Il più grandioso e spettacolare Topofilm mai realizzato
Prima ancora che la Walt Disney Company acquisisse i diritti di Star Wars, quando noi Ventenni Paperoni eravamo ancora giovani, su Topolino apparve un presagio di questa rivoluzione. Ai tempi però il malvagio piano per la conquista del pianeta venne affidato a Gambadilegno, e quindi miseramente fallì.
Era infatti il 1997 (precisamente dal n° 2171 di luglio al 2186 di ottobre) quando sulle pagine del Topo apparve Topokolossal. Un’opera scritta e disegnata da Silvia Ziche che, sulle orme di Papernovela, avrebbe portato risate e divertimento a tutti noi appassionati lettori con una parodia di Guerre Stellari che durò ben 16 puntate.
Molti di voi ricorderanno Balle Spaziali, la spettacolare opera di Mel Brooks del 1987, o i più recenti Robot Chicken: Star Wars del 2006 (e seguiti), o Blue Harvest (2007), mandata in onda da I Griffin all’inizio della sesta stagione (poi proseguita negli anni seguenti).
Se siete fan di queste note parodie non potete lasciarvi sfuggire Topokolossal!
Conquistare il mondo!… così, senza impegno.
Plottigat, Macchia Nera e Gambadilegno, nei panni del terribile Darth Vader, vogliono conquistare la Terra, e per farlo devono rapire Stella, la “coscienza collettiva” del pianeta, che governa l’ordine e la pace. Per salvarla interviene l’eroe Mickey Skyrunner, nei panni del topastro più maltrattato che abbiate mai visto. Se infatti Gambadilegno e i suoi alleati (più o meno clonati) risultano ridicolmente malvagi, i loro pazzi piani trovano una facile attuazione grazie alla goffaggine e al poco acume del famoso detective, a un livello tale da fare la gioia dei suoi detrattori.
Per di più Topolino dovrà combattere equipaggiato con l’arma più improponibile che si possa immaginare: una baguette… catalitica!
From Star Wars with Love
Se la storia è rimasta nei nostri cuori è stato anche grazie ai vari riferimenti alla filmografia, soprattutto fantascientifica, della quale la spada laser trasformata in un panino è solo la punta dell’iceberg. Oltre ai già citati Mickey Skyrunner (Topolino), Pietro Galactus (Gambadilegno) e Stella (Minni) abbiamo Basettoni nei panni di Obi-Wan Kenobi e Plottigat, ovvero il perfido Imperatore Palpatine, l’unica mente quasi brillante presente sull’astronave dei cattivi che richiama la Morte Nera.
Oltre al Triennium Talpon e ai vari riferimenti a Star Wars, come l’ambientazione e i costumi di scena, si sprecano le citazioni cinematografiche.
Abbiamo una carrellata di attori come Bruce Uillis (Bruce Willis), Flint Eastgood (Clint Eastwood), Sharon Phone (Sharon Stone) e di registi come Mister Spolberg (Steven Spielperg) e Quantin Cinquantino (Quentin Tarantino), che alla fine della serie propone Polp Fiction alla regista di Topokolossal Annabel Lecter (Hannibal Lecter).
C’è poi il riferimento agli scrittori dei grandi classici del Giallo nella sigla de Il Topogiallissimo, quali Agatha (Christie), Arthur (Conan Doyle) ed Edgar (Allan Poe), così come molte altre che lasciamo al vostro spirito di osservazione.
Tutto all’opposto
La caratteristica principale di Topokolossal è che succede tutto e il contrario di tutto. La regista non sa mai quello che succederà, la storia viene diretta dai cattivi, Topolino ha l’effettiva intelligenza di un sorcio e il ruolo dell’acuto detective ricade sul solitamente babbeo ispettore Manetta. In questo caso lui è l’unico a fiutare la situazione, fornendo prove schiaccianti per gli improbabili avvenimenti, ma nonostante questo viene ignorato, persino più del solito.
Di contro Topolino non ne azzecca una e da più parti viene denigrato e insultato (anche come attore). Viene messo in dubbio persino il suo essere adatto a interpretare il ruolo dell’eroe.
Anche nella narrazione i ruoli si invertono: la fantasia della conquista del mondo diventa realtà, e la quarta parete viene scavalcata tanto rapidamente che nemmeno i telespettatori credono al diabolico piano di Pietro, sino a quando Topolinia non viene assediata dalle sue truppe.
Topokolossal si contrappone a Papernovela proprio per la specie animale utilizzata (e questo è forse il motivo della sua minor fama).
I Paperi sono più amati dei Topi. Per questo, nonostante l’ottimo lavoro dell’autrice, le battute e le scene possono sembrare al di sotto dei livelli raggiunti nella precedente opera, imbattibile da questo punto di vista.
Una lotta tra due diversi mondi che si ripropone anche tra i telespettatori stessi: i “vecchi” amanti de Il mistero del papero del mistero, e gli abitanti della casa in cui si imbucano (topolinesi, che ovviamente si schierano per la nuova serie) finiscono per bisticciare di continuo, proprio come veri fan.
Insomma, che siano Topi o Paperi, le storie della Ziche sono sempre attuali.
Farne una è difficile, farne due lo è di più!
L’irresistibile stile di Silvia Ziche viene qui riproposto: per esempio, abbiamo nuovamente i tipici sfondi monocromatici, anche se arricchiti di maggiori dettagli. La struttura narrativa è la stessa di Papernovela, ovvero abbondante, variegata e con episodi mai autoconclusivi, ricchi di gag e di veloci battute.
Gli espedienti narrativi sono persino migliorati, con l’introduzione di una storia nella storia. Topokolossal inizia infatti come TopoGiallissimo, una scena del crimine dove Topolino accusa gli alieni di un furto in camera chiusa. Questo però è un escamotage di Macchia Nera che, impersonando il miliardario filantropo (ma non playboy) John Dollar, si offre di finanziare le riprese di un telefilm. In questo modo Topolino è occupato sul set, mentre Gambadilegno e i suoi complici commettono le varie rapine.
Il divertimento è assicurato e il tratto della Ziche, sempre comico e leggermente trasgressivo rispetto ai soliti canoni dell’epoca, accompagna brillantemente la storia.
L’avevo detto, io! L’avevo detto!
Il finale della storia è rocambolesco e per certi versi complesso, ma una cosa è certa: è tutto come aveva intuito Manetta. Tuttavia anche Topolino ha l’opportunità di riscattarsi riuscendo, ancora nei panni di Mickey Skyrunner, a sventare il subdolo piano di conquista del mondo. A questa conclusione si accostano varie digressioni sul destino dei vari personaggi, che rendono il tutto più caotico (è forse anche per questo che il finale di questa serie è rimasta meno impressa nella nostra memoria).
Come accade ai telespettatori che fanno binge-watching, alla fine di serie come questa rimangono emozioni, nostalgia e soprattutto tanti ricordi. Proprio per questo la storia è stata più volte rievocata e anche ristampata.
Vorremmo però concludere soffermandoci su una famosa vignetta, che ha fatto scendere qualche lacrima a tutti i fan di Star Wars. Topolino e Minni in Topokolossal, un omaggio dell’autrice alla compianta Carrie Fisher (la principessa Leia), pubblicato sul blog di Silvia Ziche nel 2016.
Dario Pezzotti, Mattia Comincini
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Fonti: IMDb, Inducks