Tra le tante qualità che si è soliti attribuire a Paperino, forse genio della chimica non è la prima a venire in mente, anche se non sarebbe del tutto sbagliato definirlo tale. Ma andiamo con ordine: che cos’è la chimica?
A un certo Walter White nelle sue lezioni piaceva definirla come lo studio dei cambiamenti, mentre il vocabolario la descrive come la scienza che studia le proprietà, la composizione, l’identificazione, la preparazione e il modo di reagire delle sostanze, sia naturali sia artificiali, del regno inorganico e di quello organico. Da queste parole, se già non ne foste a conoscenza, avrete intuito l’importanza e la centralità che ha questa disciplina nel mondo scientifico e più in generale nella nostra società. Vi starete però chiedendo probabilmente se siete capitati sul sito sbagliato: in fondo che legame ci potrebbe essere tra chimica e fumetto Disney? Di legami ce ne sono molti, e sarebbe bello poterne discutere in futuro. Quello che trattiamo oggi è più che una curiosità. Tanto per cambiare, c’è di mezzo Carl Barks.
Donald Duck The Mad Chemist
Carl Barks è uno dei più grandi maestri del fumetto mondiale e di sicuro non ha bisogno di presentazioni. Tra le sue tante qualità c’era sicuramente quella di inserire nelle storie teorie e stratagemmi completamente inventati ma che mantenevano una base scientifica in qualche modo realistica, o comunque che sembrasse tale.
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La storia Paperino chimico genio (o chimico pazzo), pubblicata per la prima volta nel maggio 1944, è all’apparenza una classica storia breve barksiana. Nelle 10 pagine che la compongono Paperino, nel tentativo di aiutare Qui, Quo e Qua mentre giocano al Piccolo Chimico, prende una bella botta in testa. Nulla di strano, se non fosse che questo colpo, oltre a procurargli un bernoccolo di notevoli dimensioni, trasforma il nostro papero preferito nel “Professor Donald Duck, the Mightiest Chemist in the Universe!” tradotto in italiano come “Professor Paper, lo scienziato più potente dell’universo!”. Paperino a questo punto inventa la “Paperite”, che autocelebra come il gas più esplosivo concepito da mente papera. Dopo vari esperimenti decide di costruire un razzo per raggiungere la luna sfruttando proprio la Paperite come propellente. Riesce a compiere un giro del nostro satellite ma durante il viaggio guarisce, perdendo tutte le conoscenze acquisite in precedenza. Paperino riesce comunque a fare ritorno nel giardino di casa sua, dimenticando però l’esistenza e il processo di preparazione della Paperite. Tutto qui, all’apparenza una storia come tante. O forse no…
Paperino scopre il metilene!
Il metilene è un composto organico, di formula CH2. Si tratta del carbene più semplice. I carbeni sono una particolare classe di molecole organiche estremamente reattive che presentano un carbonio divalente e due elettroni non impegnati in legami. Il fatto eccezionale è che il metilene è stato rilevato e studiato in ambito scientifico per la prima volta intorno al 1960, ma Paperino ha “scoperto” questa molecola ben vent’anni prima!
Nel suo delirio da chimico genio infatti, Paperino la nomina, ipotizzando di farla reagire con NH4 per ottenere azoto spaccatutto. Carl Barks non solo aveva anticipato l’esistenza di questa molecola ma aveva anche predetto la possibilità che potesse reagire con altre sostanze, cosa che i chimici di quel periodo non avevano ancora nemmeno teorizzato. Non sono stati solo gli appassionati di fumetti a riconoscere l’importanza della scoperta di Paperino. I Disney Studios negli anni ‘60 ricevettero due lettere, rispettivamente da un professore del California Institute of Tecnology e da uno scienziato di Harvard. Entrambi appassionati di fumetto Disney, avevano ricordato la presenza di questa molecola nella storia di Barks, riconoscendone il valore prodromico. Sono poi numerose le pubblicazioni scientifiche che citano questa storia come una delle prime testimonianze scritte dell’esistenza del metilene. Articoli apparsi su autorevoli riviste del settore menzionano Donald Duck, che appare anche in un libro di chimica organica!
L’ennesima dimostrazione, semmai fosse necessaria, dell’inestimabile importanza del fumetto Disney e di quanto queste storie di paperi e topi abbiano da insegnarci.
Luca Rago
Fonti:
La Grande Dinastia dei Paperi #34 | Le Scienze 416 | The Periodic Table of Comic Books
Immagini:
© Disney