effettiva parente di Pocahontas o meno è questionabile. Di sicuro è una creatura pluricentenaria ed è stata ugualmente vicina alla madre di Pocahontas, come fosse legata a un destino di trasmissione matrilineare della sua saggezza dentro la famiglia della ragazza. E di sicuro è una nonna di fatto. Non si impone sulle scelte della nipote putativa con l’autorità gentile ma ferma del padre di lei, il capo Powhatan: si limita a fornirle il proprio sostegno e quelle gocce di profonda sensibilità che sanno increspare il fiume dei sentimenti, “dando il via” alla crescita di una persona indipendente. Il sostegno di Nonna Salice, pur essendo lei un albero, non è rigido né inerte. Non dimentichiamo che i suoi arzilli rami possono abbracciare protettivi oppure schiaffeggiare il lato migliore dei colonialisti armati.
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2. Rufus
“Non puoi averlo o comprarlo, non si fa catturare, però c’è ed è proprio lui che fa tutto avverare!” Se ricordate a memoria questi versi sulla fede (nel senso più ampio del termine), conoscete già Rufus, il gatto di servizio dell’orfanotrofio dove i topolini protagonisti de Le avventure di Bianca e Bernie (1977) seguono le tracce di Penny, una bambina smarrita. E se avete presente (o in casa) quei gattoni senior simili a peluche un po’ ruvidi e brizzolati, che si stiracchiano qua e là e respingono dignitosamente l’ipotesi di correre dietro ai topi, lo conoscete lo stesso. Tuttavia il personaggio di Rufus è ispirato a un essere umano: lo storico animatore del film, l’allora sessantacinquenne Ollie Johnston (l’ultimo dei leggendari Nine Old Men), l’ha infatti creato a sua baffuta immagine e somiglianza.
Come si conviene a un veterano dell’animazione disneyana, Rufus è un anziano-bambino: un po’ acciaccato e svampito, ma pieno di fiducia nella vita e di entusiasmo per le piccole cose, ad esempio un paio di biscottini allo zenzero da sgranocchiare di nascosto. L’età ha smussato i lati minacciosi e aggressivi della sua figura felina, persino rispetto ai suoi “nemici naturali” rappresentati dai roditori Bernie e Miss Bianca, che lui si limita a pregare gentilmente di non infestare l’orfanotrofio. Se i suoi padroni umani lo sapessero, butterebbero fuori questo vecchio gatto ormai incapace di fare il suo lavoro. Eppure lui è l’unico che riesce a comunicare con l’orfanella Penny, dandole affetto nei momenti di sconforto. Non sembrano in grado di farlo gli umani, né i coetanei né gli adulti. Forse Rufus non è “produttivo” in termini di cose materiali, tuttavia ne esistono altre che non si possono avere o comprare, “vere come astri brillanti”.
*Ovvero Ta-ra-ra-Boom-de-ay, canzone spesso inserita all’interno dei vaudeville, spettacoli teatrali simile al varietà, e andata in scena per la prima volta nel 1891.
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Verina Romagna
Immagini © Disney
Fonti:
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DisneyIT
Disney Wiki
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Associazione Alzheimer Riese