Eccoci alla seconda parte sulle storie imperdibili di Rodolfo Cimino(trovate qui la prima parte)
Fare una cernita è davvero difficile, fosse per me le inserirei praticamente tutte, perché tutte le ho vissute da bambina. Rammento l’emozione della ricerca di un tesoro, la fame per un piatto di salsicce attorno a un fuoco, la rabbia per la meschinità di Paperone contro il povero Paperino e la soddisfazione di vederlo immancabilmente punito.
La ripetitività degli elementi nelle storie di Rodolfo Cimino è come in un canovaccio. Tipica la costruzione in stile fiabesco, la magia spesso presente, i curiosi personaggi dalla barba chilometrica e tutti i mezzi strani che ha inventato. In sintesi, sono la magica alchimia che ha permesso al prolifico autore di realizzare centinaia di piccoli capolavori. Rodolfo Cimino era un sognatore e dei sui sogni disegnati su carta ha fatto un grandissimo dono a noi lettori.
Zio Paperone e i guanti di Cagliostro (1971, disegni di Giorgio Bordini)
Forse non è tra le storie più belle, ma a me colpì tantissimo per le sue atmosfere cupe e per quel nome, Cagliostro, che scoprii essere realmente esistito e in fama di magia. Quando uscì su Topolino n. 819, in TV trasmettevano Il segno del comando, sceneggiato cupo e spaventoso per una bambina. Eppure lo adoravo, come tutti: ebbe un successo clamoroso. In qualche modo questa storia mi riportava a quelle atmosfere esoteriche.
Vediamo Paperone con uno dei suoi stranissimi malanni, quelli che lo costringono a compiere viaggi incredibili per trovare le cure più assurde.
In questo caso il malanno è un fastidioso dolore ai polpastrelli dovuto al continuo contare e maneggiare il denaro, una sorta di carica negativa assorbita. Unica cura, non toccare il denaro e fare un viaggio, per una volta un viaggio normalissimo di riposo. Tutti i paperi quindi partono, e a Venezia Paperone compra a un’asta i guanti di Cagliostro. Con essi, riesce a toccare il denaro, ma il rimedio si dimostra peggiore del male: eludendo l’avviso del suo corpo, provoca una reazione che lo priva dell’uso delle mani. Ed ecco i paperi, che sono bloccati nel mezzo del nulla gelato, a passare l’inverno in una tenda con lo zio invalido. Solo uno spontaneo atto di generosità potrebbe far guarire il vecchio papero. Generosità e Paperone? Un ossimoro. Eppure il miracolo succede, Paperone d’istinto regala i guanti a un viandante infreddolito e così guarisce. Anche l’inverno è finito, i paperi possono finalmente tornare a casa e quindi tutto è bene quel che finisce bene.
Zio Paperone e i picnic promozionali (1971, disegni di Giulio Chierchini e Giuseppe Perego)
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Ho l’acquolina in bocca. Solo vedere la splash page d’apertura mi provoca attacchi di appetito irresistibili. Come già detto, una delle doti di Rodolfo Cimino consiste nel far venir fame alla gente. Credo che gli piacesse il buon cibo, me l’immagino ai fornelli a preparare colazioni, pranzi e cene per tutta la famiglia, cibi semplici, genuini e saporiti. Come le pizze con il buco della storia, il profumo pare uscire dalla carta e deliziare le narici. Aspettiamo con ansia che i Ventenni Peperoni ci diano presto la ricetta!
Paperone decide di sfruttare la ben nota abilità culinaria di Paperino per prendere per la gola e indurre così i vari concorrenti a firmare contratti. Ovviamente l’avidità di Paperone prenderà il sopravvento, con conseguente solita catastrofe finale, che accollerà al povero e innocente Paperino. Uscita su Topolino n. 832, vede un bravo Chierchini dare forma agli appetibili disegni.
Zio Paperone e l’elmo del comando (1973, disegni di Romano Scarpa)
Storia godibilissima, si ride e tanto. Notevolissime le matite di Romano Scarpa.
Paperone, per una delle sue solite improbabili malattie, parte per un remoto pianeta alla ricerca di un capo. La cura, infatti, consiste nel governare per un certo periodo.
Il pianeta è bucolico, gli abitanti sereni e in apparenza sempliciotti, ma si sa che l’apparenza inganna. I nipotini scoprono infatti che sono molto avanzati tecnicamente, ma hanno rinunciato alla tecnologia per evitarne i problemi. Rifiuto della tecnica per evitare di creare problemi non esistenti e la difficoltà di essere un capo al di sopra di ogni tentazione: quanta filosofia in una sola tavola.
I Paperini corrono ad avvisare Paperone, ma è tardi: ormai l’Elmo è fissato indissolubilmente al suo capo e per sei mesi dovrà legiferare saggiamente o saranno schiaffoni. E schiaffoni ovviamente furono! Tanti, tantissimi, tutti molto comici. Simpatiche, come un siparietto le due mani che sembrano vivere di vita propria.
Diecimila schiaffoni dopo, si trova la soluzione: a inventare leggi sagge sarà l’onesto Paperino, Paperone si limiterà a firmarle. Un successo tale che, a scadenza mandato, il popolo ne chiede un secondo. Ovviamente i paperi si eclissano alla velocità della luce.
Tornati a Paperopoli, Paperino chiede la mercede promessa per il suo lavoro, Paperone sostiene che il contratto non sia valido per un cavillo, ma si sbaglia: se così fosse stato, l’elmo lo avrebbe schiaffeggiato pesantemente.
La storia si chiude quindi con Paperino che torna a casa con un bel gruzzolo: per una volta,è andata bene.
La storia uscì in due parti, su Topolino 940 e 941.
Zio Paperone e l’invasione dei Ki-Kongi (1973, disegni di Giorgio Cavazzano)
Storia fenomenale, perfetta! Un Cavazzano in stato di grazia alle matite e un grandissimo Cimino, che ha creato una sceneggiatura al tempo stesso ironica e apocalittica.
Siamo negli anni ’70 e la fantascienza è di grandissima moda. Rodolfo Cimino sicuramente la apprezzava, viste le numerose storie a fondo fantascientifico, con alieni di altri pianeti sempre originali e divertenti.
Questa bellissima storia uscì in due puntate, su Topolino n. 934 e 935, e ricordo ancora l’attesa per vedere il seguito dopo la prima parte.
È in questa storia che vediamo una delle vignette più richieste sulla nostra pagina, un bellissimo Paperone armato che esce letteralmente dalla pagina con il suo realismo:
Paperone ha degli incubi premonitori su una minaccia al suo peculio. Mentre un medico lo rassicura, sul pianeta Piramidonia gli scienziati creano i Ki-Kongi, esseri composti di sostanza inorganica in grado di creare materia dal nulla.
Purtroppo i mostri rosa iniziano a distruggere invece di produrre e quindi vengono esiliati sulla Terra, dove iniziano a devastare. L’assemblea delle Nazioni Sparpagliate, evidente ironico riferimento alle Nazioni Unite, si accapiglia per decidere chi deve sopportare l’onere della distruzione dei mostri. Alcuni sostengono che si deve arrangiare il territorio invaso, altri caldeggiano che l’aria respirata dai besti è di tutti e così pure il prezzo da pagare.
Una decisione mette tutti d’accordo: far pagare ai singoli cittadini l’oro necessario. Ovviamente, indovinate chi dovrebbe pagare più di tutti?
Fortunatamente Archimede trova una soluzione alternativa e i Ki-Kongi ricominciano a produrre, nello specifico, una grande quantità di oro che spetta a Paperone. Di nuovo le Nazioni Sparpagliate si riuniscono, questa volta per rivendicare i preziosi mostri.
Quello che è nocivo è dei privati, se diventa benefico è della comunità, questa la filosofia.
Tuttavia Paperone, salomonicamente, decide di rispedire i besti rosa su Piramidonia. La storia si chiude con Paperone che invita le Nazioni Sparpagliate a sospendere le ostilità.
Oltre alla godibilissima satira, alcuni personaggi secondari sono davvero curiosi e a volte molto scorretti e per questo molto divertenti.
Paperino e il ritorno di Reginella (1974, disegni di Giorgio Cavazzano)
Dovere, tempo, destino, tutto tende a separarci e di fatto ci separa, ma… il sentimento non conosce frontiere e mi unisce a te come se avessi per sempre la mia mano nella tua.
Anche solo per questa frase, che compare nella scena finale, la storia merita di entrare nella classifica. Reginella è un personaggio estremamente controverso, o lo si ama o lo si odia Tuttavia non era possibile una top di Rodolfo Cimino senza inserire almeno una storia di Reginella. Confesso che da bambina la storia Paperino e l’avventura sottomarina mi lasciò un bel segno, era forse la mia storia preferita. Quella scena finale, con Paperino che getta il medaglione e dà l’addio al suo breve ma intenso amore mi stringeva il cuore.
Quindi è stato con grande gioia che due anni dopo, nell’Almanacco Topolino n. 213 , ho letto Paperino e il ritorno di Reginella.
Era tarda estate e con gli ultimi bagni a Follonica arrivò questa sorpresa. In genere mi era concesso comprare il Topo settimanalmente, ma in estate potevo acquistare anche l’Almanacco. E quel giorno, all’edicola del lungomare, vidi quella copertina con Paperino e Reginella, e quindi letteralmente torturai mia madre finché non me lo comprò.
Lo divorai, al fresco sotto il pergolato. Rilessi la storia almeno tre volte di fila, sempre con la lacrimuccia.
Si può dire ogni cosa di Reginella, sta di fatto che, con tutte le sue pecche, è un personaggio che è entrato nel cuore di gran parte degli appassionati Disney italiani. Un personaggio che non lascia indifferenti.
Disegni bellissimi, Cavazzano si è proprio superato in questa storia. Tanto romanticismo, tanta dolcezza. E qualche incongruenza, vabbè, nessuno è perfetto.
La storia la accenno soltanto perché credo che tra noi appassionati sia impossibile non conoscerla.
È passato qualche tempo dall’addio tra Reginella e Paperino, ma i due non si dimenticano.
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Pacificus si sta avvicinando alla Terra ed è raggiungibile e la volta sta cedendo, quindi Reginella va sulla terra per recuperare un componente indispensabile al razzo in partenza.
Casualmente incontra Paperino e, dimentica di tutto, fugge con lui. Letteralmente, due cuori e una capanna. Sono scene molto dolci, forse troppo per quel 1974 in cui uscirono: in qualche modo si sottintende una breve convivenza tra i due. Se consideriamo che Paperino non ha mai condiviso una camera con Paperina è quasi sconvolgente.
Purtroppo però il tempo chiama e Reginella, ricordandosi del suo popolo allo stremo, fugge mentre Paperino dorme, lasciandogli uno struggente messaggio. Arriva appena in tempo per salire sul razzo e tornare su Pacificus. La tavola finale è assolutamente spettacolare.
Il bel cavaliere e la regina del lago perduto (Cavazzano, 1990)
I Racconti attorno al fuoco secondo me toccano l’apice della carriera di Rodolfo Cimino.
Complice un maturo Giorgio Cavazzano, ci regalano storie meravigliose, in cui sentimenti, avventura, leggenda e famiglia si fondono. Una serie di piccoli gioielli, tra cui è veramente arduo scegliere. Sono tutte favole meravigliose, ma questa raggiunge punte di romanticismo e dolcezza unici. Difficile arrivare alla fine della lunghissima storia a ciglio asciutto.Il bel cavaliere e la regina del lago perduto è anche la prima storia della serie Nonna Papera e I Racconti attorno al Fuoco, uscita sul numero 1782 e rappresenta una novità. Si tratta infatti di un fumetto Disney atipico, dove i Paperi non sono i protagonisti, ma solo i narratori.Racconta dell’amore impossibile tra un cowboy musicista e la bellissima sirena regina del lago: incontratisi per coincidenza, si innamorano a prima vista:
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Purtroppo il lago, geloso della sua regina, cerca di affogare il bel cowboy e la sirena è costretta a lasciarlo andare, promettendo però che un giorno si sarebbero ritrovati.
Sarebbe una bella storia già così, ma il culmine invece deve ancora arrivare. Il giovane cowboy riesce a fare strada con la sua musica. Talmente tanta strada che la sua fama lo porta in ogni cantone del mondo. Intanto gli anni passano inesorabilmente: il bel giovane è ormai un canuto signore, che ha avuto tutto dalla vita, ma non è felice.
Ma adesso arriva il colpo di scena. Qualcosa richiama il cowboy al lago della regina. Rischia la vita per raggiungerlo e lì lo attende una meravigliosa sorpresa: l’amore della sua vita, colei che ha pensato e rimpianto ogni giorno nel corso degli anni è lì, ancora bellissima, e non è più una sirena: l’amore per lui le ha consentito, con il tempo, di distaccarsi dal lago.
Lei è ancora giovane e bellissima, ma per amore di lui si invecchierà. Delicatissima la vignetta in cui si vedono i lunghi capelli diventare bianchi, il viso nascosto da quello del cowboy. E qui, anche adesso che lo scrivo, sento un certo groppo in gola di commozione e gioia.
Siamo all’epilogo. I paperi commentano quanto bella sia questa leggenda, quando Nonna Papera, sorridendo, li invita a guardare alle loro spalle. E lì…
Siamo arrivati alla fine di questa lunghissima carrellata e un po’ mi dispiace
Ho rivissuto storie fantastiche, ritrovato personaggi incredibili, mi sono commossa, arrabbiata, ho gioito.
Quel grande fabbricante di poesia che fu Rodolfo Cimino rimarrà per me sempre un grande amico, una specie di nonno capace di trasportarmi nel mondo della fantasia, dove tutto è possibile. E riesce a farlo adesso come quando lo incontrai per la prima volta, piccola bambina, decine di anni fa.
Grazie, nonno Rodolfo!
Sabrina Ghini
Immagini © Disney, Panini