Gli antenati di Paperon de’ Paperoni: guida agli Avi della Saga

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L’albero genealogico della famiglia dei Paperi, creato da Don Rosa, cela una miriade di concatenazioni e riferimenti di natura prettamente storica. Soprattutto i de’ Paperoni (McDuck in lingua originale) hanno avuto modo di incrociare le proprie strade con personaggi e vicende realmente appartenenti al passato della “nostra” umanità. Quali? Scopriamolo, viaggiando nella galleria degli Antenati di Paperon de’ Paperoni.

Una premessa, prima di cominciare il viaggio: prenderemo in esame solamente gli antenati creati da Carl Barks e Don Rosa e inclusi nella cronologia stilata dal Maestro del Kentucky, usata come base per creare il famoso Albero. Ma gli antenati di Zio Paperone non sono tutti qui! Ve ne sono molti altri, non “Rosiani” o “Barksiani”, degni di nota, che qui non sono presi in considerazione. Tipo quel Petronius Paperonius creato da Guido Martina per la sua Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi.

Inoltre prenderemo in esame gli antenati in ordine cronologico, sempre in modo da ricostruire, attraverso di essi, una linea del tempo che va dalla Scozia pagano-celtica, la Scozia delle Leggende e di Re Artù, fino alla Rivoluzione Industriale e alla nascita della Grande Nazione Americana, destinata ad accogliere, un secolo più tardi, l’ultimo rampollo dei de’ Paperoni.

I de’ Paperoni dei Secoli Bui

Le origini del Clan dei McDuck, o de’ Paperoni se preferite, affondano nella più profonda delle torbiere della Storia. Secondo una cronologia elaborata da Don Rosa, la genesi degli antenati di Paperon de’ Paperoni si può far risalire al 122 d.C. circa, quando un innominato MacDuich vendette la prima pietra per la costruzione del Vallo di Adriano.

Successivamente la famiglia mutò la grafia del cognome nel più “moderno” e meno gaelico McDuck (nel 1071) e, con le proprie gesta, lo scolpì nelle granitiche pagine della storia della Scozia, del Regno Unito e, successivamente, di tutto il mondo. Gesta non sempre eroiche, è il caso di dirlo. Vediamole, quindi, le grandi imprese dei de’ Paperoni del Medioevo!

Braccio di Ferro de’ Paperoni

Paperon de’ Paperoni
Conte Braccio di Ferro de’Paperoni (880 – 946)

Il primo de’ Paperoni ad apparire nell’albero donrosiano è il bellicoso Conte Braccio di Ferro de’ Paperoni (Sir Eider McDuck in originale) inventato da Carl Barks, che lo cita nella fondamentale Paperino e il segreto del vecchio castello (Topolino n.1, aprile 1949). Nato presumibilmente a Colle Fosco, l’ancestrale seggio dei de’ Paperoni, Braccio di Ferro diventò leader del Clan in un epoca decisamente turbolenta.

Apprendiamo direttamente dalle parole del Duca Quaquarone, infatti, che,

Il conte Braccio di Ferro […] cadde durante l’assedio sassone del 946. I suoi uomini disertarono, quando seppero che pagava solo trenta pezzi di rame all’ora… per tutta la truppa!

Saga di Paperon de’ Paperoni, capitolo I

E che, 

[perse] la battaglia del 946 perché il suo esercito aveva gli archi, ma non le frecce! 

Saga di Paperon de’ Paperoni, Capitolo V

Non esattamente una grandiosa impresa, quella del primo degli antenati di Zio Paperone che abbiamo incontrato. Due parole sugli avversari del Conte Braccio di Ferro: possiamo immaginare che fossero al soldo di Edmondo I, Re degli Inglesi dal 939, che nel 945 aveva conquistato il regno di Strathclyde, salvo poi cederlo al monarca scozzese Malcolm I, stipulando, inoltre, un accordo di non aggressione reciproca. 

Che dire, a proposito del carattere di Braccio di Ferro? Viene ritratto da Don Rosa come un papero marziale e fumantino, ma pure ridicolo, perfettamente consapevole di aver perso la vita a causa di un proprio difetto, quella parsimonia che tornerà in tutti i suoi discendenti.

Duca Quaquarone de’ Paperoni

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Duca Quaquarone de’ Paperoni (1010 – 1057)

Il successivo membro del Clan, nato 164 anni dopo la morte in battaglia di Braccio di Ferro, è il più influente tra i de’ Paperoni, nonché il più presente tra quelli apparsi nelle opere di Barks e Don Rosa: il duca Quaquarone de’ Paperoni (Sir Quackly McDuck). Anch’esso ideato da Carl Barks, il biondo papero appare, infatti, nei capitoli I, V e IX della Saga di Don Rosa. 

Sappiamo che nacque presumibilmente a Colle Fosco intorno al 1010, e fu anch’esso capo del Clan. E che

Ricevette uno scrigno pieno d’oro come ricompensa per aver difeso Re MacBeth, durante la guerra civile del 1057! Ma […] si lasciò trascinare dall’idea di proteggerlo al punto di murare sé stesso insieme al tesoro! Per secoli, il Clan cercò ovunque l’oro di Quaquarone, ma non trovarono nemmeno lui!

– Da Saga di Paperon de’ Paperoni, Capitolo I

Fino a quando Paperone e le “nuove leve” del Clan (ovvero Paperon de’ Paperoni, Paperino e i nipotini) ritrovarono il suo corpo e il tesoro, come narrato in Il Segreto del Vecchio Castello.

Volgiamo ora la nostra attenzione a quel Re MacBeth: è proprio quello dell’omonima tragedia di William Shakespeare.

Ormai tutti coloro che son rimasti sotto il suo comando si muovono soltanto per comando, non per amore: sente ora il suo titolo cascargli addosso sempre più sbilenco, come il grande mantello d’un gigante addosso al nano che gliel’ha rubato.

William Shakespeare, Macbeth, scena seconda, Atto V

Queste frasi, pronunciate dal Thane di Angus nella tragedia, ci potrebbero far pensare al duca Quaquarone come un papero corrotto dal vile denaro, ma non è così. 

La tragedia shakespeariana, infatti, venne scritta da un inglese per un pubblico di inglesi, che erano perlopiù scontenti del regno di Giacomo I Stuart, monarca scozzese succeduto a Elisabetta la Grande che aveva riunificato le Isole Britanniche e deluso le aspettative di molte famiglie nobili inglesi, offrendo incarichi di primissimo piano a corte a degli scozzesi. 

Il Re MacBeth I storico, invece, era un campione dell’indipendenza scozzese e un oppositore della fazione favorevole ai rapporti con gli Anglo-Sassoni: quegli stessi Sassoni che avevano ucciso il Conte Braccio di Ferro de’ Paperoni. La scelta di Quaquarone di schierarsi dalla parte dell’ “usurpatore”, quindi, presumibilmente non venne compiuta per avidità, ma per orgoglio e coerenza.

Il duca Quaquarone viene connotato come un personaggio positivo e vivace, con il sorriso sulle labbra anche nell’attimo appena precedente all’auto-inumazione che si rivelerà fatale. Depone l’indole bonaria quando si ritrova a dover combattere per una giusta causa, nello specifico quando si oppone all’intero Clan nel Paradiso dei de’ Paperoni, allo scopo di salvare la vita a Paperone, caduto nel fossato del castello durante il duello con Argus Whiskervilles.

Marchese Scarampola de’ Paperoni

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Marchese Scarampola de’ Paperoni (1110-1175)

Il successivo tra gli antenati di Zio Paperone, è Scarampola de’ Paperoni (Sir Stuft McDuck). Nato circa 53 anni dopo la morte del Duca Quaquarone, del marchese Scarampola non possediamo molte informazioni. Viene citato all’interno di Paperino e il segreto del vecchio castello, ma non appare nella Saga, eccetto che in un cammeo nel Capitolo V (Il nuovo proprietario del castello de’ Paperoni), quando terrorizza i Whiskervilles.

Sappiamo, però, che fu un capoclan abile e accorto, e che moltiplicò le fortune dei de’ Paperoni, in un’epoca in cui il Regno di Scozia stava vivendo una fase di crescita e riforme, grazie all’introduzione del feudalesimo e l’inizio dei rapporti tra la Monarchia e il cattolicesimo romano (rapporti che durarono fino alla Riforma Protestante del 1560).

Osservando il ritratto del Marchese Scarampola potremmo essere portati a pensare che la fierezza tipica del Clan non sia andata persa: il papero indossa apparentemente armatura completa ed elmo, ed esibisce, negli occhi, una luce marziale, con il becco inclinato in un fiero sorriso.

Conte Pancia di Ghisa de’ Paperoni

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Conte Pancia di Ghisa de’ Paperoni (1159-1205)

Del successivo McDuck conosciamo vita, miracoli e (soprattutto) morte. Nato anch’egli a Colle Fosco, Pancia di Ghisa (Sir Roast McDuck) divenne capo del Clan e fu responsabile dell’inizio del declino delle fortune dei de’ Paperoni.

Fortune durate il tempo di una generazione, verrebbe da dire. Nato quando Scarampola de’ Paperoni ha circa 49 anni, Pancia di Ghisa potrebbe essere tanto il figlio quanto il nipote del suo predecessore nella carica di capoclan. E aveva 16 anni alla morte del Marchese Scarampola.

Leale alla causa scozzese, donò buona parte del tesoro del Clan a Re Guglielmo I il Leone, che necessitava di 10 mila marchi d’argento per annullare il Trattato di Falaise, che aveva posto la Scozia sotto la sovranità inglese.

La consegna dei diecimila marchi a Re Guglielmo risale al 1189, quando Pancia di Ghisa aveva 30 anni, 14 anni prima della sua morte. Nel corso di quegli anni le fortune dei de’ Paperoni iniziarono a calare, e Pancia di Ghisa sviluppò una certa antipatia nei confronti del suo signore. Antipatia che culminò nel 1214, quando Pancia di Ghisa

Crepò di indigestione, razziando le dispense di Guglielmo il Leone.

– Da Saga di Paperon de’ Paperoni, Capitolo V

Piccola curiosità: il Re di Inghilterra che impose a Guglielmo il Leone il pagamento di 10 mila marchi era Riccardo I Cuor di Leone, che aveva bisogno di quel denaro per organizzare la Terza Crociata. Qualcuno ha detto “Robin Hood”? Uno degli antenati di Paperon de’ Paperoni è stato suo contemporaneo.

Il ritratto di Pancia di Ghisa ci potrebbe far credere che questo antenato di Zio Paperone fosse un tipo tranquillo e posato. La sua biografia e le gesta, però, ci parlano di un papero arrogante ed ingordo, incapace di staccarsi dal cibo pure nell’Oltremondo.

Duca Bambaluc de’ Paperoni

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Duca Bambaluc de’ Paperoni (1190 – 1260)

Il successivo de’ Paperoni è il duca Bambaluc (Sir Swamphole McDuck), nato nel 1190 e morto, 70 venerabili anni dopo, nel 1260. Il suo ritratto ci mostra un giovane papero sorridente e tranquillo, vestito probabilmente di sacco, con gocce d’acqua e di erbe di palude intorno al collo e sul cappuccio. Un papero umile e semplice fin dal nome, che significa più o meno “buco nella palude”.

La data di nascita potrebbe portare a considerare Bambaluc de’ Paperoni come il figlio e l’erede di Pancia di Ghisa: un’eredità composta, però, da debiti e restrizioni finanziarie. La complicata condizione economica del Clan può spiegare la sua semplicità nel vestire e lo portò a sigillare le segrete del castello, divenute troppo costose da gestire.
Ed è quello che ci dice Carl Barks, nella leggendaria Paperino e il segreto del Vecchio Castello. Don Rosa, però, in Una Lettera da Casa, arricchisce la storia di Bambaluc e delle segrete: nel corso della caccia al Tesoro dei Templari nascosto da qualche parte nel castello a Colle Fosco, i Paperi scoprono che l’accesso alla camera del tesoro si trova proprio nelle segrete sigillate da Bambaluc!

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Paperon de’ Paperoni

Esattamente, può darsi che il Duca Bambaluc abbia sigillato le segrete appositamente per nascondere la costruzione del forziere del tesoro. E, nella Wiki inglese dedicata ad Una Lettera da Casa, questo fatto viene posto come una certezza.

Ci troviamo, però, di fronte a un’evidente licenza di Don Rosa. Com’è noto, e come ci ricordano le Cronache di Guglielmo di Tiro, l’Ordine dei Poveri Commilitoni di Cristo e del Tempio di Salomone venne fondato da Huges de Payne nel 1118.

Nel 1220, quando Bambaluc de’ Paperoni sigillava le segrete del castello, i Cavalieri Templari erano ancora stabilmente insediati a San Giovanni d’Acri, capitale del Regno di Gerusalemme (detto anche Outremer, Oltremare), e la vocazione dell’Ordine era ancora il mantenimento di quell’ultimo brandello cristiano in Terra Santa.

Solamente dopo la perdita della Terra Santa, i Templari iniziarono a svilupparsi come potenza europea ed euro-centrica, disperando della possibilità di riconquistarla. Il “nuovo corso” templare, iniziato con il Gran Maestro Jacques de Molay, avrebbe portato poi l’Ordine alla dissoluzione, a causa dell’avidità di Re Filippo IV il Bello di Francia.

E questo ce lo ricorda anche il Manuale delle Giovani Marmotte

Antenati-Di-Zio-Paperone

Tornando a Bambaluc, com’è possibile, quindi, che egli sapesse, nel 1220, che le segrete del castello a Colle Fosco avrebbero accolto un tesoro che, in quel momento, si trovava al sicuro in Terra Santa o a Parigi, dove aveva sede la più importante tesoreria Templare in Europa? Mistero che solo Don Rosa può spiegare.

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Un affare (templare) di famiglia: il cavaliere de’ Paperoni

Il duca Bambaluc de’ Paperoni è l’ultimo tra i McDuck ad aver vissuto nel Medioevo e, come potremmo intuire collegando alcuni indizi offerti dal Don, potrebbe essere connesso con i Cavalieri Templari. Come abbiamo visto, questa connessione è francamente improbabile. Per affrontare la biografia del prossimo antenato di Paperon de’ Paperoni dobbiamo, però, calarci effettivamente nel mondo dell’improbabile, della cospirazione, del complotto.

Un mondo che Keno Don Hugo Rosa ha dimostrato di conoscere bene, nel 2001, anno in cui ha dato alle stampe The Crown of the Crusader Kings (giunta in Italia come Zio Paperone – La Corona dei Re Crociati, pubblicata per la prima volta sulla testata Zio Paperone 159 del dicembre del 2002).

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Le righe nella vignetta qui sopra si possono ritrovare pari pari nel libro Rosslyn. La Cappella del Graal, di Andrew Sinclair (del 2005) e ne il Codice Da Vinci di Dan Brown (del 2003), ma provengono da un terzo libro, il leggendario saggio/romanzo The Holy Blood and the Holy Grail (Il Sacro Graal) di Michael Baigent, Richard Leigh e Andrew Lincoln, scritto nel 1982.

Secondo gli autori di questo libro, il primo a dare consistenza alla lunghissima tradizione di voci pseudo-storiche sulla sopravvivenza dell’ordine templare dopo la sua soppressione del 1312, l’Ordine del Tempio sarebbe stato il custode dei segreti del Graal (inteso come calice dell’ultima cena e discendenti di Gesù Cristo), e in Scozia avrebbe stabilito la propria nuova sede.

Dei Templari di Scozia avrebbe poi fatto parte persino un de’ Paperoni…

Sir Simon de’ Paperoni, cavaliere templare

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Sir Simon de’ Paperoni (1437 – 1509)

Al contrario dei de’ Paperoni precedenti, menzionati da Carl Barks nelle sue storie, Sir Simon de’ Paperoni (Sir Simon McDuck) è una creazione genuinamente donrosiana. È stato il fumettista del Kentucky a introdurre questo eroico cavaliere e a mostrarlo in Una Lettera da Casa (A Letter from Home, del 20 febbraio 2004, giunta in Italia su Zio Paperone 181 dell’ottobre del 2004).

Inutile cercare Una Lettera da Casa all’interno della Saga: è, come l’Astuto Papero del Varco di Culebra, o Cuori dello Yukon, un capitolo extra-Saga, creato successivamente.

Di Sir Simon sappiamo che nacque nel 1437 a Colle Fosco, ben 177 anni dopo la morte del Duca Bambaluc. Divenne tesoriere dei Templari e custode del leggendario Tesoro. Decise in seguito di farlo trasferire in delle camere segrete sotto il castello di famiglia, allo scopo di proteggerlo dalle mire del Priorato di Sion, una società segreta nata all’interno dei Templari con l’obiettivo di dominare il mondo, usando a tale scopo l’immenso tesoro templare.

Nel 1492 Sir Simon de’ Paperoni affida a Cristoforo Colombo, un Templare italiano, la Corona dei Re Crociati, la chiave per l’ultimo enigma della cripta. La missione di Colombo, diretto in Catai, era quella di seppellire la corona in un luogo impossibile da raggiungere per il Priorato. Ma la Storia (e il naufragio della nave ammiraglia di Colombo, la Santa Maria) fecero sì che la Corona finisse dispersa.

Sir Simon morì di peste nel 1507, un anno dopo Cristoforo Colombo che, nel corso dei suoi successivi tre viaggi, non riuscirà più a ritrovare la Corona perduta. Che verrà poi riportata alla luce, secoli dopo, dal degno discendente di Sir Simon, Paperon de’ Paperoni.

Ancora una cosa a proposito di Don Rosa e di Il Sacro Graal: introducendo nella storia il Priorato di Sion e il conflitto tra esso e i Cavalieri del Tempio, il Don “ammette” di aver tratto ispirazione dal libro di Baigent, Leigh e Lincoln, capostipite di quel filone di opere letterarie e multimediali che negli anni 2000 si rifacevano al mito neo-Templare (come la serie di videogiochi di Assassin’s Creed e il romanzo La Missione dei Quattro Cavalieri di Raymond Khoudry).

Rendere Zio Paperone un discendente di un ordine cavalleresco così pregno di esoterismo e di mistero, e fargli ereditare la carica di custode e tesoriere del leggendario tesoro non fa altro che rivestire la già immensa figura del “Papero più avventuroso del mondo” con una cappa sfavillante di misticismo e autorità che lo rende ancora più maestoso.

Chiariamo ancora un punto: Don Rosa, preciso e puntiglioso nella ricostruzione storica, lo è anche nel riportare le leggende e fonti pseudo-storiche, e non fa mistero di ciò (vedasi gli editoriali della Don Rosa Library). Nel delineare la trama di Una Lettera da Casa, infatti, il Don ha usato dei falsi storici e delle teorie della cospirazione evidenti e conclamati.

Cristoforo Colombo era un Cavaliere Templare? Assolutamente no.
Il Priorato di Sion esiste, o è mai esistito? Assolutamente no, è stato provato ampiamente che il Priorato era una invenzione del falsario ed intellettuale francese Pierre Plantard.

Don Rosa vuole, quindi, propagandare falsità e teorie del complotto? Certo che no, le usa solamente come ispirazione per i suoi capolavori. Come hanno fatto e continuano a fare molti influenti artisti.

Gli Antenati di Zio Paperone dell’Età Moderna

Sir Simon de’ Paperoni vide il tramonto del Medioevo (convenzionalmente fissato nell’ottobre del 1492 e con la “Scoperta” dell’America) e l’inizio dell’Età Moderna, segnata dalle fiamme del Rinascimento, dei roghi delle streghe nel Vecchio e nel Nuovo Mondo, delle Guerre di Religione e dell’Era del Carbone.

Ma è alla navigazione che sono legate le sorti di due antenati di Paperon de’ Paperoni che troviamo in questa nostra galleria. O meglio, le fortune. Già, perché quel mare che li rese rispettabili e che li riscattò dalle loro disgrazie fu anche la ragione delle loro rovine finali.

Luogotenente Malcolm de’ Paperoni

Paperon de’ Paperoni
Malcolm de’ Paperoni (1530 – 1564/?)

Il primo di questi è Malcolm de’ Paperoni (Malcolm McDuck). Discendente di un ramo del Clan che si era trasferito in Inghilterra per fare fortuna, nacque nel 1530 (21 anni dopo la morte di Sir Simon de’ Paperoni) ed entrò nella Royal Navy nel corso del regno di Elisabetta I.

Nel 1563 divenne Primo Ufficiale della nave da guerra “Falcone Reale” e prese parte alle razzie e ai saccheggi delle colonie spagnole nei Caraibi.

Nel 1564 (ci dice Don Rosa) mentre era impegnato in missione, morì, colato a picco con il “Falcone Reale”

Durante una caccia al tesoro… di patate!

Saga di Paperon de’ Paperoni, capitolo V

Tuttavia la sorte di Malcolm de’ Paperoni è oggetto di un piccolo enigma. Se la versione di Don Rosa nel Capitolo V della Saga di Paperon de’ Paperoni è quella della morte sopra descritta, per Carl Barks, che ha introdotto questo personaggio nella storia Zio Paperone e il Tesoro della Regina (Back To Long Ago, pubblicata su Uncle Scrooge 16 del dicembre 1956 e in Italia su Topolino 164 del 10 giugno 1957) la sua vicenda è un po’ diversa.

L’Uomo dei Paperi lascia aperta la possibilità che Malcolm non sia morto nel 1564, ma che abbia assunto, nel 1579, la carica di comandante di Fort Drakeborough, l’avamposto costruito sul Pacifico da Sir Francis Drake, nel corso della sua spedizione intorno al Mondo, volta a minare la supremazia degli Spagnoli sul Nuovo Mondo, e a gettare le basi per la nascita delle colonie inglesi e degli Stati Uniti d’America.

Ma Fort Drakeborough è anche quel fortino che venne difeso da Cornelius Coot contro gli Spagnoli, e che Paperon de’ Paperoni occupò e demolì durante la guerra privata contro il presidente Theodore Roosevelt nel capitolo X della Saga, quel forte sulle cui rovine sorge il Deposito, in cima alla Collina Ammazzamotori.

Che sia morto nel 1564 o dopo il 1579 non è in realtà così importante. Ciò che fa spiccare Malcolm de’ Paperoni tra gli altri antenati di Zio Paperone è la forte somiglianza tra lui e il suo discendente. Somiglianza che viene esplicitata e spiegata dallo stesso Barks nella storia ricordata sopra: Paperon de’ Paperoni non è altri che Malcolm de’ Paperoni reincarnato!

E non è tutto. Il nostromo di Malcolm, che con lui seppellì il tesoro di patate, e al cui fianco morì a causa dell’affondamento del “Falcone Reale”, era un tale Paperinocchio Codacorta, capostipite della famiglia Duck e destinato a reincarnarsi in… Paolino Paperino! 

Capitano Hugh “Schiumatore” de’ Paperoni

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Hugh de’Paperoni (1710 – 1776)

Un naufragio è responsabile anche della fine delle fortune di quest’avo dello Zione, il capitano Hugh “Schiumatore” de’ Paperoni (Hugh “Seafoam” McDuck). Creato, neanche a dirlo, da Carl Barks, questo antenato fa la sua prima comparsa in Zio Paperone e la cassa di rafano (The Horseradish History, pubblicata su Four Color Comics del settembre del 1953 e in Italia su Gli Albi d’Oro di Topolino del 21 febbraio 1954).

La sua presenza, però, aleggia pure, sotto forma di dentiera d’oro, anche sui capitoli I, II e IV della Saga. Nel capitolo V, invece, lo “Schiumatore” apparirà in tutta la sua elegante persona, nel Paradiso dei McDuck.

Ma veniamo alla sua biografia: nato nel 1710, ben 146 anni dopo la morte di Malcolm, Hugh de’ Paperoni si trasferì a Glasgow nel 1727. Il Clan de’ Paperoni, come sappiamo, aveva affrontato alterne fortune fin dal 1189, e nel 1675 era stato costretto a lasciare le proprie terre a Colle Fosco, a causa della presenza del mostruoso Mastino (dei Whiskervilles). Ma, a Glasgow, il capitano Hugh iniziò a costruirsi una propria fortuna.

Si dedicò al commercio marittimo e diventò armatore della nave “l’Oca d’Oro” che, facendo la spola tra i Caraibi e la Gran Bretagna, lo rese ricco. Le sue fortune cessarono nel 1753, a causa di un tale Scrocco de’ Arpagoni

che

Truffò il capitano de’ Paperoni con un contratto per portare del rafano in Jamaica… E poi affondò l’ “Oca”! Quando la nave affondò, de’Paperoni passò tutta la propria fortuna a Scrocco de’ Arpagoni e fuggì solo con un orologio di famiglia nel taschino è una dentiera d’oro in bocca.

Saga di Paperon de’ Paperoni, capitolo I

Questo per via delle righe scritte in piccolo nel contratto, che imponevano a capitan “Schiumatore” di consegnare tutti i suoi averi a McSue in caso di mancato successo della consegna della cassa di rafano.

Dalla Saga veniamo anche a sapere che Hugh de’ Paperoni perse la propria dentiera d’oro al tavolo da gioco senza, però, consegnarla a chi di diritto. Per quanto riguarda la sua morte, in miseria, Don Rosa ipotizza che sia morto durante la Guerra di Indipendenza americana. Combattendo per quale parte, stavolta, non è dato saperlo.

Hugh de’ Paperoni era il bisnonno di Fergus e Jake de’ Paperoni, quindi il trisavolo del nostro Paperon de’ Paperoni.

Gli affetti stretti di Paperon de’ Paperoni

Dopo aver viaggiato nei secoli, antenato dopo antenato, è giunto il momento di parlare di quei personaggi che costituivano la famiglia del giovane Scrooge. Ovverosia i suoi nonni, i suoi genitori e i suoi zii, per non parlare, ovviamente, delle sue sorelle, protagoniste nella Saga e in alcune storie successive del Don, come la più volte ricordata Una Lettera da Casa.

Lo sfondo in cui si muovono i McDuck non è più, da circa due secoli, quello delle torbiere e delle brughiere di Colle Fosco, bensì quello urbano di Glasgow, la città più moderna e dinamica della Scozia, la porta per il Nuovo Mondo, la città che, grazie alla Rivoluzione Industriale e al suo bisogno di carbone, era arrivata a “minacciare” la superiorità di Edimburgo, che rimaneva (e rimane tuttora) la capitale effettiva, morale e culturale della Scozia.

Carbone, dicevamo. Miniere di carbone ed industrie per la produzione e lavorazione ed esportazione dell’acciaio. Ciminiere che eruttano polveri nere per buona parte della giornata. Nubi che rendono quasi irrespirabile l’aria. È in questa atmosfera quasi infernale che si muovono i penultimi de’ Paperoni, che, dopo il fallimento della via marittima, si vedono costretti a tornare alla terra per riguadagnare una qualche prosperità.
O meglio, sotto terra.

Dingo “Il Sozzo” de’ Paperoni

Paperon de’ Paperoni
Dingo “Il Sozzo” de’ Paperoni (?-?)


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Ed è sul fondo di una qualche miniera che troviamo Dingo “Il Sozzo” de’ Paperoni (“Dirty” Dingus McDuck), chiaramente appena uscito dalle viscere della terra, come possiamo intuire dalla fuliggine che ne macchia la faccia e i miseri vestiti, nonché dalla candela accesa che si trova sullo scalcagnato cappello.

Del nonno di Paperon de’ Paperoni non conosciamo praticamente altro che il suo nome (inventato da Don Rosa) e la sua professione (inventata invece da Carl Barks, in Il Clan di Zio Paperone, del 1959-60, giunta in Italia su Topolino 243 del 24 luglio 1960). Persino il sempre preciso Keno Don Hugo Rosa, che l’ha materialmente creato, non solo non ne scrive una biografia, ma neppure ne indica dati di nascita e morte!
Viene solamente menzionato da suo figlio, Fergus de’ Paperoni, nel capitolo I della Saga. Si presume che sia morto prima del 1877, cioè prima dell’anno in cui iniziano le vicende del giovane Paperone. Sappiamo, grazie a Don Rosa, che sposò una certa Molly Mallard,

Paperon de’ Paperoni
Molly Mallard (?-?)

di cui non sappiamo, anche in questo caso, assolutamente nulla che non siano il suo nome e il suo aspetto fisico, quello di una papera giovanissima e assai male in arnese, con profonde occhiaie e dai capelli spettinati. La giovane età di Molly ha scatenato le fantasie dei lettori, che hanno ipotizzato che Molly potesse essere una sorte di “moglie bambina”.

Niente di strano, in un’epoca in cui, a 12 anni, si era ritenuti abbastanza adulti da poter lavorare 10 e più ore al giorno in miniera, spingendo verso la superficie i vagoni stracarichi di carbone.

La nonna di Paperon de’ Paperoni non viene neppure minimamente citata nella Saga, apparendo solamente nell’Albero Genealogico. E non si sanno, di lei, né la data di nascita né quella di morte, anche se possiamo ipotizzare che sia morta, forse di parto o di consunzione (meglio nota come tisi) prima del 1877.

Patrizio de’ Paperoni

Paperon de’ Paperoni
Patrizio de’ Paperoni (?-?)

Anche dell’aristocratico e placido Patrizio de’ Paperoni (Quagmire McDuck) non possediamo né la data di nascita né quella di morte, trascurate da Don Rosa, che neppure cita l’esistenza del fratello di Dingo nella Saga.

Al contrario del fratello minatore, Patrizio appare come un papero dall’aspetto curato, dalle lunghe e folte basette e con degli occhiali spessi dalla montatura quadrata appoggiati sul becco. Il prozio di Paperone sembra aver raggiunto una qualche prosperità economica, e possiamo pensare che l’abbia mantenuta fino alla morte, dato che Paperon de’ Paperoni lo ricorda con queste parole:

Quel caro vecchio non ha mai speso un centesimo in vita sua!

Zio Paperone e l’orologio dell’Eclisse, di Carl Barks

Sappiamo che Patrizio de’ Paperoni aveva ereditato l’orologio d’argento di Hugh de’ Paperoni, trasmesso poi a Jake de’ Paperoni che, alla fine del capitolo I della Saga, lo cederà al giovane Paperone, in procinto di partire per l’America. Patrizio (la cui apparizione avviene nella citata Zio Paperone e l’orologio dell’Eclisse, del 1954/55, apparsa per la prima volta in Italia su Topolino 125 del 25 ottobre 1955) è una creazione genuina di Carl Barks, ma il suo aspetto è interamente invenzione di Don Rosa.

Cenni alla famiglia di Paperone

E siamo quindi giunti alla fine di questa guida. Paperon de’ Paperoni è ora un bambino di 10 anni e si trova nella brughiera scozzese a Colle Fosco. Con lui c’è suo padre, Fergus. A casa, a Glasgow, una piccola casetta di legno con il tetto rattoppato, li aspettano Piumina o’ Drake (madre di Paperone e moglie di Fergus), Matilda e Ortensia de’ Paperoni (le sorelline di Paperone) e Jake de’ Paperoni, fratello minore di Fergus. Altrove, lontano lontano, nei pressi del fangoso Mississippi, vive Angus “Manibuche”, il fratello maggiore di Fergus e Jake, che da tempo ha lasciato la Scozia in cerca di fortuna.

Le loro vite (e morti) sono narrate con dovizia di particolari nella Saga di Paperon de’ Paperoni di Don Rosa, che li ha creati partendo da spunti presenti nelle opere di Carl Barks.

Fergus de’ Paperoni (Fergus “Old Scotty” McDuck) viene infatti creato dal Maestro dell’Oregon nel 1950, quando realizza il proprio primo Albero Genealogico dei Paperi. Don Rosa lo riprenderà nel proprio albero e nella Saga, e ne scriverà pure le date di nascita e morte (1830-1902).

Jake de’ Paperoni (Jake McDuck) appare invece per la prima volta in Paperino e il ventino fatale (del gennaio/febbraio 1952, giunta in Italia su Topolino numero 37 del Gennaio del 1952). Una curiosità per quanto riguarda la prima traduzione: il personaggio viene presentato con il roboante nome di Anastasio Anatrone de’ Paperoni. Ripreso poi da Don Rosa per la Saga, di Jake è nota la data di nascita (1932) ma non quella di morte.

Angus “Manibuche” de’ Paperoni (Angus “Pothole” McDuck) viene introdotto da Carl Barks nella storia Zio Paperone e la Regina del Cotone del 1955 (giunta in Italia su Gli Albi d’Oro di Topolino del 15 gennaio 1956). Nato nel 1829 (secondo Don Rosa, che lo utilizzerà nel capitolo II della Saga e in Il Vigilante di Pizen Bluff) Manibuche de’ Paperoni diventerà un leggendario capitano di navi fluviali, giocatore d’azzardo, autore di romanzi d’avventura e socio del Circo Barnum, prima della morte in data ignota.

Barksiane sono pure le sorelle Matilda e Ortensia de’ Paperoni (Matilda e Hortense McDuck) nate a Glasgow nel 1871 e nel 1876, di cui ignoriamo le date di morte. Conosciamo il loro aspetto e le vicende delle loro vita grazie alla Saga e a Una Lettera da Casa di Don Rosa. Ortensia, come sappiamo, sposerà Quackmore Duck, figlio di Nonna Papera, e diverrà madre di Paolino Paperino.

Mentre Piumina O’Drake (Downy O’Drake) viene creata da Don Rosa per la Saga. È la madre di Paperone, Matilda e Ortensia e moglie di Fergus. Nata nel 1840, morirà nel 1897 nel Castello de’ Paperoni, mentre il figlio è cacciatore d’oro nello Yukon, e verrà tumulata nel cimitero dei de’ Paperoni. Al suo fianco, poi, verrà sepolto il marito Fergus.

Paperon de’ Paperoni

Ed è con una visita alle loro tombe che ha fine questo nostro viaggio nella Galleria degli Antenati di Paperon de’ Paperoni.

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Giovanni Posocco.

Immagini ©️Don Rosa/Disney/Panini

Fonti:

Don Rosa, La Corona dei Re Crociati, La Saga di Paperon de’Paperoni, Una Lettera da Casa

Don Rosa, Date di nascita e morte dei Paperi, Coot e de’ Paperoni.

Carl Barks, Zio Paperone e il Tesoro della Regina, Zio Paperone e la Cassa di Rafano, Paperino e il Segreto del Vecchio Castello.


Richard Baigent/Michael Baigent/Andrew Lincoln, Il Sacro Graal.
A.Sinclair, Rosslyn. La Cappella del Graal.
Dan Brown, Il Codice da Vinci.

Con la preziosa collaborazione di Mattia del Core, Angelo Andrea Vegliante e Stefano Buzzotta.

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