Topolino e la droga: un binomio imperfetto
Nel corso degli anni Topolino si è ritrovato a svolgere le mansioni più disparate, in parte legate al suo amore per il mistero e per l’avventura. Ma sapevate che, tra i tanti mestieri svolti, ci fu anche quella volta in cui Topolino si mise a spacciare droga?
Possiamo già immaginare le vostre reazioni nel leggere queste parole. In fin dei conti Topolino rappresenta l’incarnazione del cittadino modello, ligio al dovere e stretto osservatore delle regole e del buon senso. È impossibile anche lontanamente immaginare che il nostro eroe si sia dato a una tale attività. Eppure, per quanto possa sembrare incredibile, è realmente accaduto che Topolino si sia dato allo smercio di droga. La storia in questione si intitola Mickey Mouse and the medicine man, un’avventura pubblicata per la prima volta negli Stati Uniti e sconosciuta ai più, visto che ha conosciuto pochissime riedizioni.
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Mickey Mouse and the medicine man
Un entusiasta Pippo si reca a casa di Topolino con in mano un flacone di Peppo. Ben presto i due amici si rendono conto delle proprietà portentose del medicinale, in grado di regalare un’energia e una vitalità mai viste prima. Riconoscendola come un’opportunità di facile guadagno, Topolino e Pippo decidono di mettersi in affari con il manager che gestisce la produzione del farmaco e vengono spediti in Africa.
Giunti nel continente africano Topolino e Pippo fanno tappa in un villaggio che sembra essere mezzo addormentato. Il luogo perfetto per iniziare la commercializzazione della miracolosa bevanda Peppo.
Sfortunatamente per loro, un malvagio stregone, invidioso della popolarità raggiunta dai venditori del farmaco, decide di farli prigionieri. I nostri eroi scoprono ben presto che lo stregone è responsabile dello stato onirico in cui versa il villaggio, da lui indotto per mantenere segreta agli abitanti l’esistenza di una miniera di diamanti. A Topolino e Pippo dunque spetta il compito di far aprire gli occhi alla popolazione.
Una storia più unica che rara
Mickey Mouse and the medicine man è una storia più unica che rara la quale, se venisse pubblicata al giorno d’oggi, solleverebbe parecchie perplessità. Diciamolo chiaramente: Peppo sembra essere, a tutti gli effetti, una sostanza stupefacente.
Di fumetti che pongono al centro il tema della droga ve ne sono tanti, ma è inusuale che abbiano come protagonisti i personaggi del mondo Disney. Se è inaspettato che siano i fumetti Disney a trattare l’argomento, è ancora più straniante che sia proprio Topolino, l’eroe positivo per eccellenza, a decidere di commerciare uno stupefacente senza chiedersi di quali sostanze sia composto e senza interrogarsi sui possibili effetti collaterali.
Insomma, siamo di fronte a una di quelle storie che difficilmente vedremo ripubblicata, poiché stona con la caratterizzazione di Topolino e poiché esulerebbe dagli argomenti affrontati oggi dal fumetto Disney. Per comprendere meglio la storia è indispensabile fare qualche chiarimento, almeno per quanto riguarda il contesto storico in cui questa venne scritta e pubblicata.
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Un circolo vizioso
L’idea di rendere Topolino e Pippo “spacciatori di droga” nasce nel 1951 dalla collaborazione tra la Walt Disney Company e General Mills. Quest’ultima è un’azienda alimentare che investì le proprie sostanziose forze produttive per soddisfare i bisogni derivanti dal conflitto della Seconda Guerra Mondiale, traendone enormi benefici economici. In particolar modo, il settore che ne trasse i maggiori profitti fu quello medicinale, dato che i soldati necessitavano di sedativi e stupefacenti vari per far fronte alle difficoltà da sostenere in guerra.
Finita la Seconda Guerra Mondiale, le forze armate statunitensi non erano state messe a riposo: nei primi anni ’50, a causa della Guerra di Corea, la domanda di stupefacenti da parte dei militari era in crescita. A questa si aggiungevano le richieste della popolazione civile, che aveva iniziato a fare largo uso di sostanze dopanti per affrontare lo stress e le pressioni della vita quotidiani.
In questo contesto esplose la corsa ai medicinali, che vide due protagonisti: da un lato, le grandi aziende farmaceutiche in lotta tra di loro per il controllo del mercato, dall’altro, i mass media che contribuirono a favorire la diffusione delle droghe, pubblicizzandone solo le proprietà benefiche.
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Fu proprio in quegli anni, tra il 1950 e il 1951, che la General Mills collaborò con la Walt Disney Company per realizzare Mickey Mouse and the medicine man. Con l’acquisto di una confezione di cereali Wheaties e 15 cent era possibile richiedere un set di mini-fumetti Disney, uno dei quali conteneva la storia di cui stiamo parlando. Dalla partnership con General Mills nacquero in tutto 32 storie, divise in 4 set da 8.
Come si evince dalla contestualizzazione fin qui raccontata, ai tempi in cui fu pubblicata la storia, il commercio di droga avviato da Topolino era un’attività lecita se non addirittura promossa dalle istituzioni, una situazione ben lontana dalla realtà attuale.
Ma che cos’è Peppo?
Adesso resta da sciogliere un ultimo nodo, ossia Peppo. Che tipo di sostanza stanno spacciando esattamente Topolino e Pippo? È difficile dirlo con esattezza. Sappiamo solo che è una sorta di medicinale in grado di conferire a chi lo assume uno stato di euforia e di grande vitalità fisica. Dagli effetti visti nelle immagini postate e dagli scarni indizi si può dedurre che Peppo sia un tipo di amfetamina (o metanfetamina), una droga stimolante.
La scelta dell’amfetamina non fu del tutto casuale. Tra gli anni ’30 e ’50 del secolo scorso questo stimolante conobbe un boom di consumi: era adoperato comunemente da molte persone, soprattutto dagli studenti che lo assumevano per migliorare le prestazioni mnemoniche e dalle casalinghe che se ne servivano per affrontare la routine quotidiana.
Il successo conosciuto dalla droga fu tale da far guadagnare alla sostanza (quando abbinata alla caffeina) il nomignolo di speed, in riferimento alla sua capacità di ridurre la stanchezza e aumentare la prestanza fisica.
Questo è Mickey Mouse and the medicine man
Tirando le somme possiamo concludere che Mickey Mouse and the medicine man è una storia che reca con sé i segni di una mentalità e di un pensiero ben lontani da quelli attuali.
Se l’associazione tra Topolino e la vendita di sostanze stupefacenti può sembrare anacronistica, ricordiamoci che questo è solo un esempio di tutte le volte che, nel corso degli anni, i personaggi Disney hanno avuto a che fare con temi che oggi ci sembrano fuori luogo. D’altronde è comprensibile: la Walt Disney Company esiste da quasi un secolo, e non ha mai smesso di intrattenerci adattandosi al periodo storico, se non addirittura a volte anticipando i cambiamenti culturali.
Queste opere sono uno specchio sul passato, che ci permette di vedere come si è modificata la società. Se prendessimo un ragazzo vissuto negli anni ’50, questi sicuramente ci risponderebbe che Topolino non sta compiendo nulla di sconcertante. Anzi, sta semplicemente vendendo un prodotto come gli altri, in grado di migliorare la qualità della vita!
Antonio Ferraiuolo
Immagini © Disney, General Mills, Searle & Co. of Canada LTD.
Fonti: erowid | State of mind