Signore della Collina Ammazzamotori, principe di Paperopoli, che domina praticamente da sempre, roccaforte del papero più ricco del mondo. È un simbolo arcinoto e amatissimo, e compare in centinaia di avventure dei nostri paperi, a volte pure da protagonista. Oggi vi raccontiamo 5 curiosità sfiziosissime sulla sua storia e sulla sua struttura. Se preferite una versione video, eccola qui.
1. Carl Barks e il Deposito
Il noto edificio compare per la prima volta nella storia di Carl Barks del 1951 Paperino e la ghiacciata dei dollari, il cui titolo originale è proprio The Big Bin on Killmotor Hill. All’esterno presenta già la tipica fisionomia cubica, ma assomiglia più che altro a una grande cassaforte.
Lungo la storia, Paperone mostra per la prima volta ai nipoti alcune tipicità dell’interno dell’edificio, dalle trappole alla celeberrima piscina aurifera, che sublima il concetto dei bagni nelle monete che Barks aveva già introdotto da qualche tempo. Alla fine di questa prima avventura, il Deposito finirà distrutto per le conseguenze di un attacco dei Bassotti, qui alla loro seconda apparizione. Quindi, ironicamente, il primo della sequela infinita di assalti bassotteschi all’edificio finisce con una vittoria dei malandrini matricolati.
Per tutta la prima metà degli anni Cinquanta rivedremo pochissime volte il Deposito sulla Collina Ammazzamotori: il Paperone di Barks si muoverà ancora per un bel po’ nei meravigliosi ambienti urbani della Paperopoli creata proprio dal Maestro dell’Oregon. Anche in capolavori quali Zio Paperone e la disfida dei dollari o Zio Paperone e la stella del Polo, lo Zione lavora infatti in un palazzo internamente simile al Deposito ma collocato in pieno centro cittadino.
Il Deposito come quartier generale e poi come abitazione stessa di Paperone, che abbandona la villa delle sue prime apparizioni, si imporrà dalla seconda metà degli anni cinquanta. In particolare in Zio Paperone e i terremotari possiamo vederne la versione pressoché definitiva, con tanto di simbolo del dollaro, che era già stato abbozzato qualche anno prima in Paperino e l’arcobaleno e in Zio Paperone e il rato del ratto, ma su edifici ancora decisamente sperimentali.
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2. La cupoletta
La cupola semisferica che completa così bene il Deposito è un’invenzione italiana. La versione americana ha infatti il tetto completamente piatto! Viene introdotta per la prima volta nel 1965, nella storia di Rodolfo Cimino e Romano Scarpa Paperino e l’aurite acuta. Il Deposito con cupola si imporrà col tempo come versione nostrana definitiva, ulteriormente filtrata attraverso il tratto di Giorgio Cavazzano, che esaspera le linee tondeggianti delle pareti.
3. Il trasformismo del Deposito
Cupola o no, il deposito è grossomodo un parallelepipedo. Ma nei suoi gloriosi anni di storia ha assunto le sembianze più bizzarre, dovute a restyling più o meno sensati. Ecco una bella carrellata di Depositi di tutte le fogge e i materiali.
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4. L’interno
Dell’esterno abbiamo detto abbastanza. Ma dentro? Posto che non esiste una versione unica degli interni del Deposito, alcuni ambienti ci sono sempre: dall’immensa vasca di monete, alla stanza delle preoccupazioni. Ormai è diffuso e accettato da diverso tempo che il deposito sia la residenza di Paperone, oltre che il suo ufficio, e quindi troviamo pure i suoi alloggi.
Quel pazzo di Don Rosa nel 2001 ha realizzato una storia celebrativa proprio dei 50 anni del deposito, in cui tradendo il suo passato da ingegnere ci mostra i dettagliatissimi progetti architettonici dell’edificio, datati maggio 1902 e firmati dall’architetto F.L. Drake. Ci viene mostrata la sezione di quasi tutti gli undici piani (più il pianterreno) del Deposito, che si innalzano parallelamente alla gigantesca piscina di contante.
La maggior parte dei piani è destinata a uffici, archivi di documenti o depositi di pietre e lingotti. L’ultimo ospita l’alloggio privato di Paperone, con tanto di sala dei trofei e gabbia dei piccioni. Il penultimo invece è quello dell’ufficio del principale: il dettaglio del Don si spinge fino alla posizione della Numero Uno, del cannone con cui accoglie gli ospiti e ovviamente della piattaforma da cui la vecchia tuba si getta tra il denaro. Sempre qui ci sono l’armeria, la biblioteca, la già citata stanza delle preoccupazioni e ovviamente la scrivania di Miss Paperett.
C’è anche il progetto della botola di espulsione per ospiti indesiderati e in quasi tutti i piani dell’edificio non mancano neppure i bagni, che in tutto sono nove, di cui due a uso esclusivo del padrone di casa.
5 Gli altri depositi
L’edificio più bello e importante di Paperopoli vanta numerosi tentativi di imitazione, quasi sempre ad opera di rivali o ammiratori. Rockerduck, ad esempio, in una storia di una trentina di anni fa si è fatto costruire un deposito sulla falsariga dell’originale, ma chiaramente molto più lussuoso e fashion.
Anche Filo Sganga, ammiratore scalcagnato del più furbo dei furbi, ha il suo deposito: è minuscolo, probabilmente vuoto e porta sulla facciata il simbolo del centesimo. Sorge ai piedi della Collina Ammazzamotori, di fronte al modello che vorrebbe invano imitare.
Il più simile all’originale è però il deposito di Cuordipietra Famedoro. È in tutto e per tutto uguale a quello di Paperone, a riprendere il parallelismo tra i due: Cuordipetra è una sorta di gemello di PdP, ma malvagio. Sorge nella valle del Limpopo, in Sudafrica, e appare per la prima volta, insieme al suo proprietario, in Zio Paperone e il torneo monetario.
Sulla facciata invece del simbolo del dollaro c’è quello della sterlina sudafricana; in questo modo si perde il gioco di parole del deposito originale, dove il simbolo del dollaro è anche l’iniziale del suo proprietario, Scrooge. Ma d’altronde, l’unicità di Paperone è proprio nei dettagli. Di Paperone ce n’è uno.
E di Deposito pure.
Stefano Buzzotta
Immagini © Disney