La rosa di personaggi appartenenti alla banda Disney vede quasi tutti alle prese con qualche lavoro.
Zio Paperone è il papero più ricco del mondo grazie alla sua dedizione per gli affari, mentre Archimede Pitagorico sbarca il lunario inventando e riparando. Parlando di Topolino, la questione si fa più intrigante, tanto che per capire come si guadagna da vivere abbiamo dovuto fare ricerche approfondite. Paperino, poi, inseguito dalla perenne minaccia di perdere l’eredità dello Zione e dagli impellenti debiti, ha compiuto svariati mestieri, nonostante la pigrizia, e persino Ciccio, il nipote di Nonna Papera –o forse no?– non ha speso tutto il suo tempo dormendo: è stato anche assaggiatore!
Insomma, praticamente chiunque ha lavorato, prima o poi. E quando intendiamo chiunque, stiamo parlando anche di Gastone.
Gastone, il papero fortunato

Gastone Paperone è proverbialmente celebre per una caratteristica: essere baciato dalla Dea Bendata.
Questa peculiarità gli permette di vivere di rendita grazie ai vari premi e ricompense che riceve in continuazione. Abita in una casa di lusso dotata di tutti gli agi, sebbene spenda forse più tempo in crociere intorno al mondo, sempre ovviamente gratuite.

È l’esatto opposto dello sfortunato e squattrinato Paperino, al quale è spesso affiancato per sottolineare questa differenza: da una parte il biondo esteta che vive grazie al lavoro altrui, dall’altra un povero papero in casacca da marinaio, che sebbene lavori non riesce a risparmiare un cent.
Carl Barks, in un’intervista rilasciata nel 1973, sottolineava questo rapporto tra Gastone e il lavoro:
A tutti piace sentire che gli altri devono lavorare quanto loro, e Gastone invece si prende tutto il meglio della vita, senza mai sudare per ottenerlo.

Lavorare non serve!
Quindi, a conti fatti e stando così le cose, a Gastone lavorare per guadagnarsi da vivere non sembrerebbe proprio servire. Perché faticare, quando grazie alla fortuna si ha tutto ciò che serve, e anche di più?
Ebbene, il nostro fortunato papero sembra invece essere caduto nella trappola… Gastone ha lavorato!
La grande rivelazione accade in concomitanza con l’esordio di Archimede Pitagorico, nel 1952. La storia incriminata di Carl Barks, in italiano titolata Paperino e l’amuleto del cugino Gastone, nella versione inglese suona ancora meglio: Gladstone’s Terrible Secret, ovvero “Il terribile segreto di Gastone”. Già, perché il cugino di Paperino si vergogna di quell’unica volta in cui le sue piume si sono piegate alle fatiche del lavoro.
Il tutto ha inizio con una domanda che ogni lettore di fumetti Disney, prima o poi, si sarà fatto: perché Gastone è così sfacciatamente fortunato? C’è un qualche motivo particolare, dietro ai baci che la Dea Bendata gli riserva numerosi? Questione alla quale cercano risposte anche Paperino e i nipotini, che spiano il parente alla ricerca di un indizio che faccia loro capire come egli possa permettersi una vita tutti agi e niente sforzi. Durante gli svariati appostamenti, i quattro detective improvvisati sono spettatori di molteplici colpi di fortuna: Gastone, uscito di casa per fare la spesa, riesce a trovare tutto ciò di cui necessita, procurandosi gli elementi senza aver fatto altro che mettere il becco fuori dalla porta.
Un segreto chiuso in cassaforte
Il motore della trama a un certo punto diventa un segreto (come da titolo) chiuso in cassaforte. Paperino e nipoti non possono resistere alla curiosità: si introducono in casa di Gastone e scoprono che nella cassaforte c’è… solo una monetina. Cedendo alle innumerevoli pressioni del cugino, Gastone confessa che il nichelino che conserva sotto combinazione non è un portafortuna, come i parenti affermano, bensì il rappresentante di un momento di debolezza. Molto tempo addietro, Gastone Paperone ha lavorato.
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Un’onta terribile
Ebbene sì, quella moneta è frutto di fatica, un’onta per il cugino sbruffone.
Di quale lavoro si tratterà? Magari il venditore porta a porta, mestiere molto in voga sul suolo americano negli anni ’50: Gastone ha certamente le abilità oratorie per convincere le persone a spendere i loro soldi. O forse il modello, vista la sua bella presenza e le vesti da giovane dandy.
In ogni caso, quel nichelino va occultato. E il mistero si chiude qui, senza spiegazioni ulteriori. Rimane il dubbio, sopito dallo stupore e da sentimenti meno… nobili.

Curiosità
La monetina dell’infamia non rimane relegata nella cassaforte della storia del 1952, bensì compare, nel formato del mezzo dollaro, in Gastone e il cugino dimenticato, dove Enrico Faccini si diverte a citare la vignetta di Barks.

E, a dirla tutta…
A dirla tutta, esiste almeno un’altra occasione in cui Gastone si è rimboccato le maniche per lavorare. E riguarda proprio la storia di Faccini appena citata. Qui il papero veste i panni di collaudatore di una villa extra lusso totalmente automatizzata. Lavoro piuttosto… fortunato, si oserebbe dire.
Ma Gastone ha potuto sperimentare anche un lavoro più faticoso, in Gastone, il papero più fortunato del mondo, dove lo troviamo afflitto dalla solitudine che essere così fortunato gli arreca. Essere perennemente coperto di regali e premi gli impedisce di passare del tempo con parenti e amici, i quali lo respingono infastiditi.
Pertanto, Gastone decide di compiere un gesto radicale: grazie ad Archimede, si libera della fortuna. Ciò lo pone di fronte a una scelta obbligata: deve lavorare per guadagnare.
Viene assunto come fattorino, ricevendo regolarmente uno stipendio. Ciò significa che Gastone ha guadagnato altri soldi, nel corso della sua vita, derivanti dalla fatica. Ma qui le cose sono differenti: egli ha scelto consapevolmente di darsi da fare, e rinunciando alla sua proverbiale fortuna si è ritrovato al pari di ogni altro papero, potendo assaporare anche i lati positivi dell’alzarsi la mattina presto per guadagnarsi da vivere. Non tutto il male viene per nuocere, e del lavoro non si ha da vergognarsi…
Anto
Immagini © Disney-Panini Comics