Non ho mai conosciuto dal vivo Roberto Gagnor. Eppure, nonostante ci siamo sentiti solo due volte nelle nostre vite, sembra di conoscersi da tempi lontani. Molto è dovuto alla vivacità che il fumettista mostra fin dall’inizio della chiamata: “Lasciamelo dire, Angelo: voi di Ventenni Paperoni fate cose strepitose e stupende, i video, i giochi. Fai i miei complimenti a tutto lo staff“. Comincia così la nostra chiacchierata, che ruoterà poi attorno a due argomenti: la creatività da quarantena e PK.
Roberto Gagnor: “La quarantena mi ha dato tempo per nuove idee. PK? Prossimo volume in autunno”
Il nuovo Coronavirus ha cambiato molti aspetti della nostra vita quotidiana. In certi contesti, però, le mutazioni possono essere meno invasive e riguardare altre dimensioni, come quella creativa. Con Roberto Gagnor abbiamo voluto aprire questo dibattito, visto anche che lui stesso, da questa quarantena, qualcosa ha ottenuto: stiamo parlando delle vignette ironiche e autobiografiche che, giorno dopo giorno, il fumettista ha riversato online. Ma prima, parliamo di lavoro.
Ciao Roberto Gagnor. Durante il lockdown, come sono cambiati i rapporti tra il fumettista e la redazione di Topolino?
«Non sono cambiati molto. La redazione ha lavorato da casa, non abbiamo mai avuto problemi, credo ci sia stato un tempo brevissimo di adattamento. Durante la quarantena mi sono sentito per mail e per telefono con il direttore Alex Bertani e il mio editor Davide Catenacci.»
A mio avviso, questi 2 mesi hanno messo alla prova chi fa un lavoro creativo. Su di te, invece, c’è stato l’effetto opposto, visto le numerose vignette che hai diffuso online per raccontare ironicamente la Fase 1.
«Tieni conto che noi freelance siamo abituati a lavorare così, infatti ci siamo adattati abbastanza facilmente alla situazione: siamo sempre chiusi in casa a scrivere. Certo, ci sono mancate delle cose, ma per il resto ce la siamo cavata. Personalmente, non ho avuto problemi di creatività: di idee ne ho sempre, anzi questa quarantena mi ha dato più tempo per pensarci su.
L’idea delle vignette è nata perché volevo disegnare un po’. Come hai visto, sono un pessimo disegnatore, però una sera mia moglie (la colpa o il merito sono sue) mi ha detto di provare a fare qualcosa. All’inizio mi buttavo giù perché vedevo cosa stava facendo Leo Ortolani, e non sapevo cosa avrei potuto fare io. Alla fine, però, l’ho fatto, e questo mi ha dato maggiore disciplina: faccio ogni giorno una cosa, provo per divertimento personale. E infatti mi sono divertito, per questo sono contento di averle fatte.
Inoltre, questa disciplina acquisita mi è stata utile anche nel lavoro: ho finito una graphic novel con Stefano Zanchi, ho scritto 32 tavole (2 storie brevi) per un altro progetto non Disney.»
Ho visto che hai riversato la creatività sui social network. Secondo me, per questo lavoro, la relazione con il mondo online è importante. Le vignette hanno ampliato il tuo bacino d’utenza?
«Credo di sì, ma sono numeri normalissimi per i social. Diciamo che mi ha fatto vedere che posso fare anche questa roba. Ad esempio, ho scritto anche due racconti per due e-book sul COVID-19. Per uno di questi, hanno persino utilizzato una mia vignetta come copertina, quella dove chiacchiero con la morte. Tra l’altro, quel ‘Sai chi ti saluta un casino?’ sarà proprio il titolo della raccolta. È una mia cosa scema, ma sono contento che stia andando avanti. Oltre ovviamente a Topolino e PK.»
A proposito, cosa ci puoi dire sul futuro di PK?
«Si va avanti, ci sarà anche un altro autore con me di cui non posso dire il nome. Il prossimo volume uscirà per l’autunno 2020, Roberto Vian sta iniziando a disegnarlo. L’idea è di fare uscire più volumi. Poi, so che per certe cose non è piaciuto. Ma le critiche sono una cosa, invece i soliti discorsi di alcuni, che danno per scontato che ci lavori volutamente male, sono stupidaggini e meritano di essere trattate come tali.»
Torniamo alle tue vignette online. Diversi autori emergenti (come Fumeddy) ci costruiscono sopra delle carriere grazie ai social. Pensi che le tue opere saranno mai pubblicate in una raccolta cartacea?
«Certo, mi piacerebbe. Devo vedere se c’è qualche editore interessato oppure se autopubblicarle. Ho anche qualche vignetta inedita, ci sono scarabocchi, cose in più. È tutto molto grezzo, non è Fumettibrutti ma fumetti brutti [ride, ndr]. Se ci fosse l’occasione, volentieri.»
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Angelo Andrea Vegliante
Immagini © Roberto Gagnor; Disney