Quando si parla di videogiochi Disney della nostra infanzia, il pensiero va quasi sempre al bellissimo Paperino: Operazione Papero. C’è però un altro videogioco, forse meno complesso, ma non per questo meno interessante, un titolo che si trova meno al centro dell’attenzione, un po’ come il mite e serioso universo di Topolinia rispetto a quello sp(i)umeggiante di Paperopoli.
Sto parlando di Pippo: Acropazzie sullo skate, nato nel 2001 sulla scia dei film e della serie tv con protagonisti Pippo e suo figlio Max.
Quattro rotelle, tante possibilità
Il gioco ha una struttura semplice ma allo stesso tempo variegata. La modalità principale consiste nel percorrere quattro mondi (ciascuno costituito da tre livelli) con uno skateboard, raccogliendo delle monete con il volto di Pippo. Non solo: bisogna anche interagire con diversi oggetti di scena (idranti, panchine, cassette delle lettere, ecc.) per ottenere il pass per i livelli successivi.
Ci sono poi altre modalità, che includono delle sfide da vincere combinando i tasti del PC, fino al più semplice allenamento. È possibile, inoltre, scegliere il personaggio e il suo outfit: il buon vecchio Pippo, dai movimenti più sbilenchi, a cui tutti siamo affezionati, oppure il più rampante Max, con cui magari da bambini era più facile identificarsi.
La grafica è piuttosto semplice, ma da piccoli i colori sgargianti e la possibilità di avere interazioni dirette con il mondo Disney (che eravamo abituati a vedere solo stampato su carta o impresso su pellicola) mettevano tutto in secondo piano. C’è poi l’inconfondibile colonna sonora, ascoltata in quei pomeriggi, fin quando la mamma non chiamava per la cena.
Un salto con lo skate per volare con la nostalgia
Come sappiamo, con Pippo le regole della logica vengono completamente stravolte, e questo videogioco non fa eccezione. Basandosi sul fatto che lo skateboard non si stacca quasi mai dal nostro pippide, è possibile eseguire mosse rocambolesche, saltando da un palazzo a un altro, oppure salendo su quelli in costruzione, fino a giungere sui tetti delle villette di Topolinia sfruttando le rampe. E poi case sull’albero, ranch del vecchio West, montagne russe, canyon e persino basi spaziali sulla Luna. Il tutto con inquadrature a tratti vertiginose che coinvolgono a pieno il giocatore.
Parte di quel mondo
Non era raro, da bambino, che stimolassi la mia immaginazione grazie a questa varietà di ambientazioni. In particolare, il mio livello preferito era quello del quartiere residenziale di Topolinia. Non il più originale, certo, ma quello col quale ero cresciuto. E muovere un avatar fino alle porte di quelle case accoglienti era quanto di più bello potessi desiderare. Un po’ come Marcello Mastroianni ne Le ultime lune di Furio Bordon, quando afferma di voler essere uno dei nipotini di Paperino per vivere quella vita fatta di auto a forma di pagnotta come la 313 e impareggiabili torte di mele di Nonna Papera.
Mattia Rispo
Immagini © Disney
Scopri le nostre magliette dedicate a “In viaggio con Pippo”!