Finalmente inizia! Era dal 1946 che il Giro d’Italia non subiva interruzioni simili. Il 2020 è stato un anno difficile, e ognuno di noi lo ha vissuto come meglio ha potuto. Le attività sportive, le scuole, i negozi… tutto ciò che per noi era routine è stato inaspettatamente bloccato. Dopo un primo periodo destabilizzante, e soprattutto dopo aver assistito a un Giro “alternativo”, presentato col nome di “Giro d’Italia Virtual“, è giunto il momento di ripartire in sicurezza!
Per celebrare l’inizio di una delle più importanti gare ciclistiche del mondo, ci sembra di buon auspicio ripescare Paperino al Giro d’Italia, una bella storia del 2006 sceneggiata da Sergio Badino e disegnata da ben 4 differenti artisti: Alessandro Gottardo, Carlo Limido, Marco Meloni e Silvia Ziche. La storia originariamente uscì in quattro puntate: fu successivamente raccolta, tre anni più tardi, in un volume esclusivamente a tema due ruote, il Papergiro. Prima di iniziare, però, facciamo tutti un bel ripasso!
Facciamo un passo indietro: che cos’è il Giro d’Italia?
È opportuno, prima di immergerci nella lettura, fare un rapido excursus per spiegare a grandi linee la nascita e lo sviluppo di una delle corse a tappe più importanti dell’universo ciclistico.
Il Giro d’Italia nasce nel 1909 grazie alla brillante idea di tre giornalisti: Eugenio Costamagna (direttore all’epoca della Gazzetta dello Sport), Tullio Morgagni e Armando Cougnet. Il Giro è uno dei cosiddetti “grandi Giri” del calendario internazionale, assieme alla Vuelta a España e al Tour de France (un tempo la più importante tra le tre). Il Giro d’Italia non si svolge unicamente sul suolo nazionale: spesso si corre qualche tappa anche al di fuori dei confini italiani, anche se ovviamente la maggior parte del percorso si svolge nella nostra penisola. La partenza cambia ad ogni tappa, ma la destinazione finale è quasi sempre Milano, dove risiede la Gazzetta dello Sport, “mamma” del Giro: non a caso il simbolo del primato, la Maglia Rosa, deve il suo caratteristico colore alle pagine del quotidiano sportivo.
Tutte le maglie del Giro d’Italia
Durante il Giro, i concorrenti possono guadagnarsi alcune maglie a seconda delle loro prestazioni, il cui colore è diventato un’icona da indossare nel corso della gara. Sono in tutto cinque:
- La Maglia Rosa: premia il corridore che ha percorso le tappe nel minor tempo cumulativo, ed è senza dubbio la più ambita. Il ciclista che al termine del Giro indossa la maglia Rosa diventa il vincitore della corsa.
- La Maglia Ciclamino: è destinata al ciclista leader della classifica a punti.
- La Maglia Azzurra: è indossata dal corridore che è in testa alla classifica dei gran premi della montagna.
- La Maglia Bianca: è il simbolo del primato della classifica dei giovani (under 25).
- La Maglia Nera: destinata all’ultimo classificato, questa maglia fu abolita nel 1952 e reintrodotta esclusivamente per il Giro del 1967.
Una scommessa azzardata
La storia prende il via nel prestigioso Club dei Miliardari: Rockerduck, l’avversario numero uno di Zio Paperone, sta ufficializzando la sua partecipazione all’89° Giro d’Italia (siamo nel 2006). Nonostante Rockerduck si vanti degli introiti triplicati grazie al ciclismo, il nostro magnate sembra poco interessato alla questione. Il disinteresse di Zio Paperone viene meno quando il suo avversario in affari gli propone una scommessa: colui che trarrà il maggior profitto dal Giro sarà presidente del Club per i 10 anni successivi.
Formazione del team Pdp
A Zio Paperone non servono muscoli guizzanti o ciclisti strapagati, ciò che davvero conta è il talento, e la famiglia dei paperi più famosa del mondo ne ha da vendere!
Il primo a essere convocato è un Paperino diverso dal solito: la pigrizia che solitamente lo contraddistingue è totalmente messa da parte. Il nostro amico è determinato e allenato in vista del Giro di Paperopoli: accetta quindi con entusiasmo quando Zio Paperone gli propone una sfida ancor più grande, il Giro d’Italia!
Nominato caposquadra, conosce (suo malgrado) gli altri membri del neonato team Pdp: Ciccio, che nonostante la massa corporea non “idonea” per un sellino, è un ottimo velocista quando il cibo lo aspetta al traguardo; Gastone, immancabile portafortuna (gli basterà solo respirare per percorrere interi chilometri su due ruote); ultimo membro della squadra è Paperoga, un talentuoso passista, ovvero un ciclista abile in pianura (ma non lo capirà per tutta la storia, convincendosi di essere un… bassista).
Con Archimede come ingegnere e Paperina nel ruolo di nutrizionista a completare il team, la squadra è pronta per il Giro!
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Una sceneggiatura concreta
Una lodevole caratteristica di questi capitoli è la veridicità storica delle tappe. Come già detto in precedenza, il Giro non si disputa esclusivamente in Italia, ma può prevedere tappe al di fuori del suolo nazionale (Anche per l’edizione prevista per questa primavera, poi saltata, la partenza era prevista a Budapest). La Corsa Rosa nel 2006 inizia a Seraing (Belgio), in una cronometro-individuale che vede Paperino vincitore e detentore della Maglia Rosa. Ma la gioia si trasforma presto in rammarico quando Paperino fronteggia Dinamo Carter (punta di diamante del team Rockerduck) nella seconda frazione, Mons-Charleroi. Carter, abile ciclista professionista, si dimostra fenomenale nei circuiti pianeggianti, strappando così a Paperino la contesa Maglia. Il Giro continua in una lotta all’ultima pedalata tra i due contendenti che vede Carter vincitore della quarta tappa (ultima nel Belgio) Wanze-Hotton. Ma Zio Paperone ha un’altra gatta da pelare…
Iniziano i problemi: Zio Paperone vs i Bassotti
Spacciatisi per eccentrici ricconi, i Bassotti si iscrivono regolarmente al Giro d’Italia. Il motivo è presto detto: intercettando i dialoghi tra Zio Paperone e Archimede, il quartetto di malfattori viene a conoscenza di una password a protezione del deposito custodita da Paperino. Quest’ultimo ha scioccamente nascosto il codice della password in una tasca della Maglia Rosa, che è poi finita nelle mani di Dinamo Carter. L’obiettivo dei Bassotti è, quindi, quello di vincere la quinta tappa Piacenza-Cremona, in una cronometro a squadre che metterà in difficoltà i nostri protagonisti. Seppur fisicamente indisposti per gareggiare al Giro, i Bassotti hanno il loro asso nella manica: delle biciclette velocissime con micropropulsori invisibili ad occhio nudo. Superano così con estrema facilità le squadre di Rockerduck e Paperone, ma quest’ultimo non si dà per vinto!
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Inarrestabile Ciccio!
In questa circostanza emerge infatti il talento innato di Ciccio. Paperina, in attesa al traguardo, solleva un coperchio dall’odore inebriante. Ciccio lo riconosce subito… è cibo! Di colpo, il papero meno atletico del mondo diventa una scheggia, garantendo alla squadra un’impareggiabile protezione dal vento.
Il team Pdp arriva quindi a pari passo coi Bassotti, vicinissimi al traguardo, ma… imprevisto! Un fan un po’ troppo accanito getta un secchio d’acqua suoi nostri ciclisti, causando così un incidente a pochi centimetri dal traguardo che sfortunatamente viene tagliato per primo dalla mano di un Bassotto.
La gioia dei ladri è ben presto smorzata dal miliardario: quello della password non era altro che un piano escogitato insieme ad Archimede per allontanare i Bassotti da Paperopoli e portarli esattamente sotto il vigile sguardo di Paperone. Ma la vera batosta arriva da Paperina, che ha registrato tutti i trucchetti illeciti utilizzati durante la gara. Coi Bassotti al fresco e Ciccio detentore della Maglia, Paperone ringrazia la sua inseparabile Numero 1 per la fortuna che gli garantisce… senza sapere che una certa fattucchiera di nostra conoscenza sta escogitando qualcosa!
Alla conquista della Numero 1
Amelia non vuole perdere l’opportunità di impadronirsi una volta per tutte del primo decino di Paperone, in modo da poter ottenere il tanto ambito tocco di Mida. L’occasione è ghiotta: il Vecchio Cilindro si trova in Italia, proprio dove vive la strega.
Ingannando con la magia i giudici del Giro, Amelia si iscrive all’undicesima tappa, una cronometro individuale svolta a Pontedera (in provincia di Pisa). Partita ultima, recupera con una stregoneria lo svantaggio dal team Pdp, dando inizio ad una vera e propria caccia al papero: tramite un incantesimo, spedisce uno dopo l’altro i nostri amici piumati dritti nel suo covo alle pendici del Vesuvio, con lo scopo di barattarli in cambio della Numero 1. Ciccio, Paperoga e Paperino non riescono ad evitare il sortilegio, ma Amelia non ha fatto i conti con la buona stella di Gastone!
La “fortuna” del principiante
Amelia non riesce proprio a centrare Gastone: prima colpisce un albero, poi una signora innocente. Il colpo di fortuna definitivo arriva quando il circuito devia improvvisamente verso Ca’ dell’Aglio. Amelia taglia il traguardo, ma il tranello è presto scoperto: Zio Paperone ha, in accordo con il comitato organizzatore, spostato il traguardo in questo paese, dove l’usanza è mettere una collana d’aglio al collo del vincitore!
L’incantesimo è quindi spezzato, e Amelia non può far altro che cedere la Maglia Rosa a Gastone. Ma la sfida non è affatto conclusa: rimangono da affrontare i primi antagonisti di questo racconto, Rockerduck e Dinamo Carter!
Una papera al Giro d’Italia?!
Sapevate che Amelia in realtà non è la prima donna a partecipare al Giro d’Italia? Il primato, infatti, spetta a Alfonsina Strada, ciclista milanese classe 1891, considerata nell’universo sportivo una portavoce della parità tra sport maschile e femminile. Nel 1924, complice l’assenza delle grandi squadre a causa di dissidi con gli organizzatori, partecipò al Giro d’Italia assieme ai suoi colleghi maschi. Anche se spesso arrivò nelle ultime posizioni, riuscì sempre a tagliare il traguardo, tra lo stupore e l’ammirazione di numerosi giornalisti e fan, che la aiutarono anche economicamente non solo per proseguire il Giro ma anche per il sostentamento della sua famiglia. Inoltre, la sua storia ha ispirato una delle canzoni più iconiche del 1950, Bellezze in bicicletta, composta da Giovanni D’Anzi e Marcello Marchesi. Una figura davvero notevole!
Quello del 1924 fu il primo e l’unico caso in cui una donna prese parte alla Corsa Rosa, che è una gara riservata solo agli uomini. Ma esiste una controparte femminile?
Assolutamente sì! Il cosiddetto “Giro Rosa” nasce ben ottant’anni dopo il Giro d’Italia: quest’anno si è disputato tra l’11 e il 19 settembre. Esso prevede le medesime modalità del Giro d’Italia, e rientra dal 2016 nell’UCI Women’s World Tour, il circuito mondiale che organizza il calendario d’eventi inerenti al ciclismo.
Verso le battute finali
I due miliardari costringono i propri pupilli a un estenuante allenamento, ma Paperino non ci sta! Effettivamente, le lamentele del papero sono più che giustificate: Zio Paperone ha tormentando il nipote sin dall’inizio del Giro, mentre non ha riservato lo stesso trattamento al resto della squadra. Il motivo di questo superallenamento è presto spiegato: la ventesima tappa è un arduo tracciato di montagna (Trento-Aprica), che vede protagonista la salita più alta di tutto il giro, il passo Gavia, ben 2618 metri sul livello del mare.
La tappa è massacrante: prima del Gavia, i ciclisti devono affrontare altri due terribili salite, il passo del Tonale e del Mortirolo. Il risultato è inevitabile: Dinamo supera con estrema facilità la tappa, mentre Paperino si appresta a tagliare il traguardo nel cuore della notte.
Il vero vincitore del Giro d’Italia
Nonostante la debacle alpina, tutto si decide nella ventunesima tappa (Lecco-Milano). Il team Pdp e il team Rockerduck sono estremamente competitivi, ma solo i due capisquadra si contendono la vittoria! Staccatosi dai rispettivi gruppi, Dinamo e Paperino si impegnano in un micidiale testa a testa. Ma si sa: l’esperienza fa la differenza, e Carter ne ha da vendere.
E così, inaspettatamente, “vincono i cattivi”. Ma ne siamo proprio certi? Rockerduck si vanta con Paperone dell’avvenuta vittoria, ma può pavoneggiarsi “solo” per aver vinto il Giro d’Italia! La scommessa parla chiaro: chi avrebbe tratto maggior profitto sarebbe divenuto presidente del Club dei Miliardari per i prossimi dieci anni, e il fatturato vincente è quello di Paperone! Le divise del team Pdp, infatti, erano piene zeppe di pubblicità targate Pdp, mentre Rockerduck ha curato esclusivamente l’immagine estetica della sua squadra. Con una bella abbuffata di bombette, si conclude con il sorriso la nostra storia.
Una stupenda morale
Per concludere, vi lasciamo una piccola riflessione. Paperopoli non si ricorderà del team Pdp solo per gli sponsor, bensì per un valore ancora più grande. Stiamo parlando di una squadra dilettantistica che ha dato il massimo, arrivando addirittura a classificarsi tra i migliori. La morale della storia di Sergio Badino è chiara: l’impegno, la costanza, la determinazione nel raggiungere i propri obiettivi sono la vera forza che risiede in ciascuno di noi. Nessuno può dirci cosa siamo capaci o meno di fare: solo noi sappiamo quali traguardi possiamo raggiungere e, nonostante le difficoltà che si porranno davanti, la vittoria sarà ancora più soddisfacente.
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Nicola de Martino Norante
Immagini © Disney – Panini, Gazzetta dello Sport