Guida all’architettura nascosta fra le pagine di Topolino – vol. 1

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Dove si nasconde l’architettura famosa fra le pagine di Topolino?

Ci sono casi in cui l’architettura fa la sua comparsa sulle pagine di Topolino in maniera sottile e velata, e non mi riferisco ai numerosi casi in cui i personaggi si recano in visita a una città per l’uno o l’altro motivo, e qui capita di vedere raffigurati i monumenti principali.

Vi parlo di quelle volte in cui un’opera famosa viene inserita fuori contesto, nascosta o in bella vista, ma in maniera inaspettata. Quando riconosciamo un monumento in una vignetta e contemporaneamente ci diciamo che non dovrebbe essere lì.

Architettura Rota
In questa veduta di Paperopoli, possiamo riconoscere il grattacielo Pirelli sulla sinistra e, sotto il baloon, la Torre Velasca. La vignetta è tratta da Nightmare on Duck Street di Marco Rota, che spesso si è ispirato a Milano per disegnare la città dei paperi.

In questa guida in due parti vi faremo notare alcune delle più belle citazioni dal mondo dell’architettura apparse su Topolino, che sono state inserite en passant o a margine delle storie. I riferimenti architettonici disegnati di proposito, ma con discrezione, sono più di quanti potremmo credere. Da un lato, è come se gli autori si levassero il cappello di fronte agli architetti. Dall’altro, è come se strizzassero l’occhio a noi lettori, dicendoci di fare sempre attenzione ai dettagli che possono essere disegnati in una vignetta.

1. Stazione di Milano centrale

Nella prima tavola di Paperino pendolare, il nostro osserva dall’alto la stazione di Paperopoli. È una vignetta a tutta pagina, realizzata con il tratto tipico di Marco Rota, con linee pulite e dettagli minuziosi. La storia parla di uno dei problemi principali della società contemporanea: la battaglia mattutina dell’uomo medio che affronta mille peripezie per andare da casa a lavoro.

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Architettura - stazione di Milano

Per contestualizzare il tema, Rota disegna la stazione di Paperopoli come un luogo riconoscibile, appartenente a una metropoli in cui il dramma del pendolarismo è ben noto: la stazione di Milano centrale.

L’architettura in dettaglio

Architettura - Stazione centrale Milano

Costruita negli anni ’30, la stazione di Milano centrale è frutto di un lungo processo progettuale iniziato a fine Ottocento (come spesso accade per gli edifici pubblici). L’edificio è in stile eclettico, ovvero una sintesi di elementi diversi, dal classico al Liberty. L’ampia dimensione degli spazi si adatta a ospitare grandi flussi di persone, comunicando la monumentalità richiesta dal Fascismo. Dal punto di vista di Paperino, vediamo la tettoia che copre i binari, opera di Alberto Fava.

stazione

L’architettura del ferro e vetro è stata la tecnica principale per coprire grandi spazi fino alla diffusione dell’uso dell’acciaio. La nascita di questa tecnica durante la Rivoluzione industriale dette il via alla sperimentazione di nuove forme architettoniche. Le 5 arcate che coprono i binari della Stazione centrale di Milano, simmetriche e di ampiezza crescente verso il centro, sono un esempio della libertà delle forme permessa dall’uso di ferro e vetro.

2. Caffè Pedrocchi, Padova

Nel 2018 Alessio Figalli ha vinto la medaglia Fields, prestigioso premio matematico pari al Nobel. Nella storia Zio Paperone e il cavatappi quadrimensionale viene conferita la medaglia Sfilz a Phil Gallis, la controparte papera del matematico. Nella realtà, la cerimonia si è svolta a Rio de Janeiro. Ci saremmo aspettati di vedere un Cristo Redentore sullo sfondo, e invece guardate un po’ dove si svolge la premiazione sulle pagine del settimanale:

Architettura - Caffé Pedrocchi

Si tratta del Caffè Pedrocchi di Padova, progettato da Giuseppe Jappelli e inaugurato nel 1842.

L’architettura in dettaglio

Caffè Pedrocchi

Nell’Ottocento, i caffè rappresentavano un nodo principale della vita culturale cittadina. In contrapposizione ai salotti nobiliari, i caffè erano luoghi aperti a tutti, dove promuovere liberamente lo scambio di idee. A Padova, associazioni pubbliche e privati trovarono nel Caffè Pedrocchi la sede adatta a organizzare conferenze e incontri. Aperto giorno e notte fino al 1916, il Pedrocchi divenne in breve tempo uno dei più noti centri del dibattito culturale italiano. Frequentato da intellettuali, accademici e studenti, in esso si discuteva del progresso umano e delle scienze. Gli incontri si svolgevano nelle dieci sale del piano superiore, dove gli arredi stessi simboleggiavano l’evoluzione della civiltà umana. Difatti, ogni stanza aveva decorazioni e mobili diversi: dallo stile egizio, il più antico, allo stile napoleonico, ovvero il più moderno per l’epoca.

Architettura - sale storiche
Sala egizia e sala etrusca al piano nobile del Caffè Pedrocchi. Il piano fu inaugurato nel 1842, in occasione del IV Congresso degli Scienziati Italiani.

Non abbiamo chiesto agli autori della storia perché abbiano scelto proprio il Caffè Pedrocchi, quindi la nostra è solo un’ipotesi: probabilmente il Caffè, famoso in passato per aver veicolato lo scambio di idee e promosso il dibattito scientifico, si adatta molto bene ad ospitare la cerimonia di conferimento della medaglia Fields. Il secondo proprietario aveva fatto giuramento di usare il Caffè per “promuovere e sviluppare tutti quei miglioramenti che verranno portati dal progresso dei tempi mettendolo al livello di questi e nulla tralasciando“. Quale miglior luogo allora (pur se nella finzione del fumetto) per ambientare l’assegnazione di un premio a chi, con le sue ricerche, contribuisce al progresso della società umana?

3. Fallingwater (Kaufmann House), Pennsylvania

Nella storia Amelia e la pietra pantarba facciamo conoscenza con la famiglia della fattucchiera. La nonna di Amelia, Caraldina, non sopporta di vedere la casa della nipote sottosopra. Fa allora un incantesimo che, oltre a mettere in ordine, trasforma letteralmente la casa in un altro edificio. Purtroppo Amelia non apprezza l’iniziativa e le urla di far tornare tutto com’era.

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Architettura - Fallingwater

Per qualcuno la trasformazione sarà passata in secondo piano: del resto si tratta solo di una vignetta dove c’è una casa con volumi squadrati che sporgono e rientrano. Ma gli esperti avranno riconosciuto subito l’opera più famosa di Frank Lloyd Wright, il celebre architetto americano.

L’architettura in dettaglio

La Fallingwater, nota in italiano come Casa sulla cascata, è un esempio di architettura organica. L’architettura organica sostiene che l’edificio debba fondersi con il luogo naturale in cui viene costruito, senza imporsi, ma confondendosi con il paesaggio. Perché non si capisca dove finisce l’opera della natura e dove inizia quella dell’uomo.

Architettura - Fallingwater

La Fallingwater, costruita negli anni ’30, si trova in una riserva naturale sul fiume Bear Run, in Pennsylvania. I volumi aggettanti (ovvero sporgenti), disposti su più livelli sovrapposti, richiamano la stratificazione della roccia su cui sorge l’edificio. La struttura alterna la pietra al cemento armato, creando un’armonica continuità fra il materiale tradizionale e quello moderno. Non si tratta di un modello abitativo riproducibile in serie come il coevo Internazionalismo cercava di affermare, ma di un elemento unico, ideato appositamente per il luogo in cui è collocato.

Architettura - Fallingwater
Opere di sostegno provvisorie delle terrazze durante la costruzione e interni. Wright progettava minuziosamente ogni dettaglio, dalla struttura agli arredi, sino a posate e maniglie.

La terrazza più grande ha una sporgenza considerevole sopra la cascata. I muratori, quando finirono di costruirla, si rifiutarono di levare le opere provvisorie di sostegno perché, a parer loro, uno sbalzo simile non avrebbe potuto reggere senza. Frank Lloyd Wright si mise a levarle lui stesso, per dimostrare l’attendibilità dei suoi calcoli. Nell’immediato non successe niente, ma negli anni successivi iniziarono effettivamente a verificarsi alcuni problemi strutturali. Questo ha richiesto una serie di restauri (di cui l’ultimo concluso nel 2002) e un monitoraggio continuo, ad oggi ancora in corso.

Menzione d’onore

Fin qui abbiamo passato in rassegna le apparizioni di esempi famosi dal mondo dell’architettura sulle pagine dei fumetti. Non possiamo fare a meno di inserire, fuori classifica, un omaggio presente in uno dei film d’animazione Disney più amati, In viaggio con Pippo.

Nel film, il figlio di Pippo ha un amico di nome Robert Zimmeruski. Sappiamo poco di lui, se non che si diletta a fare scherzi e ama il gorgonzola spray, al punto da creare sculture con lo stesso. Pur essendo un personaggio secondario, questa particolare abilità lo ha reso celebre e, a nostro parere, degno di una menzione fuori concorso. Confidando che l’edificio scolpito nel formaggio non abbia bisogno di presentazioni, concludiamo qui la lista mostrandovi il gorgonzola pendente di Pisa.

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architettura
Il gorgonzola pendente di Pisa (the Leaning tower of Cheeza, in originale).

Agnese Amato

Immagini © Disney | Olivo Barbieri | Arjan Den Boers | sogniestorie.wordpress.com | Caffè Pedrocchi | Thedore Clutter | Fallingwater (Western Pennsylvania Conservacy)

Grazie a Giulia Nicoli per l’immagine di copertina

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