Che W.I.T.C.H. possa essere un po’ creepy non è del tutto una sorpresa: è pur sempre un fumetto che parla di streghe! Ma le cinque W.I.T.C.H. sono streghe buone, custodi degli elementi naturali, ragazzine scanzonate che si incontrano al fast food, odiano alzarsi per la scuola e giocano ancora con le bambole, niente di vicino a Dario Argento e neppure a Hocus Pocus… o c’è qualcosa di sommerso che stiamo cercando di negare? Tipo un’intera top 5 dei momenti creepy di W.I.T.C.H.? Mumble, in effetti…
…nei lontani primi anni del 2000, alla ricerca di una lettura da spiaggia, il mio papà sfogliò l’ultimo numero di W.I.T.C.H.. Dopo una pagina, decise di restituirlo a me. Per un papà era troppo infantile, o forse troppo “femminile”, un fumetto con smalti in omaggio firmato Disney Italia? Certo che no! Semplicemente quella sola pagina gli mise addosso troppa inquietudine.
Dite la verità, voi da ragazzini non avete mai sentito almeno un minuscolo brivido, immergendovi fra incubi, metamorfosi, strani liquidi, creature dai corpi fatiscenti, insomma, nell’adolescenza intensamente ritratta da W.I.T.C.H.? Preparate la lampada notturna che usavate nella cameretta dell’infanzia (e adesso mai, ovviamente…) e iniziamo la top 5 dei momenti creepy di W.I.T.C.H.!
ATTENZIONE: SPOILER SOTTO IL LETTO
5. «Venite da me… venite da me…»
(Dal n. 2, I dodici portali, Elisabetta Gnone e Francesco Artibani — Alessandro Barbucci, Manuela Razzi, Roberta Zanotta e Barbara Canepa)
Strano ma vero, a volte più di qualunque mostro verrucoso e zannuto armato di mannaia (come diversi villains passati fra le pagine di W.I.T.C.H.), a scatenare un momento creepy è una ragazzina tutta sola che ci fissa da lontano, immobile, magari sorridendo lentamente. E se questa scena si svolge nel prato deserto di un cimitero, e la ragazzina è una nostra vecchia amica misteriosamente dispersa da tempo, magari non è una buona idea finire la serata guardando The Ring.
Se ne accorge la giovane W.I.T.C.H. Hay Lin, poco dopo il funerale della sua amata nonna: il momento commovente cambia i connotati con l’apparizione di Elyon, introdotta nel numero precedente del fumetto come dolce e affabile fanciulla e subito scomparsa in circostanze da svelare. È ancora dolce? È ancora affabile? È ancora una fanciulla? Il suo viso esprime malinconia per l’anziana defunta o magari… per il proprio stesso destino? Quel piccolo sorriso è solo un segno incoraggiante dell’antica amicizia con Hay Lin o è giusto un pizzico fuori luogo, in maniera sottilmente inquietante?
Non è ancora dato saperlo, ma di certo non aiuta il fatto che Elyon scompaia di nuovo nel nulla nella pagina seguente, e ricompaia solo in seguito gemendo “da me, ragazze, venite da me!” mentre attraversa pian piano una parete. In fin dei conti un buon momento creepy sta nei piccoli dettagli.
Potrebbe interessarti anche: Top 5 dei momenti feels di W.I.T.C.H.
4. «Hai una faccia, stamattina…»
(Dal n. 3, L’altra dimensione, Francesco Artibani — Gianluca Panniello, Daniela Vetro, Marina Baggio, Donald Soffritti e Barbara Canepa)
A un passo dal podio della top 5 si colloca un momento creepy particolare, eppure banale. Particolare perché è in qualche modo avulso dalla storia di W.I.T.C.H.: non è la conseguenza di eventi specifici né genera sviluppi concreti. Banale perché si tratta di un sogno: la tipica creazione grottesca e apparentemente random dell’inconscio di un’adolescente come Will, alla disperata ricerca della propria identità dentro i cambiamenti incontrollabili e drastici della magia e della crescita.
La W.I.T.C.H. Will, credendo di svegliarsi una mattina da sogni agitati (maledetti falsi risvegli!), si guarda allo specchio e scopre di aver letteralmente perso la faccia. Impossibile uscire dalla propria camera e farsi vedere da tutti con un riquadro di pelle liscia al posto di occhi, bocca e naso: in un bizzarro tentativo di razionalizzare sempre tipicamente onirico, Will cerca quindi di disegnarseli, reggendo un pennarello indelebile con mano tremante. L’umorismo nero, assurdo e quasi metateatrale (Will rimasta “abbozzata” che cerca in modo goffo e inconsapevole di rubare il lavoro a Gianluca Panniello e Daniela Vetro) nella semplice e archetipica trovata del volto cancellato non alleggerisce, ma piuttosto arricchisce l’affannosa angoscia della scena.
Chi non ha mai esitato a guardare nello specchio, con l’inspiegabile timore di non trovarci dentro la propria faccia? E quanti non la trovano davvero, e sperano di riuscire a disegnarsi in modo da riconoscersi e piacersi, un giorno?
3. «Quello sa chi siamo, ragazze!»
(Dal n. 14, Fine di un sogno, Bruno Enna — Daniela Vetro, Marina Baggio e Roberta Zanotta)
A proposito di facce: cosa vi spaventa di più, l’idea di trovarvi vis-à-vis con un mostro senza vis e senza forma, con un impostore che ha preso le sembianze di un amico o con voi stessi? Se non sapete decidere fra le creature di Guillermo del Toro, c’è sempre il Cangiante, medaglia di bronzo fluida e gelatinosa di questa top 5 dei momenti creepy di W.I.T.C.H.!
Il Cangiante è praticamente un bug creatosi nel sistema magico delle W.I.T.C.H. per un colossale pasticcio di incantesimi. Proprio come lo schermo dei nostri computer in questi casi, ha un aspetto indefinito: può solo imitare i volti e i corpi che osserva, in parte o in maniera pericolosamente indistinguibile. E chi non desidera essere imitato deve rassegnarsi: le disumane capacità atletiche del Cangiante lo rendono di fatto inarrestabile, persino per le cinque W.I.T.C.H.. Valutate voi se sia peggio incontrarlo in tutto il suo liquido splendore oppure trovarlo arrampicato a una parete della nostra camera, mentre indossa il nostro viso con espressione assente.
Ciò che rende davvero creepy il Cangiante è proprio la sua natura ambigua e inafferrabile: non è un malvagio invasore, visto che agisce per puro istinto ed è per giunta una creatura delle stesse W.I.T.C.H.. E non è neppure un nemico da sconfiggere, perché è il Cangiante stesso a completare e concludere il proprio ciclo vitale come unico obiettivo. Il Cangiante può essere ostile e disgustoso, appiccicaticcio e inatteso, ma per fortuna la pubertà è solo una fase e ciò che sembra una catastrofe indomabile, in modo doloroso ma definitivo si risolverà da sé.
2. «Tutto! Hanno dimenticato tutto!»
(Dal n. 22, Il cuore spezzato, Bruno Enna — Alessia Martusciello, Francesco Legramandi, Marina Baggio e Roberta Zanotta con la collaborazione di Santa Zagari)
Se i vostri amici fossero Cangianti sotto mentite spoglie, come fareste a capirlo? Probabilmente li interroghereste sui ricordi che avete in comune: in fondo sono le nostre esperienze a renderci noi stessi, e condividerle è quello che ci lega. Ma se un giorno rimaneste voi gli unici pazzi a ricordare tutto? Come guardereste i vostri amici, e loro come guarderebbero voi?
Quando un complesso gioco di inganni e incantesimi della perfida Nerissa priva lentamente le W.I.T.C.H. di ogni loro ricordo collegato alla magia, la razionale Cornelia rimane l’unica del gruppo consapevole di ciò che accade, e infine l’unica depositaria della verità su se stessa e sulle amiche. E, paradossalmente, diventa appunto l’unica pazza.
Le quattro W.I.T.C.H. dal cervello ormai lavato restano relativamente in sé, senza cambiare personalità e senza che la loro consueta spensieratezza venga avvolta da una particolare atmosfera tenebrosa, ma proprio questo fa risaltare l’agghiacciante realtà parallela su cui viaggiano rispetto a Cornelia. O viceversa? Dov’è la normalità, se ciò che è normale non è reale, e la verità è la magia? Quelle che vediamo sono ormai solo minacciose replicanti delle amiche di Cornelia, oppure è Cornelia l’estranea, la superstite di un mondo che non esiste più?
Come non facessimo abbastanza un baffo a L’invasione degli ultracorpi, Cornelia inizia a sua volta a sentire la coscienza sfuggirle, ed è costretta a lottare da sola per salvare la propria memoria e la propria identità. D’altronde non è solo lo sguardo degli altri a definirci: trovare e conservare noi stessi è innanzitutto la nostra battaglia.
1. «Io sono viva!»
(Dal n. 16, Il sigillo di Nerissa, Francesco Artibani — Alessia Martusciello, Marina Baggio, Roberta Zanotta e Francesco Legramandi)
La regina dei momenti creepy di W.I.T.C.H. e di questa top 5 è Nerissa “la Rinnegata“. La strega vince in automatico con la tavola della sua prima apparizione (la stessa, fra l’altro, che scoraggiò il mio papà dall’iniziare la lettura del fumetto, nda).
A differenza delle simpatiche W.I.T.C.H., Nerissa è una strega cattiva, una pericolosa assassina condannata da un tribunale magico a essere sepolta viva in un sarcofago nelle viscere di un vulcano. “Viva” per così dire: mummificata in una specie di limbo fra la vita e la morte, Nerissa ha l’occasione di risorgere grazie a un’irresponsabile clausola nella sua condanna, ed esce dalla sua prigione di pietra con giusto un pochino di rancore.
Il primo ad assistere, per caso, alla resurrezione di Nerissa è lo sguardo innocente di un cane smarrito. Il tenero Miska non registra come noi l’elemento abnorme del sarcofago misteriosamente inciso che si incrina ed esplode in un divampare di luce. Ne percepisce però la minaccia con la sua istintiva, ingenua emotività animale.
Ancora non conosciamo la storia, l’identità e l’aspetto di Nerissa. ma è sufficiente quella singola mano artigliata e avvizzita che emerge dal sarcofago con orribile determinazione, unita alle parole di una voce arrochita da un lunghissimo silenzio.
La presenza di un animale domestico in un luogo che, per quanto sperduto, evidentemente non è troppo lontano dagli uomini, la tomba che ospita un corpo in decadimento: al di là delle mostruosità fantasy, ci ritroviamo immersi nelle nostre inquietudini umane e naturali, nella concretezza e nel mistero della morte. Quel tanto che basta per un momento creepy adatto a padri, a figlie e a tutta la famiglia.
E ora… le Menzioni Speciali «Non voglio più chiudere gli occhi»!
WARNING: la Menzione n.2 potrebbe triggerare gli aracnofobi!
Il quartier generale di Nerissa rimane sempre il suo vulcano: quando deve muoversi, preferisce farlo attraverso gli incubi, che scatena per magia nei sonni delle W.I.T.C.H. e che gestisce come regista, attrice (vestendo vari costumi, o meglio trasformandosi in vari modi) e sceneggiatrice consumata. Ovviamente le sue trame preferite prevedono traumi a valanga per le sue giovani avversarie, sfruttando le loro personali ansie, elementi della loro realtà e archetipi dell’horror. Vediamo quali fra gli incubi d’essai di Nerissa meritano una Menzione Speciale nella nostra top 5 dei momenti creepy di W.I.T.C.H. ma… attenti alle ragnatele!
Potrebbe interessarti anche: I momenti di W.I.T.C.H. che ci hanno scombussolato gli ormoni
1. «Siete ospiti nel mio incubo! Posso offrirvi del tè?»
(Dal n. 19, L’altra verità, Bruno Enna — Manuela Razzi, Marina Baggio, Roberta Zanotta e Francesco Legramandi)
Cosa contiene il vostro film dell’orrore preferito? Misteriose ed eleganti magioni? Bambole infide? Teste che girano a trecentosessanta gradi? Lunghi capelli neri che piovono sul viso? La risposta di Nerissa è sì, a quanto pare, almeno per l’incubo con cui decide di movimentare un sonnacchioso pigiama party delle W.I.T.C.H.: l’ambientazione è un’ingegnosa, labirintica versione life size della vecchia casa delle bambole di Cornelia.
All’interno di questo scenario che profana l’infanzia di Cornelia e di tutte, infestando il luogo sicuro e innocente per eccellenza, Nerissa veste i panni di una bambola, con tanto di sorriso innaturale, articolazioni impossibili, capelli spioventi e lucida, fredda e dura plastica. Caratteristiche che, grazie a un piccolo cambio di dimensioni e contesto, si rivelano tutt’altro che divertenti e adorabili. Sono perfette però per la top 5 dei momenti creepy di W.I.T.C.H.
Nel ruolo della bambola di Cornelia, Nerissa è per molti aspetti nel suo elemento. Innanzitutto il personaggio si intona alla sua fisicità conturbante (N.B.: si è rifatta il look dopo il podio della classifica), al punto che sin dall’inizio ci domandiamo inquieti: quella bambola nel salottino non assomiglia a Nerissa? Oppure è Nerissa ad assomigliare comunque a una bambola? Forse Cornelia d’ora in poi ci penserà due volte a comprare Barbie pallide e snelle con i capelli neri.
In secondo luogo, Nerissa porta avanti i suoi loschi progetti tramite machiavelliche strategie manipolatorie e istrioniche finzioni, sempre intrise di una divertita, fredda e crudelissima ironia. Il mondo cinico dell’interiorità di Nerissa è proprio simile a una casa delle bambole, ovvero a un gioco spietato dove le stanze e i personaggi si muovono secondo il suo capriccio, senza mai diventare reali.
2. «Ma che cosa succede? Ti sei incastrata, per caso?»
(Dal n. 19, L’altra verità, Bruno Enna — Manuela Razzi, Marina Baggio, Roberta Zanotta e Francesco Legramandi)
Ripetiamo l’avvertimento: se i ragni vi raccapricciano al punto che non potete vedere neanche Lucas the Spider, La tela di Carlotta o Tobey Maguire, evitate questa Menzione speciale e salutate qui la top 5 dei momenti creepy di W.I.T.C.H.. Ma se volete mettervi alla prova, questo è l’incubo di Nerissa che fa per voi!

Privata del sonno dai logoranti incubi di Nerissa, Will si addormenta addirittura in piedi nell’ufficio della preside, a scuola. Ed è da questa situazione reale che parte l’ennesimo incubo, con un inizio ingannevole.
Nella dimensione onirica, Will indossa le sue ali magiche e vola fino al soffitto dell’ufficio, fuggendo via felice dalle prediche della preside. Capiamo che è un sogno dal fatto che le ali delle W.I.T.C.H. non siano fatte per volare* e di sicuro non per essere sfoderate in maniera irresponsabile, mentre dalla fredda penombra della scena e dalla crudelmente ironica voce narrante sospettiamo che qualcosa non vada. Infatti Nerissa ci ha messo anche stavolta la regia e pure il suo inconfondibile voice-over. Ben presto Will scopre di essere non solo alata, ma anche piccola come… una mosca.
Intrappolata nella rete vischiosa dei suoi stessi desideri, senza neanche una vocina per gridare “aiuto!” (e neppure per sospirare “troppo tardi“), Will vede l’eloquente marchio di Nerissa sul corpo del ragno sbavante che sta per divorarla. E a quel punto l’incubo finisce, come tutti gli incubi: se quelli più tormentosi e colpevoli hanno il potere di incollarci nelle loro spire, non possono comunque distruggerci quando li affrontiamo a occhi aperti.
Verina Romagna
* Omaggio per farci perdonare il risveglio dei traumi: spiegazione definitiva sull’utilità delle ali delle W.I.T.C.H.
Immagini © Disney