Cinque storie che rompono la quarta parete

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La rottura della quarta parete è uno di quegli espedienti narrativi che non smetterà mai di stupirci: l’idea che un personaggio sia consapevole di essere appunto un “personaggio” che vive in un mondo di finzione può regalarci numerose sorprese. Si tratta di un elemento narrativo che, nel corso del tempo, ha interessato diverse produzioni letterarie e artistiche, inclusi i fumetti: per esempio possiamo annoverare Deadpool e She-Hulk tra gli esempi più famosi di personaggi che abitualmente infrangono la quarta parete.

Se ci pensate, la grande Saga di Paperon de’ Paperoni di Don Rosa si apre con uno sfondamento della quarta parete.

Anche su Topolino capita che venga abbattuto il muro che separa il lettore dal mondo di carta, dando vita a scene esilaranti e divertenti. Anzi, vi sono persino storie interamente costruite a partire da questo meccanismo, che raggiungono i livelli del “metafumetto” più puro. Se siete curiosi di scoprire i momenti in cui è stata oltrepassata questa sottile linea tra realtà e finzione, ecco a voi le cinque migliori (secondo il nostro parere) storie che hanno infranto la quarta parete.

5) Paperino e la stravaganza pennuta (Enrico Faccini)

quarta parete pico faccini gnà

Apriamo la classifica con una storia di Enrico Faccini. Non potevamo esimerci dal citarlo, in quanto più volte i suoi personaggi si sono rivolti al lettore per commentare in diretta quello che stava succedendo. In particolare, reputiamo Paperino e la stravaganza pennuta degna di un onesto quinto posto, perché qui assistiamo a uno sfondamento della quarta parete prolungato per più di una vignetta. Purtroppo, non va oltre in classifica perché non è un elemento essenziale della trama.

Nella storia, Paperino è alle prese con l’ennesima bega per conto dello zio. Stavolta deve badare a uno stravagante pennuto, il petulione tubulobeccuto. Una creatura rara e, prevedibilmente, fonte di guai. Ma cosa sappiamo di questo volatile? Poco o nulla finché Pico de’ Paperis, per quanto non presente nella storia, solleva il bordo di una vignetta e si intromette prepotentemente nella scena. Inizia così una breve sequenza in cui il plurilaureato si rivolge ai lettori per spiegare, come se fossimo in un documentario, le caratteristiche del petulione.

L’apparizione di Pico su un diverso piano narrativo, oltre che espediente per spiegarci qualcosa sul pennuto, ha il gusto di lasciare Paperino ignaro delle abitudini del petulione. Se si fosse imbattuto in Pico de’ Paperis, questi avrebbe potuto aiutarlo a gestire l’animale. E invece deve accontentarsi che a dargli una mano sia Paperoga. Gnà!

4) Topolino e la rivolta delle didascalie (Casty)

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Al quarto posto troviamo Topolino e la rivolta delle didascalie, firmata da Casty. Mentre sta aiutando Pippo a riordinare la soffitta, Topolino viene travolto dai fumetti che stava ordinando e perde i sensi. Al suo risveglio scopre che le didascalie hanno preso vita e hanno messo in subbuglio l’intera città. Ancora una volta spetta a Topolino e Pippo trovare un modo per risolvere questa bizzarra situazione.

Casty realizza un’avventura che ruota intorno alla consapevolezza dei personaggi di essere in un fumetto. È interessante il discorso tra Topolino e Pippo durante la fase iniziale della rivolta, in cui i due si domandano se quello che stanno vivendo corrisponda alla realtà come la intendono loro oppure secondo il punto di vista dei lettori. Un esterrefatto Topolino si chiede come sia possibile che le didascalie prendano vita, ed ecco Pippo con la risposta pronta: i due sono personaggi di un fumetto, perciò è tutto normale!

Inoltre, l’autore si diverte a mettere alla berlina i classici cliché delle storie a fumetti. Nella storia compaiono la classica damigella in pericolo, il tradizionale professore intellettuale (a tratti strambo) con una soluzione sempre a portata di mano, e le forze dell’ordine e gli elmetti verdi che vengono neutralizzati dalle didascalie.

3) Trip’s Strip (Bruno Enna/Silvia Ziche)

timeboy quarta parete

Medaglia di bronzo per il fumetto scritto da Trip, il figlio del Razziatore, nel numero 34 di PKNA.

Tutto inizia quando, costretto ad annoiarsi in un sotterraneo, il piccolo Trip inganna il tempo disegnando storie. In queste, il bambino immagina di avere un alter ego supereroe: Timeboy. Già dalla prima vignetta, il supereroe è consapevole di essere un disegno su un foglio, e inizia a dare direttive al disegnatore, ribattezzato “Dida” in quanto parla tramite le didascalie. Dopo una rapida discussione con l’autore, infine è Timeboy a spuntarla per decidere il suo stesso nome.

L’intera vicenda si svolge in poche pagine, in cui la trama viene costantemente modificata in base alle lagne ai suggerimenti del supereroe, che si rifiuta di affrontare qualunque tipo di difficoltà in quanto protagonista. In Trip’s Strip, più che la storia in sé, quello che diverte e interessa il lettore è proprio la mancanza della quarta parete, che dà il via ai bisticci fra il personaggio inventato e il suo creatore. Per questo la reputiamo meritevole del terzo posto, considerato inoltre la longevità dell’idea: in tutto la coppia Enna-Ziche ha scritto quattro storie con Timeboy, con lo stesso meccanismo narrativo.

La prima storia nasce come piccolo intermezzo comico a corredo della storia principale dell’albo, Niente di personale. Il racconto serve ad accompagnare lo scioglimento della tensione dopo che si è finalmente risolto uno dei capitoli più bui vissuti da PK, ma forse in questo sta la debolezza di sembrare troppo “leggero” al confronto, e perciò non possiamo classificarlo più in alto.

2) Paperino e il divoratore spaziale (Sergio Tulipano/Salvatore Deiana)

La quarta parete di Paperino

A occupare la seconda posizione è una storia con protagonista Paperino. Solitamente vediamo il nostro eroe piumato alle prese con entità aliene animate da cattive o buone intenzioni. Ma vi sono anche casi in cui gli alieni agiscono seguendo la propria natura, senza schierarsi nettamente dalla parte del bene o del male.

Questo è il caso di Paperino e il divoratore spaziale. Mentre Paperino e Paperina si stanno godendo il loro picnic, un meteorite si schianta nelle vicinanze. Dai resti dell’asteroide emerge un piccolo alieno roseo dall’aspetto buffo e dall’aria pacifica e bonaria, ma contraddistinto da un’insolita voracità. Infatti il nostro amico divora in pochi bocconi tutto ciò che gli capita a tiro, compresi oggetti comunemente non commestibili, senza essere mai sazio. Si tratta di una bella gatta da pelare che i nostri eroi tentano di risolvere in tutti i modi, cercando un modo per saziarlo in maniera definitiva oppure per rispedirlo nello spazio. Ogni tentativo è però vano.

Cosa fare dunque? La soluzione è semplice, e a fornirla è Paperino con un abile quanto curioso stratagemma. Paperino solleva letteralmente il contorno della vignetta per buttare l’alieno fuori dal fumetto. Purtroppo per i nostri eroi i festeggiamenti hanno breve durata dato che l’alieno, non si sa come, è riuscito a sopravvivere e ha cominciato a mangiare il fumetto stesso! Si potrebbe dire che lo sfondamento della quarta parete sia servito solo a peggiorare la situazione… lasciamo a voi lettori il gusto di scoprire come faranno i nostri eroi a risolvere il problema.

1) Topolino e la bella addormentata nel cosmo (Fabio Michelini/Massimo De Vita)

Pippo quarta parete

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Chi ha letto questa storia avrà iniziato a leggere l’articolo aspettandosi di vederla in classifica. Scorrendo le posizioni senza trovarla, potrebbe aver temuto di esser stato frodato per la sua assenza. Invece eccola qua, al primo posto.

Indubbiamente la Quadrilogia della Spada di ghiaccio è una delle più famose opere fantasy della produzione Disney nostrana, e non solo per i continui sfondamenti della quarta parete. Massimo De Vita e Fabio Michelini riescono a creare un mondo che sintetizza molti degli universi che fanno parte del nostro immaginario collettivo. Infatti, non solo vi sono numerosi elementi che rimandano a saghe come La saga di Shannara oppure Guerre stellari, ma troviamo anche riferimenti ai fumetti di Asterix da cui si riprendono le peculiarità degli usi e costumi di alcuni popoli (il personaggio di Boz, ad esempio, ricorda molto l’aspetto fisico dell’eroe creato da Albert Uderzo).

Dalla combinazione di questi mondi nasce Argaar, un continente popolato da elfi, troll, giganti e in cui magia e scienza combinano le loro forze. Insomma, il mondo ideale per il buon vecchio Pippo che (a dispetto del titolo) si dimostra essere il vero protagonista dell’opera, con Topolino per una volta declassato ad aiutante. Di certo Pippo rappresenta il rovescio della figura dell’eroe fantasy tradizionale, essendo un tipo semplice, a tratti strambo e dall’aria persa, apparentemente sprovvisto della stoffa dell’avventuriero.

Eppure, è proprio questo suo essere fuori dagli schemi a rivelarsi l’elemento risolutivo di fronte alle numerose sfide che attendono i nostri eroi. Nel capitolo conclusivo di questa saga, Pippo dà ulteriore prova delle sue capacità… “alternative”: dopo aver superato numerosi pericoli e ostacoli, arriva ad aggredire verbalmente il disegnatore affinché gli disegni un ponte, così che lui e i suoi amici possano attraversare un fiume di lava senza pericoli. E non è neanche l’unica volta che viene sfondata la quarta parete in questa storia: infatti, sempre Pippo critica la poca fantasia con cui gli sceneggiatori hanno realizzato la Saga della spada di ghiaccio, utilizzando lo stesso antagonista per quasi tutti i capitoli.
A questo punto, bisogna convenire con quanto dice Topolino in seguito ai suddetti colpi di scena: Pippo non finirà mai di stupirci! 

Menzione d’onore: Topolino e il ritorno del “principe delle nebbie”

Topolino sfonda quarta parete

Prima di chiudere l’articolo, ci sembra doveroso menzionare un’altra storia, la terza appartenente alla Saga della Spada di ghiaccio. Stavolta la quarta parete viene sfondata… letteralmente! L’avventura inizia con la scomparsa di Pluto, che per errore si ritrova nelle terre dell’Argaar (il continente fantasy ideato da Massimo de Vita) a causa del “vettore dimensionale”, il mezzo di trasporto usato da Topolino e Pippo per viaggiare tra le dimensioni. I due protagonisti, quindi, devono recuperare Pluto, ma non possono perché non hanno più un “veicolo” per viaggiare tra le pieghe della realtà.

In aiuto di Topolino accorre Yor, un vero e proprio “grande saggio”, uno dei personaggi principali della Saga. Yor appare in sogno a Topolino, e gli spiega che l’unico modo alternativo per passare da una dimensione all’altra è farlo proprio durante il sonno. Proprio qui arriva lo sfondamento della quarta parete: il saggio spinge Topolino a tuffarsi nel “mare dello spazio-tempo”. Il topo si fida e… si tuffa in una vera e propria pagina bianca, squarciandola. Nella tavola successiva, lo vediamo entrare in scena proprio da quello stesso squarcio, visto però dal lato opposto.
Una trovata geniale di Massimo de Vita, che in questo modo riesce a rendere graficamente l’idea di “passaggio”, sfruttando al meglio la grammatica del fumetto.

Bonus Extra: Topolino e il caso dei fumetti solidi (Alessandro Sisti/Sandro Dossi)

Fumetti solidi

La storia Topolino e la rivolta delle didascalie può essere considerata l’erede spirituale di Topolino e il caso dei fumetti solidi, creata ben 27 anni prima da Alessandro Sisti e Sandro Dossi.
Perché presentarvela allora fuori classifica, nonostante si tratti di un’opera antesignana? Essa è sì un ottimo esempio di metafumetto ma, ahinoi, non avviene mai lo sfondamento della quarta parete.

In una Topolinia baciata dalle prime luci dell’alba, Topolino si prepara ad affrontare una nuova giornata pieno di entusiasmo. Ma le cose iniziano a prendere una strana piega quando, di punto in bianco, i balloon e le onomatopee iniziano a materializzarsi agli occhi dei persoanggi, provocando non pochi problemi. Insomma, si potrebbe anche dire che la città si stia lentamente trasformando… in un fumetto!

In questa storia gli autori sperimentano la strada del metafumetto in maniera totale. L’interazione dei personaggi con gli elementi tecnici delle vignette parte come semplice gag fino a diventare il nodo centrale della trama. Accompagnato da Pippo, Topolino scopre che il motivo dei guai è un certo Mister Komycs, inventore di un macchinario in grado di alterare la realtà. Da un lato, il classico scienziato pazzo che minaccia l’umanità con una sua invenzione e, dall’altro, Topolino e Pippo. Per affrontare il nemico i due ricorreranno alle sue stesse armi: inizia così una battaglia a suon di onomatopee, balloon e molto altro ancora.

In più, sono stati inseriti riferimenti al lavoro dei fumettisti in senso più ampio. Per fare un esempio, in una pagina i personaggi si meravigliano del fatto che sia la città che loro stessi abbiano perso i colori. Un esplicito riferimento agli albi di un tempo, che venivano realizzati con un’alternanza di pagine a colori e in bianco e nero per motivi di risparmio economico.

Qui volge al termine il nostro viaggio attraverso la quarta parete.

Considerando la vasta produzione editoriale di Topolino, siamo consapevoli che potremmo non aver citato molte altre storie in cui viene sfondata la quarta parete. Perciò vi chiediamo: quali sono i vostri momenti preferiti in cui i personaggi oltrepassano quella sottile linea tra il mondo dei fumetti e la realtà? Fatecelo sapere!

Antonio Ferraiuolo e Agnese Amato

Immagini © Disney – Panini Comics

Fonti: retronika

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