Il noto paleontologo e divulgatore scientifico Alberto Angela ha condiviso sui suoi social una scoperta eccezionale: l’olio di oliva più antico del mondo.
Potrebbe sembrare un’avventura di zio Paperone con i suoi nipoti e invece è accaduto a Napoli al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) per puro caso. Come racconta Alberto Angela, mentre era impegnato nelle riprese della puntata di SuperQuark dedicata al famoso museo partenopeo e ai suoi numerosi reperti, ha notato una bottiglia inclinata con al suo interno un liquido (solidificatosi nel tempo) in perfetto stato di conservazione. La bottiglia, di epoca Pompeiana, era ubicata in una cassetta polverosa e dimenticata. Avendo subito compreso il valore potenziale di questa scoperta casuale, il divulgatore ha immediatamente avvisato il direttore del museo Paolo Giulierini che, entusiasta, ha provveduto a farla analizzare. Tutto questo è accaduto nel luglio del 2018.
Come sarebbero andate le cose
Durante degli scavi effettuati a Pompei in età Borbonica, la bottiglia venne rinvenuta insieme ad altre migliaia di ritrovamenti. Tutti questi oggetti sono arrivati al MANN nel 1820 e collocati negli sterminati depositi del museo. Lì la bottiglia è rimasta in attesa di essere studiata per tutto questo tempo.
Potrebbe interessarti anche: Topolino e Raffaello: ancora una volta il fumetto anticipa la realtà
L’analisi della bottiglia di olio
Prima di mandare la bottiglia al laboratorio di analisi, Alberto Angela ha indetto al MANN una conferenza stampa nel settembre 2018 per presentare la puntata di SuperQuark dedicata agli scavi archeologici di Pompei. Durante la conferenza, la bottiglia è stata affiancata da una pagnotta di pane rinvenuta durante gli scavi, perfettamente conservata. I due oggetti vicini hanno riprodotto un affresco pompeiano con appunto pane e olio.
A quel punto la bottiglia è stata affidata al Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli in collaborazione con il MANN. Il team che si è occupato delle analisi è stato guidato da Raffaele Sacchi, professore di Scienze e Tecnologie alimentari. Dopo due anni è finalmente arrivato il responso: la bottiglia, rimasta sepolta dopo la tremenda eruzione del Vesuvio del 79 d.C., rinvenuta nel 1820 e dimenticata nei depositi del MANN, contiene l’olio di oliva più antico del mondo.
Il sito della rivista Nature ha dato la notizia della grande scoperta il 2 novembre 2020. Nel lungo articolo è possibile trovare il resoconto di tutte le analisi effettuate sul campione contenuto nella bottiglia.
Alberto Angela e il suo esempio
Questa vicenda ci ricorda che al mondo ci sono ancora tanti tesori che aspettano solo di essere scoperti. Alcuni sono ancora sepolti, altri attendono di essere notati nel deposito di qualche museo, in qualche anfratto polveroso. Quale sarà la prossima sensazionale scoperta degna di Indiana Pipps o zio Paperone?
Potrebbe interessarti anche: Abu Simbel | Una storia Disney ha risolto un problema nella realtà
Ginevra Emilia Carrero Meglio
Fonti: Facebook Alberto Angela | nature.com
Immagini: ©Barbara Ledda/nature.com