
«Sai trasformare un rompiscatole in un rospo?» chiede la pubblicità di W.I.T.C.H.. Con tali premesse, potete immaginare che il suddetto mensile Disney, icona dei primi anni 2000, non sia un fumetto misericordioso. Certo non lo sono le protagoniste, cinque ragazze munite di poteri fulminanti quasi più delle loro battute, pronte alla battaglia a suon di raggi energetici e argutissimi dialoghi. Perché capita a tutti di affrontare rettiloidi, streghe maligne, amiche/amici dalla lingua lunga, playboy wannabe, bulli e altri pezzetti di insalata sui denti dell’universo (cit.): scopriamo come sgominarli nella top 5 degli insulti memorabili di W.I.T.C.H.!
ATTENZIONE: SPOILER E FRECCIATE VAGANTI
5. «Gli Allegri Plantigradi»
(Dal n. 4, Il potere del fuoco, Bruno Enna — Graziano Barbaro, Marina Baggio, Roberta Zanotta e Barbara Canepa)
Non può esistere una top 5 degli insulti memorabili di W.I.T.C.H. senza Irma, la W.I.T.C.H. più schietta e faceta del gruppo. Fra l’altro Irma ha il bersaglio ideale alle calcagna, ovvero Martin, uno sfigato (per dirla in soldoni) che cerca sempre di conquistarla con lo stesso stile appiccicoso di Brigitta, incluso l’inesistente contatto con la realtà. Nel quadro dello spensierato, quasi glorioso disadattamento sociale che caratterizza Martin si inserisce anche la sua appartenenza a un gruppo scout che osa chiamarsi “Orsi Giulivi“. Quando il nostro rubacuori tenta il colpo gobbo invitando Irma a una riunione del gruppo, con tanto di concerto amatoriale (chitarre acustiche, sicuro), Irma decide gentilmente di declinare l’offerta. Non manca tuttavia di suggerire a Martin un buon nome per la band.
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Dovrebbe essere inutile precisare che, con o senza “Gli Allegri Plantigradi”, la cieca insistenza di Martin nei confronti di Irma non è un approccio cool. Per fortuna Martin, proprio come Brigitta medesima, nel corso del fumetto si evolve, mostrando maggiore saggezza ed esprimendo la propria goffaggine in maniera meno invadente e più simpatica. Questo rinnovato rispetto per i limiti della tolleranza altrui (e di Irma in particolare) gli permette alla fine di stringere con l’intero gruppo delle W.I.T.C.H. una sorprendente amicizia, basata sul supporto reciproco e persino su avventure condivise. Inoltre la band degli Orsi Giulivi viene effettivamente battezzata Gli Allegri Plantigradi.
4. «Per essere la peggiore Guardiana…»
(Dal n. 21, Sotto il segno dell’ombra, Giulia Conti con la collaborazione di Francesco Artibani — Federico Bertolucci, Marina Baggio, Roberta Zanotta e Francesco Legramandi)
Quando arriva Nerissa in pista, il quarto posto in top 5 inizia. Potente avversaria magica delle giovani W.I.T.C.H., Nerissa è in grado di insinuare nei sonni altrui incubi debilitanti, dove può viaggiare liberamente. Le varie fasi dell’epico scontro con Nerissa sono quindi popolate da sequenze oniriche, nelle quali prendono vita in particolare le paure di Will: rivale primaria di Nerissa, che per molti versi rappresenta un suo “rovescio” negativo, l’eroica Will viene assediata sino a compiere un passo falso che rischia di essere decisivo. Pronta a infierire, Nerissa compare per l’ennesima volta negli incubi di Will, dimostrando che fatture e botte da orbi non sono nulla rispetto a qualche parolina ben assestata.
Nella sua crudeltà, Nerissa si conferma una fine psicologa: in un singolo flusso di insulti trafigge sia le presenti sia le passate insicurezze di Will riguardo al proprio ruolo come Guardiana di Kandrakar, fortezza divina forse troppo imponente per una ragazza di quattordici anni. L’insulto più memorabile è proprio “per essere la peggiore Guardiana che mai abbia messo piede a Kandrakar, sei perspicace!”, con tanto di epiteto in neretto. Oltre alla psicologia, bisogna riconoscere a Nerissa uno stile esplosivo (non solo nel look!) che conferisce profondità al suo personaggio: malgrado le atmosfere oscure e ancestrali che la circondano, Nerissa non è una misteriosa megera corrotta dalla nascita, ma una donna brillante e originale che ha fatto una pessima fine. In un’altra vita, sarebbe potuta anche essere amica di Will… ma le avrebbe prestato il suo shampoo?
3. «Lurido verme delle Terre Unte»
(Dal n. 29, Il male minore, Bruno Enna — Gianluca Panniello, Giada Perissinotto, Roberta Zanotta e Francesco Legramandi)
Saliamo sul podio della top 5 degli insulti memorabili di W.I.T.C.H. nel periodo in cui il fumetto, paradossalmente, inizia una discesa: lo spessore narrativo delle storie diventa altalenante, sottoposto alla caratterizzazione sempre meno fantasy e sempre più commerciale della rivista. Tuttavia, prima di arrivare agli estremi con Taranee (la W.I.T.C.H. più perbenino) che balla il funky, appaiono ancora interessanti novità, come il personaggio della combattente Orube.
Originaria di Basiliade, un mondo di guerrieri umano-felini, Orube si distingue dalle sue alleate W.I.T.C.H. per età e per formazione: non è una ragazzina investita suo malgrado di poteri magici, ma una giovane donna addestrata, mente e corpo, per essere il soldato perfetto. Quando Orube viene costretta a trasferirsi in incognito sulla Terra, il suo rigido codice d’onore e la sua inclinazione alla violenza non l’aiutano nelle piccole incombenze quotidiane. E con un vicino di casa spione, che infila biglietti da stalker sotto la porta, la carneficina diventa inevitabile.
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ìL’insulto “verme delle Terre Unte” è appropriatamente evocativo del viscidume e, malgrado il suo maestoso suono epic fantasy, ha l’aria di un regionalismo comune in quel di Basiliade. Convinta di difendersi con naturalezza dalle insinuazioni del vicino strisciante, Orube si rende quindi più sospetta che mai. Non che il vicino lo sia meno: la sintonia che viene suggerita fra il suo comportamento antisociale e quello di Orube (ex musicista recluso lui, guerriera solitaria lei) è uno spunto che sarebbe problematico anche senza un esplicito sviluppo romantico. Ma a dispetto dell’attenzione necessaria per gestire la relazione disfunzionale fra Orube e il Verme delle Terre Unte, le storie successive si preoccupano solo di limare gli aspetti “estetici” più scomodi: il vicino si rivela giovane, bellissimo e affabile (contro ogni precedente indizio) e di colpo tutto si trasforma in una tenera infatuazione. Come già detto, è un periodo complicato per W.I.T.C.H..
2. «Il tizio che ti ha prestato il cervello si starà preoccupando»
(Dal n. 29, Il male minore, Bruno Enna — Gianluca Panniello, Giada Perissinotto, Roberta Zanotta e Francesco Legramandi)
Malgrado le Terre Unte, la storia di W.I.T.C.H. già esaminata non scivola sul percorso e guadagna addirittura una seconda medaglia: l’argento degli insulti memorabili, com’era prevedibile per ogni fan del fumetto, è merito di Cornelia. Questa popolarissima W.I.T.C.H. non solo ha il potere di squarciare la terra, ma è anche esperta nel devastare il prossimo con il suo gelido cipiglio, le sue analisi spietate e le sue stoccate corrosive. Ciò a volte complica i suoi rapporti con le amiche (soprattutto con Irma) e a volte è da invidiare: avete presente quel soggetto in discoteca che cerca una mappa, perché si è perso nei vostri occhi?
Se provate un po’ di compassione per Rick, bellimbusto del college dove Cornelia è in viaggio studio, sia chiaro che la sua avance arriva nel momento peggiore, quello in cui Cornelia sta pensando al suo ex. La risposta è quasi automatica. Un fuoco di fila di insulti così elaborati e pieni di alterigia, il cui culmine è senz’altro Ssparisci! Il tizio che ti ha prestato il cervello si starà preoccupando“, è un esempio dell’importanza che (almeno ogni tanto) dovremmo attribuire a noi stessi, e non concedere ad altri in cambio della loro approvazione. Perché è bello andare d’accordo, ma nessun buffone ha il diritto di trasformare nel proprio palcoscenico lo spazio che vogliamo dedicare solo ai nostri pensieri. Soprattutto se usa pick-up lines più lunghe del suo ciuffo.
1. «Grottesco agglomerato di cellule»
(Dal n. 1, Halloween, Elisabetta Gnone e Francesco Artibani — Alessandro Barbucci, Donald Soffritti, Barbara Canepa e Mara Damiani)
Il primo posto della top 5 degli insulti memorabili di W.I.T.C.H. è patrimonio del primo, insuperabile numero del fumetto. Tutto grazie al fortunato esordio del personaggio di Vathek, un essere mostruoso e forzuto al servizio del malvagio Lord Cedric. In queste pagine Vathek, oltre che antagonista, è il protagonista di una serie di gag dove il suo ruolo di minaccioso bestione si scontra con la sua goffa ingenuità e la sua inattesa vulnerabilità. Un’ambivalenza che anticipa il suo percorso di redenzione nella serie e si esprime anche dal punto di vista grafico: nel quotidiano Vathek ha una mole curvilinea che ispira simpatia, mentre nei momenti di aggressività i suoi tratti s’inaspriscono e le escrescenze ossee sul suo volto si protendono affilate.
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L’aulico, quasi shakespeariano appellativo “grottesco agglomerato di cellule” è rivolto a un altro personaggio che oscilla fra il Bene e il Male: la preside della scuola delle W.I.T.C.H., l’inflessibile signora Knickerbocher. Infiltratosi alla festa scolastica di Halloween, Vathek fallisce nel proposito di catturare Will quando la preside lo afferra per un orecchio, onde premiarlo come miglior maschera della serata. La potenza epica della risposta, utilizzabile per intero nei nostri momenti di esasperazione quotidiana, è amplificata dalla disinvoltura della preside, che deve avere fra le mani belve anche peggiori.
E ora… le Menzioni Speciali «Amiche mie»!
1. «Troppo gentile il papà di Cornelia!»
(Dal n. 8, Le rose nere di Meridian, Francesco Artibani e Giovanna Bo — Alessia Martusciello e Francesco Legramandi)
L’amicizia è magica, nessuno lo sa meglio delle W.I.T.C.H.! Ma a volte anche gli amici meriterebbero una scarpa in fronte (piena di affetto) e irritarsi a vicenda con offese imperdonabili è prerogativa dei compari più devoti. Perciò, se non ne avete ancora abbastanza della top 5 degli insulti memorabili di W.I.T.C.H., cerchiamo ispirazione per i nostri amabili rapporti sociali con una selezione di cortesie fra amiche.
Abbiamo già accennato alla vivacità del legame fra Cornelia e Irma, troppo simili nell’avere una forte personalità e troppo diverse nel modo di porsi. Mentre Irma infatti è un po’ rude e gradassa, Cornelia è freddamente consapevole della propria bellezza sofisticata. Cosa può fare in proposito un vera amica di entrambe? Ovviamente sfruttare questa faida per farsi due risate a loro spese!
A buttare benzina sul fuoco non può che essere Taranee, dominatrice delle fiamme e tipica furbetta dall’aspetto timoroso. Il padre di Irma, addetto alla sicurezza per il concerto rock più popolare del momento, può procurare posti esclusivi a tutte e cinque le W.I.T.C.H.: non è la situazione adatta per punzecchiare la figlia, ma come resistere alla tentazione di rigirarle contro la sua solita sfrontatezza, quando lei si definisce la ragazza più affascinante della scuola? Tenendo conto della possibile perdita del pass per il concerto, nonché della sottile fondatezza dell’insinuazione che Cornelia abbia più successo, la battuta di Taranee merita una Menzione anche solo per il coraggio. Vai così, Taranee!
2. «Acquitrina»
(Dal n. 35, Vite riflesse, Bruno Enna — Federico Bertolucci, Marina Baggio, Roberta Zanotta e Francesco Legramandi)
Irma non ha un rapporto di amicizia/rivalità solo con Cornelia: la severa e poco spiritosa Orube entra nella sua lista nera da subito. In un originale revival degli scontri fra Spock e McCoy di Star Trek, Irma infastidisce Orube con frequenti battute sui gatti, riferendosi alle caratteristiche feline degli abitanti di Basiliade. Tuttavia a Orube basta un po’ di esperienza sulla Terra per acquisire quel pizzico di scioltezza e umorismo con cui servire la propria vendetta.
L’insulto di Orube per Acquitrina/Irma, creato all’impronta e inserito con perfetto uso dei tempi comici, è un corrispettivo ingegnoso del Mio-Mao sfoderato da Irma. La natura felina di Orube è qualcosa che lei non ha scelto ma che è parte integrante della sua identità, così come il legame magico di Irma con l’elemento dell’acqua. Bisogna notare però che non parliamo di acqua limpida, ma il paragone è fra Irma e un acquitrino. Ecco perché, ridendo e scherzando, è pericoloso sfidare una guerriera.
N.d.A: Il lettore eventualmente deluso dall’assenza di “masticone” nella top 5 degli insulti memorabili di W.I.T.C.H., omaggio di Hay Lin per il bulletto Uriah (dal n. 26, Ricatto finale, Francesco Artibani — Alessia Martusciello, Marina Baggio, Roberta Zanotta e Francesco Legramandi), è pregato di spiegarmi nei commenti il significato di tale melodioso insulto. L’unica spiegazione che a me viene in mente riguarda il #venerdìpapedroga, ma non si può dire in un fumetto Disney.
Verina Romagna
Grazie alla Ventenne Blandina Comenale Pinto!
Immagini © Disney