Tutti noi, indipendentemente da quanto conosciamo il mondo dei cartoni Disney, abbiamo visto almeno una volta Paperino nelle vesti di un nazista. È infatti una di quelle immagini che più colpiscono l’immaginario collettivo, tanto da finire praticamente in ogni articolo o post del tipo “10 curiosità del mondo Disney che potresti non sapere”. Pensateci bene, anche voi lo avrete visto da qualche parte! Ma da dove salta fuori? Questa quinta puntata di Cartoni bellicosi cercherà di rispondere a tutte le vostre domande!
Il “responsabile” di questo arruolamento di Donald nelle file del Reich è il cartone animato Der Fuehrer’s Face (La faccia del Führer), uscito nelle sale americane il 1° gennaio 1943. Il cortometraggio, diretto da Jack Kinney, appartiene alla serie Donald Duck: non si tratta dunque di un cartone puramente propagandistico, ma, come vedremo, non è di certo il classico cartone di Paperino.
Il re dei corti di guerra
Der Fuehrer’s Face è un “cartone bellicoso” particolare. I quattro corti che finora abbiamo incontrato sono perlopiù sconosciuti al grande pubblico, dato che dopo la Seconda guerra mondiale raramente hanno visto la luce; questo quinto cartone invece, sebbene presenti tutte le caratteristiche degli altri, è certamente molto più famoso. In effetti, Der Fuehrer’s Face è riuscito a sfuggire al dimenticatoio postbellico, nonostante la Disney abbia atteso addirittura il 2004 per metterlo nuovamente in circolazione. Successivamente, l’avvento del web ha permesso a molti spettatori di vedere finalmente un prodotto di cui avevano solamente sentito parlare, consacrandolo definitivamente come il “re” dei cartoni di guerra, tanto da essere conosciuto da moltissime persone e non solo dai “disneyani di ferro”. Ma che cos’è che rende questo cartone così speciale? Cerchiamo di capire assieme perché Der Fuehrer’s Face è così famoso!
Perché Paperino è un nazista
Sicuramente questo accostamento rende indimenticabile Der Fuehrer’s Face: com’è possibile che il nostro amico piumato sia diventato un sostenitore di Hitler? Eppure fin dai primi minuti sembra proprio così: Paperino è un nazista che lavora per l’industria del Reich. Al suono della sveglia, balza in piedi – “aiutato” da alcuni soldati tedeschi – per recarsi al lavoro, dopo una soddisfacente colazione con tanto di contenuto culturale. Viene poi trascinato dagli stessi soldati allo stabilimento in cui ha il privilegio di lavorare “48 ore al giorno per il Führer”: il suo compito è quello di assemblare vari tipi di bombe, senza però scordare di mostrare la sua devozione ad Hitler. Infatti sul nastro trasportatore davanti a Paperino assieme alle bombe scorrono anche dei ritratti del dittatore, che lui deve omaggiare anche se questo richiede qualche difficoltà. Il papero, dopo ore di lavoro continuato, entra in uno stato di stress da superlavoro.
Il nostro eroe cade infatti preda di visioni allucinate, in cui è tormentato da bombe, quadretti di Hitler e da una banda che suona una strana musichetta (occhio ai prossimi paragrafi!): questa situazione onirica diventa sempre più disturbante, in un crescendo di caos, fino a che… (spoiler alert) Donald si sveglia! Paperino non era quindi diventato improvvisamente un nazista: era solo un brutto incubo, dovuto forse alla peperonata della sera prima. Ancora intontito dal sogno, scambia un’ombra sul suo letto per un braccio teso nel saluto romano e si prepara a rispondere, salvo poi accorgersi che si tratta della silhouette di una riproduzione della Statua della Libertà che tiene in camera. Paperino corre quindi ad abbracciare la statua, orgoglioso e grato della libertà che ha in quanto cittadino degli Stati Uniti d’America.
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Perché la musica è indimenticabile
Abbiamo accennato a un motivetto musicale che accompagna spesso il cartone: si tratta della canzoncina satirica Der Fuehrer’s Face, composta da Oliver Wallace (storico compositore dei cartoni Disney) su richiesta di Walt Disney per il cartone. Wallace ricorda che Walt gli chiese di scrivere una canzone che avrebbero dovuto cantare i nazisti con una caratteristica particolare: “Per loro, dev’essere seria. Per noi, divertente”. Per di più, poco prima dell’uscita del cortometraggio, il popolare gruppo Spike Jones and His City Slickers incise una versione della canzone che divenne una vera e propria hit.
La fortuna del cartone deve moltissimo a questo brano: non solo dà il nome al corto (in fase di lavorazione il titolo era Donald Duck in Nutzi Land), ma risulta essere un vero e proprio cardine attorno cui ruota tutto il corto. Come infatti ebbe a dire il regista Jack Kinney, “ho costruito questo cartone attorno alla canzone”.
Ecco qui il testo:
Quando il Führer dice “noi ezzere la razza suprema”
Noi diciamo “Heil! Heil!” dritto in faccia al Führer
Non amare il Führer è una grande disgrazia
Quindi diciamo “Heil! Heil!” dritto in faccia al Führer!Quando Herr Goebbels dice “possediamo la terra und lo spazio”
Noi diciamo “Heil! Heil!” dritto in faccia a Herr Goebbels!
Quando Herr Goring dice “non bombarderanno mai kvesto posto”
Noi diciamo “Heil! Heil!” dritto in faccia a Herr Göring!Non siamo forse i superuomini? Puri superuomini ariani?
Ja, siamo i superuomini!
Non è forse bella questa terra nazista
La lasceresti se potessi?
Ja, questa terra nazista è bella
La lasceremmo se potessimoNoi portiamo ordine nel mondo
Heil Hitler! Ordine nel mondo!
Tutti quelli di razza straniera
Ameranno la faccia del Führer
Quando porteremo nel mondo kvesto ordine!
Nella versione di Spike Jones, gli “Heil” sono beffardamente sottolineati da un suono di una pernacchia ottenuto con uno strumento che Jones chiamava “birdaphone“; la canzone del cartone, invece, utilizza un più neutro basso tuba.
Perché la musica ha un ruolo importante nella trama
L’irriverente canzone fa capolino nel cartone sin dai primi fotogrammi: è cantata da una ridicola banda di 5 elementi, ciascuno dei quali è una caricatura di un politico tedesco o dell’Asse. Si riconoscono infatti Joseph Goebbels al trombone, Heinrich Himmler al rullante, Hideki Tojo al susafono, Hermann Göring all’ottavino e Benito Mussolini alla grancassa. Questo improbabile complesso musicale completa l’effetto satirico del brano musicale: ad esempio, a pronunciare il verso “[siamo] puri superuomini ariani” è l’ammiraglio Tojo, che con i suoi tratti orientali è ben lontano dagli standard della fantomatica razza ariana proposta dal nazismo.
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Sono proprio i soldati della banda a prelevare Paperino dalla sua abitazione e a trascinarlo al lavoro, sempre sulle note di Der Fuehrer’s Face. Mentre Donald entra nella fabbrica, il testo del brano si fa decisamente più derisorio ed esplicito:
Quando il Führer dice “non saremo mai schiavi”
noi diciamo “Heil! Heil!” ma lavoriamo ancora come schiavi!
Mentre il Führer si vanta, mente, urla e delira
noi diciamo “Heil! Heil!” e lavoriamo per le nostre tombe!Quando il Führer grida “ho bisogno di più bombe!”
Noi diciamo “Heil! Heil!” e per lui facciamo più bombe
Se una piccola bomba dovesse mandarlo… (all’inferno)
Diremmo “Heil! Heil!”, e non sarebbe magnifico?
Come abbiamo già anticipato, la canzone accompagna anche tutta la sequenza delle allucinazioni visive di Paperino prima del risveglio: infine, tocca sempre a lei chiudere il cortometraggio. Infatti, mentre il coro canta la canzone, qualcuno dal pubblico lancia un pomodoro in corrispondenza dell’ultimo “Heil!” e colpisce l’arcigno volto di Hitler: come dice il testo, “dritto in faccia al Führer“! In ultimo, i resti dell’ortaggio formano la scritta The End, con cui Der Fuehrer’s Face si chiude.
Perché la sua ironia è dissacrante
Un altro motivo che rende questo cartone indimenticabile è l’ironia con cui la Germania e Hitler vengono rappresentati. In questo mondo in cui Paperino veste i panni del nazista ogni cosa è a forma di svastica: alberi, nuvole, pali della luce, cespugli, idranti, mulini a vento! La casa del papero è poi un capolavoro satirico, a cominciare dal suo aspetto esteriore che ricorda il volto di Hitler: all’interno, poi, vediamo una sveglia che fa il saluto romano, un orologio a cucù con un piccolo Führer e molti altri richiami al nazismo. Il cartone ironizza poi sulla scarsità di viveri che incombeva sulla Germania: la colazione di Paperino è costituita da una preziosa bustina di caffè (custodita in cassaforte), da una fetta di “pane” di legno e da una spruzzata di aroma di uova e bacon.
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Il cartone accenna anche alle condizioni dei lavoratori tedeschi, obbligati a turni a tempo pieno sotto la minaccia delle armi. Infatti Paperino, una volta al lavoro, è costretto a turni massacranti nella catena di montaggio della fabbrica, spronato da un insopportabile altoparlante. A un certo punto, il megafono annuncia che finalmente il Führer ha deciso di concedere le ferie pagate: purtroppo per Paperino, non sono altro che pochi secondi di riposo mentre alle spalle appare un telo in cui sono dipinte le Alpi. Per di più, nemmeno in queste brevissime “vacanze montane” Donald può rifiatare, in quanto deve fare ginnastica: spronato dal fastidioso altoparlante, deve eseguire degli esercizi… ovviamente a forma di svastica!
Perché è un premio Oscar (e non solo)
Der Fuehrer’s Face ottenne il più alto riconoscimento possibile per un cartone animato: infatti, nel 1943 vinse il premio Oscar per il miglior cortometraggio d’animazione, diventando il primo (e l’unico!) corto di Paperino a fregiarsi dell’ambita statuetta. La sua fama non si fermò qui: nel 1994 venne inserito al 22esimo posto nella lista The 50 Greatest Cartoons, una classifica dei 50 migliori cartoni animati mai prodotti stilata da un gruppo di 1000 esperti e pubblicata nell’omonimo libro dello storico dell’animazione Jerry Beck. Tra le motivazioni di tale riconoscimento possiamo leggere:
Anche se riconosciamo e ammiriamo l’abilità artistica che sta dietro ai cartoni, è il loro umorismo che amiamo veramente. Spesso è l’umorismo dell’inaspettato […]. In Der Fuehrer’s Face, è la costante ripetizione del tema della svastica, che appare nelle nuvole, nei pali telefonici e nelle banderuole.
La forza comunicativa di Der Fuehrer’s Face risiede infatti nella sua carica satirica: attraverso l’arma dell’ironia, questo cartone ci mostra la miseria del mondo nazista e il delirio di Hitler e dei gerarchi.
Perché è un cartone “proibito”
All’uscita nelle sale, Der Fuehrer’s Face ottenne un grande successo: la sua fama oltrepassò l’oceano fino a giungere in Europa, e quindi anche in Germania. Il corto, ovviamente, non fu accolto favorevolmente dal Reich: a tal proposito, nelle sue memorie il regista Jack Kinney ricorda che
Alcune stampe del cartone furono spedite in tutto il mondo, perfino in Russia, che utilizzò il messaggio propagandistico per incoraggiare le truppe. Non penso fosse molto popolare tra i Nazisti. In effetti, ci giunse voce che Hitler avesse bruciato ogni copia [del cartone] che fosse riuscito a trovare. Questa cosa ci piacque molto.
Come già detto, a causa dei controversi contenuti di questo corto la Disney non fece circolare ufficialmente Der Fuehrer’s Face fino al 2004, quando uscì nel DVD The Chronological Donald, Volume Two della serie Walt Disney Treasures. Il disco uscì anche in Italia come Semplicemente Paperino – Vol. 2: purtroppo, questo cortometraggio venne rimosso nelle edizioni pubblicate in Giappone, Italia e Germania per non urtare la sensibilità delle nazioni prese in giro dal cartone. Lo stesso trattamento venne riservato a Commando Duck: inoltre, quest’operazione di taglio coinvolse uno tra i più bei corti di Paperino, Il reato di Paperino (Donald’s Crime), che venne rimosso per errore dal DVD assieme ai due “cartoni bellicosi”. In Italia, quindi, Der Fuherer’s Face rimane ancora inedito: qui sotto trovate la versione originale del corto con i sottotitoli in italiano.
Ma quindi perché Paperino è un nazista?
Per tutti questi motivi, Der Fuehrer’s Face è sicuramente il “cartone bellicoso” per eccellenza. Tuttavia, sicuramente vi sorgerà spontanea questa domanda: perché Paperino, di gran lunga il personaggio Disney più amato negli anni ’40, passa dalla parte del nemico, anche se solo in sogno? Non si poteva fare la stessa satira senza coinvolgere la star degli Studios? A questa domanda rispondono direttamente Joe Grant e Dick Huemer, gli sceneggiatori del corto:
Pensiamo che un personaggio pubblico come Paperino, che si contorce in maniera ribelle nelle grinfie dei nazisti, porterà questa situazione a casa di ogni uomo, donna e bambino in questo paese… perché Paperino per loro è come un membro della famiglia. Finiranno per odiare Hitler venti volte di più che se avessero vissuto lo stesso calvario con un qualche eroe dai capelli ricci che dopotutto è semplicemente un altro attore cinematografico.
Ancora una volta, tocca a Paperino scendere in campo (perfino nei panni di un nazista) e ribadire ancora una volta che la libertà è quanto di più prezioso ci possa essere al mondo. Un insegnamento che, al di là del contesto storico della guerra, dobbiamo tener bene a mente anche oggi.
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Francesco Menegale
Immagini © Disney, Turner Publishing
Fonti:
In His Own Words: Oliver Wallace on “Der Fuehrer’s Face” – Cartoon Research
The 50 Greatest Cartoons: As Selected by 1,000 Animation Professionals