Il cartone che la Disney ha messo in vendita

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La Walt Disney Corporation, soprattutto in questo periodo, è considerata una realtà a tenuta stagna, un buco nero dell’intrattenimento in grado di assorbire tutto ciò su cui mette gli occhi e che molto, molto difficilmente permette a prodotti che già possiede di lasciare il proprio controllo.

Esempio lampante di questa inclinazione può essere il forte sostegno dato dall’azienda al Copyright Term Extension Act, legge americana che nel 1998 ha esteso di 20 anni i termini di protezione per le opere registrate negli USA dopo il 1923, evitando così che Topolino rischiasse di entrare nel dominio pubblico.

Come tutti gli imperi, anche se in questo caso solo mediatico, anche la Walt Disney Corporation racchiude al suo interno realtà profondamente differenti, e non tratta con la stessa attenzione tutte le sue creature.

La provincia dell’impero mediatico

Ritenuto secondo la leggenda troppo spaventoso (e per questo bandito dalle sale inglesi), il corto del 1933 The Mad Doctor, reso popolare dall’uscita del videogioco Epic Mickey, è oggi di dominio pubblico. Un simile fato è toccato anche ai cosiddetti “cartoni di guerra” prodotti a fini propagandistici per gli Stati Uniti nel corso della Seconda Guerra Mondiale, fra i quali spicca The Spirit of ‘43.

the Mad Doctor trademark
Il grottesco Mad Doctor che ha rischiato di terrorizzare i bambini inglesi

Ma, come è facile notare, tutte queste produzioni sono molto vecchie o di natura bellica e, se teniamo in considerazione la legge del 1998 di cui parlavamo prima, a scanso di improbabili errori giudiziari, la Disney non dovrebbe perdere o abbandonare  il copyright di nessun’altra sua produzione.

Ma non esiste solo il copyright

Un’altra forma di protezione della propria proprietà intellettuale è il trademark, il marchio registrato. Come segno distintivo, riconosciuto giuridicamente e attestato legalmente dallo Stato, il trademark impedisce a eventuali terzi di commercializzare, all’interno di un dato settore, un servizio o un prodotto che abbia dei dettagli (per esempio il nome, ma anche colori, suoni) uguali ai segni distintivi registrati di prodotti/servizi che siano già in commercio. La grande differenza fra copyright e trademark (qui spiegato in maniera estremamente sintetica) è che il secondo deve essere rinnovato dopo una certa quantità di tempo, pena la perdita del proprio marchio registrato. Come avrete già intuito, qualcuno ha mancato un rinnovo.

Un trademark orfano di proprietario

Andando a spulciare gli archivi digitali del sito Justia.com, ampio database di documenti legali appartenenti a diverse compagnie, fra cui anche Disney, possiamo scoprire che un loro trademark risulta con lo status 606, ovvero abbandonato.

Trademark Maggie Vita da Mosca

Vittima di questa noncuranza è la serie tv The Buzz on Maggie, in Italia conosciuta semplicemente col nome Maggie, accompagnata dal sottotitolo Vita da Mosca.

La produzione di Dave Polsky, andata in onda per la prima volta nel 2005 su Disney Channel, a suo tempo aveva attirato l’attenzione positiva della critica che ne aveva anche lodato la sigla, cantata in lingua originale dalla canadese Skye Sweernam, che è valsa alla serie anche una nomina per i Daytime Emmy Award.

Eppure dopo una sola stagione la serie, incentrata sulla vita di Maggie Pesky, ragazza adolescente come molte altre, se non fosse per il fatto che lei e tutti i suoi amici e conoscenti sono insetti, venne chiusa nel 2006 e, a parte qualche replica, non avrebbe fatto più parlare di sé.

Un oblio che, come abbiamo visto, ha raggiunto anche i vertici della Disney che nel 2008 ne ha abbandonato il trademark. Se già Disney+ è famosa per le lacune di alcune sue serie, possiamo stare certi che Maggie non vedrà la luce della piattaforma molto presto.

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Trademark Maggie Vita da Mosca
Maggie con i fratelli, Aldrin e Pupert

Questo significa forse che chiunque abbia qualche centinaio di dollari può acquistare e trasmettere la serie, vendendone al contempo gadget e accessori (trademark anche loro abbandonati)? Non proprio.
Personaggi, ambientazioni e soprattutto gli episodi della serie TV sono ancora tutti di proprietà dell’azienda di Burbank, e lo saranno ancora per un bel po’, mentre specificamente il nome The Buzz on Maggie rimane disponibile per l’acquisto.
Apparentemente una delusione rispetto alle possibilità iniziali ma, se credete che possedere un documento che vi certifica proprietari del nome di una serie andata in onda su Disney Channel sia un ottimo modo per rompere il ghiaccio nel corso di una conversazione, allora fra voi e il vostro sogno ci sono solo pochi click di distanza.

Filippo Mairani

Immagini © Disney

Fonti:

https://trademarks.justia.com/785/41/the-buzz-on-maggie-78541920.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Marchio_registrato

https://web.archive.org/web/20120306055845/http://www.emmyonline.tv/emmy/33rdAnnual_daytime_nominees_only.html

https://www.imdb.com/title/tt0450208/

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