Papere e scienza: non ne leggiamo tutti i giorni, purtroppo. Il club delle ragazze di Paperopoli, del quale Paperina è un’esponente di rilievo, discute soprattutto di pettegolezzi, di alta società, di cortesie per gli ospiti e ovviamente dei paperi.
Ma è davvero sempre così? No. E nel nostro articolo ve lo dimostreremo!
Il mondo cambia, e ci sono novità nell’aria: sentite anche voi questo delizioso profumo o la mia macchina degli odori è guasta? È mimosa? È Paperell n°15? È una pizza? Oppure è una teglia di muffin sfornati da un robot di nome Emilio? No, è un super aroma di cambiamento e di possibilità!
Barb & Louise
In realtà, confesso: la “macchina degli odori” non è mia. Magari! Mi avrebbe segnalato subito che quei jalapeños al formaggio non erano freschissimi. Invece io rimango specialista in mal di pancia, mentre la premiata inventrice della macchina annusante è la chimica Louise Torduck.
Anche l’Emilio sforna-muffin mi farebbe molto comodo, ma dovrei chiederlo in prestito all’esperta di robotica livello “papera che parla con i frullatori” Barb Quackut. Forse darò un colpo di telefono a entrambe le scienziate, che a bordo del futuristico veicolo Gianni sono pronte a correre dove c’è odore di divulgazione, necessità di intelligenze artificiali affettuose ed entusiasmo per i polimeri conduttori.
Ahahah, che trovate simpatiche e surreali: macchine che fiutano, robot in grado di adattarsi al quotidiano… si vede proprio che siamo in un numero di Topolino! E invece, al di là delle esagerazioni parodistiche, parliamo del lavoro reale di due cervellone in carne e ossa: Luisa Torsi e Barbara Caputo, che indossano becco e piume da papere di scienza per la storia Paperina e la selezione scientifica.
Cento esperte, due autrici, due scienziate, una storia
La storia Paperina e la selezione scientifica è frutto di una collaborazione fra Panini Comics e l’ente culturale Fondazione Bracco. Non è la prima volta che Topolino si occupa di scienza e trasforma geniacci in gallinacci, ma sul numero 3354 (uscito il 4 marzo scorso) l’iniziativa è dedicata alle papere, o meglio alla Giornata Internazionale della Donna.
Sono proprio due donne (ma quasi papere) numeri uno di Topolino le autrici di Paperina e la selezione scientifica: Gaja Arrighini e Silvia Ziche. Quest’ultima, grande paladina di Paperina e compagne, sta affilando il pennino per un epico ritorno sul giornale.
La storia inoltre è accompagnata da un’intervista di Francesca Agrati alle “paperizzate” ricercatrici Torsi e Caputo, come parte del palinsesto “I talenti delle donne” promosso dal Comune di Milano | Cultura.
Per farvi capire che non parliamo a caso di talenti, Luisa Torsi è Professoressa ordinaria di chimica presso l’Università di Bari e la sua “macchina degli odori” esiste davvero. Barbara Caputo è Professoressa ordinaria di ingegneria informatica al Politecnico di Torino e si occupa di “fare gli occhietti ai robot“. Entrambe hanno vinto prestigiosi riconoscimenti nei loro campi e Luisa Torsi è addirittura la prima donna ad aver vinto, nel 2010, il premio Heinrich Emanuel Merck.
Potete trovare i profili di ciascuna nella banca dati 100esperte.it, che ormai riunisce in realtà più di cento esperte in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica. Esperte, insomma, nei campi ritenuti (e, con la discriminazione, mantenuti) poco “da donne”. Figuriamoci da papere.
Signore, benvenute al club delle ragazze
Ma se il futuro è alle porte, neanche le papere restano indietro. In Paperina e la selezione scientifica il club delle ragazze è impegnato a confrontarsi con le eccellenze femminili nell’ambito della scienza e della creatività, senza più onorare soltanto le matrone ultra-tradizionali e aristocratiche.
In effetti, chi lo dice che una papera non possa aspirare ad altro che a essere un’eterna fidanzata? E se volesse diventare una cantante, come l’Incantevole Screamy? O una regista, come Duckia Scoppola? O una scienziata, come Louise e Barb?
Ecco, “una scienziata” suona un po’ strano. La scienza è così fredda e razionale, il mondo femminile non dovrebbe avere il dominio sull’irrazionale, nonché essere dolce ed empatico? Eppure Louise e Barb, invitate da Paperina come ospiti d’onore al club delle ragazze, riescono a essere sia brillanti scienziate sia papere amichevoli e gentili nei confronti di Chiquita e delle altre loquacissime socie. Nessuna contraddizione, visto che il lavoro di Barb con i robot più sofisticati diventa questione di dialogo quanto di cassetta degli attrezzi.
Louise e Barb ci mostrano che la scienza è ragione così come è fantasia, sensibilità, collaborazione salutare fra gli intelletti responsabili di ogni invenzione. Intelletti che, per quanto fini, non rinunciano a una pizza fra ragazze alla Quack Foundation della Calisota Valley.
Papere a favore della scienza per tutti… incluso Paperoga
Anche la semplice vignetta contenente tante scienziate diverse è innovativa: se pensiamo alla scienza e a Paperopoli, ci vengono subito in mente solo personaggi maschili. In primo luogo Archimede Pitagorico, inventore geniale e del tutto privo di senso pratico. Più difficile che ci venga in mente Paperoga… il quale continua a produrre nonostante tutto “invenzioni” strambe dall’alto potenziale distruttivo.
Le papere, il più delle volte, restano in disparte ad ammirare (o a detestare) i marchingegni inventati dai paperi. In qualche modo la situazione si capovolge in Paperina e la selezione scientifica, giacché Archimede e Paperoga si ritrovano visitatori indesiderati all’incontro scientifico del club delle ragazze. Tuttavia Barb e Louise rifiutano di fare della scienza una questione di privilegio, persino quando il privilegio sarebbe tutto per loro. Archimede sarà anche maldestro, Paperoga avrà pure una mente invero fuori dagli schemi, ma la scienza è per tutti.
Anche al di fuori di Paperopoli, non tutti vorrebbero aprire le porte del club. La scienza è una materia delicata, in fondo non è meglio conservare la “selezione all’ingresso”, per quanto ingiusta e dura? Nell’ambiente scientifico è tanto importante la diversità, l’inclusione, il lavoro di una molteplicità di cervelli bislacchi anziché di una singola materia grigia? Certo che no: è importante in qualunque ambiente. Perché solo così possiamo avere l’opportunità di dire, alla pari di Archimede mentre osserva i robot di Barb Quackut, “io a certe cose non avrei mai pensato”.
La storia è finita, papere e scienza se ne vanno?
Tutto molto bello, ma com’è la trama di Paperina e la selezione scientifica? E diciamoci la verità, perché è così importante che non faccia schifo? Forse perché parliamo troppo poco di certi argomenti per poterci poi permettere di parlarne male. O anche solo non troppo bene.
Paperina e la selezione scientifica sembra appunto scritta con la pressione, consapevole o meno, di dire tutto, perché dopo non se ne parlerà più. Con tutta l’energia caricaturale dei disegni di Silvia Ziche, la storia è un allegro, frastornante scoppiettio di invenzioni e gag, sollevazioni di popolo e standing ovation, pillole di fiducia nel futuro e perle di erudizione. Spargendo tutto questo in una moltitudine di storie, rimarrebbe anche lo spazio per qualche avventura: in fondo le papere, col mezzo della scienza, possono partire alla conquista del mondo. Ma dopo questo numero a loro dedicato, papere e scienza avranno altre storie?
Noi non ci arrendiamo.
Verina Romagna
Immagini © Disney-Panini
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