Topolino è un personaggio idealista, onesto, caparbio, discretamente intelligente e tutt’altro che cattivo. Queste sue qualità fanno storcere il naso ai più: complici alcune caratterizzazioni piatte e monotone, attorno al Topo si è creata un’aura di antipatia, che magari fa saltare a pie’ pari la lettura delle sue storie.
Sorprenderebbe non poco, quindi, avere a che fare con un Topolino cattivo, criminale, machiavellico e malvagio ai limiti del sadismo. Eppure questa circostanza si è verificata per almeno tre volte: stiamo parlando di Miklos, la controparte mefistofelica del Topo.
L’origine del Topolino cattivo e malvagio
Miklos, come quasi tutti i grandi nemici di Topolino, nasce da un’idea di Floyd Gottfredson e Bill Walsh. Il personaggio appare per la prima volta nel 1953, nella storia Topolino contro Topolino (Mickey’s Dangerous Double), sulle strisce quotidiane a fumetti distribuite dalla King Features Syndacate.
Il tema del doppio, di cui possiamo trovare un ottimo esempio in William Wilson di E. A. Poe, fu più volte usato da Gottfredson stesso, con Topolino e le meraviglie di domani, Topolino e Billy il Topo , ma soprattutto Topolino sosia di Re Sorcio (The Monarch of Medioka, in originale). La nascita di Miklos assume, però, un significato peculiare.
Chi è veramente Topolino?
Era l’epoca in cui Mickey Mouse stava per abbandonare, su richiesta degli editori, la sua indole indomita e avventuriera, spalmata su molte strisce quotidiane, in favore di un tratto più urbano e rassicurante, concentrato in poche vignette, e che era già comparso nei corti cinematografici.
Fu quasi naturale che, dopo aver impersonato il ragazzo di campagna, l’indefesso faticatore o il soldato, la transizione verso l’everyman della classe media portasse il personaggio a chiedersi chi fosse davvero.
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I dilemmi sull’identità di Topolino, del resto, si sono presentati anche negli anni più recenti. Si pensi ad esempio alla memorabile storia Topolino allo specchio di Corrado Mastantuono (2001), in cui il protagonista incontra una sua “brutta copia”, che ha intenti criminosi.
In altre occasioni, invece, è proprio il personaggio di Topolino che si abbandona al lato malvagio, come in Wizards of Mickey – L’Età Oscura, dove lo vediamo nei panni di un monarca-mago che si priva della sua umanità pur di mantenere l’immenso potere magico che ha ottenuto.
Miklos, il Topo Grigio (e cattivo)
Nella storia Topolino contro Topolino il protagonista, di ritorno da un’avventura con Pippo, trova in casa un suo perfetto clone, che lo imita nelle movenze e nelle abitudini. Approfittando di una sua distrazione, l’ignoto sosia tramortisce Topolino e lo tiene sotto scacco minacciando l’incolumità di Pluto.
La storia prosegue con Topolino che cerca di riaffermare la sua identità, che sarà acclarata nel momento in cui Miklos mostrerà durante una colluttazione di avere il pelo grigio.
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Durante la lettura, l’autore scava in profondità nella mente di Topolino, che perde tutte le sue certezze. I suoi affetti non lo considerano più in alcun modo (Minni vuole addirittura consegnarlo alle cure di uno specialista), Basettoni si sente tradito dal suo comportamento e lo stesso protagonista non si riconosce più.
Miklos scalfisce con una precisione certosina tutto il suo microcosmo, per poi rivelargli quali sono le sue reali intenzioni. Solo quando Topolino scopre quello che sta realmente accadendo trova la forza di riprendere in mano la sua vita, a cominciare da Pluto, verso cui nutre molto affetto e che, al contrario, Miklos ha soggiogato senza remore.
Si assiste quindi a una caduta di Topolino, che però riesce a rialzarsi facendo affidamento anche sul suo intuito. Questa parabola, invece, non coinvolge lo stesso Miklos, che sarà spietato dall’inizio alla fine della storia, continuando a mettere in difficoltà la sua controparte e riuscendo persino a evitare la prigione.
Curiosità: nella storia d’esordio del Topolino cattivo vengono menzionati due personaggi che non sono stati più ripresi. Il primo è la nonna di Topolino (poi riadattata come zia), che possiede una fattoria (come Nonna Papera) e che avrebbe dovuto ospitare Pluto. Un altro è nientemeno che Adamo Junior, ossia il figlio di Basettoni.
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L’inganno del Topolino cattivo continua
Passano 25 anni prima di poter rivedere all’opera Miklos, che ricompare nell’Almanacco Topolino 264 (1978), dove sfrutta di nuovo la sua inquietante somiglianza con Mickey per poter derubare indisturbato.
In questa storia, intitolata Topolino e il flagello grigio, scritta e disegnata da Giulio Chierchini, il Topo Grigio si allea con il classico nemico di Topolino, ossia Gambadilegno. Anche in questo caso viene sconfitto dopo una serie di deduzioni e peripezie. In questa occasione, tuttavia, il nome di Miklos non viene mai menzionato.
L’inquietante ritorno (di un Topolino cattivo)
Miklos ritorna poi nella storia di Casty e Faccini, Topolino e i 7 Boglins (2014). Qui i sosia di Mickey sono ben sette e tra di loro c’è un tale Zickey. Successivamente, questi si riveleranno essere degli attori di una compagnia teatrale ingaggiata da Minni per fare uno scherzo al suo fidanzato in occasione del suo compleanno.
Tuttavia Topolino, dopo aver ripreso conoscenza in seguito a uno svenimento, si ritrova circondato dai suoi amici più cari, i quali gli ricordano che lui in realtà è Zickey. Dopo aver inizialmente accettato la sua presunta identità, il protagonista riesce a ricollegare i pezzi, scoprendo che il vero Zickey è proprio Miklos.
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In questa storia si assiste, ancor più che in quella d’esordio, a un inquietante rovesciamento di ruoli. Ciò viene favorito anche dal fatto che Miklos si presenta come un attore straordinario. Le sue espressioni facciali sono estremamente neutre, come se si trattasse di un personaggio perfettamente consapevole di essere nel giusto.
Dall’altro lato è Topolino ad essere quasi irriconoscibile, riprendendo quell’incertezza osservata nel lavoro di Gottfredson. Spaventato, irrequieto e disorientato (grazie anche ad un infido stratagemma del suo nemico), perde la classica lucidità che lo contraddistingue. Il lettore viene coinvolto in quell’inquietudine, poiché il personaggio che ha iniziato a seguire dall’inizio potrebbe non essere chi pensava, mentre l’altro, anche se perfetto, appare quasi estraneo.
Miklos fa poi una comparsa in Che avventure, Topolino!, una storia disegnata da Casty in occasione dei 90 anni del personaggio, le cui vignette andavano completate facendovi aderire delle figurine.
Miklos riesce nel suo inganno grazie alla sua straordinaria somiglianza con Topolino. Non per nulla, il termine “sosia” deriva dal nome del personaggio di cui Mercurio, dio dell’inganno, prende le sembianze nell’Anfitrione di Plauto.
Inoltre il nome di questo cattivo Disney, oltre a essere un evidente storpiatura di Mickey, ha un’origine greca che gli fa assumere il significato di “vincitore”. Effettivamente il suo desiderio è la vittoria totale.
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Topolino e Miklos, il bene contro il male
Il personaggio di Miklos, il Topolino cattivo, è dotato di una certa complessità, che si può notare, oltre che per i suoi desideri, anche per i suoi atteggiamenti. Si può osservare come egli si lasci andare all’invidia e all’avarizia, frustrato dalla vita apparentemente perfetta del suo sosia e come egli brami distruggerla, magari anche prendendone il posto.
Noncurante della sofferenza che può indurre in Topolino, approfitta anche dei suoi affetti più cari, ingannandoli pur di affermare se stesso a scapito del suo rivale, il tutto a scopo meramente remunerativo. La sua cattiveria, infatti, basta a far dimenticare il vero motivo delle sue azioni: il denaro. In tutte le storie in cui si presenta, il suo operato è mosso anche e soprattutto dal profitto, inseguito fino all’apice della cupidigia.
Tali vette di gratuita malvagità vengono raggiunte raramente nel fumetto Disney. Personaggi come la Spia Poeta hanno sì piani diabolici, ma “proporzionati” ai loro obiettivi, come la conquista del mondo. Finanche il Macchia Nera delle origini mostra più umanità, affermando, non senza un velo di ironia, di non riuscire ad assistere dal vivo alla morte di Topolino in Topolino e il mistero di Macchia Nera (1939).
Per trovare un altro cattivo disposto a sacrificare tutto del suo nemico, solo per il profitto personale, bisogna spostarsi nell’universo dei paperi, con Cuordipietra Famedoro. Ciò che rende tutto questo ancor più impressionante è il fatto che Miklos sia la controparte di un personaggio non esente da difetti, ma sicuramente altruista e generoso, come Topolino.
Si assiste quindi a una versione molto accentuata di un dottor Jekyll e di un mister Hyde. Sicuramente, a differenza di questa coppia, i due personaggi disneyani sono ovviamente ben distinti. Ma durante la lettura delle storie questo confine diventa molto sfumato, fino a far dubitare lo stesso lettore dell’identità di Topolino. Si ha quindi un senso di perdita di sicurezza, a differenza di altre storie in cui si è convinti sin dal principio che il Topo supererà ogni difficoltà.
Una caratteristica però che i due topi condividono è sicuramente l’intelligenza. Al di là di questo, il Topolino originale è in totale contrapposizione con Miklos. Oltre a ciò che è più evidente (Topolino è un investigatore con un alto senso della giustizia e il suo nemico è un criminale senza scrupoli), ci sono vari fattori che li rendono diversi.
Un tratto caratteristico di Mickey è la sua fedeltà verso gli amici. È disposto a tutto pur di difendere Pippo e di aiutare Basettoni. Il Topo Grigio, invece, non esita a minacciare i suoi stessi alleati, come l’esile Ombreline de I 7 Boglins.
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Un altro elemento è il rapporto con i più indifesi, come ad esempio gli animali. Topolino prova un profondo affetto verso Pluto e altrettanto rispetto verso le altre forme di vita. Miklos, dal canto suo, non esita a rapire il cane pur di tenere nel sacco il suo padrone. Al punto che lo stesso Pluto, non appena vede Topolino, lo scambia per il suo aguzzino, mostrandosi inizialmente diffidente e aggressivo nei suoi confronti.
Un’altra differenza tra i due, quindi, è la capacità di provare affetto o empatia. Infatti, a dispetto della sua arguzia e della sua razionalità, è proprio la bontà d’animo il punto di forza di Topolino. È per questo che, nonostante tutto, Basettoni, il quale conosce bene il suo amico, gli concede del tempo per potersi dimostrare innocente in Topolino contro Topolino.
Ed è sempre per questo che Ombreline ha rimorso ad ucciderlo ne I 7 Boglins. Inoltre in questa storia di Casty/Faccini è proprio l’amore di Minni a salvarlo (un po’ come in WoM – L’Età Oscura), condizione che nel caso di Miklos, incapace di sentimenti positivi come il Voldemort di Harry Potter, sarebbe impossibile.
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Le due facce dell’imperfezione
Il personaggio di Miklos è senz’altro intrigante, poiché escogita dei piani davvero diabolici e impensabili. Le sue storie, che funzionano egregiamente grazie alla sospensione dell’incredulità che Gottfredson e Casty riescono a trasmettere, sono un ottimo spunto di riflessione su quanto il bene sia preferibile al male, giacché Miklos, molto intelligente ma senza affetti, alla fine capitola sempre.
Allo stesso tempo sono l’ideale per chi ama il personaggio di Topolino, ma anche e soprattutto per chi ne è un detrattore. Infatti si possono ammirare sia il Topolino cattivo e malvagio, che è un criminale senza scrupoli, sia una versione imperfetta del Topolino vero, che si trova da solo contro una serie di difficoltà (trasmettendo empatia e spogliandosi della sua monotona perfezione che gli è stata erroneamente affibbiata) e che riesce a superarle rimanendo, è il caso di dirlo, se stesso.
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Mattia Rispo
Immagini © Disney
Fonti:
Gli anni d’oro di Topolino, n. 14.
Walt Disney’s Mickey Mouse, n. 11.