È l’uomo pipistrello, è Batman! Si avvolge nel mantello, è proprio Batman…
Quanti di noi la domenica mattina, sentendo alla TV quel “Corre, corre è Batman (Batman)!“, si precipitavano davanti allo schermo con latte e biscotti per gustarsi le prodezze del Cavaliere Oscuro, affascinati dal carisma magnetico del protagonista? Io sicuramente sì.
Parliamo di Batman: The Animated Series, più semplicemente nota in Italia come Batman, la serie animata dedicata al personaggio di Bob Kane e Bill Finger trasmessa nel Bel Paese per la prima volta nel 1993. Fu il primo approccio al giustiziere mascherato di molti (me compreso), e impresse un’insostituibile immagine del protagonista nella mente degli spettatori.
Ma la memoria può giocare brutti scherzi, e i gusti (e il senso critico) cambiano. Dopo vent’anni così ho recuperato gli 85 episodi di questa vecchia serie, incuriosito dall’effetto che mi avrebbe fatto rivedere le avventure di Batman da “grandicello”.
Batman: The Animated Series è invecchiata bene? No, è invecchiata benissimo.
Un primo sguardo a Batman TAS
La serie ruota attorno alla figura di Batman e alla sua crociata contro il crimine di Gotham City: i toni sono cupi e drammatici, gli scenari evocativi e spesso maestosi, i temi complessi e approfonditi. Se mettiamo un attimo da parte la coinvolgente sigla italiana (con i suoi superlativi e rime baciate), già dalla opening originale si può facilmente capire che non ci troviamo di fronte a un semplice cartone per bambini. La musica che accompagna la narrazione, le animazioni fluide e i movimenti eleganti (lo scontro sembra a tratti una danza), gli ambienti e le occhiate espressive danno un primo valido assaggio del tenore della serie.
Batman e il Joker
Il razionale Batman si ritrova così ad affrontare la profonda e perversa follia dei suoi nemici, di cui la massima espressione è il Joker. I miei episodi preferiti (in genere scritti da Paul Dini) sono senza dubbio quelli che hanno loro due come protagonisti. Lo scontro tra l’apollineo Uomo Pipistrello e il dionisiaco Principe del Crimine raggiunge l’apogeo in questi episodi, dosando comicità, simbolismo, azione e anche qualche brivido per gli eccessi criminali del pagliaccio. Da una parte abbiamo un personaggio dedito alla giustizia, lucido seppur tormentato dai propri traumi, dall’altra un genio criminale che ha deciso di dare libero sfogo ai suoi impulsi peggiori, un’esplosione di istinto e di caos distruttivo (potenzialmente anche verso sé stesso) impossibile da imbrigliare o anche solo definire. Lo scontro tra i due è lo stesso che si verifica nell’animo di ogni uomo, nell’affannosa ricerca di un equilibrio tra Ordine e Caos, Solidarietà ed Egoismo, Bene e Male, con i voluti toni esasperati ed espressivi tipici della serie.
Un Supereroe imperfetto
Uno degli aspetti più affascinanti di Batman: The Animated Series (e in generale del Cavaliere Oscuro) tale da renderla tanto amata è che in realtà Batman sia solo un uomo, con i suoi pregi ma anche con le sue tante debolezze. Bruce Wayne è un uomo spezzato: il trauma per la perdita dei genitori rimane una ferita insanabile del suo essere, che non lo abbandona mai e ritorna ciclicamente ad affliggerlo con episodi ancora più dolorosi, definendo il suo carattere e il modo di concepire il mondo e di relazionarsi. Ma Batman decide di fare della sua debolezza una forza e di metterla al servizio degli altri con un rigoroso codice morale, piuttosto che lasciarsi trascinare dal fiume dell’autocommiserazione o peggio del caos.
In Niente da Temere, ad esempio, Batman viene avvelenato dalle tossine fobiche e allucinogene dello Spaventapasseri che lo seviziano con le sue peggiori paure: il senso di colpa e di inadeguatezza nei confronti del padre. Nota ai fan è la scena della rivalsa del Pipistrello (“I am vengeance! I am the night! I am Batman!”), una forte presa di coscienza e di volontà nei confronti di sé stesso e del proprio ruolo, mentre si libera, pur senza antidoti, dal giogo psicologico che lo opprime. Perché Batman è qualcosa di più di un semplice uomo, è l’incarnazione di una morale, un’idea, è giustizia, e Bruce quindi non può arrendersi, non deve e soprattutto non vuole.
Altro episodio degno di nota è Il Sogno: Bruce Wayne si sveglia in un mondo in cui non è Batman, i suoi genitori sono ancora vivi e si accinge a sposare la bella Selina Kyle (alias Catwoman). Per un momento Bruce vuole credere che tutto questo sia reale, che Batman sia solo frutto di un disturbo psichico: deve ricredersi quando apre per caso un giornale e si accorge di essere in un sogno (nessuno infatti può leggere alcunché mentre si sogna). A quel punto decide di abbandonare quella confortante fantasia per far ritorno alla dura realtà, anche a costo di morire.
Non uccidere
Parliamoci chiaro: i miliardi, le auto, i gadget sono tutte belle cosucce di cui Batman si serve, ma il vero superpotere del Pipistrello è uno solo: una ferrea Volontà. È la più determinante caratteristica degli esseri umani che gli permette di compiere azioni straordinarie e di superare le barriere dell’uomo comune, di buttarsi nell’oscurità dell’ignoranza e del male e di riemergerne vincitore. Emblematico come un uomo così fragile e tormentato abbia perfezionato sé stesso nel corpo e nella mente in maniera tale da superare i suddetti limiti e come ogni volta dia tutto sé stesso (a volte anche sbagliando), da solo, nella crociata contro la follia e il caos di cui potrebbe essere facile preda. Per di più ponendo come base del suo agire, quasi come un mantra, un inossidabile principio: Non uccidere, mai. Anche nelle situazioni più disperate, a qualsiasi sacrificio, il faro da seguire rimane quello di conservare la propria umanità e restare fedele ai propri principi.
La narrazione
Credo che una delle caratteristiche migliori di Batman: The Animated Series sia che si prende i tempi necessari per dipanare in maniera adeguata la trama: a scene d’azione frenetica e di combattimento seguono momenti di riflessione, fatti di silenzi e sguardi emblematici carichi di significato. La serie non ha paura di annoiare lo spettatore, inseguendo una comicità esasperata o un ritmo accelerato, ma dosa con accortezza i tempi della narrazione, i momenti ricchi di pathos e scenette distensive e umoristiche.
I temi trattati
La malattia mentale, i diritti umani e dei detenuti (Lock-Up), il rapporto tra giustizia e legalità, amori malati e masochisti (Arlecchinata), ossessione, solitudine e abbandono, animo umano e artificiale (Heart of Steel), ordine e caos, realtà e fantasia sono alcuni dei temi che si sviluppano e si intrecciano lungo gli 85 degli episodi di Batman: The Animated Series, ribattezzata The Adventures of Batman & Robin dopo l’episodio 65.
Data la complessità dei topoi, Batman: The Animated Series presenta diversi livelli di narrazione per un target variegato. Intrattiene quindi sia i piccini che i più grandi, in grado di cogliere i riferimenti e i contenuti che a un bambino sarebbero, come è logico, sfuggiti poiché solo accennati oppure poiché estranei al loro modo di intendere la vita e la realtà che li circonda.
Harley Quinn…
Tutti conoscono l’allegra e amorevole compagna di Joker, Harley Quinn, ma immagino che pochi sappiano che il debutto ufficiale della bionda pazza avvenga proprio in Batman: The Animated Series (nell’episodio Un piccolo favore).
Harleen Frances Quinzel, conosciuta come Harley Quinn (notate l’assonanza con la famosa maschera Arlecchino?) è frutto della fantasia degli autori Paul Dini e Bruce Timm, che per il personaggio si ispirarono alla loro amica Arleen Sorkin, attrice che in un episodio della soap Il tempo della nostra vita si vestì da pagliaccio (in seguito fu proprio lei a doppiare la Quinn in Batman TAS). Per la storia e il carattere della anti-eroina invece si basarono sulla travagliata storia d’amore di una loro amica:
Una nostra amica comune all’epoca era coinvolta in una tempestosa (ma non violenta) relazione con un tizio tormentato da ossessioni che gli impedivano di ricambiare l’incondizionato amore di lei. Sono lieto di dirvi che la “Harley della vita reale” si è alla fine allontanata dal suo “Joker” e oramai da molti anni è felicemente sposata con un altro uomo”
– Note di commento a Mad Love, di Bruce Timm
La relazione tra Harley e Joker è tante cose, meno che sana: come è facile immaginare il pagliaccio è un compagno violento, ossessivo, egoista, disinteressato al bene di Harley e abile nel manovrarla per i propri scopi sfruttando il suo cieco e incondizionato “amore”. Non esita a picchiarla o addirittura ad attentare la sua vita: un chiaro esempio è il capolavoro Mad Love (non presente in Batman: The Animated Series), storia a fumetti che descrive le origini di Harley Quinn e del suo amore malato, che da psichiatra del manicomio di Arkham la trasformò in folle criminale.
Harley lentamente cerca di liberarsi da questa storia di abusi e di violenza, acquisendo maggiore consapevolezza e autonomia, ma purtroppo puntualmente ne ricade vittima (The Laughing Fish, Harley and Ivy, Harlequinade, e in particolare Harley’s Holiday).
… e gli altri villain
In Batman: The Animated Series anche alcuni personaggi fanno la prima apparizione (Lock-Up, Baby Doll) mentre altri storici nemici vengono rivisitati e approfonditi: è il caso di Due Facce, che per la prima volta manifesta crisi di schizofrenia prima dell’incidente (una delle principali cause di rimorso per Batman).
Lo stesso dicasi per Mr Freeze, il quale acquista un tragico e romantico passato a causa della perdita della sua adorata moglie Nora, facendo battere un cuore caldo sotto la corazza di gelo del supercriminale. L’universo di Batman viene così espanso dalla serie e arricchito da personaggi e storie, ponendosi su una via parallela ma non in contrasto con quella fumettistica, mantenendosi fedele alle suggestioni e allo spirito della serie.
Batman: The Animated Series e i bambini di oggi
Un aneddoto particolare: tempo fa feci vedere i primi episodi a un bambino figlio di amici di famiglia. Anche lui si interessò molto alla serie, e rimase colpito da Gli Abitanti Sotterranei. L’episodio aveva come protagonisti degli orfani abbandonati a sé stessi e costretti a rubare da un criminale schiavista che li terrorizzava. La gente, ignara della reale identità dei ladri, cominciò a chiamarli folletti, finché Batman non arrivò in loro soccorso. Vedendo l’episodio il bambino non riusciva a capire chi fossero effettivamente questi esseri, e la madre preferì fargli credere che si trattasse veramente di folletti, piuttosto che spiegargli la difficile realtà dello sfruttamento di minori. Questo per farvi capire che spesso Batman: The Animated Series si spinge spesso al di là dei semplici confini dell’animazione infantile, per osare di più.
Le ispirazioni della serie
Oltre naturalmente alla serie di comics della DC, Batman TAS risente in particolare dell’influenza dei due film di Tim Burton Batman (1989) e Batman Returns (1992) e di SUPERMAN, la serie di corti animati del 1940 prodotti dai Fleischer Studios. Ma non solo, anche film noir o thriller come The Big Sleep (1946), Vertigo (1958), Metropolis (1927) e l’animazione giapponese (Akira e Il Castello di Cagliostro) sono serviti da ispirazione per la creazione del cartoon.
L’ambientazione
Batman: The Animated Series non può essere certo definita ricca di colori (tranne che per la giacca del Joker): Gotham City è una città oscura, continuamente contesa dal bene e dal male, mentre Batman si muove nelle tenebre dove il crimine sguazza.
L’idea alla base della serie era quella di privilegiare linee semplici e geometriche, che appagassero la vista ma dal forte carattere simbolico, ispirandosi allo stile noir e all’art déco. Nacque così quello che viene definito dagli autori la Dark Déco, una fusione dei due generi dal gusto rétro che capovolge la tradizione con il nuovo stile “disegno con inchiostro chiaro su fondo scuro”.
La città di Gotham emerge quindi, elegante e pericolosa, dalle tenebre con i suoi grandiosi edifici e monumenti che evocano imponenza.
Lo stile dei personaggi e l’epoca storica
Lo stesso vale per i personaggi che si muovono sulla scena: poche precise linee ma altamente evocative.
L’ambientazione, come per i film di Burton, si sviluppa in una dimensione temporale indefinita, senza una precisa collocazione che si assetta genericamente nel XX secolo: possiamo così trovare audiocassette, televisori in bianco e nero, supercomputer, laser, dirigibili e armi ormai antiquate. Tutto ciò contribuisce a rendere l’universo di Batman: The Animated Series libero da eventuali legami effimeri e da un precoce “invecchiamento”, ancorandolo a una realtà tutta propria.
Episodi degni di nota di Batman: The Animated Series
Sinceramente debbo dire che nessun episodio della serie mi abbia annoiato: la qualità media è alta per i miei gusti, sebbene alcuni svettino sugli altri. Questo è infatti il motivo per il quale si arresta a sole 85 puntate: gli autori, venendo meno idee originali e valide, hanno preferito chiudere la serie degnamente piuttosto che comprometterne la qualità.
Di seguito vi parlerò di alcuni episodi forse non noti a tutti che credo meritino una menzione.
-Il processo (“Trial“).
In questa puntata il nuovo Procuratore Distrettuale Janet Van Dorn avversa Batman per lo spregio delle elementari regole di Diritto (“Batman è giudice, giuria e boia!”), ma viene rapita. L’incappucciato nel tentativo di salvarla viene catturato e portato ad Arkham dai suoi peggiori nemici per essere sottoposto a processo. L’accusa è quella di essere stato l’origine della loro depravazione criminale. La difesa spetta proprio a Janet, che riesce a capire durante la farsa che in realtà siano stati proprio personaggi come Joker, Due Facce e Poison Ivy a creare Batman e non il contrario, riconoscendo l’importanza del suo aiuto a Gotham. Una storia divertente con i suoi eccessi, esilarante per lo svolgimento del processo e utile a esplorare meglio la natura del Cavaliere Oscuro.
-Anima ai Siliconi (“His Silicon Soul“)
L’episodio si riallaccia al filone di HARDAC, l’Intelligenza Artificiale andata distrutta e intenzionata in passato a sostituire gli esseri umani con androidi in maniera tale da imporre un mondo di ordine e di pace.
Durante uno scontro armato Batman rimane ferito, e scopre di aver degli ingranaggi al posto di organi: spaventato corre presso la sua dimora chiedendo aiuto ad Alfred. La copia di Batman crede profondamente di essere l’originale, e reagisce come qualsiasi altra persona che scopre di possedere un corpo di acciaio: persino quando il programma HARDAC si riattiva e lo manipola il falso Batman mantiene una coscienza e una volontà propria, e non riesce a ferire gli umani.
Credendo di aver ucciso l’originale decide di togliersi la vita e mandare a monte il piano, poiché avrebbe trovato intollerabile privare della vita altri esseri umani. Lo stesso Bruce Wayne, scampato dal pericolo, riflette sulla possibilità che la sua copia fosse stata qualcosa di più che un semplice ammasso di bulloni e ingranaggi, ma che potesse possedere un’anima “ai siliconi”. Tematica ben conosciuta e affascinante, svolta in maniera tale da sollevare domande più che dare risposte (Cosa rende umano e cosa no? Qual è la radice dell’anima? Esiste l’anima?).
-Un piccolo favore (“Joker’s Favor“)
La storia ha un protagonista atipico: Charles Collins, uomo di mezza età (piuttosto mediocre), stressato e frustrato per un lavoro e una vita insoddisfacente. Sfortuna vuole che abiti a Gotham e che in un eccesso d’ira automobilistica insulti inavvertitamente il Joker. Nonostante Charles provi a sfuggirgli fallisce miseramente e promette di fare qualsiasi cosa purché il Pagliaccio gli risparmi la vita: quella sera inizia il tormento psicologico di uomo normale che di punto in bianco si ritrova una pedina nel gioco criminale di un pericoloso assassino che minaccia la sua famiglia. Dopo due anni però Joker si ripresenta nonostante abbia cambiato nome e lo coinvolge in un suo piano folle, per fortuna sventato da Batman. Charlie cede dunque allo sfinimento e ormai esaurito minaccia di farsi esplodere con il suo aguzzino.
Un indegno finale per il Principe del Crimine e per la mezza tacca che aveva sfruttato, dice, terrorizzando a morte Joker che invoca la protezione di Batman. La bomba è però un giocattolo e una volta presa la sua rivincita Collins torna alla vita di sempre. Curiosa l’inversione dei ruoli, con al centro l’uomo comune e inquietanti tracce di realismo.
–Baby Doll
Mary Dahl era conosciuta dal grande pubblico come Baby Doll, l’allegra e dispettosa bambina di cinque anni protagonista della sit-com che porta il suo nome. Dopo 25 anni i membri del cast cominciano a scomparire e Batman e Robin pensano che la responsabile sia proprio lei: affetta da ipoplasia sistemica congenita, la ragazza ha ancora le sembianze di una bambina, cosa che le ha causato forti disturbi dissociativi. Batman libera gli ostaggi, costretti a riprendere i loro ruoli nella serie, e insegue Baby Doll in un labirinto degli specchi. Spaventata, Mary si ritrova di fronte a uno specchio deformante che le permette di vedere quello che sarebbe stato il suo reale aspetto da trentenne. In lacrime si rivolge a Batman per chiedergli aiuto.
Ho trovato l’episodio particolarmente toccante e abile nel mascherare come vicenda grottesca il dramma umano e solitario di una persona bisognosa d’aiuto, facendoci riflettere anche sul ruolo di Batman, che non è semplicemente un giustiziere ma anche un eroe empatico nei confronti di tutti, specialmente gli ultimi, criminali compresi, di cui riesce a comprenderne la complessità e il disagio esistenziale.
Ad abundantiam
In realtà di episodi meritevoli potrei citarne a bizzeffe, come il magnifico classico I Pesci che Ridono, Illusione d’Amore, Libertà Provvisoria, Matto come un Cappellaio, Previsioni Profetiche, L’inflessibile Bolton, La Vendetta di Joker, Niente da temere, Lo Strano Segreto di Bruce Wayne, e il divertente L’Ho Quasi Ucciso. Se ne avete la possibilità dateci un’occhiata (oltre agli altri già citati)!
Le OST sono indubbiamente uno dei punti di forza di Batman: The Animated Series
Autore del tema principale dello show è Danny Elfman (ispirandosi a quello di Batman del 1989), ma molti altri compositori, in particolare Shirley Walker, Lolita Ritmanis e Michael McCuistion, crearono un’ampia varietà di temi memorabili, anche per ogni singolo episodio. Gli autori decisero di concepire ogni puntata come un piccolo film: pur non lesinando in riferimenti a vecchi episodi e nel worldbuilding, ogni puntata è in sé completa, appagante narrativamente, e svolge appieno un determinato soggetto o spunto. In particolare le title-card somigliano a piccoli quadri, o locandine, in grado di rappresentare bene lo spirito e il contenuto dell’episodio nella sua interezza.
Il Cavaliere Oscuro e Batman: The Animated Series
Batman: The Animated Series ebbe uno straordinario successo di pubblico e di critica: vinse 4 Emmy Awards e il sito IGN la considera il miglior adattamento di Batman (oltre i comics) e la seconda migliore serie animata di tutti i tempi (dopo I Simpsons). E non c’è da meravigliarsi.
Sono passati tanti anni ma Batman TAS continua a stupire e affascinare gli spettatori che vi si approcciano grazie alle sue diverse qualità. E non nascondo che se penso a Batman, la prima immagine, la prima versione che mi balena in mente è proprio quella di Batman: The Animated Series: insuperata nel saper tratteggiare le varie anime del cavaliere oscuro, da quella violenta a quella empatica, da quella razionale a quella fragile (e lo stesso vale per gli altri personaggi).
Su Batman si è scritto molto, e si potrebbe continuare a discuterne a lungo, perché le storie del Pipistrello sono feconde di temi, sfaccettature e suggestioni. Batman non può volare, non corre più veloce della luce e non possiede anelli magici. L’unico superpotere che ha, l’unica forza che di cui si può servire in fin dei conti sono la sua determinazione e la sua intelligenza, che utilizza per combattere nemici più forti di lui, uomo in mezzo a supereroi, umano tra mostri. E se per qualcuno il pipistrello è l’emblema della paura e della sopraffazione, per noi che conosciamo il Cavaliere Oscuro non può essere altro che il simbolo della speranza, una pilastro di giustizia e affidabilità, almeno nel mondo dei fumetti e affini. Un’ispirazione esemplare e monito dal non farsi sopraffare dai traumi e dalle difficoltà che la vita può infliggerci, quanto piuttosto avvolgerci in queste debolezze come in un mantello, per migliorarci, crescere e risorgere più forti di prima.
Antonio Manno
Fonti:
DC Deluxe- Batman – Amore Folle – giugno 2018 (pubblicato da RW Edizioni sotto licenza DC Comics)
https://www.artofdesignonline.com/perchance-to-dream-the-art-of-dark-deco
https://en.wikipedia.org/wiki/Batman:_The_Animated_Series
https://www.ign.com/articles/2007/06/22/top-10-comic-to-tv-adaptations?page=3
https://www.mvegraveyard.com/home/the-reason-batman-the-animated-series-was-cancelled
https://it.wikipedia.org/wiki/Batman_(serie_animata)#cite_note-29
http://comicsverse.blogspot.com/2013/06/fumetti-in-tv-batman-la-serie-animata.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Episodi_di_Batman_(serie_animata)_(prima_stagione)
https://it.wikipedia.org/wiki/Episodi_di_Batman_(serie_animata)_(seconda_stagione)
https://dccomicsmedia.fandom.com/wiki/Dark_Deco
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