Perché Gastone è fortunato?
Gastone Paperone, lo sa chiunque frequenti il mondo Disney, è il papero più fortunato del mondo. La Dea Bendata lo assiste in ogni momento della giornata, sia che resti in casa nel dolce far nulla, sia che esca per le strade di Paperopoli a passeggiare.
Grazie alla fortuna non deve nemmeno lavorare, poiché la sua protettrice gli fa vincere vitto, alloggio e molteplici extra, il tutto senza muovere una piuma. Al povero Paperino, celebre sfortunato cronico, ciò non è mai andato giù: com’è possibile possedere una fortuna così sfacciata? Ce lo siamo chiesti anche noi: perché Gastone è così fortunato? Nasconde qualche segreto?
Alla ricerca di risposte
Non siamo stati gli unici a porci la domanda: l’origine della fortuna di Gastone è stato il fulcro intorno al quale hanno ruotato alcune interessanti storie. Ma andiamo con ordine e partiamo dall’inizio.
Gastone è sempre stato fortunato?
La risposta è no: Gastone non è sempre stato baciato dalla Dea Bendata. Carl Barks concepì l’idea di Gastone nel 1947, pensandolo come il perfetto opposto di Paperino nel carattere e negli atteggiamenti.
Sfacciato, arrogante, vanesio: questi erano i principali particolari del primissimo Gladstone Gander, che ha esordito il 1° gennaio 1948 in Paperino lingualunga.
Gastone non venne creato fortunato sin da subito: la sua famosa fortuna comparve solo un anno dopo l’ingresso in scena del papero, in Paperino e l’isola misteriosa.
Nella storia, Gastone e Paperino ricevono ciascuno un’imbarcazione in dono da Paperone, il quale poco dopo scompare misteriosamente. I due decidono di partire alla ricerca dello zione e, mentre faticano per caricare la nave, Paperino fa notare ai nipotini come invece Gastone non dovrà sudare per procurarsi le provviste, in quanto il cugino è nato con la camicia.

Poco prima della partenza, la radio gli darà ragione annunciando che i fornitori locali, colpiti dall’eroismo di Gastone, stanno facendo a gara per riempirgli la stiva. La predizione di Paperino si è avverata, e anche durante il viaggio gli capiteranno tutte le sfortune, mentre Gastone se la prende con estrema calma sapendo bene che riuscirà ad arrivare primo. Il cuginastro sa di potersi fidare della fortuna: ciò che deve fare è solamente aspettare e credere in lei. E, in effetti, la Dea Bendata esaudisce il suo desiderio di ritrovare lo zione.
Sebbene la cosa gli si ritorcerà contro perché Paperone non voleva essere trovato, Gastone è riuscito nell’impresa grazie alla fortuna. Fortuna che non lo ha mai abbandonato da quel momento in poi, al punto che oltre ai lettori, anche chi gli sta intorno ha iniziato a farsi delle domande sulla sua origine…
Gastone possiede un amuleto?
La risposta a questa domanda è ciò che Paperino cerca in Paperino e il segreto di Gastone, risalente al 1997. Gli autori, Bruno Sarda e Alessandro Barbucci, conducono il lettore, a fianco di Paperino, nella scoperta forse un po’ amara: Gastone non ha un segreto da cui derivi la sua fortuna.
L’ennesima discussione fra i due cugini verte proprio su questo: Paperino sostiene che esistano metodi per diventare fortunati, Gastone afferma che ciò non sia vero. Ma Paperino non demorde, e ad alimentare il dubbio interviene un racconto di Nonna Papera: un tempo Gastone non possedeva una fortuna così eccessiva, anzi, una volta si era addirittura smarrito!
Riflettendo sul ricordo, Paperino rimembra che, dopo essersi perso, il cugino gli era sembrato cambiato. In più, la lettura di un libro stuzzica maggiormente la sua curiosità…
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Forte delle sue convinzioni, Paperino inizia a pedinare il cugino fino a ritrovarsi nello stesso luogo in cui il papero si era perso da piccolo. Alla vista di uno strano fiore, Paperino ne è ormai certo: quello è l’amuleto che sta dietro la fortuna di Gastone! Invece ecco la smentita: quel giorno aveva cambiato Gastone, ma perché aveva imparato una lezione di vita.
Nel giorno del suo compleanno Gastone aveva ricevuto un responso, affermante che dal settimo anno di vita la fortuna gli avrebbe arriso. Egli non aveva creduto né a quelle parole, né alla fortuna in sé, sino a quando era stata proprio lei ad aiutarlo quando si era perduto. Gastone, da allora, aveva capito che l’unico segreto per essere fortunati era credere, nella Dea Bendata e in se stessi.
Nessun amuleto quindi, come sperava e pensava Paperino, ma è solo la consapevolezza di sé e delle proprie capacità a fare la fortuna dell’uomo (o, in questo caso, del papero).
Un portafortuna esiste davvero
La versione di Sarda e Barbucci sembra essere smentita nella storia Paperino e il quadrifoglio nero, dove vi è lo zampino di Rodolfo Cimino, con Claudio Panarese ai disegni. Qui la fortuna di Gastone sembrerebbe proprio provenire dal più classico degli amuleti: un quadrifoglio.
Ancora una volta, lo scenario è la fattoria di Nonna Papera, e la narrazione avviene in flashback. Paperino si dichiara il fautore della celeberrima fortuna del cuginastro in quanto, a seguito di una leggenda narrata dalla Nonna, aveva deciso di prendersi gioco di lui. Per liberarsi dei nipotini discoli, Elvira Coot aveva loro raccontato di un quadrifoglio nero:

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Paperino aveva dipinto un comune quadrifoglio con dell’inchiostro, illudendo Gastone, il quale meditava palesemente vendetta. Tornati fra i campi, Paperino aveva trovato il portafortuna, ma credendolo un tiro mancino del cugino lo aveva ignorato. Consegnandolo così all’odierno papero più fortunato del mondo, che pare essere divenuto tale proprio grazie ad un amuleto.
Forse la spiegazione è un po’ banale ma, se non vi soddisfa, ricordatevi che nei fumetti Disney difficilmente esiste una sola versione dei fatti.
Alcuni autori entrano in contraddizione anche con loro stessi, altri sono più attenti a far quadrare tutto: uno su tutti, Don Rosa, che ha cercato di collegare gli eventi della storia dei paperi nella maniera più coerente possibile. Anche nel caso della fortuna di Gastone, non si è esentato dal fornire la sua versione.
Una motivazione ereditaria
Secondo Don Rosa, Gastone è fortunato perché ce l’ha scritto nei geni, è qualcosa che ha ereditato.
Nel 1996, in The Invader of Fort Duck (L’invasore di Forte Paperopoli), decimo capitolo della Saga di Paperon de’ Paperoni, facciamo conoscenza con Daphne Duck. Figlia di Nonna Papera, si contraddistingue subito per la sua fortuna sfacciata.
Guardando i capelli e il modo in cui la sorte le arride, nonostante sia ben lontana da avere figli, i lettori possono già immaginare che diventerà la futura madre di Gastone.
La conferma dell’ereditarietà della fortuna di Gastone da parte di madre viene data da Don Rosa in Paperino e lo scalognofugo triplo, scritta nel 1998 in occasione del 50° compleanno di Gastone. In questa storia ci viene spiegata la motivazione della fortuna di Daphne Duck, che è stata tramandata anche al figlio.
Il Don ci riporta indietro, fino al 1800, quando Daphne era in procinto di nascere. I suoi genitori abitavano in una fattoria, e il giorno della nascita era presente un artista, il quale aveva dipinto sul granaio della famiglia un disegno, da lui definito di buon auspicio: lo scalognofugo triplo, che porta tre volte fortuna.

Il disegno era stato concepito affinché fosse presente, disegnato al contrario, anche sulla facciata opposta della struttura. In questo modo, la sfortuna sarebbe rimasta indietro, alle spalle, lasciando spazio solamente alla buona sorte. Gastone, nato anni dopo nello stesso giorno della madre, avrebbe goduto dello stesso effetto benefico del disegno.
Il lettore viene a conoscenza di questa storia grazie a un flashback, mentre Gastone sta festeggiando coi parenti il suo compleanno alla fattoria. Festa che il fortunello aveva cercato in tutti i modi di evitare, a causa di un’altra rivelazione: esiste una maledizione che colpisce Gastone una volta l’anno, proprio nel giorno del suo compleanno.
Durante un compleanno passato alla fattoria da piccolo, dopo un litigio con Paperino, quest’ultimo aveva legato il cuginastro alla facciata sbagliata del granaio, dove Gastone era stato colpito da un fulmine. Da allora, ogni anno la sfortuna lo coglieva in quella precisa data.
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Don Rosa ha saputo cogliere l’occasione per presentarci Gastone in una situazione inusuale: il papero più fortunato al mondo che cerca a tutti i costi di evitare la sfortuna, con Paperino che si prende gioco di lui. E quest’anno ha deciso di andare oltre: Paperino vuole legarsi davanti al simbolo della buona sorte. Stando al suo progetto, venendo colpito da un altro fulmine egli diverrà finalmente fortunato!
Le cose non vanno però come previsto: è Gastone a venir fulminato, spezzando così la maledizione del compleanno. Ancora una volta, la Dea Bendata è stata dalla sua parte, proteggendolo e schierandosi dalla parte del suo beniamino.
Chi era quel misterioso pittore itinerante, cui si deve, di fatto, la fortuna di Gastone? Un mago, forse? O l’impersonificazione della Dea Bendata?
Niente di tutto questo, era solo un imbianchino comune, chiamato dai genitori di Daphne per tinteggiare il granaio. L’operaio, venuto a sapere della futura nascita, aveva deciso di far dono alla famiglia di quel piccolo gesto contro il malocchio. Anche lui, insomma, era stato messo sulla strada di Gastone proprio dalla fortuna, senza tante spiegazioni.
Gastone faber fortunae suae
Arrivati fin qui, potete scegliere a quale versione credere, se quella di un papero fortunato perché in possesso di un amuleto, o per un disegno del destino, oppure perché crede fortemente in se stesso.
Se contiamo tutti i tentativi falliti di Paperino di sabotare la fortuna del cugino però, anziché indagare sulle origini della fortuna di Gastone, forse sarebbe meglio mettersi il cuore in pace e concentrarci sulla ricerca del nostro successo.
Anto
Immagini © Disney-Panini Comics