Quella volta che… Disney cambiò il corso della guerra

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Alcuni cartoni animati hanno cambiato per sempre la storia del mondo dell’animazione e, talvolta, anche quella del cinema. Pensiamo, ad esempio, a Steamboat Willie, il cartone d’esordio di Topolino. L’innovazione del sonoro, unita alla presenza scenica di un personaggio dalla personalità molto più sviluppata rispetto alle star dei cartoons sue contemporanee, lanciarono Mickey Mouse e il suo “papà” Walt Disney tra le stelle di Hollywood. Topolino divenne un vero e proprio divo, alla stregua di Clark Gable o Greta Garbo.

Topolino assieme a tutti i VIP dell’epoca! Ne riconoscete qualcuno?

Ovviamente non c’è solo Steamboat Willie nel novero dei cartoni che hanno fatto la storia dell’animazione. L’elenco completo sarebbe lungo: rimanendo in ambito Disney, citiamo solo Biancaneve e i Sette Nani, che segnò il definitivo passaggio dell’animazione da semplice intrattenimento a vera e propria forma d’arte, e Fantasia, che fuse avveniristiche tecniche d’animazione con la poesia della musica classica.

Eppure, c’è un film animato, ben più sconosciuto dei precedenti, che non si è limitato a cambiare il mondo dell’animazione o del cinema, ma si è spinto oltre: ha cambiato le sorti della Storia con la “S” maiuscola. Precisamente, quelle della seconda guerra mondiale. Il suo nome? Victory Through Air Power (Vittoria attraverso la potenza aerea).

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Un film atipico

Sicuramente pochi di voi lo hanno sentito nominare: è infatti una produzione legata al contributo degli Studios alla propaganda bellica. In Italia non è mai uscito, mentre negli USA è stato ripubblicato solo nel 2004, nel DVD Walt Disney Treasures: On the Front Lines. È probabilmente il film della casa di Burbank più atipico e lontano dallo “standard Disney” che abbiamo in mente.

Victory Through Air Power è un documentario di 65 minuti uscito nelle sale cinematografiche il 17 luglio 1943 sul ruolo dell’aviazione nella guerra contro Germania e Giappone. Si tratta di un film “misto”, che alterna numerose sequenze animate ad altre scene live action che spiegano al pubblico una tattica rivoluzionaria… per vincere addirittura la seconda guerra mondiale!

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La locandina del film

Sorpresi? Facciamo un passo indietro e scopriamo cosa c’è dietro a questo misterioso film!

Disney e la propaganda di guerra: un compito ingrato

Walt Disney, come abbiamo visto, non navigava in acque tranquille nei tormentati anni della guerra. Per uscire dalla crisi degli Studios, aveva già prodotto dei corti per il governo canadese e aveva firmato un contratto con l’esercito per numerosi corti di formazione per l’esercito. Tuttavia, era riluttante a intraprendere la strada dei cartoni di propaganda. Come disse il suo collaboratore Wallace Duel:

Disney ha paura di essere etichettato come propagandista nella mente del pubblico, con conseguente danno alla sua reputazione di artista estroso e non politico. […] È infastidito da alcune lettere offensive che ha ricevuto su The New Spirit [corto propagandistico del 1942, ndr], che lo accusano di varie affiliazioni politiche, razziali e di altro tipo.

Costretto dalle pressioni economiche che gravavano sullo studio, Disney iniziò a produrre anche corti di guerra carichi di propaganda anti-nazista e anti-giapponese. Walt però non era disposto a mettere da parte la sua creatività: non avrebbe solo prodotto cartoni che deridevano il nemico, come tutti gli altri studi americani in quegli anni.

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La guerra costrinse Disney a lavorare con l’esercito per la sopravvivenza degli Studios

Se propaganda doveva essere, l’avrebbe fatta a modo suo, per aiutare veramente il suo Paese a vincere la guerra in cui era stato trascinato. Per di più, desiderava che in questo suo contributo alla causa bellica l’animazione non fosse semplicemente relegata a mero strumento di supporto visivo, come accadeva nei corti educativi prodotti per l’esercito.

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Il visionario venuto dall’est…

L’occasione per Disney di realizzare un film di propaganda che avesse queste due caratteristiche – un messaggio innovativo e un ruolo rilevante per l’animazione – si presentò nel 1942. Il Reader’s Digest inviò a Walt le bozze di un libro scritto da un militare russo, il maggiore Alexander P. de Seversky.

Seversky Disney guerra
Un giovane Seversky ai tempi della Prima guerra mondiale

Seversky era stato un grande pilota durante la prima guerra mondiale: la perdita di una gamba in un incidente aereo a soli 22 anni non gli aveva impedito di affermarsi come uno dei principali assi dell’aviazione russa. Terminata la guerra, si era trasferito negli USA, prima come assistente navale agli ordini dell’ambasciata russa e poi, in seguito alla Rivoluzione russa, come consulente dello United States Army Air Service.

…e la sua teoria rivoluzionaria!

Nel suo libro Seversky sosteneva che solo la potenza aerea avrebbe permesso agli americani di vincere la guerra su entrambi i fronti, europeo e giapponese. In particolare, il maggiore affermava che i reparti di fanteria e navali avessero ormai un ruolo marginale nello svolgimento del conflitto, come avevano già dimostrato le battaglie degli anni precedenti.

Per vincere, quindi, gli USA avrebbero dovuto impiegare bombardieri a lungo raggio per scaricare pesanti carichi di esplosivo sui centri industriali nevralgici dei paesi nemici.

La copertina di Victory Through Air Power

Il libro, intitolato proprio Victory Through Air Power, uscì nell’aprile del 1942. Fu un vero e proprio bestseller: a fine anno, risultò il quinto libro più venduto negli USA. Parte della sua popolarità derivava certamente dalla netta presa di posizione di Seversky contro le tattiche della “guerra tradizionale”: le critiche suscitate dalle rivoluzionarie tesi del russo pubblicizzarono ulteriormente il suo scritto.

Un segno della popolarità del libro di Seversky: Bugs Bunny legge una parodia del libro (gioco di parole tra hare-lepre e air-aria) nel cartone del 1943 Fallin’ Hare

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Un colpo di fulmine

Walt rimase incantato dall’opera di Seversky: ammirava le teorie proposte nel libro, fresche e innovative. Per di più, era affascinato dalla possibilità di animare aeroplani, navi e sottomarini per mostrare agli americani come avrebbero potuto vincere la guerra.

Già a maggio, prima ancora di aver letto il libro per intero, Disney decise di contattare Seversky per proporgli un adattamento cinematografico della sua opera. Il maggiore accettò: nel luglio del 1942 nasceva così ufficialmente il progetto Victory Through Air Power.

Disney incontra il maggiore Seversky

Victory Through Air Power: un’iniziativa di Walt

Fino a quel momento, Disney aveva prodotto animazioni per la causa bellica solamente su commissione governativa. Il caso di Victory Through Air Power fu diverso: fu lo stesso Walt a finanziare il progetto, con l’entusiasmo dei tempi migliori.

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Addirittura, alcuni membri della marina, scettici sulle ardite teorie di Seversky, gli sconsigliarono di portare avanti l’idea del film. Anche RKO Radio Pictures, il principale distributore di Disney, non volle occuparsi della distribuzione del documentario di guerra.

Tutto questo non fece che spronare Walt a continuare sulla sua strada: finalmente aveva un progetto che avrebbe richiesto uno sforzo artistico e creativo degno dei suoi Studios. In quanto alla distribuzione, si rivolse invece a United Artists, che già si era occupata di numerosi corti tra il 1932 e il 1937.

Nei titoli di testa compare l’insolito distributore

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La passione ritrovata

Marc Davis (uno dei Nine Old Men) disse che Walt era completamente assorbito da Victory Through Air Power. Per la prima volta dal flop di Fantasia, Disney era nuovamente entusiasta di un progetto, anche se di guerra. Mosso dal suo sincero spirito patriottico, voleva realizzare un film che convincesse davvero lo spettatore della bontà delle teorie sulla potenza aerea.

Per capire quanto Walt fosse coinvolto dal film, riportiamo le parole con cui rispose ad un collaboratore che lamentava la mancanza di scene divertenti e di intrattenimento:

Noi crediamo così tanto in questo progetto. Ho pensato: “ecco un messaggio che è migliore di molte cose di propaganda su cui stiamo lavorando qui!”. Ho pensato che questo fosse un messaggio che avrebbe potuto fare davvero del bene.

L’obiettivo principale del film era quindi quello di trasmettere il nuovo messaggio di Seversky. Nonostante ciò, Walt intravedeva la possibilità di sviluppare anche l’aspetto artistico del documentario. L’animazione gli avrebbe permesso non solo di rappresentare le navi e gli aerei più avanzati del suo tempo, ma addirittura di mostrare il funzionamento di mezzi e armamenti che all’epoca erano ancora in fase di sviluppo.

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Una scena di combattimento navale: un sottomarino tedesco spara un missile contro le navi nemiche. Le scene in mare sono caratterizzate da un’accurata animazione degli effetti dell’acqua che garantisce un notevole realismo

Il rapporto tra Seversky e Disney

Non era certo facile lavorare con uno come Seversky. La sua reputazione era quella di una persona arrogante, irascibile e testarda. Tuttavia fece una buona prima impressione su Walt e su suo fratello Roy.

Quest’ultimo, che gestiva le finanze degli Studios, in particolare apprezzò il fatto che non avesse particolari pretese economiche: Seversky, come il fratello Walt, era molto più interessato a promuovere la sua idea rivoluzionaria per vincere la guerra piuttosto che al guadagno economico.

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Disney e Seversky discutono sulla realizzazione del film

L’idea di Disney era quella di un documentario in tecnica mista: le scene animate si sarebbero alternate alle spiegazioni del maggiore, per permettere allo spettatore di visualizzare e comprendere meglio ciò che il militare diceva.

Nell’ottobre del 1942 iniziarono quindi le riprese delle sequenze di Seversky, che comportarono non pochi grattacapi per Walt. Innanzitutto, dovettero essere girate quasi sempre di notte, per via del rombo degli aerei che di giorno atterravano e decollavano dal vicino stabilimento della fabbrica aerea Lockheed.

Le spiegazioni del maggiore Seversky si avvalevano molto spesso di una cartina geografica o di un planisfero

Disney era consapevole di essere solo uno “strumento” per diffondere il progetto del russo, e cercava quindi di assecondarlo in ogni sua esigenza. Questo non vuol dire che non fosse critico sul suo operato: in particolare, trovava che il maggiore ripetesse troppe volte le stesse cose, glissando invece su altri punti cruciali.

Per curare al meglio le scene live action del maggiore russo, Walt ingaggiò Henry C. Potter, un regista che aveva al suo attivo numerosi film con attori in carne ed ossa. Disney temeva che le scene con Seversky si trasformassero in una “lezione” sulla guerra: chiese perciò al regista di movimentarle il più possibile.

Il regista H. C. Potter

Potter soddisfò le sue richieste: guidò la gestualità e i movimenti del maggiore in modo da trasformare quella che poteva essere una noiosa trattazione militare in un’esposizione accattivante e coinvolgente. Riuscì anche a migliorare la parlata di Seversky, molto appesantita da un forte accento russo.

Uno sguardo al documentario

Dopo tutte queste premesse, andiamo a dare dunque un’occhiata a Victory Through Air Power. Disney lo definiva, senza giri di parole, bastard picture: un “film bastardo” nel senso letterale della parola, cioè ibrido.

Il documentario inizia con una dedica al generale William “Billy” Mitchell (1879-1936), grande sostenitore del ruolo dell’aviazione in ambito militare. Il generale aveva insistito sulla necessità di istituire una forza aerea da guerra indipendente dal resto dell’esercito, ma era stato ignorato e deriso. Disney e Seversky volevano rendere omaggio a Mitchell, inascoltato precursore delle idee che ora si impegnavano a portare sul grande schermo.

“Uno degli uomini che previde l’attuale mortale conflitto, che tentò disperatamente di svegliarci e prepararci per questo momento, ma che venne ignorato e ridicolizzato, era il generale Billy Mitchell.”

Segue una sequenza animata di quasi venti minuti. Si tratta di una panoramica, guidata da una voce narrante, sull’evoluzione dell’aviazione: dal primo volo dei fratelli Wright del 1903 si arriva agli aerei degli anni ’40. In particolare, questo excursus si sofferma sull’enorme sviluppo degli aeroplani durante la Prima guerra mondiale, quando per la prima volta vennero concepiti come mezzo di potenziale offesa e armati con bombe e mitragliatrici.

Dal primo volo dei fratelli Wright…

Questa prima parte è sicuramente la più leggera e godibile del film. Non a caso, mentre il documentario non venne più pubblicato per i successivi sessant’anni, l’introduzione sull’aviazione fu riproposta varie volte nella serie televisiva Disneyland.

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… ai primi rudimentali combattimenti aerei della Grande Guerra

Terminata questa sezione, il film presenta in breve la vita e la carriera di Seversky, soffermandosi in particolare sulle sue invenzioni in campo aereo. La voce narrante cede il posto allo stesso maggiore russo, che comincia a spiegare le proprie teorie sull’importanza dell’aviazione nel conflitto, di gran lunga superiore – a suo avviso – a quella di marina e fanteria.

La ricetta per vincere

Il discorso di Seversky è lungo e articolato, e potrebbe annoiare chi non è appassionato di strategia militare. Cerchiamo quindi di riassumerlo in pochi punti essenziali:

  1. La seconda guerra mondiale è una guerra moderna: non si può combattere con tattiche antiche;
  2. L’aviazione permette di distruggere i centri industriali del nemico, paralizzando ogni sua attività militare;
  3. Nessuna terra può essere conquistata prima di avere il controllo dei cieli sopra di essa;
  4. I bombardieri attuali possono sconfiggere la Germania, non il Giappone;
  5. I bombardieri a lungo raggio sono l’unica soluzione per vincere la guerra anche sul fronte giapponese.
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I centri industriali tedeschi erano il vero cuore pulsante del Reich: la vittoria passava anche attraverso la loro distruzione

Ovviamente ognuno di questi concetti è ben argomentato dal maggiore. Uno dei punti di forza della sua argomentazione è certamente l’utilizzo di esempi tratti dalle battaglie dei primi anni della guerra. Gli esiti di quegli scontri erano infatti freschi nella mente degli spettatori dell’epoca: valevano più di tutte le possibili spiegazioni teoriche.

Seversky spiega i principi delle sue teorie

Una conclusione in grande stile

Per concludere il film non poteva mancare una scena di propaganda: anche in questo caso Disney fece le cose in grande. La sequenza conclusiva infatti è caratterizzata da un’enorme potenza espressiva e da un simbolismo semplice quanto mai efficace.

Un’aquila – allegoria dell’aviazione americana – colpisce ripetutamente una piovra – il Giappone – fino a costringerla a ritirare tutti i suoi tentacoli dai territori a cui sono avvinghiati. Una volta conclusa la sua missione, il rapace vola fino ad appollaiarsi su di una sfera, che altro non è che il pomello della bandiera americana.

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Disney era particolarmente soddisfatto di questo grand finale: non si trattava infatti della “solita” propaganda che era costretto ad inserire nei suoi prodotti, incalzato dalle commissioni e dai contratti con l’esercito. Era una propaganda artistica, immediata ma allo stesso tempo originale e creativa.

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Un film profetico?

Gli spettatori del 1943 non potevano ovviamente sapere come sarebbe finita la guerra. Ma noi, a distanza di quasi ottant’anni, possiamo giudicare se effettivamente le tattiche e gli scenari delineati nel film si siano poi verificati.

I bombardamenti aerei in Victory Through Air Power

Seversky e Disney avevano certamente centrato il punto individuando nell’aviazione la vera protagonista della seconda guerra mondiale. Quasi tutte le battaglie del conflitto videro un grande impiego delle forze aeree, per non parlare dei devastanti bombardamenti che colpirono industrie, cantieri navali e intere città, sferrando duri colpi alla produttività e al morale dei nemici.

Il terribile bombardamento aereo di Dresda, uno dei più devastanti di tutta la guerra

Victory Through Air Power previde correttamente anche il diverso sviluppo dei due fronti: mentre quello europeo cominciò a cedere già a partire dall’anno successivo, quello orientale si dimostrò molto più difficile da piegare.

Un giornale americano dell’epoca celebra la fine della guerra in Europa. È il maggio del 1945; il quotidiano ipotizza almeno un altro anno e mezzo di guerra per sconfiggere il Giappone. La bomba atomica, pochi mesi dopo, accelererà notevolmente i tempi.

Il film suggerisce anche alcuni nuovi tipi di bombe che, grazie agli aerei bombardieri, potrebbero svoltare il corso della guerra in Oriente. In particolare, viene presentata una bomba-razzo immaginata da Seversky per perforare i bunker tedeschi che proteggevano i sottomarini tedeschi (i famigerati U-boot) dagli attacchi delle bombe “tradizionali”.

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La “bomba-razzo” proposta nel film…

Un’arma di questo tipo venne effettivamente realizzata dagli inglesi a partire dal 1945. Secondo un aneddoto, alcuni ufficiali ebbero l’idea per questa bomba dopo aver visto in Victory Through Air Power la “bomba-razzo” per i sottomarini di cui sopra. Probabilmente andò proprio così, se pensiamo che questo ordigno prese proprio il nome di bomba Disney!

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… e la Bomba Disney effettivamente realizzata!

Infine, l’importanza che il film attribuisce ai bombardamenti aerei per risolvere la situazione sul fronte giapponese non può non far correre il pensiero al doppio bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto 1945). È un inquietante presagio di ciò che accadde di lì a due anni, e che portò il mondo in una nuova era: l’era atomica.

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Un flop “solo” al botteghino

La realizzazione del film richiese molto denaro: circa 800.000 dollari, ben quattro volte la somma che Walt aveva preventivato. Di questi, solo 5.000 servirono a pagare Seversky, che – come abbiamo già detto – non aveva grandi pretese economiche. Ciò che innalzò così tanto i costi fu invece l’animazione, fin troppo curata per un film di propaganda.

Di fronte a tale sforzo economico, il guadagno fu misero: il film non incassò nemmeno la metà della spesa, fermandosi a 335.000 dollari. Il grande pubblico cominciava infatti a essere stanco dei film sulla guerra, e non rispose con grande entusiasmo al documentario di Disney. Sicuramente influì negativamente anche la mancanza di una delle star degli Studios, come Paperino o Topolino.

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Anche se non erano presenti in Victory Through Air Power, i personaggi Disney furono utilizzati per promuovere il film di guerra, come vediamo in questo disegno per la pubblicità .

Victory Through Air Power non aveva fatto breccia nel cuore dello spettatore “medio”. Riscosse invece notevole successo tra i militari e tra i critici cinematografici, che definirono il film “stimolante” e “ingegnoso”. Tra gli estimatori del film c’erano anche due grandi personalità dell’epoca, il magnate dei giornali William Randolph Hearst e il futuro vicepresidente degli USA Nelson Rockefeller.

Walt Disney ha davvero cambiato le sorti della guerra?

Ma gli spettatori più importanti di Victory Through Air Power furono nientemeno che Winston Churchill e Franklin Delano Roosevelt, rispettivamente il primo ministro inglese e il presidente degli USA. O almeno, così si dice.

Molte fonti riportano infatti il seguente episodio. Churchill aveva ricevuto da Albert Lasker, influente imprenditore del ramo della pubblicità, una copia del film. Il primo ministro inglese rimase così colpito dal documentario che chiese che fosse proiettato durante la conferenza del Quebec, organizzata nell’agosto di quell’anno.

Albert Lasker

A quel meeting partecipò anche il presidente Roosevelt: la visione di Victory Through Air Power lo convinse definitivamente a investire molto di più nell’aviazione e nei bombardieri a lungo raggio. Secondo questa versione dei fatti, Walt Disney non avrebbe solo influenzato notevolmente l’opinione pubblica sull’importanza dell’aviazione, ma avrebbe addirittura impresso una decisiva svolta per il futuro della guerra. In altre parole, avrebbe cambiato il corso della Storia.

Roosevelt e Churchill alla conferenza del Quebec

Un problema di fonti

Perché allora, anche se molte fonti parlano di questo fatto, non possiamo esserne certi? La motivazione dei dubbi sulla veridicità di quanto vi abbiamo raccontato qui sopra sta nel fatto che nessuna delle testimonianze è indipendente dai racconti di Disney o di Seversky.

Non esiste – al momento – nessuna fonte “autonoma” che racconti l’episodio. Potrebbe quindi essere stato creato ad arte, o quantomeno gonfiato, per accrescere il prestigio degli Studios e del film.

Paul F. Anderson, fondatore del Disney History Institute, ha provato a ricercare qualche prova di questa proiezione tra i leader delle due potenze alleate. Ha raccontato la sua dettagliata indagine in un articolo che potete trovare nelle fonti, giungendo alla seguente conclusione:

Come professore e storico, devo concludere che non c’è nessuna evidenza documentata che Churchill e Roosevelt abbiano visto Victory Through Air Power durante il loro incontro del 1943 in Quebec.

Un falso storico? No!

Ma allora vi abbiamo mentito? Abbiamo scelto questo titolo solo per fare del misero clickbaiting? Assolutamente no! Ci sono infatti numerosi motivi per credere alla versione di Walt, pur mancando la prova della certezza di quanto accaduto. Un primo indizio è che Churchill e Roosevelt uscirono dalla conferenza del Quebec effettivamente con una strategia basata sui bombardieri a lungo raggio. Proprio quella presentata nei film.

Winston Churchill: un grande sostenitore dell’aviazione

In secondo luogo, al meeting canadese non c’erano solo i due capi di Stato, ma molte altre personalità militari e governative. Se l’episodio fosse stato effettivamente falso, come mai nessuno di loro ha mai messo in discussione la sua veridicità? Infatti, la storia non è mai stata smentita fin da quando Walt l’ha messa in circolazione in occasione di un’intervista del 1956.

Infine, ammettiamo pure che Disney avesse qualche vantaggio nel divulgare una storia che attribuisse al film un ruolo così cruciale per la guerra. Ma Seversky? La sua reputazione aveva certamente tutto da perdere, e nulla da guadagnare, se fosse stato provato che la vicenda era falsa. Eppure nemmeno lui abbandonò mai la versione di Disney, né fu mai contestato in merito alla verità delle sue affermazioni.

Roosevelt stringe la mano a Seversky

Lo stesso Anderson, pur non potendo dire di aver trovato delle effettive fonti indipendenti, afferma che la vicenda del Quebec dovrebbe essere considerata una “verità storica disneyana accettata“.

Il geniale intuito di Walt

In virtù quindi di quanto abbiamo appena detto, il film Disney con buone probabilità ebbe un ruolo decisivo nell’influenzare la decisione di Roosevelt e quindi il futuro sviluppo della guerra. Un traguardo incredibile, ben più importante del successo al botteghino.

Ancora una volta, Walt Disney dimostrò la sua capacità di saper anticipare i tempi e trasferire sullo schermo idee rivoluzionarie e innovative grazie all’arte dell’animazione. Quella volta, però, riuscì davvero a superare se stesso.

Francesco Menegale

Immagini © Disney

Fonti:

Neal Gabler, Walt Disney: The Triumph of the American Imagination

Michael Barrier, Hollywood Cartoons: American Animation in Its Golden Age

The Artist and the Aviator: The Case for Churchill and Roosevelt Viewing Victory Through Air Power

Leonard Maltin, introduzione a Victory Through Air Power. Dal DVD Walt Disney Treasures: On the Front Lines.

Publicity Art for Disney’s “Victory Through Air Power” (1943) – Cartoon Research

Disney bomb – Wikipedia

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