Rodolfo Cimino è stato forse il più prolifico autore disneyano in Italia, scegliere solo 12 storie non è certo stato semplice.
Da sempre il caro Rodolfo è il mio autore preferito, soprattutto se in magica accoppiata con il maestro Giorgio Cavazzano. Ha fatto sognare almeno tre generazioni, dal 1961 fino al 2012, anno della sua dipartita all’età di 85 anni.
Di tutti i bravi autori Disney italiani, Rodolfo Cimino è quello che mi ha sempre toccato qualcosa dentro, fin da piccolissima. Ricordo i miei primi incontri con i suoi fumetti, a Follonica.
C’era il mercato e una bancarella vendeva giornaletti usati, Topolino in testa. Avevo il permesso di comprarne uno o due a settimana, e subito andavo a cercare quelli con una storia riconoscibilissima nel suo stile.
Poi mi mettevo sotto il pergolato della bellissima villa dei miei nonni e me la gustavo, preferibilmente all’ora della merenda, con una corposa fetta di pane e Nutella, perché spesso le sue storie mi mettevano una gran fame.
Purtroppo, tutti quei Topolino sono rimasti nella villa di Follonica, quando i miei nonni la vendettero all’improvviso, e non potei recuperarli.
Per fortuna, nel tempo sono riuscita a recuperarne una parte ai mercatini, altre storie le ho trovate in formato digitale, per cui quando mi prende la ‘voglia di Cimino’, ho di che soddisfarmi. Per me, Rodolfo Cimino non scriveva solo storie, scriveva ricordi felici.
Ecco il motivo di questa rassegna e la scelta quindi è davvero ardua e opinabile, poiché ovviamente personale.
Spero comunque vi possiate gustare queste storie, tra le mie preferite.
Zio Paperone e i ristoranti a transistor (1972, disegni di Guido Scala)
Quando ero piccola, mio padre mi aveva costruito un bellissimo e grande plastico con i trenini elettrici. Li adoravo. Da piccola ero anche abbastanza inappetente e per farmi mangiare, mio padre faceva il famoso ‘trenino’ o ‘aeroplanino’. Sta di fatto che dopo aver letto questa storia, pretesi più volte di mangiare come nella storia: piccole porzioni di cibo messe sui vagoncini merci che mio padre mi mandava via trenino! Uno dei ricordi più belli della mia infanzia. Quanta pazienza hanno i genitori!
Nella storia, pubblicata per la prima volta su Topolino 882, Paperone cerca di superare la grave crisi in cui versano i suoi ristoranti. Nel frattempo Paperino crea un ingegnoso sistema di trenini per farsi portare dalla cucina cibi e bevande senza alzarsi dall’amaca.
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Paperone ne è colpito e decide di rinnovare i suoi ristoranti con i trenini telecomandati. Il risultato è un successo: i clienti sono divertiti dalla novità e affollano i suoi ristoranti.
Ovviamente lo Zione si rimangia la promessa di ricompensare il nipote, ma viene punito dal destino, con un cortocircuito che fa impazzire i trenini proprio il giorno di un pranzo di gala particolarmente importante, con conseguente disastro totale.
Da notare che esiste davvero un posto dove i trenini portano la birra ai tavoli. Si trova a Praga e si chiama Výtopna.
Zio Paperone e le streghe in azione (1971, disegni di Giorgio Cavazzano)
La storia è stata pubblicata per la prima volta su Topolino 812.
Zio Paperone, per difendersi dalle continue incursioni di Amelia, fa costruire un enorme robot guardiano guidato dalle sue onde cerebrali.
Per sconfiggerlo, Amelia chiede aiuto alla sua amica Roberta, che le indica un modo per invertire la personalità di Paperone, rendendolo prodigo. Esiste infatti una grotta ove vengono custodite le personalità sconfitte delle persone importanti. Dopo un avventuroso viaggio, le due arrivano alla caverna e trovano la statua con la personalità inversa di Paperone.
Riuscite a far diventare generoso Paperone, egli stesso dona la Numero Uno ad Amelia.Paperone è diventato spendaccione e dona soldi a destra a manca, tra la gioia di Paperino e la preoccupazione dei nipotini.
I nipoti al completo si recano alla grotta inversa dove, trovata la statua di Paperino, trasformano lo zio in un papero deciso e ardimentoso, che inizia a dirigere con cipiglio il vacillante impero PDP esautorando Paperone, inoltre va al Vesuvio e si riprende la Numero 1.
Viene il momento in cui l’effetto delle statue svanisce e i due paperi riprendono la loro personalità: Paperino a oziare sul divano e Paperone a fare affari. Tuttavia il vecchio papero sembra in qualche modo ricordare la generosità ed elargisce al nipote una bella sommetta di denaro.
Per una volta, tutto è bene quel che finisce bene.
Paperino e la pentola genuina (1971, disegni di Giorgio Cavazzano)
Un’altra storia che fa venire letteralmente l’acquolina in bocca. Ho sempre amato le storie a sfondo culinario di Rodolfo Cimino e quelle in cui Paperone viene punito per aver vessato il povero Paperino e questa ha entrambe le caratteristiche. Ricordo bene la mia rabbia di bambina nel vedere il povero nipote sempre espropriato dall’avido zio di ciò che si era guadagnato, e l’immancabile punizione mi consolava un poco. Comunque, quando l’oggetto della discordia finiva distrutto, come in questo caso, l’amarezza rimaneva sempre.
Ma veniamo alla storia, apparsa per la prima volta su Topolino 789.
Per aver fatto un gesto di generosità, Paperino viene ricompensato da un ferrivecchi con un pentolone, che una volta ripulito mostrerà incisa una succulenta ricetta. I tre paperini e lo zio vanno quindi in campagna e, seguendo la ricetta, cucinano su un fuoco di legna una zuppa alla campagnola succulenta. Attirati dal profumo, numerosi automobilisti di passaggio si fermano e l’assaggiano, estasiati. La notizia si diffonde e Paperino mette su un ristorante all’aperto dove si mangia con il cucchiaio di legno.
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Ovviamente il vecchio avarastro lo viene a sapere e trova un cavillo per appropriarsi della pentola, che vuole utilizzare per i suoi ristoranti. Verrà punito con la fusione della stessa, usata sul fornello a gas dalla temperatura troppo alta.
Quale sarà stata la misteriosa ricetta? Confidiamo che la rubrica Ventenni Peperoni un giorno ce la sveli!
Paperone e lo scompenso della terra (1971, disegni di Luciano Gatto)
Una delle mie storie preferite! La vena ecologista vive dentro di me credo da sempre. Questa storia è incredibilmente profonda e molto attuale. Rodolfo Cimino, sempre con uno sguardo al futuro, aveva previsto già allora che i cambiamenti climatici a causa dell’eccessivo sfruttamento del pianeta sarebbero stati drammatici. Della prima lettura di questa storia, ricordo la parola ‘virago’, che nessuno in famiglia conosceva. Si dovette ricorrere al dizionario!
Paperone, oltre a inquinare l’inquinabile, è sempre alla ricerca di metodi estrattivi più efficaci e si affida a uno scienziato che gli propone un metodo innovativo, ma disastroso dal punto di vista ecologico.
Il pianeta si ribellerà in modo eclatante, costringendo Paperone a restituire alla Terra quanto abusivamente prelevato.
Zio Paperone e il giardino del “Piccolo Gik” (1970, disegni di Massimo De Vita)
Una storia davvero memorabile, rimasta impressa nella mia memoria anche per la paura che mi suscitarono questi strani esseri. Cimino ci mostra un Paperone avido, ma che per difendere i nipotini è disposto a qualunque cosa. Un Paperone diverso da quello rappresentato a quell’epoca, in genere molto più meschino. I disegni sono di un ottimo De Vita che agli esordi della sua carriera mostra già il talento che gli varrà la nomina di grande maestro Disney. Rodolfo Cimino anche questa volta dà prova della sua straordinaria fantasia.
Vediamo la storia, comparsa per la prima volta su Topolino 781.
Casualmente, durante una spedizione nel deserto, i paperi trovano un giardino segreto colmo di ricchezze. È il giardino dei Gik, razza scomparsa da tempo immemore a causa di un’eruzione, che li ha costretti a rintanarsi in strani prismi d’oro in cui dormono da secoli. Risvegliati dai paperi, i Gik li catturano e li condannano a dormire per sempre nei prismi.
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Dapprima rassegnati al loro destino, Paperino e Paperone si rendono conto del triste destino che attende i paperini e, in preda alla furia, riescono a sconfiggere i Gik e a scappare.
A causa dei tecnici di Paperone, che avevano minato la zona alla ricerca del petrolio, la grotta crolla e i Gik tornano a dormire nei loro prismi, questa volta per sempre, e il giardino è perduto.
Zio Paperone e il ritorno alla natura (1969, disegni di Giorgio Bordini)
Questa storia un po’ distopica l’ho letta solo di recente e mi ha meravigliato la preveggenza di Rodolfo Cimino sul futuro del nostro pianeta. Se è vero, infatti, che nel 1969 si cominciava già a parlare di ecologia, è anche vero che si pensava a un futuro tendenzialmente molto tecnologico, ma pieno di benessere. È una storia molto cupa, con un Paperone particolarmente gretto e avido, che solo alla fine si ricrede. È tristemente attuale.
Paperone è praticamente il padrone di tutto. Inquina e distrugge tutto il verde, per sostituirlo con la plastica.
Quando si ammala, il medico gli consiglia di riposarsi nel verde, ma di verde non ne esiste più. Sarà un verdissimo pianetino, trovato casualmente da Paperino durante una spedizione spaziale, a salvare la vita al vecchio papero, che ricredutosi, tornerà a portare la natura sulla Terra.
Per rendere giustizia alle storie di questo Maestro non se ne poteva certo parlare in breve: per questo l’articolo ha preso più spazio del previsto, spazio meritatissimo. Però presto arriveranno le altre sei storie di Cimino che proprio non potete perdere!
Sabrina Ghini
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