Alzi la mano chi, da piccolo, non si è mai fatto problemi a giocare con i gadget del Topo, o peggio, a squartare scatole di videogiochi per avere subito la tanto agognata cartuccia (ho quella brutta malattia che si chiama “Nintendomania”, ma questa è un’altra storia), o a scarabocchiare su fumetti trovati per caso e adesso, cresciuto, si sta pentendo di queste scellerate decisioni infantili.
Come dite? Vi state sbracciando tutti? Non avevo (purtroppo) dubbi.
Di questo marasma di cattive abitudini della gioventù fortunatamente oggi è rimasto poco, ma l’abbonamento alla nostra testata preferita è tuttora una certezza.
E da fedele abbonato, ogni volta che in tv parlavano del fatidico gadget “tuo in quattro settimane” (e se erano cinque voleva dire che stava per arrivare qualcosa di grosso!) attendevo con ansia che il postino citofonasse per recapitare l’immancabile, e ben conosciuto da ogni abbonato dei tempi, sacchetto blu di plastica.
Ripenso alla quantità di acqua passata nel Paper Akuajet, che potrebbe probabilmente sanare le carenze idriche mondiali in un paio di settimane, o a quello che rimane del Galeone dei pirati, a cui feci provare l’ebrezza di diventare un vero relitto, perdendolo in mare.
E fu proprio nell’anno del Galeone dei pirati, il glorioso 2004 (in realtà non c’era niente di glorioso, ma lo ricordo come uno dei miei ultimi anni da abbonato per vari motivi) che uscì lo stramaledetto Elikottero di Paperinik.
Perchè stramaledetto? Perchè a me non arrivò MAI, e questa cosa mi bruciò per anni.
Chi mi conosce sa che il mio amore per il papero mascherato è talmente alto che sono arrivato a dedicargli una parte del mio corpo.
Ma quando è nata questa passione? A occhio e croce, visto che se ripenso al periodo Elikottero mi sale ancora un principio di bile, probabilmente nel 2004 o prima.
Bene: nel 2004, da qualche parte nella bassissima bergamasca, talmente tanto bassa che in realtà siamo nella provincia di Cremona (ma nel mio cuore sarà sempre Bergamo, quel km che mi separa dal confine con la provincia per me inizia DOPO il mio paese), un ragazzino di 12 anni fissato con l’alter ego di Paperino, Paperinik appunto, non ha mai ricevuto il suo gadget.
Salto avanti nel 2020: il ragazzino di anni ormai ne ha 27 e ha appena preso il suo primo stipendio dopo mesi di inattività lavorativa… e quale occasione migliore per brasarlo se non la crocedelizia di ogni autore di #VentenniInFiera che si rispetti (sempre io, guarda un po’), se non una fiera del fumetto?
Ed eccomi qua, a passeggiare per stand che mi sembrano tutti uguali, con un furetto albino in un braccio e mezzo costume di Spider-man Noir nell’altra, a fare placide tappe perché qualcuno voleva accarezzare la matassa di pelo, finché una delle tappe non risveglia completamente il mio interesse: giocattoli d’epoca e retrogames.
Se sto in silenzio e chiudo gli occhi, posso ancora vedere la faccia terrorizzata del proprietario dello stand quando ho riconosciuto quell’elicottero giallo, rosso e blu in bella vista sul suo bancone e il respiro di sollievo che ha tirato dopo avermi mandato via con praticamente metà della sua merce. Che sollievo deve aver provato nel vedere quell’avventore urlante (io) che se ne andava con un sacchetto pieno di ricordi, ripromettendosi poi di sistemarli con cura a casa… cosa che, vi posso garantire, ho fatto solo per poter aggiungere una foto della mia scarna collezione all’articolo.
Ma almeno, c’è l’elikottero.
Avete presente quando ogni tanto su Facebook compaiono quei quiz “se potessi incontrare il te stesso di 20 anni fa, cosa gli diresti?“?
Ecco… da buon accumulatore seriale collezionista, probabilmente in questo momento starei cazziando il me del passato per tutta la roba che ha rovinato, e sono abbastanza sicuro che qualcuno della folla di mani di inizio articolo farebbe lo stesso.
Emanuele “Ehwaz” Greppi
Immagini © Disney – Panini Comics