Dopo la prima parte, proseguiamo con l’analisi della “Storia nella storia” nella Saga di Paperon de’ Paperoni.
La Saga di Paperon de’ Paperoni: la corsa all’oro del Klondike
La ricchezza di Paperone affonda le sue radici nel cuore del Klondike: fu tra quei ghiacci infatti che il papero trovò la pepita “Uovo d’anatra”, coronamento di vent’anni di sacrifici e delusioni. Il Klondike divenne una meta ambita da moltissimi cercatori nel 1896, quando un gruppo di esploratori scoprì ricchi giacimenti d’oro nei pressi dell’omonimo fiume.
La notizia naturalmente non passò inosservata, scatenando così una vera e propria “migrazione” di minatori dove il prezioso metallo era stato trovato per la prima volta: il Fosso di Bonanza, precedentemente conosciuto come Fosso del Coniglio. La “febbre dell’oro” raggiunse anche gli stati più lontani, come Gran Bretagna, Australia e Inghilterra, e attirò moltissime persone: non solo esperti minatori, ma anche professori e medici, ammaliati dal prezioso metallo. Naturalmente, Zio Paperone non fece eccezione!
Potrebbe interessarti anche: Ventenni che piangono ricordando la Saga di Paperon de’ Paperoni
La storia di Dawson City e la “tragedia” dell’oro
La storia di Dawson è trattata in modo particolare in Zio Paperone in “Cuori dello Yukon”, a nostro avviso uno dei capitoli più interessanti, pur non facendo parte dei dodici canonici. Il giovane Paperone fa una riluttante visita a Dawson City alla ricerca di pezzi di ricambio per la sua trivella a vapore. Dawson è un borgo devastato dalla corsa all’oro. Quel piccolo centro, che prima della “febbre aurea” contava 2000 abitanti, si trovò a “ospitare” oltre trentamila persone, tra minatori, loschi figuri e ladri di concessioni.
Potrebbe interessarti anche: Dove leggo la Saga di Paperon de’ Paperoni?
Questo affollamento ben presto si tradusse in una grave carestia: Cuori dello Yukon ne offre un impietoso ritratto, sottolineando come la fame portasse le persone a compiere i gesti più barbari. La mancanza di cibo non era certo l’unica piaga di Dawson: la città ormai era piegata dalla criminalità e dalla crescente povertà. Risse e incendi erano all’ordine del giorno. Urgeva quindi un intervento militare per ristabilire l’ordine: un lavoro adatto per il colonnello Samuel Benfield Steele!
Fuggite! Scappate! Arriva Sam Steele!
Samuel “Sam” Benfield Steele è stata una delle personalità più importanti durante la corsa all’oro nel Klondike. Nato in Canada nel 1848 da una famiglia di tradizione militare, sin dalla tenera età coltivò il desiderio di entrare nell’esercito. Si offrì volontario per il primo battaglione della spedizione sul Red River nel 1870 e, dopo che nel 1871 questo si sciolse, si unì a un nuovo corpo militare istituito proprio in quel periodo: i North-West Mounted Police (NWMP), le famose “Giubbe rosse“.
Il colonnello Steele si distinse proprio nei panni di sovrintendente a Dawson, nel Klondike, dove è ricordato per aver ristabilito l’ordine e per aver salvato la cittadina da un’epidemia di tifo grazie alle misure da lui imposte per il contenimento della malattia.
Un famoso comprimario: Jack London
Oltre a Sam Steele, in Cuori dello Yukon vi è un altro personaggio degno di nota, non tanto per il ruolo di “spalla comica” affidatogli nella storia, quanto per la fama del suo nome. Stiamo parlando di una delle comparse “eccellenti” che compaiono nella Saga di Paperon de’ Paperoni: Jack London, celebre scrittore statunitense.
La vita di London fu molto travagliata. Adolescente ribelle, era solito frequentare compagnie di ladri e truffatori, finendo addirittura in diversi centri di rieducazione. Il sopraggiungere dell’età adulta non mutò il suo spirito avventuriero e irrequieto: furono moltissime le occupazioni che intraprese prima di realizzarsi come scrittore di successo.
Nel 1897 London, come molti, subì il fascino della corsa all’oro: salpò verso il Klondike con sogni di ricchezza che ben presto si scontrarono con la dura realtà dei fatti. La polvere d’oro raccolta da London valeva in totale solo pochi dollari: in compenso, la vita che condusse come cercatore gli fu d’ispirazione per le numerose opere che scrisse in seguito.
Potrebbe interessarti anche: Il vichingo e lo yankee: la Saga in musica
Il richiamo del papero
La partecipazione di Jack London alla corsa all’oro rende plausibile la sua apparizione a Dawson City nella Saga di Paperon de’ Paperoni. Don Rosa però ce lo presenta nei panni di cronista al seguito di Sam Steele, licenza narrativa in quanto i due non si sono mai conosciuti.
Nonostante l’apparizione sia molto breve, Don Rosa inserisce anche un’allusione alla futura carriera di Jack London. Sam Steele si congratula con il ragazzo per le sue doti di cronista e, sapendo che sta lavorando a un romanzo, gli chiede se ha già qualche idea per il titolo. Il giovane London ha la risposta pronta: il suo bestseller si intitolerà Il richiamo del papero! Il titolo si riferisce al celebre romanzo Il richiamo della foresta, pubblicato da London nel 1903 e ispirato dalle peripezie che aveva vissuto in prima persona nel Klondike.
Il libro vendette milioni di copie solo in Inghilterra: chissà se Il richiamo del papero ha avuto lo stesso successo. Don Rosa non ce lo fa sapere.
Potrebbe interessarti anche: I siparietti nella Saga che potresti non aver notato
Theodore Roosevelt, un Presidente nella Saga di Paperon de’ Paperoni
Se si parla di Storia nella Saga, non si può certo evitare di parlare del 26° presidente degli Stati Uniti d’America, uno dei quattro leggendari volti scolpiti sul Monte Rushmore: il Premio Nobel per la Pace Theodore Roosevelt, inquilino della Casa Bianca dal 1901 al 1908!
Arrivano i fratelli James
Don Rosa riutilizza Roosvelt più volte nella Saga di Paperon de’ Paperoni, inserendo diverse curiosità sul personaggio. La prima apparizione è nel terzo capitolo, il cowboy delle Terre Maledette, ambientato nel 1882. Per di più, prima di presentare ai lettori il futuro presidente, l’autore ci regala un’altra incursione nella storia americana. Durante un viaggio in treno il giovane Paperone sventa un assalto di Jesse e Frank James, famosissimi fratelli criminali responsabili di innumerevoli rapine tra il 1866 e il 1882.
La storia della banda James affonda le radici nella guerra di Secessione americana (1861-65). La famiglia dei due fratelli era schierata dalla parte dei Sudisti: Frank, il maggiore dei due, aveva già combattuto nel 1861 quando accadde l’episodio che segnò per sempre la vita della famiglia. Jesse, ancora quindicenne, venne torturato da alcuni militari nordisti che cercavano informazioni sul fuorilegge confederato William Clarke Quantrill.
Questo fatto spinse il minore dei fratelli alla ribellione contro i militari unionisti, che sfociò in una vera e propria attività criminale una volta finita la guerra civile. Jesse formò la sua banda assieme al fratello e ad altri fuorilegge, la cui “carriera” durò per una decina d’anni. Il declino iniziò il 7 settembre 1876: una rapina svolta a Northfield (Minnesota) senza la guida dell’ingegnoso Jesse portò all’arresto e all’uccisione di molti membri della banda.
I due fratelli continuarono a essere invischiati in attività criminali fino al 1882, quando Jesse James venne ucciso a tradimento da un neo-membro della sua banda (pochi mesi dopo la sua… apparizione nella Saga di Paperon de’ Paperoni). Frank decise invece di arrendersi: fu processato e assolto per gli omicidi che gli erano stati imputati e da allora abbandonò la vita del fuorilegge.
Potrebbe interessarti anche: I personaggi storici incontrati da Topolino (parte prima)
Sì, anche MacKenzie è esistito veramente
Tornando alla storia, dopo aver sventato la rapina dei fratelli James, Paperone cade accidentalmente dal treno prima di raggiungere l’Ovest. In cerca di aiuto, si imbatte nel suo connazionale Murdo MacKenzie. Non è un nome fittizio! MacKenzie fu un importante imprenditore naturalizzato statunitense, per ben due volte direttore della Matador Land and Cattle Company, una compagnia di investitori scozzesi che verso la fine dell’Ottocento si occupava dell’allevamento in Texas per milioni di dollari. Murdo, città del Sud Dakota, prende il nome proprio da MacKenzie.
Assunto dall’allevatore scozzese, Paperone ottiene un incarico importantissimo: custodire e proteggere un toro da premio di inestimabile valore. Questo attira l’invidia di due “colleghi” del papero, i fratelli McViper che, dopo aver messo fuori gioco Paperone, derubano MacKenzie del prestigioso animale e fuggono verso le Terre Maledette del Dakota.
Ed è proprio qui che il futuro papero più ricco del mondo fa la conoscenza del futuro presidente Roosevelt!
Potrebbe interessarti anche: Don Rosa in Italia: la grande intervista dei Ventenni Paperoni!
Un uomo… e che uomo
Paperone incontra per la prima volta Roosevelt quando quest’ultimo è intrappolato sotto una roccia: il papero lo soccorre gentilmente e lo libera dal masso. Don Rosa non svela nulla della sua identità, nemmeno il nome: sappiamo solo che è un uomo rimasto imprigionato mentre era a caccia di un grizzly responsabile dell’uccisione di alcuni manzi del suo ranch, La croce Maltese.
Questo è un riferimento alla reale storia di “Teddy”: Roosevelt visse effettivamente nelle terre del Nord Dakota in una capanna nota come Maltese Cross Cabin tra il 1883 e il 1884, ben prima di diventare presidente. Era giunto in quella zone per la prima volta durante una caccia al bisonte, all’epoca molto popolare: ammaliato dallo stile di vita libero e avventuroso delle Badlands, decise di investire 14.000 dollari nel sopracitato ranch. Oggi il Maltese Cross Ranch fa parte del Parco Nazionale Theodore Roosevelt, che comprende alcune aree della parte occidentale del Dakota del Nord.
Ultima chicca di questo capitolo è l’incontro tra Murdo e Roosevelt. I due si conoscevano nella realtà e l’allevatore scozzese si rivolge al personaggio chiamandolo T.R., dandoci un secondo indizio sulla vera identità del futuro presidente degli Stati Uniti. Roosevelt ha sempre preferito questo soprannome al più celebre “Teddy”. A riprova dell’amicizia fra i due, nel 1908 Roosvelt assegnò MacKenzie alla National Conservation Commission e, successivamente, gli affidò un ruolo manageriale per la Brazil Land, Cattle and Packing Company.
Theodore Roosevelt vs Zio Paperone
Roosevelt riappare nel decimo capitolo della Saga di Paperon de’ Paperoni: L’invasore di Forte Paperopoli, ambientato nel 1902, quando “Teddy” è presidente degli Stati Uniti da un anno. È un episodio fondamentale dell’opera: Paperone arriva a Paperopoli e si stabilisce sulla Collina Ammazzamuli, ribattezzata quello stesso giorno Collina Ammazzamotori: diverrà il luogo in cui sorgerà il Deposito!
Potrebbe interessarti anche: 5 curiosità sul Deposito di Zio Paperone
Prima dell’arrivo del papero scozzese, la collina ospitava l’antico e fatiscente Forte Paperopoli: la costruzione fortificata era stata costruita dagli inglesi di Sir Francis Drake nel 1579, per poi passare in mano a Cornelius Coot, il fondatore di Paperopoli. Ai tempi dell’arrivo di Paperone il forte era stato ormai abbandonato e rivendicato dal corpo “eco-militare” delle Giovani Marmotte, che ne aveva fatto il suo quartier generale.
Dopo l’acquisto della Collina Ammazzamotori, Paperone scaccia in malo modo le (tre) Giovani Marmotte: a causa di un equivoco, queste temono che Paperone sia il rappresentante di una superpotenza straniera, un vero e proprio pericolo per la sicurezza nazionale. Decidono perciò di telefonare addirittura al presidente Roosevelt, con cui avevano cavalcato “sul crinale di San Juan”: alla notizia della minaccia nemica, il titolare della Casa Bianca decide di intervenire con la forza.
La battaglia di San Juan citata dalle Giovani Marmotte è un evento realmente accaduto nel 1898, che segnò le sorti della guerra ispano-americana per il controllo dell’isola di Cuba. Durante la guerra, Roosevelt e il colonnello Leonard Wood misero in piedi un’armata di volontari, i celebri Rough Riders. Grazie all’influenza politica di T.R., il corpo militare ottenne l’equipaggiamento e l’addestramento necessario per essere integrato nell’esercito americano seppur con divise differenti, simili a quella dei cowboy. I Rough Riders si distinsero nella battaglia di San Juan per abilità e capacità offensiva.
Paperone è ancora all’oscuro dell’equivoco causato dalle giovani Marmotte: per di più, è alle prese con i Bassotti, e non se la sta certo passando bene. I ladri sono entrati nel forte e hanno rinchiuso il miliardario in un barile di soldi: viene però presto liberato da una cannonata, che sfascia la botte in cui è imprigionato. Da dove proviene il colpo di cannone? Dalla superpotenza americana alle porte di Forte Paperopoli!
La flotta militare, i marines e le coraggiose giovani Marmotte sono pronte per uno degli scontri più epici della Saga di Paperon de’ Paperoni! In testa a tutti, il presidente degli Stati Uniti d’America Roosevelt cavalca insieme ai “suoi” coraggiosi Rough Riders. Il capitolo è ambientato nel 1902, quando i Rough Riders sono già stati “pensionati” da 4 anni: il reggimento era stato sciolto nel settembre del 1898, una volta vinta la guerra ispano-americana.
Per conciliare questo fatto con la loro presenza, Don Rosa fa dire a Roosevelt che “i Rough Riders cavalcheranno ancora!”. Nonostante la loro fama di abili combattenti, non potranno però resistere di fronte alla potenza devastante di Ortensia de’ Paperoni!
Alla fine, il miliardario scozzese e il presidente si incontrano… o meglio si ritrovano! All’apice dello scontro, mentre corrono l’uno verso l’altro, Roosevelt scopre che il nemico non è altro che quel giovane papero che lo aveva aiutato nelle Terre Maledette, mentre Paperone si rende conto che quell’uomo che aveva salvato è diventato presidente degli Stati Uniti.
Potrebbe interessarti anche: Il Deposito di Zio Paperone esiste?

La storia del canale di Panama
L’ultimo capitolo (ancora una volta, non tra i dodici originali) con Roosevelt coprotagonista è L’astuto papero del Varco di Culebra. La vicenda si svolge a Panama nel 1906, durante la costruzione dell’omonimo canale che attraversa l’istmo di Panama collegando così l’Oceano Atlantico col Pacifico.
L’inizio dell’immensa costruzione era iniziata nel 1834, ma solo nel 1901 gli Stati Uniti, con Roosevelt presidente, avevano ottenuto dal governo colombiano (a quel tempo Panama era ancora sotto la Colombia) l’autorizzazione per costruire e gestire il desiderato canale. Proprio nel 1906 T.R. si recò a Panama per osservare i lavori dell’imponente opera, divenendo così il primo presidente in carica ad allontanarsi dagli Stati Uniti!
La storia presenta anche altri agganci alla storia reale: viene citato il presidente panamense Manuel Amador Guerrero, rimasto in carica dal 1903 – anno dell’indipendenza di Panama dalla Colombia – fino al 1908, anche se non appare visivamente nel fumetto. Ne L’astuto papero del Varco di Culebra si parla anche di una rischiosa rivoluzione preparata dal generale Esteban, che non attende altro che un piccolo incidente diplomatico per instaurare una dittatura.
Il generale viene rappresentato con le fattezze di Esteban Huertas, militare colombiano che aveva appoggiato Amador nella rivoluzione che aveva portato Panama all’indipendenza nel 1903, ma che poi era stato allontanato dallo stesso neopresidente panamense, che temeva un suo colpo di stato. Tuttavia Don Rosa si limita solo a recuperare l’aspetto fisico di Huertas, circoscrivendo il ruolo del generale Esteban a quello di “antagonista” all’interno del racconto.
Perché nella Saga di Paperon de’ Paperoni, il papero più ricco del mondo si trova lì?
Ovviamente per soldi! Nonostante gli Stati Uniti posseggano regolarmente il canale di Panama, al papero spetta per legge una montagna che si trova proprio lì in mezzo: è la leggendaria montagna d’oro, all’interno della quale si dice si celi un inestimabile tesoro.
Paperone aveva ottenuto questa proprietà nel 1889, anno in cui i francesi avevano abbandonato i piani di costruzione del canale: proprio un ingegnere e soldato francese, Philippe Bunau-Varilla, aveva ceduto al papero scozzese la concessione della montagna. Bunau-Varilla, tra le altre cose, aveva lavorato al progetto dell’opera insieme a Ferdinand de Lesseps, famoso per la costruzione del canale di Suez. Chiaramente questo rappresenta un ostacolo per Roosevelt: il suo obiettivo diventa quello di ottenere la concessione della montagna di Paperone, in modo da poter ultimare il canale.
Nella storia di Don Rosa la montagna effettivamente cela qualcosa di estremamente prezioso: un gigantesco giaguaro dalle zanne d’oro massiccio, contenente una serie di ricchezze appartenute alle antiche civiltà americane. Una notte, i due protagonisti trovano il tesoro: Paperone desidera ovviamente tenere tutto per sé, mentre T.R. vuole restituire i cimeli alle nazioni sudamericane.
Dopo una serie di litigi e un incontro di wrestling tra Paperone e Roosevelt, i due trovano finalmente un accordo: Paperone cederà la montagna (e con essa il tesoro) in cambio di qualsiasi cosa il Presidente possa offrirgli entro l’alba del nuovo giorno.
Durante il combattimento, ci sono numerosi riferimenti storici: Roosevelt afferma di aver preso lezioni di boxe alla Casa Bianca da James “Gentleman Jim” Corbett, campione del mondo dei pesi massimi tra il 1892 e il 1897; Paperone invece si vanta addirittura di aver sconfitto in un incontro di lotta il leggendario Toro Seduto (1831-1890) e afferma di aver partecipato all’edizione dei Giochi Olimpici di St. Louis del 1904.
“Teddy” Roosevelt: un soprannome, una leggenda
Don Rosa strizza l’occhio alla storia del primo Novecento anche nell’estenuante trattativa tra Roosevelt e Paperone per il prezzo della montagna d’oro. Il papero cerca infatti di farsi dare i diritti sul primo aereo inventato dai fratelli Wright, più precisamente un Flyer, tra i più importanti aeroplani dell’era pionieristica. Confessa inoltre di aver posato il suo sguardo affaristico “su quella macchina per produrre immagini”, vista per la prima volta a St. Louis del 1904.
Accade però un imprevisto: Paperone propone un brindisi a Theodore per “il più grande affare della sua vita”, senza accorgersi che la bevanda che si è versato nel bicchiere è la micidiale “Chicha”, un intruglio panamense che mette fuori combattimento per diverse ore chi lo beve.
Roosevelt deve però concludere l’affare entro l’alba, come ha promesso a Paperone: si rivolge quindi alle due sorelle del magnate, Ortensia e Matilda, che scelgono come pagamento… un orsacchiotto di pezza. Al risveglio non vogliamo immaginare quale sia stata la reazione di Paperone di fronte al “peggior affare della sua vita”; solo molti anni dopo, grazie ai nipotini, si renderà invece conto di avere tra le mani un enorme tesoro.
La storia del “Teddy Bear”, il peluche più famoso della storia, risale al 1902. Roosevelt, durante una battuta di caccia svolta lungo il fiume del Mississippi, si rifiutò di sparare a un cucciolo di orso bruno in trappola, considerandolo un gesto anti-sportivo.
La notizia non passò inosservata, tanto da venire ritratta in una vignetta satirica di Clifford K. Berryman: per tutti i giornali divenne “Teddy Bear” l’orso di Teddy. Berryman continuò a realizzare altre vignette raffiguranti orsi sempre più carini, che divennero famosi e apprezzatissimi dai lettori americani, tanto che lo stesso Roosevelt si complimentò con il disegnatore.
Il primo effettivo “Teddy Bear” giocattolo nacque il 15 febbraio 1903 da Moris Michtom e sua moglie Rose, negozianti di Brooklyn. Le numerose vendite portarono successivamente i due “inventori” a creare una ditta specializzata nella produzione e distribuzione di orsi di pezza, la Ideal Toy Company. A differenza di Paperone, capirono immediatamente il valore del Teddy Bear!
Potrebbe interessarti anche: Da una Colonia a una Nazione: C’era una volta…in America
Nicola de Martino Norante
Immagini © Disney – Panini
Fonti:
Klondike, Dawson City, Samuel Benfield Steele, Jack London – Wikipedia
Jesse James, Frank James, Murdo MacKenzie, Theodore Roosevelt, Rough Riders, Battle of San Juan Hill – Wikipedia
Canale di Panama, Manuel Amador Guerrero, Esteban Huertas, Philippe Bunau-Varilla, James Corbett, Teddy Bear – Wikipedia