Protagonisti di innumerevoli storie, Topolino e il Commissario Basettoni sono ormai una coppia rodata. Tra alterne vicende, caratterizzate da piena fiducia o semplice sopportazione, i due collaborano ufficialmente sin dalla nascita di Chief Seamus O’Hara – nome originale del nostro Adamo Basettoni – partorito nel 1939 dal genio di Floyd Gottfredson.
Quando ci siamo chiesti come si guadagna da vivere Topolino abbiamo scoperto che il nostro Topo non è propriamente un detective privato professionista. Cionondimeno, il suo alto senso di giustizia, unito alla passione per il mistero, hanno fatto in modo che diventasse protagonista di un numero ormai smisurato di storie in cui l’indagine è il centro della trama. Senza Basettoni forse tutto questo non sarebbe stato possibile e tra poco capiremo perché.
Topolino e Basettoni, sodalizio vincente
La storia della letteratura insegna che ogni grande investigatore che si rispetti ha spesso di fianco a sé un compagno di avventura. Un contraltare, uno specchio, uno sguardo amico, capace di accendere la giusta intuizione. Sherlock Holmes ha il Dottor Watson, Hercule Poirot ha il Capitano Hastings, Nero Wolfe ha Archie Goodwin e Topolino ha il Commissario Basettoni.
In oltre ottant’anni di amicizia e collaborazione il loro rapporto ha assunto quasi tutte le sfumature che possiamo ritrovare nelle grandi coppie letterarie. Ogni sceneggiatore che si è cimentato nella creazione di una storia che avesse come protagonisti i nostri due paladini della giustizia ha aggiunto un tassello in più a cementare il loro rapporto. I cambi di tono e di equilibrio hanno così fatto in modo che questa coppia fosse in grado di non stancare il lettore. Mentore, alleato, in rari casi antagonista, Adamo Basettoni è una presenza costante nella vita di Topolino.
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Ti ricordi, Topolino?
Se la prima apparizione del Commissario Basettoni in una storia risale al 1939 (Outwits the Phantom Blot ovvero Topolino e il mistero di Macchia Nera), è soltanto mezzo secolo dopo che scopriamo le circostanze del primo incontro tra i due. È il 1 gennaio 1989 quando nel numero 1727 di Topolino viene pubblicata la storia Era Natale… ricordi, Topolino? scritta da Bruno Concina e disegnata da Luciano Gatto.
Nonostante il titolo, non abbiamo a che fare con una storia “natalizia” in senso classico. Il Natale è semplicemente lo sfondo utilizzato dall’autore per poter riunire tutti i personaggi sotto lo stesso tetto, creando così l’atmosfera giusta per un lungo flashback. Topolino infatti, dopo aver regalato a Tip e Tap il kit del Piccolo Detective, racconta loro di un Natale di molti anni prima in cui egli stesso ricevette il medesimo regalo da sua zia Tilli.
La storia procede con il piccolo Topolino che crea un sacco di guai nel tentativo di risolvere il suo primo mistero. Purtroppo ogni occasione di indagine si rivela un fiasco. Per questo motivo decide che, pur essendo solo un bambino – pardon, topino – avrebbe provato a cimentarsi in un’indagine “da grandi”, ripromettendosi di abbandonare la carriera da detective qualora avesse fallito.
Salto nel passato
Lo vediamo quindi dare fondo alle proprie capacità deduttive per sventare una serie di furti nel supermercato del suo quartiere. Dopo aver adocchiato il probabile sospettato si scoprirà purtroppo che il presunto ladro era in realtà un agente in borghese della Squadra Antifurto che stava a sua volta indagando sui malviventi.
Il piccolo Topolino decide così di tornare a casa giurando di abbandonare per sempre l’idea di fare il detective. L’Agente però lo ferma e si complimenta con lui per le capacità dimostrate. Lo spinge a non demordere e lo coinvolge nelle indagini che, proprio grazie alle doti di osservazione di Topolino, porteranno all’arresto del noto ladro Jack Il Trasformista.
Alla fine del racconto, Tip, Tap e i presenti chiedono a Topolino che fine avesse fatto questo Agente così generoso che gli aveva insegnato tutti i trucchi del mestiere. Topolino indica quindi il Commissario, anch’egli presente al pranzo natalizio, e racconta che fu proprio grazie a quel caso che Basettoni venne promosso. La storia si conclude con un commosso “Buon Natale, Commissario”.
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Amico delle guardie?
Che amiate o meno Topolino, che lo giudichiate troppo “perfettino” o – per usare un brutto termine – eccessivamente “buonista”, poco importa in questo frangente. Il suo primo incontro con Basettoni rappresenta qualcosa che può andare oltre la mancata empatia nei confronti di un personaggio. Questa breve storia mantiene, a distanza di più di trent’anni, una forza simbolica che non solo appare sempre valida ma che acquista addirittura nuove chiavi di lettura.
Abitiamo un mondo che ci vuole tutti performanti, sempre al meglio, irreprensibili, veloci e “sul pezzo”, belli e positivi. Ci si muove spesso in contesti giudicanti dove chi mostra una crepa, un’imperfezione, una fragilità, viene scoraggiato e demoralizzato. L’infanzia e l’adolescenza non fanno eccezione.
Incontrare sulla propria strada qualcuno che non si ferma al primo errore ma sa guardare la passione, le potenzialità ed è in grado di aiutarci a tirare fuori il meglio di noi stessi anche quando ci sembra di aver sbagliato tutto, è una grande fortuna: se vi è capitato, avete incontrato un amico. Non sappiamo dunque se Topolino sia davvero “amico delle guardie”: sappiamo che è amico di Basettoni. Ma sono amici per davvero.
Francesca Arca
Immagini © Disney – Panini Comics