I tre più uno quattro Caballeros
Ebbene sì, il titolo non è affatto ingannevole: i Tre Caballeros in realtà erano quattro.
Non ditemi che siete stupiti. Del resto dovremmo esserci abituati: anche i Moschettieri, che hanno costruito una carriera sul fatto di essere in tre, erano in realtà quattro.
Anzi, facciamo così: prima vi mostro il bozzetto, così vi convincete. A dopo le spiegazioni.
Si tratta di uno schizzo originalissimo: un prodotto delle mani fatate di Fred Moore, uno degli artisti di punta del team di Walt Disney.
Vediamo le sagome di Paperino, José Carioca, Panchito e… chi è quel galletto alla sinistra del pistolero messicano? Come si chiama?
Quell’altro viaggio a Cuba
Se avete letto il nostro articolo su quella meraviglia psichedelica che è I Tre Caballeros, sapete già parecchie cose sulla sua singolare vicenda produttiva. Se non volete leggere, consigliamo vivamente il nostro video dedicato all’argomento, che riporta molti aneddoti storici intrecciati con ricordi, suggestioni e commenti più personali.
È importante conoscere quanto avvenne in occasione della produzione dei lungometraggi latinoamericani Saludos Amigos e I Tre Caballeros per avere ben chiari i motivi dell’aborto di questo personaggio mai nato.
Walt Disney, com’è noto, fu inviato in America centrale e meridionale all’inizio degli anni Quaranta, in veste di ambasciatore degli Stati Uniti. Ciò faceva parte della politica di “buon vicinato” intrapresa dal governo USA durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, volta a mantenere rapporti pacifici con gli altri stati del continente americano.
Dall’esperienza del primo viaggio nacque Saludos Amigos, package film (film collettivo, composto da singoli spezzoni) che celebrava principalmente l’Argentina, il Cile e il Brasile. Il film, distribuito negli USA nel 1943, fu amatissimo da pubblico e critica e si rivelò un gran successo, ma lasciò insoddisfatti i Paesi che non erano stati apertamente menzionati nella pellicola: forti lamentele arrivarono da parte di Messico, Cuba, Venezuela e Uruguay.
Walt e il suo team realizzarono dunque I Tre Caballeros, package film che fu distribuito in Nord America nel 1945 e che si focalizzava maggiormente sul Messico e su altre zone dell’America latina. Quello che in pochi sanno è che ci fu un viaggio ulteriore, compiuto tra settembre e ottobre 1944, che ebbe come meta esclusiva l’isola di Cuba.
Cuban Carnival
Walt lo sapeva: nemmeno I Tre Caballeros, in uscita tra la fine del 1944 e l’inizio del 1945, avrebbe omaggiato l’isola di Cuba, che aveva già espresso la propria delusione per la mancata citazione in Saludos Amigos.
Questo era un problema da non sottovalutare. All’epoca gli Stati Uniti coltivavano interessi industriali e territoriali a Cuba, e avevano intrecciato con l’isola un rapporto molto stretto e delicato, spesso sul filo del rasoio. Ci sono testimonianze, ad esempio, che nightclub e casinò fossero sotto la supervisione di mafiosi e criminali americani.
Alla luce di questo, non è incomprensibile che le proteste da parte di Cuba per la mancata menzione in Saludos Amigos fossero state prese così a cuore dal governo americano, che aveva fatto pressione affinché i Disney Studios dedicassero all’isola un nuovo omaggio animato.
Il gruppo di artisti che Walt portò con sé questa volta era molto ristretto: Norm Ferguson, Chuck Wolcott e il succitato arista Fred Moore. Dal viaggio a Cuba di questa speciale task force iniziò a prendere forma Cuban Carnival (o anche Carnival Surprise Package), il fantomatico “terzo film latinoamericano”.
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Un pennuto per Cuba
Una cosa era certa: a Cuba serviva un volatile. Paperino rappresentava gli Stati Uniti e il Nord America, José Carioca il Brasile e il Sud America, Panchito Pistoles il Messico e il Centro America. Il primo passo da fare, dunque, era proprio creare un nuovo personaggio piumato che incarnasse l’isola e affiancasse questo trio di guasconi.
Si pensò subito a un “guajiro” o “kikirigui”, nome locale per una particolare tipologia di pollo bantam, una sorta di galletto da combattimento. Il character design fu affidato al grande Fred Moore, ideatore grafico dei Tre Porcellini che recentemente aveva anche ripensato la figura di Mickey Mouse.
Il personaggio che ne venne fuori è veramente quello che oggi definiremmo un badass. A partire dal nome.
Miguelito, il padrone della piantagione
I primi sketch inediti sul galletto furono pubblicati sul blog di Jenny Lerew, animation story artist, nel giugno del 2006. Il suo (incredibile) nome avrebbe dovuto essere Miguelito Maracas, possessore di una piantagione di tabacco e avido fumatore di sigari avana. Luca Boschi ne parlò nel 2007 battezzandolo Pancho, nome un po’ meno fascinoso e ispirato.
Paperino, José e Panchito avrebbero incontrato Miguelito proprio nella sua piantagione, e da lì sarebbe iniziata la loro avventura sull’isola. Il buon Maracas avrebbe guidato i Tre Caballeros in un tour di Cuba in cui li avrebbe iniziati alla pratica del rollaggio e della combustione delle foglie di tabacco: il tutto accompagnato da inebriante musica cubana in sottofondo.
L’artista Mary Blair realizzò gli sketch di alcuni momenti del film: le celebrazioni per il Carnevale, alcune lotte tra galli, un José danzante e delle bambole realizzate con foglie di tabacco.
Ci sono state delle supposizioni circa gli eventuali segmenti di questo film:
- Brazilian Rhapsody, una versione estesa di quella che poi sarebbe diventata Blame it on the Samba (Tutta colpa della samba), scena presente in Lo scrigno delle sette perle (Melody Time, 1948);
- The Laughing Gauchito, con lo stesso personaggio visto nel segmento The Flying Gauchito ne I Tre Caballeros, che avrebbe imparato a rompere i vetri con la propria risata;
- San Blas Boy, in cui un ragazzo e un cane si perdono durante una tempesta;
- Cape Dance, una scena psichedelica, colorata e surreale, alla Caballeros-maniera;
- Rancho in the Sky e altre, in cui Paperino, José, Panchito e Miguelito si sarebbero dati alla pazza gioia della vita cubana, insieme alla pappagallina amata dal Maracas, Aurora.
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Il cammeo di Miguelito
Purtroppo I Tre Caballeros non andò bene al botteghino e fece perdere molti soldi agli studi Disney. Non solo: nel frattempo la Seconda Guerra Mondiale era terminata e i mercati esteri si erano riaperti. Non c’era più alcun motivo di insistere con la politica di buon vicinato e di guardare solo al mercato interno americano. Per tutti questi motivi, Cuban Carnival venne ben presto accantonato.
Vi capisco: siete in lutto per la mancata nascita di questo personaggio meraviglioso. Possiamo ragionevolmente affermare che Miguelito Maracas sia il più bel nome disneyano mai forgiato? Probabilmente sì. Però una consolazione, seppur magra, c’è.
Nonostante non sia mai apparso in nessun film animato, Miguelito è comparso fugacemente in una storia olandese del 2018 intitolata a Panchito, Wanted “El Masco”. In questa incarnazione è un bambino: ovviamente non possiede piantagioni di tabacco né tantomeno lo fuma, ma ha inequivocabilmente le stesse fattezze del buon Maracas.
Chissà se prima o poi rivedremo di nuovo il nostro caro Miguelito. Noi vogliamo ricordarlo nella miglior maniera possibile: sbruffone, godereccio, con un berretto arrogante in testa e un sigaro chilometrico piantato nel becco.
Mattia Del Core
Immagini © Disney
Fonti: Henrieke Goorhuis | Disney Wiki | Cartoon Research