Non pensate male! Quella vacca di Nonna Papera è il titolo di un libro. Nessuno intenderebbe mai mettere in dubbio la moralità della Nonna più amata da ognuno di noi.
I Ventenni non più ventenni si ricorderanno, con tutta probabilità, di questo libro che raccoglie quattordici monologhi particolarmente gustosi che Claudio Bisio portò in scena in sei anni di spettacoli. Quella vacca di Nonna Papera nasce dunque come traccia di un intenso lavoro teatrale e nel tentativo di ricreare sulla carta il clima del palcoscenico.
Claudio Bisio è un Ventenne Paperone
Iniziamo subito col dire che se Nonna Papera non è una vacca, Bisio è certamente uno di noi.
Consideriamo infatti che Quella vacca di Nonna Papera è un libro del 1993, edito per la prima volta da Baldini&Castoldi. Tutti i monologhi di questa raccolta sono stati scritti insieme a Sergio Conforti (alias Rocco Tanica degli Elio e le Storie Tese), Edoardo Erba e Gigio Alberti e racchiudono decine di interrogativi che ci divorano fin dall’infanzia.
Lo stile è decisamente discorsivo e segue in modo fedele le regole comiche tipiche della stand-up comedy di vecchia scuola. Da questo punto di vista è interessante notare come il linguaggio, tipico del parlato, venga reso sulla pagina scritta seguendo una sorta di lungo flusso di coscienza scanzonato, quindi molto godibile anche da parte di chi non abbia visto i monologhi presentati.
Non aspettatevi quindi un romanzo umoristico con trama, anche se tutti i vari monologhi hanno come filo conduttore le esperienze di vita dell’autore dalla prima infanzia fino all’età adulta. Ma paperi e topi disneyani non sono solamente protagonisti delle fantasie giovanili di Bisio, l’attore infatti così descrive il suo continuo ritorno a Topolino, anche da adulto:
Per non sentirmi solo tornavo a Topolino. So che posso sembrare monomaniaco, ma vi assicuro che in ogni fascia d’età a rileggere Topolino si scoprono cose diverse. E quante domande irrisolte, incongruenze…
Gli eterni interrogativi
Ma andiamo subito ad analizzare i dubbi e le incertezze che Bisio ci propone in questo libro. Vedremo in seguito di verificare se Nonna Papera sia una granny dai costumi facili o meno.
- Perché Paperino gira senza pantaloni ma, quando qualcuno lo vede uscire dalla doccia, si copre il pube con le mani? Si vergogna di ciò che mostra quotidianamente in pubblico?
- Di chi sono figli Qui, Quo e Qua? C’è un fratello di Paperino? Oppure sono frutto di qualche rapporto incestuoso e quindi meglio spacciarli come nipoti? In effetti nella saga dei paperi sono tutti nipoti di qualcuno ma non ci sono mai genitori.
- Emy, Ely ed Evy non si vedono mai insieme a Qui, Quo e Qua. Ciò potrebbe avvalorare l’ipotesi che in realtà siano una sorta di alter ego distorto dei nipotini di Paperino che, nottetempo, si travestono. E, sempre in riferimento all’argomento “nipotini”, perché Tip e Tap sono solo due? Può darsi che un tempo ci fosse anche un Top? E ora dov’è?
- Perché Pippo, che è un cane, gira su due zampe, vestito di tutto punto e Pluto, cane anch’egli, fa pipì contro gli alberi e vive in una cuccia in giardino? Saranno fratelli? Che storia torbida di abusi ci nascondono?
- Stessa cosa per Clarabella. Perché Clarabella gira in tacchi a spillo e ha una relazione con il cavallo Orazio mentre le altre mucche brucano l’erba nella fattoria di Nonna Papera?
- Perché Nonna Papera cucina il tacchino? È una killer che pratica il cannibalismo?
- Perché Minni ha paura dei topi?
- Ma Topolino è un poliziotto? Un investigatore privato? Come si mantiene?
- Perché i Bassotti portano la mascherina anche quando si travestono e come nome hanno dei numeri di riconoscimento? Sono stati partoriti in carcere?
- Continuando coi Bassotti l’altro interrogativo che Bisio si pone riguarda il sistema giudiziario vigente a Topolinia. Dopo essere stati arrestati per reati gravi come furto con scasso, rapina a mano armata, aggressione, tentato omicidio, come fanno ad essere sempre fuori? Hanno l’avvocato di O.J. Simpson oppure l’ergastolo dura una settimana?
Partendo da questi interrogativi l’autore porta avanti un esilarante monologo nel quale è facile ritrovare sé stessi e buona parte dei quesiti che chiunque di noi si è sempre posto.
Bisio ha il merito di essere stato probabilmente il primo a farlo in modo sistematico e ragionato ben prima di internet, dei meme, e della facilitata comunicazione di cui ora disponiamo e lo ha fatto, ovviamente, a modo suo e con la vis comica che lo contraddistingue da sempre: potremmo per questo motivo insignirlo del titolo di “Ventenne Paperone ad honorem”.
Non troverete nel libro alcuna risposta alle domande che abbiamo appena elencato poiché la comicità risiede sempre nel “come” e difficilmente nel “cosa”. Ciò che suscita ilarità è proprio la capacità di porre interrogativi senza risposta in modo disarmante e surreale. Leggere per credere.
Quella vacca di Nonna Papera
Torniamo però a Nonna Papera. No, non è una vacca, abbiamo tutti pensato male! Il gioco di parole viene svelato proprio in uno dei monologhi. Il titolo fa infatti riferimento a una vacca precisa di proprietà della nonna che vive nella di lei fattoria. Scopriamo infatti che “quella vacca” che appartiene a Nonna Papera si chiama Guendalina. Guendalina sognava una vita più umana, per citare le parole di Bisio, una vita antropomorfa. Proprio a lei è dedicata un’intera canzone contenuta in questo libro che vi invitiamo a procurarvi e a custodire gelosamente.
O Guendalina, con il cuore pezzato/ non c’è giustizia in questo porco mondo/ Ci fosse Disney a dire che è sbagliato/ e a disegnarti un torellino biondo!
Francesca Arca
Immagini © Disney – Panini Comics