Chiunque sia cresciuto a pane, Nutella e fumetti Disney ha almeno sentito parlare della serie W.I.T.C.H., a base di fantasy e adolescenza, lacrime e incantesimi, mondi paralleli e traumi. Anche se le giovani protagoniste di W.I.T.C.H. sono cinque, è difficile stabilire una top 5 dei momenti feels di W.I.T.C.H.!
Da non confondersi neanche per scherzo con Winx Club (serie animata di Iginio Straffi prodotta da Rainbow e trasmessa dal 2004), W.I.T.C.H. è un fumetto mensile di Disney Italia pubblicato dal 2001 al 2012 nato dalla mente di Elisabetta Gnone e diretto a lungo da Valentina De Poli.
Poiché il periodico punta soprattutto alle ragazze di tredici/quattordici anni, fra i millennial c’è chi non ha perso un numero in edicola, aspettando di imparare a trasformarsi, come fa “una W.I.T.C.H.”, in una combattente alata dai poteri magici, e chi invece ha preferito rimanere fedele a un certo papero mascherato che fa a botte con gli alieni, sprovvisto di superpoteri.
Ma perché rinunciare a certe emozioni? E perché non rivangarle, pugnalandoci dritto nel Cuore di Kandrakar? Recuperiamo senza pietà il meglio delle “streghe” Will, Irma, Taranee, Cornelia e Hay Lin con la top 5 dei momenti feels di W.I.T.C.H.!
ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER, TEMATICHE FORTI E CALEB!
5. «Il suo urlo disperato»
(Dal n. 4, Il potere del fuoco, Bruno Enna – Graziano Barbaro, Marina Baggio, Roberta Zanotta e Barbara Canepa)
Sulle orme dei manga di genere majokko, le W.I.T.C.H. passano in un attimo dall’essere ragazze normali, che combattono soltanto contro le interrogazioni, al dover affrontare creature zannute dentro mondi misteriosi. Un cambiamento elettrizzante quando sei un’adolescente audace e spensierata: ma cosa succede quando perdi la battaglia e il mostro ti cattura?
Potresti anche finire in una prigione aliena e addirittura essere torturata, come la povera Taranee, rimasta indietro durante una ritirata strategica. Le sue amiche W.I.T.C.H., tornate nel mondo di tutti i giorni, si apprestano ad andare al salvataggio senza più alcuna baldanza: da bambine costrette a trasformarsi in adulte, si rendono conto di essere vulnerabili sia alle conseguenze delle proprie azioni sia alla tragica assurdità degli eventi.
Cornelia, nota “Miss So-Tutto” del gruppo, fatica ad abbassare la cresta e attribuisce l’accaduto solo all’inaffidabilità della leader Will. Chiamata a difendere il ruolo che non avrebbe mai voluto assumere, Will crolla: nessuna delle sue fragili scelte, che siano giuste o sbagliate, potrà mai proteggerla dall’orrore e dal senso di colpa.
Potrebbe interessarti anche: Top 5 degli insulti memorabili di W.I.T.C.H.
4. «Questi fiori sono la gente di Meridian!»
(Dal n. 8, Le rose nere di Meridian, Francesco Artibani e Giovanna Bo – Alessia Martusciello e Francesco Legramandi)
I “Metamondesi” si infiltrano fra i Terrestri, col rischio di essere scoperti e male accolti, o persino di soccombere già nel difficile passaggio fra i mondi – situazione che potrebbe ricordare vicende attuali.
La risposta al perché gli abitanti del Metamondo cercano di fuggire verso la Terra, nonostante i pericoli a cui vanno incontro, giunge a Will attraverso una siepe di rose magiche che s’innalza nella loro capitale e separa la plebe dal magnifico parco del castello di Phobos.
L’apparente perfezione del giardino nasconde un segreto agghiacciante: chiunque si avvicini viene punto dalle rose e si trasforma, diventando parte della siepe.
Logorati dalla miseria e dalle vessazioni, i poveri abitanti del Metamondo continuano a gettarsi contro questa barriera di spine, per quanto flebile sia la speranza che il Principe li accolga nel castello. E ormai nemmeno Daltar, giardiniere di corte, è più in grado di capire quali fra le migliaia di rose siano sua moglie e sua figlia.
3. «Ghiro…»
(Dal n. 26, Ricatto finale, Francesco Artibani – Alessia Martusciello, Marina Baggio e Roberta Zanotta)
Molti lettori e lettrici di W.I.T.C.H. aspettavano questo momento dall’inizio, gli altri mentono. Chi invece è ignaro dell’entità dei feels in arrivo, corra a prendere una scatola di fazzoletti e un barattolo di gelato, perché ormai siamo sul podio della top 5 dei momenti feels di W.I.T.C.H. .
Diversamente dalle eroine dei majokko, Will non possiede un animaletto parlante che le spieghi (anche troppo) cosa fare. Il suo animale domestico è un ghiro trovatello, che non parla, non dorme, si ingozza fino all’indigestione, non è nemmeno così domestico e devasta puntualmente le stanze.
Il ghiro si armonizza in modo perfetto con il caos adolescenziale di Will, tant’è vero che non ha neppure un nome. In effetti non risponde ad alcuna forma di razionalità, eppure spesso è in completa sintonia con le emozioni della padrona. È molto animale ma anche molto umano, non in senso responsabile e autorevole, bensì come un bambino, oppure come noi.
Potrebbe interessarti anche: I momenti di W.I.T.C.H. che ci hanno scombussolato gli ormoni
In un momento del tutto casuale, il ghiro fugge per l’ennesima volta dalle mani di Will andando incontro a un destino cosmico ma per nulla ultraterreno. Quando Will è costretta a dire addio al ghiro, si congeda da una parte di sé stessa: un altro pezzo dell’infanzia si allontana, ma benché tutto rimanga sino alla fine instabile e senza senso, il ricordo di un amore incondizionato è un punto fermo per il resto della vita, il più fedele compagno.
2. «Una nevicata fuori stagione»
(Dal n. 2, I dodici portali, Elisabetta Gnone e Francesco Artibani – Alessandro Barbucci, Manuela Razzi, Barbara Canepa e Roberta Zanotta)
Il secondo posto della top 5 è occupato da un altro addio, anche questo in grado di colpire da vicino molti lettori. Già dopo il primo numero di W.I.T.C.H. le cinque protagoniste, soprattutto una, perdono l’affettuosa mentore che ha affidato loro i poteri magici: l’anziana Yan Lin, nonna di Hay Lin.
In questo caso l’addio non è inatteso: è già nell’atmosfera pesante che Hay Lin respira a casa, là dove il dottore confabula solenne con suo padre, e persino nel sorriso della nonna che, costretta a letto, si preoccupa soltanto che la nipotina impugni il proprio magico destino e non dimentichi di mangiare a sufficienza.
Il funerale della nonna di Hay Lin appartiene alla comunità cinese: la sofferenza della famiglia di Hay Lin, con il padre che, pur trovandosi orfano, cerca a sua volta di sorridere per i suoi cari, non è perciò dipinta di nero ma di bianco, ovvero il colore del lutto nella cultura cinese. Incredibile quanto i colori possano fare una grande differenza, quando “il freddo, dentro, è lo stesso”.
1. «Ma… questo è un sogno!»
(Dal n. 7, Un giorno lo incontrerai, Francesco Artibani e Paola Mulazzi – Stefano Turconi, Manuela Razzi, Marina Baggio e Roberta Zanotta)
Perché cercare l’anima gemella su Tinder, Grindr o Wapa, quando esistono i sogni premonitori? È in questo modo che Cornelia entra in contatto con Caleb, ancora prima di conoscere i propri poteri e di scoprire quindi che quel ragazzo del/da sogno esiste davvero. E che a sua volta l’ha sempre sognata.
Purtroppo Caleb non si trova esattamente nelle vicinanze di Cornelia: è un guerriero del Metamondo, capo della ribellione anti-Phobos nonché creatura artificiale nata da un fiore. Vincitore di questa top 5 dei momenti feels di W.I.T.C.H., come di ogni sondaggio di popolarità sulla rivista, Caleb non ha quasi bisogno di parole per fondere il cuore morbido sotto la crosta croccante di Cornelia. Malgrado le irresistibili “macchie muschiate” sulla sua epidermide, è proprio il tipo che senti di conoscere da sempre, in grado di darti sicurezza anche solo con un delicato gesto o un caldo sorriso. Chi non l’ha mai sognato?
Dopo essersi finalmente incontrati per combattere la stessa battaglia, Caleb e Cornelia non hanno garanzie di rivedersi ancora, tanto meno di poter stare insieme un giorno. Quali sono le possibilità? Può una storia sopravvivere a distanza, senza neppure chat e videochiamate? Una cosa è certa: l’amore non è un sogno, ma tempo e spazio sì, quando sappiamo trasformare una lacrima in un fiore. E speriamo che non appassisca mai.
Potrebbe interessarti anche: TEST: Quale W.I.T.C.H. sei?
E ora… le Menzioni Speciali «Nulla scompare per sempre*»! (e ve lo ribadiamo ancora: ALLERTA SPOILER!)
1. «Ciao, biscottino!»
(Dal n. 12, Per sempre sia, Francesco Artibani – Donald Soffritti, Daniela Vetro, Marina Baggio, Roberta Zanotta e Francesco Legramandi)
Qualcuno ha creduto davvero che la nonna di Hay Lin si lasciasse far fuori così in fretta? Verso la conclusione dell’articolo, una buona notizia: certi personaggi di W.I.T.C.H. a volte ritornano, non ai livelli di Crilin in Dragonball, ma comunque in maniera meritevole di una menzione speciale.
Dopo essere scomparsa dalla Terra, Nonna Yan Lin riappare arzilla come sempre nella fortezza di Kandrakar, luogo celeste dove viene accolta fra i saggi che vigilano sull’universo. Questo noi lo apprendiamo subito grazie al narratore onnisciente, ma le W.I.T.C.H. possono godersi la sorpresa quando ottengono di visitare (nel loro caso di passaggio) Kandrakar. Più che un’occasione solenne, è un momento di feels infiniti per Hay Lin.
A questo punto si potrebbe dire: vanno bene i feels, ma questa è cattiveria. Le lacrime, in una scena simile, scendono perché né i personaggi né i lettori possono aspettarsi di rivedere ancora i propri cari scomparsi. Tuttavia, si tratta proprio di una falsa e crudele speranza? Magari non esiste alcuna Kandrakar dove incontrarsi di nuovo, ma esistono momenti in cui ritroviamo i nostri cari, attraverso i sentimenti che rimangono “al centro dell’infinito”.
2. «Io non voglio perderlo, Will!»
(Dal n. 13, So chi sei, Francesco Artibani – Federico Bertolucci, Claudio Sciarrone, Gianluca Panniello, Francesco Legramandi, Marina Baggio e Roberta Zanotta)
Ritorna anche Caleb, con il quale potremmo riempire altre cento top 5 dei momenti feels di W.I.T.C.H. . È ormai chiaro che il perfido Phobos ha l’hobby del tramutare le persone in fiori e viceversa, infatti Caleb si rivela nientemeno che una sua creatura ribelle. Come modo originale di giustiziarlo, Phobos lo riduce alla forma primitiva di un etereo fiore bianco dall’aspetto familiare, un po’ simile a una lacrima o meglio a una promessa.
Benché Cornelia venga lacerata dall’assistere alla fine di Caleb, è il momento del lutto a guadagnarsi una menzione speciale: se durante l’ultima battaglia contro Phobos il dolore deve essere messo da parte, dopo bisogna per forza tornare a casa, con un fiore tra le mani di cui occorre prendersi cura in qualche modo.
Il lungo arco narrativo dedicato al lutto di Cornelia affronta la tristezza ma anche la rabbia, il senso di vuoto e la distanza che si crea persino con le amiche, desiderose di aiutare ma altrettanto spaesate dall’intensità del dramma. Le trasformazioni e gli eventi prodigiosi di W.I.T.C.H. non sono puramente soprannaturali, così come nessuna fine è tale per davvero.
*«…spesso le cose cambiano solo forma!» (dal n. 21, Sotto il segno dell’ombra, Giulia Conti e Francesco Artibani – Federico Bertolucci, Marina Baggio e Roberta Zanotta.)
Verina Romagna
Immagini © Disney