Sbagliare. Ebbene sì, a volte capita anche ai grandi. Errare humanum est, “sbagliare è umano”. Ma anche un po’ da Topolino…
Gli errori sono sempre in agguato, e oggi vi presentiamo una carrellata di sbagli curiosi, comparsi sul nostro amato fumetto nel corso del tempo.
Le sviste che vi mostreremo in questo elenco sono di svariata natura, e riguardano la sola pubblicazione di Topolino libretto. Senza considerare i refusi e le inesattezze nei testi, ci concentreremo sulle copertine, sulle vignette e sull’impaginazione delle storie.
Errori nelle copertine di Topolino
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Topolino… stinto!
Il primo errore che abbiamo scovato su un fronte di copertina risale a Topolino 150, del 1956. Il disegno non era un originale, ma una copia proveniente dalle Mickey Mouse Sunday strips, in cui Topolino, dopo un lauto pranzo, schiacciava un pisolino ad occhi aperti carico di sogni avventurosi. Ai tempi era comune riutilizzare disegni già esistenti, o prendere ispirazione da storie precedenti per realizzare le copertine. Potevano essere copie di pubblicazioni estere, come in questo caso, oppure dei rifacimenti con eventuali modifiche.
Nel disegno, Topolino è armato di arco e freccia e veste i panni di Robin Hood: cappello verde con piuma, casacca blu, braghette gialle. A volte però, le tintorie combinano pasticci coi nostri vestiti: potrebbe accadere a chiunque, e il nostro amico orecchiuto non si è salvato. Difatti, la copertina di questo numero è presente in due varianti: in una, che potete vedere all’inizio del paragrafo, Topolino indossa la casacca blu, mentre qui sotto ne indossa una bianca. Troppa candeggina in fase di stampa o una antesignana delle variant?
Qualche tempo prima, il Topo aveva già ricevuto una candeggiatura di troppo, non in copertina ma sul retro. Parliamo del numero 78, datato 1953, che esiste in doppia versione: una presenta lo sfondo della quarta di copertina colorato di rosso, come programmato. L’altra invece, forse per mancanza di pittura, è del tutto bianca, meno lo sfondo della “gabbia” in cui sono rinchiusi i poveri Qui, Quo e Qua.
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Di verde dipinto…
Siamo su Topolino 229, uscito il 25 febbraio 1960. Ai tempi la testata aveva periodicità quindicinale, come si poteva leggere in copertina in alto a destra, sotto al numero delle pagine e al costo del fumetto.
Ma queste due ultime informazioni sono state cancellate da Topolino 229! Perché?
Fino al 1956, e con più precisione al numero 147, Topolino aveva 100 pagine ed era venduto al prezzo di 80 lire sonanti. A partire dal numero successivo, le pagine furono aumentate a 132 e il prezzo passò a 100 lire.
Su Topolino 229, in fase di stampa, qualche tipografo pensò di essere ancora negli anni ’50, indicando su una verdissima copertina le pagine e il prezzo risalenti a quattro anni prima. Come rimediare?
Armati di pennello e vernice verde, gli abili censori stesero un velo di colore sui dati sbagliati, e le copie uscirono in gran numero con questa correzione, efficace quanto vistosamente inelegante.
La seconda tiratura venne stampata direttamente coi dati corretti, senza la pietosa pennellata: ma ormai il danno era fatto. Della seconda versione vennero stampate meno copie, rendendola più rara rispetto a quella con la copertina sbagliata.
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Paperino mutante
Quando si legge un buon libro, sarebbe molto utile avere un terzo braccio per sorreggere il volume stando sempre comodi. A quanto pare, sul retro di Topolino 241, Paperino è stato esaudito. Mentre legge una rivista (per altro, al contrario) accomoda la testa piumata tra entrambe le braccia, per godersi al meglio il passatempo cartaceo. Ma i conti non tornano. Una, due… tre? Ebbene sì, con una terza mano tiene il fumetto!
La distrazione in questo caso non è da imputare al disegnatore, quanto a chi ha impaginato la copertina. In origine, infatti, l’errore era premeditato.
Il disegno è una creazione di Tony Strobl per il numero 4 di Donald Duck Beach Party. Si tratta di una pubblicazione estiva, prodotta dal 1954 al 1959, che conteneva una gran quantità di giochi enigmistici ideali per la stagione, oltre ad alcune storie brevi. Il Paperino con tre braccia apparteneva proprio a uno di quei giochi: 10 Wrongs makes you Right!, ove bisognava trovare i 10 errori presenti nel disegno.
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Non solo copertine
L’errore non colpisce solamente le copertine, bensì anche la famosa costina gialla, quella che rende gli scaffali di casa nostra delle vere e proprie macchie di sole. Su Topolino 745, uscito nel 1970, sarebbe dovuto essere presente il celebre logo della Mondadori come in ogni altro numero, ma su alcune copie venne a mancare.
Non sappiamo con precisione quante copie senza logo siano presenti in circolazione: i prezzi variano molto, ma in linea di massima ce ne si può aggiudicare una sborsando meno di 10 euro, in linea con le quotazioni di un Topolino di fascia 700.
Spostiamoci ora all’interno di Topolino e diamo la caccia agli errori nelle storie.
Errori di impaginazione nelle storie di Topolino
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Vignette alla rinfusa
Eta Beta esordì in Italia in una storia pubblicata a puntate sui primi cinque numeri di Topolino. Il suo arrivo fu segnato da un errore d’impaginazione ma, fortunatamente, questo non incise sull’accoglienza riservata al personaggio.
Facciamo un passo indietro: la storia incriminata, Eta Beta l’uomo del 2000, era stata stampata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1947, nel formato delle strisce quotidiane. Per adattarle a Topolino libretto e ottenere una lettura scorrevole, le strisce furono rimontate. Nel farlo la redazione commise degli errori, posizionando alcune vignette fuori posto.
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Se non ci capite niente, ve lo spieghiamo noi. La terza vignetta dovrebbe essere messa per prima e la quarta… dovrebbe essere da tutt’altra parte.
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Il mistero della pagina perduta
Anche Paperolimpiadi, la storia più lunga mai realizzata per Topolino, non fu risparmiata dalla scure dell’errore.
Pubblicata in occasione delle Olimpiadi 1988 di Seoul, fu sceneggiata e disegnata da Romano Scarpa. Un lavoro mastodontico in otto puntate per un totale di 250 pagine, o ad un conteggio più attento, 249. Questo perché l’ultima pagina della terza puntata venne eliminata dal Topolino 1707, forse per l’inserimento inizialmente non previsto di una pagina pubblicitaria o di un redazionale in più.
Il taglio si nota nella didascalia a pie’ di pagina dell’ultima tavola dove si legge, con grafia differente dal resto, un raffazzonato “Ci vediamo tra una settimana”.
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All’inizio della quarta puntata, i nipotini sono da soli e hanno con loro la polvere azzurra di cui stava parlando il loro amico Kim alla fine della storia precedente. Il passamano della polvere era avvenuto nella famigerata pagina mancante, costringendo i lettori a supporre che Kim gliela avesse consegnata in un fuori scena.
Sebbene all’estero la storia sia stata pubblicata contemporaneamente all’Italia e senza tagli, da noi la tavola rimase a lungo ignorata dalle ristampe.
La 250esima tavola ci è stata restituita ufficialmente solo nel 2014, con la pubblicazione integrale di Paperolimpiadi nel n. 42 de L’Opera Omnia di Romano Scarpa.
Errori nelle vignette all’interno di Topolino
Per alcune delle incongruenze che vi andremo a presentare in questa sezione ringraziamo Giorgio Dendi, matematico e collaboratore della Settimana Enigmistica, che annota saltuariamente sul suo blog gli errori trovati leggendo Topolino.
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Togliere le parole di bocca
Le nuvole inserite nei fumetti sono il luogo dove le parole prendono vita. Messe in bocca ai vari personaggi, ci permettono di sentire la loro voce e leggere i loro pensieri.
A volte però, chi inserisce i testi su Topolino commette degli errori e i balloon non vengono collegati al personaggio giusto.
Un primo esempio è su Topolino 1716, nella storia Topolino e l’incredibile avventura. Com’è possibile vedere nella vignetta sottostante, Topolino e Pippo si trovano su un imbarcadero, e si stanno scambiando alcune battute. Sullo sfondo si nota un figuro di cui i nostri non conoscono l’identità.
Nella vignetta precedente lo sconosciuto aveva rivolto la parola a Topolino, credendolo un suo sosia. L’uomo deve essere rimasto decisamente confuso dall’incontro, in quanto addirittura “ruba” le parole di bocca a Topolino che, privato della sua nuvoletta, rimane a bocca aperta, muto.
Forse a compensare, nella seconda parte di Topolino e il mistero della voce spezzata, apparso su Topolino 1835, il topo si vede imboccare parole non sue, appartenenti a una anziana signora:
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Problemi di capelli
Un errore riguardante non le nuvolette ma l’aspetto dei personaggi possiamo trovarlo invece su Topolino 337, in Gastone e l’eclissi di fortuna.
In questa storia un uomo cerca Gastone per ringraziarlo di aver ritrovato una medaglia smarrita. Oltre ad aver ritrovato l’oggetto però il signore ritrova anche… i capelli! Romano Scarpa, alle matite per l’occasione, doveva essere un tantino confuso, in quanto da una vignetta all’altra l’aspetto del personaggio cambia. Da spelacchiato che era gli cresce una folta chioma, confondendo il lettore e, perché no, anche l’ignaro Paperino con cui stava parlando.
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I nipotini non erano tre?
Che Paperino abbia 3 nipotini è ormai una certezza del fumetto Disney. Questo è vero finché qualche disegnatore non si sbaglia e ne inserisce uno di troppo.
Le apparizioni del quarto fratello di Qui, Quo, Qua sono molteplici. Ve ne presentiamo una per tutte:
L’artefice è Carl Barks nella storia Paperino e la lotta senza quartiere (Beach Boy, 1963), pubblicata per la prima volta in Italia su Topolino 422.
Se non siete ancora stanchi di curiosità ed errori su Topolino e volete scoprire gli altri avvistamenti del gemello in più, li trovate nel nostro articolo Que, il quarto nipotino!
Anto
Immagini © Disney-Panini Comics