Come molti, ho visto per la prima volta il disegno della tomba di Zio Paperone da bambino ma, a differenza di molti, non l’ho mai trovato particolarmente sconvolgente o di cattivo gusto. Essendo cresciuto con la $aga di Paperon de’ Paperoni e avendo già assistito alla maggior parte della vita del fantastiliardario del Calisota, mi sembrava naturale che, prima o poi, quella vita giungesse alla fine. Quello che invece sicuramente mi ha accomunato a molti è stata la morbosa curiosità di scoprire da dove provenisse tale disegno. Possibile che, da qualche parte, esistesse una storia che mostrasse, in maniera così diretta e, in un certo senso, stranamente solenne, la morte del mio personaggio Disney preferito? Una storia, in realtà non c’è – o almeno, non nel senso convenzionale del termine – ma andiamo con ordine.
Da dove tutto è iniziato
Questo famoso (anzi, famigerato) disegno che si è ormai fatto una solida reputazione di “distruttore d’infanzie”, circola ormai da anni sul web a tal punto che Don Rosa, il suo autore, già nel 2003 si lamentava di come quella sua illustrazione del 1991 fosse stata presa fuori contesto e male interpretata da tutti come uno scherzo crudele. La domanda sorge spontanea: qual è, allora, il contesto appropriato?
L’origine del disegno è in una pubblicazione Disney ufficiale ma nel numero 77 di Der Donaldist, la rivista di D.O.N.A.L.D. (Deutsche Organisation Nichtkommerzieller Anhänger des Lauteren Donaldismus, ovvero l’Organizzazione Tedesca dei Devoti Non-commerciali del Donaldismo Puro), una congregazione di fan tedeschi dedita all’analisi, allo studio, alla lettura e alla promozione dei fumetti dei paperi, che fra le sue attività annovera anche l’organizzazione di convegni a tema e la pubblicazione, appunto, della sua rivista indipendente.
L’immagine rientra in una sorta di concorso lanciato dalla fanzine nel 1989 che invitava diversi disegnatori a creare un’illustrazione partendo dalla frase “Hey Daisy, whatever happened to Scrooge?”. Una premessa piuttosto ampia che non ha mancato di attirare molti creativi ma soprattutto molta creatività. Vi si può trovare anche un po’ di Italia, rappresentata dal disegno surreale inviato da Luciano Bottaro e da quello “piccante” di Marco Rota.
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Nel 2003, oltre un decennio dopo aver realizzato quel disegno nel 1991, lo stesso Don Rosa scriverà di come, benché molti autori si fossero divertiti a disegnare le situazioni più fantasiose e impossibili, lui avesse preferito chiedersi cosa fosse successo a Zio Paperone in maniera permanente. Ovviamente Rosa non poteva che dar corpo a questa idea con un insieme, solo apparentemente semplice, di citazioni barksiane e della sua rigida scansione temporale.
Alziamo il coperchio e vediamo cosa c’è sotto
Innanzitutto, la scritta “fortuna favet fortibus” (la fortuna aiuta gli intrepidi) non è stata scelta a caso, ma viene da uno schizzo di Zio Paperone realizzato nel 1961 da Carl Barks per un gruppo di appassionati di Harvard. La stessa posa dello schizzo fu poi utilizzata in un quadro ad olio del 1983 titolato Till Death do us part il quale, per un curioso caso del destino, fu messo in mostra nella camera ardente del suo autore, nel 2000. Nove anni dopo l’indiretta citazione di Don Rosa sulla tomba di Zio Paperone.
Un altro vezzo tipico delle storie donrosiane è che il presente è fermo agli anni ’50 e ’60, e questo disegno non è da meno. Tenendo conto di questa scansione temporale e osservando un po’ meglio il disegno possiamo, in un certo senso, notare una storia che si delinea alle spalle dell’istantanea. Un semplice sguardo superficiale ci farà notare come Zio Paperone sia passato a miglior vita nel 1967, una data che coincide col pensionamento di Carl Barks e che, in un certo senso, è entrata anche nel canon di Life and Times.
Se infatti prendiamo la storia The richest duck in the world, ambientata nel 1947, uno Zio Paperone pronto a cessare il suo isolamento dal resto del mondo annuncia trionfante che “Mi sento come se avessi ancora 20 anni buoni di lavoro davanti!”. Un riferimento, quello ai “20 anni”, sicuramente generico, ma che col senno di poi assume una forza quasi profetica.
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Le lancette non si fermano
Ma se per alcuni la morte può coincidere con una fine, per altri, spesso per chi rimane, questa può coincidere con un nuovo inizio. Nel nostro caso, il triste disegno di Don Rosa è un’istantanea di quanto sia cambiato il mondo dei paperi col trascorrere del tempo. Innanzitutto guardando le mani di Paperino e Paperina possiamo notare le fedi di matrimonio. Un segno che, prima della morte di Paperone, i due si siano finalmente sposati. Un altro sintomo del cambiamento, più difficile da cogliere, sono i nipotini.
Ovviamente sono cresciuti e, possiamo intuire dai loro vestiti, hanno iniziato a sviluppare passioni e forse, chissà, anche personalità diverse. Qualche tempo fa, nel corso di un’intervista con noi, il Don sottolineava come l’anonimo nipotino con le penne nel taschino si stia sicuramente occupando dell’immenso impero economico del prozio, ora convertito in fondazione benefica. Un altro invece potrebbe ormai essere divenuto ufficiale delle GM, mentre il terzo potrebbe occuparsi di immettere sul mercato mondiale i tesori scoperti nella cripta dei templari in Una lettera da casa. Chissà se come singolo privato o magari addirittura nella veste di funzionario del Consiglio Monetario Internazionale (versione donrosiana del Fondo Monetario Internazionale). Un’ottima carriera per tutti e tre, non c’è che dire.
La tomba di Zio Paperone come un catalizzatore
Da quando è nata, nel 1991 all’interno della fanzine tedesca Der Donaldist, questa illustrazione non ha smesso di far parlare di sé. Ma io credo, come sembrerebbe convenire anche il suo autore, che sia successo per i motivi sbagliati. È difficile riuscire allontanarsi dalla cultura dello shock di internet, per cui l’immagine della tomba di Zio Paperone viene subito letta come uno scherzo ai danni dell’osservatore. Ma, se ci riusciamo, ci renderemo subito conto di come quell’immagine non sia un imbuto di emozioni negative ma piuttosto un catalizzatore per tutte quelle emozioni positive che il personaggio e tutte le sue storie ci hanno donato.
Paperone ha sempre bramato l’avventura, e questo suo desiderio non si è spento nemmeno nella più tarda età. La sua ultima avventura, dice infatti Paperino, probabilmente “non potrà mai essere raccontata”. Quasi come se la tomba fosse vuota, e il vecchio papero (quasi un eroe romantico) disperso durante il suo ultimo viaggio. Solo una cosa è certa: questa immagine non canonica rende giustizia a tutte le avventure che abbiamo vissuto col buon vecchio Zio Paperone!
Filippo Mairani
Immagini © Disney
Fonti:
Don Rosa nel 2003
Il sito web di D.O.N.A.L.D.
Lo schizzo di Carl Barks
INDUCKS di Der Donaldist #77
Hey Daisy, whatever happened to Scrooge?