Nel mare magnum dei prodotti disneyani è, paradossalmente, assai raro trovare un’opera cinematografica recente che abbia come protagonisti i tre volti più noti della casa di Burbank. Una di queste è Topolino, Paperino e Pippo: I tre moschettieri, una pellicola direct-to-video uscita nell’agosto del 2004 e basata sul romanzo del 1844 di Alexandre Dumas, che vanta innumerevoli adattamenti tra film, serie animate, musical e fumetti.
La banda Disney e i Tre Moschettieri
Topolino, Paperino e Pippo sono tre bambini di strada che vengono difesi dai moschettieri del re (Athos, Porthos, Aramis e D’Artagnan) contro dei malintenzionati. I quattro fanno dono a Topolino di un cappello della loro divisa e quell’esperienza forgia nei protagonisti il desiderio di emulare i propri eroi. Anni dopo, il corpo è guidato dal capitano Pietro e i tre amici sono dei semplici sguatteri che si occupano di lavare le uniformi, nella speranza che l’ufficiale dia loro una possibilità. In realtà Gambadilegno, aiutato dalla fida Clarabella, trama per poter prendere il posto della principessa Minni. Per fare questo, ingaggia i Bassotti per rapirla e costringerla a rinunciare al trono. Credendo di facilitare il piano, il capitano assegna alla principessa come guardie del corpo proprio gli imbranati protagonisti.
La canzone dei moschettieri, sulle note del galop di Orfeo all’Inferno di Offenbach
Attenzione: spoiler
Nonostante le (spassose) difficoltà, il trio riesce a tenere a bada le “canaglie” (così vengono apostrofati i cattivi per tutto il film) e, a quel punto, Pietro decide di sbarazzarsi anche di loro. I Bassotti spaventano a morte (non che ci voglia molto) il buon Paperino e lo fanno scappare. Clarabella, invece, rapisce Pippo e Gambadilegno cattura Topolino, relegandolo a Mont Saint-Michel e confidando nell’alta marea. Tuttavia, Clarabella si sorprende della spontanea ammirazione di Pippo nei suoi confronti, se ne innamora e lo libera. Sarà lui a recuperare Paperino (talmente impaurito da essere in procinto di lasciare la Francia), e i due salveranno Topolino dall’annegamento nelle segrete del castello.
I tre raggiungeranno poi il Teatro dell’Opera, dove Gambadilegno tiene segregate Minni e la sua dama Paperina e inscena la nomina a nuovo re di Francia. In un divertente duello che ha come sfondo proprio l’opera lirica che si sta svolgendo in teatro, i tre riescono ad avere la meglio. Alla fine, Minni nomina ufficialmente i protagonisti moschettieri, per poi suggellare il suo amore per Topolino. Lo stesso succederà anche per Paperina con Paperino e per Clarabella con Pippo.
Un’insolita parodia
La scuola fumettistica Disney italiana ci ha regalato parodie che fanno riferimento a diverse opere letterarie (si pensi all’Inferno di Topolino o ai Promessi Paperi), divertendo i lettori e stimolando la curiosità per i lavori originali. La tradizione di rappresentare un’altra opera sfruttando i volti della Banda Disney, però, non è altrettanto diffusa al di fuori del nostro Paese, tanto meno negli Stati Uniti (va però menzionato il particolare ciclo straniero delle Pippoparodie, disegnate da Hector Adolfo de Urtiaga e sceneggiate da autori come Greg Crosby e Carl Fallberg, in cui si parodiavano principalmente grandi romanzi d’oltreoceano). In questo senso, I tre moschettieri è da considerarsi una delle poche eccezioni.
La storia viene mostrata come una “messa in scena” (in tutti i sensi) fin dal principio. Il film, infatti, è inizialmente ambientato in un set televisivo e le vicende vengono raccontate da un narratore esterno, ossia la tartaruga Troubadour. Durante lo svolgimento della pellicola, inoltre, vengono mostrati degli elementi chiaramente anacronistici (basti pensare al marchingegno che consente al Capitano Pietro di raggiungere il suo rifugio segreto o a Pippo che pulisce il pavimento usando l’aspirapolvere).
Gli spettatori sono, quindi, consapevoli che non si tratta di una semplice trasposizione, ma di un’opera a cui i personaggi Disney si prestano, mantenendo, con l’eccezione del solo Paperino, la propria personalità e un modo di interagire che siamo abituati a vedere nei contesti più tradizionali.
L’emblema di questo approccio della pellicola è il momento in cui Paperino decide di evitare il pericolo, rappresentato da Pietro e dai suoi sottoposti. Non appena Topolino gli ricorda i doveri che comporta l’uniforme da moschettiere, Paperino decide senza indugio di strapparsela da dosso. Così facendo, rivela di indossare la classica casacca da marinaio che siamo soliti vedere nelle ambientazioni più moderne, mostrandosi quasi alla stregua di un attore che si limita ad interpretare un ruolo.
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Una riunione tanto attesa
Come già accennato, l’utilizzo dei personaggi Disney classici (e in particolare la comparsa contemporanea di Topolino, Paperino e Pippo) è un evento relativamente raro nella storia recente della compagnia, se si considera l’ambito esclusivamente cinematografico. Prima di questa pellicola del 2004, i tre protagonisti comparvero assieme ne Il principe e il povero (1990) e prima ancora ne Il Canto di Natale di Topolino (1983), nel quale però Pippo non interagisce con Topolino e Paperino. Molte delle altre apparizioni, invece, sono da ricercare nei classici corti dei decenni precedenti.
I tre moschettieri fu quindi un’occasione per rinsaldare l’immagine di un trio iconico, il cui affiatamento non si è perso nel corso degli anni. I tempi comici tra i tre protagonisti vengono gestiti alla perfezione e allo stesso modo i loro caratteri sono perfettamente complementari, così da renderli l’uno indispensabile per l’altro.
Il trio protagonista
Il trio protagonista è composto ovviamente da Topolino, Paperino e Pippo. Il primo mantiene, anche in questa ambientazione, il suo ottimismo, ed è colui che crede più di tutti nel sogno di diventare moschettieri. Pippo è anch’egli fedele alle sue origini, in quanto è rappresentato come particolarmente ingenuo e con uno spiccato senso dell’amicizia. In questo senso, egli funge da vero e proprio collante del gruppo. Sarà lui a convincere Paperino (grazie anche all’essenziale intervento di Troubadour) a non scappare davanti al pericolo. Inoltre, sarà lo stesso Pippo a confortare il suo amico (momentaneamente disincantato dal sogno di diventare un moschettiere), ricordandogli che se saranno “tutti per uno e uno per tutti” (o come direbbe lui, “tutti per uno e tanti saluti”) riusciranno a superare ogni difficoltà.
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La personalità di Paperino
Il protagonista che, invece, si distacca particolarmente dal modo in cui siamo abituati a conoscerlo è proprio Paperino. Anziché collerico, Donald viene mostrato come estremamente codardo. Questa, in un certo senso, è da considerarsi una contraddizione, giacché proprio la sua incontrollabile rabbia lo spinge tradizionalmente ad azioni tutt’altro che prudenti. La spiegazione di questo cambiamento è forse da ricercarsi nella politica della Disney, all’epoca guidata dall’amministratore delegato Michael Eisner.
Eisner guidò la compagnia dal 1984 al 2005, con alterne fortune. Durante la sua gestione, fu data particolare attenzione al politically correct (attenzione che viene in parte mantenuta anche ai giorni nostri) e proprio in quest’ambito rientra il cambio di personalità di Paperino. La sua indole rabbiosa era probabilmente considerata come un aspetto troppo negativo da mostrare a un pubblico di bambini. Potrebbe essere per questo motivo che si decise di virare verso una più innocua mancanza di coraggio.
Gli altri interpreti dei Tre moschettieri
Minni interpeta la principessa di Francia, anche lei coinvolta in una storia d’amore come la Regina Anna del romanzo e, come lei, è invisa all’antagonista. Affida le sue confidenze a Paperina, che ricorda la guardarobiera della Regina, Costance Bonacieux. Infine, troviamo Pluto, anche qui fedele compagno di avventure di Topolino.
Tra i cattivi spicca Gambadilegno, che interpreta il capitano dei moschettieri, il quale trama per prendere il posto della principessa. Il personaggio richiama il Cardinale Richelieu, eminenza grigia della corte francese.
Il suo braccio destro è Clarabella, la Milady della storia. Anche lei è un altro personaggio che non rispetta a pieno le caratteristiche disneyane originarie. La Clarabella classica, a differenza di quella del film, non è particolarmente furba, né tanto meno cattiva. Inoltre, si ritrova ad essere l’anima gemella di Pippo (il quale non ha una controparte femminile, a differenza di Topolino e Paperino), sebbene ufficialmente sia la fidanzata di Orazio.
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Infine, ci sono i Bassotti, la cui banda, in questa versione, è costituita da due membri con le classiche caratteristiche fisiche, capeggiati da un insolito Bassotto di bassa statura. Essi vengono assoldati da Pietro per rapire Minni e possono essere ritenuti il corrispettivo delle spie del Cardinale nell’opera originale.
Quella dei Bassotti è una delle poche apparizioni nel contesto dell’animazione. Sebbene possano essere considerati personaggi abbastanza frequenti in Ducktales, le comparse al di fuori della serie sono assai limitate. Fra queste, oltre a un cameo in Darkwing Duck, di particolare importanza è la pellicola Pippo e lo sport in Calciomania (1987), dove fanno il loro esordio al di fuori del fumetto.
La colonna sonora
Le canzoni nei film Disney sono delle vere e proprie chicche e questo cartone non fa eccezione. Data l’ambientazione, esso fa riferimento alla musica lirica. In particolare, vengono utilizzati capolavori come il galop dell’Orfeo all’Inferno (noto ai più come il classico can-can) di Offenbach, Lo schiaccianoci di Tchaikovsky, Sul bel Danubio blu (Strauss figlio) e la Sinfonia n. 5 (Beethoven). Ovviamente, le parole sono modificate al servizio della trama. Nella più classica delle tradizioni Disney, i temi vengono inseriti egregiamente, creando dei tempi comici perfetti grazie alla coordinazione tra i movimenti e i rumori dei personaggi e le note in sottofondo.
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Il capitano Pietro sulle note di Nell’antro del re della montagna di Edvard Grieg
Dal cinema ai videogiochi
Il mondo di Topolino, Paperino e Pippo: I tre moschettieri appare nel videogioco per Nintendo 3DS Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance. Qui è possibile muoversi nel Paese dei moschettieri, che presenta un’ambientazione fedele a quella del film. Si possono osservare il castello di Minni, la torre in cui questa viene segregata dai Bassotti, il Teatro dell’Opera e Mont-Saint Michel. In questo Paese i protagonisti, affiancati alternativamente da Sora e Riku, affrontano una serie di creature come l’Anatroca e il Tyranno Rex Gigante, oltre ovviamente ai cattivi del film, come Gambadilegno e i Bassotti.
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Tutti per uno, uno per tutti
Questo film, oltre a essere una buona parodia che può invogliare ad approfondire l’opera originale, è un’ottima occasione per rivedere in azione molti dei personaggi classici dell’universo Disney, i quali hanno un’alchimia che riesce a coinvolgere appieno lo spettatore. Nonostante siano passati diversi anni, Topolino, Paperino e Pippo dimostrano di essere ancora complementari, avendo mantenuto quell’unità, è il caso di dirlo, che li caratterizzava in passato, in fin dei conti non dissimile da quella dei protagonisti originali del romanzo, e che andrebbe riproposta al cinema più spesso.
Il film è disponibile su Disney+.
Mattia Rispo
Immagini © Disney