È un’icona del fumetto italiano, e per quasi 35 anni e più di 400 volumi ha esplorato i nostri incubi più oscuri e affrontato orde di mostri sanguinari e terrificanti. Stiamo parlando del più famoso Indagatore dell’Incubo: Dylan Dog.
Mi chiamo Dog. Dylan Dog
Dylan nasce dalla penna di uno degli autori più conosciuti del fumetto horror italiano: Tiziano Sclavi. Era il 26 settembre del 1986, quando uscì L’alba dei morti viventi, il primissimo albo di Dylan Dog. Qui l’indagatore dell’incubo si trova a dover fermare un’epidemia di zombi, generata da un misterioso scienziato di nome Xabaras. Sia la trama che il titolo sono un omaggio al film di Romero Zombi (Dawn of the dead in lingua originale).
Ma fin dai primissimi numeri, oltre alle trame avvincenti e le ambientazioni inquietanti di una Londra misteriosa e oscura, è la caratterizzazione del personaggio ad attirare maggiormente l’attenzione dei lettori. Elaborato graficamente dal disegnatore Claudio Villa, Dylan ha l’aspetto dell’attore inglese Rupert Everett (se ne rendono conto anche le persone all’interno del fumetto). Veste sempre con camicia rossa, giacca nera, jeans e Clarks. E il carattere è semplicemente unico.
Dylan è infatti l’anti-eroe per eccellenza. Non particolarmente prestante fisicamente, è anche claustrofobico, aerofobico, ipocondriaco e soffre di mal di mare e di vertigini. Inoltre, è estremamente fermo nelle sue convinzioni, essendo astemio, vegetariano, tecnofobo ed anche incredibilmente scettico verso il paranormale, nonostante ci combatta continuamente. Suona spesso (male) il clarinetto, guida sempre un maggiolone bianco e la sua unica arma è un revolver Bodeo del 1889. Tenta anche di completare il modellino di un galeone, che a volte finisce per distruggere e dover ricominciare da capo. Come detective è però piuttosto abile, soprattutto grazie ad una particolare sensazione che “pizzica” quando c’è qualcosa che non torna. Non è proprio un sesto senso, ma piuttosto un “quinto senso e mezzo”. Ah, e come dimenticare la sua particolarissima esclamazione?
Capo e “Old boy”
Ma Dylan non sarebbe veramente Dylan se non fosse anche per tutte le persone, più o meno bizzarre, che lo circondano. Il più importante è sicuramente lo sconcertante (come definirlo altrimenti?) assistente: Groucho. Nessuno sa in realtà quale sia il suo vero nome, ma tutti lo chiamano così solo perché identico al comico americano Groucho Marx. Inoltre, quasi la totalità dei suoi dialoghi non è nient’altro che un’infinita sequenza di freddure, che esasperano Dylan, i suoi clienti e chiunque altro sia nei paraggi. Un comico di nome e di fatto! Il suo compito principale è quello di accogliere i clienti preparando il tè e di lanciare la pistola al suo capo nel momento del bisogno. Il tutto pagato profumatamente con… niente!
Altra menzione d’onore va all’ispettore Bloch. È un grandissimo amico di Dylan, che lo considera alla stregua di un padre, e dal quale viene affettuosamente chiamato “Old Boy”. I due passano molto tempo insieme e spesso collaborano sui vari casi. Sebbene Bloch sia estremamente scettico verso il paranormale, spesso si vede costretto a chiedere aiuto a Dylan nei casi più oscuri di omicidio. Vive perennemente con l’ansia della pensione, e durante i casi più complicati, ha sempre paura che il soprintendente di Scotland Yard non gliela conceda.
E come dimenticare anche personaggi come il ricco ed eccentrico inventore Lord H. G. Wells, l’anziana medium Maria Trelkovski e il magico gatto Cagliostro?
Xabaras!
Ma oltre agli amici, Dylan Dog ha incrociato anche la strada di numerosi nemici. Uno su tutti, il perfido dottor Xabaras. Eterna nemesi dell’indagatore, lo scienziato compare già nel primo numero, dove ha sintetizzato un siero per ottenere la vita eterna. In realtà, il siero imperfetto non porta realmente all’immortalità, bensì trasforma le persone in zombi, condannandole a vivere una non-vita, priva di emozioni e di umanità. La sua ossessione per il perfezionamento del siero lo porterà a fare cose orribili e ad essere costantemente braccato da Dylan. Sebbene si capisca già da subito che ci sia un legame tra di loro, nessuno si sarebbe aspettato che in realtà Xabaras fosse nientemeno che il padre di Dylan Dog… Il nemico numero uno che dice al protagonista “Io sono tuo padre!”… Dov’è che l’ho già sentita?
La storia di Dylan Dog
Sebbene Tiziano Sclavi fosse inizialmente restio a parlare del passato di Dylan, il suo background fu approfondito in molti numeri successivi alla prima uscita.
Dylan crebbe in un orfanotrofio, senza avere alcun ricordo della sua famiglia naturale e, in seguito, venne adottato.
Ma in realtà, si verrà poi a scoprire che Dylan nacque nel XVII secolo e i suoi genitori furono Dylan senior e Morgana. Il padre era uno scienziato che voleva sintetizzare il siero dell’immortalità. Proprio durante questa sperimentazione, qualcosa andò storto e l’uomo si tramutò in uno zombi. L’intervento tardivo della moglie, che gli iniettò l’antidoto, servì solamente a fargli recuperare la coscienza. Ma un demone (che si rivelerà essere Cagliostro), punì lo scienziato per la sua bramosia, dividendo la sua anima in due parti e cacciando la parte buona su un asteroide. Quella malvagia diventò Xabaras, la nemesi dell’indagatore. Separato anche dalla madre, Dylan finì in un orfanotrofio, ma il gatto Cagliostro, tramutato in un mostro marino, lo trasportò nel XX secolo.
Da adulto, Dylan entrò a Scotland Yard come poliziotto, sotto il comando dell’ispettore Bloch. Durante questo periodo, incontrò una ragazza che gli cambiò la vita: Lillie Connolly. Lei terrorista irlandese dell’ I.R.A. Lui poliziotto inglese. Una coppia impossibile. Eppure i due svilupparono una fortissima relazione. Purtroppo la ragazza venne arrestata e torturata violentemente. Forse venne condannata a morte e, prima di ciò, sposò Dylan. Ma in realtà è probabile che quest’ultimo fatto fosse solo un sogno dell’indagatore. Fatto sta che in seguito alla morte di Lillie, Dylan piombò in un periodo di depressione, lasciò la polizia e diventò alcolista. Bloch riuscì a concedergli una licenza da investigatore privato e, una volta rimessa insieme la sua vita e incontrato Groucho, iniziò la brillante carriera di “Indagatore dell’incubo”.
Una nuova vita
Nonostante l’enorme successo, nel 2013 si sentì la necessità di un rilancio editoriale. Probabilmente, la staticità dei personaggi e l’interruzione dell’impegno di Sclavi nella preparazione delle sceneggiature avevano reso la serie un po’ ripetitiva. Così, con la nomina di Roberto Recchioni come nuovo curatore della serie, furono introdotti nuovi personaggi e sostanziali novità nella continuity. Come l’ispettore Bloch che andò finalmente in pensione e fu sostituito dall’arcigno ispettore Carpenter, il quale, al contrario del predecessore, ritiene Dylan Dog un ciarlatano. Inoltre comparirono anche il sergente Rania Rakim, una poliziotta che invece fa affidamento su Dylan e con il quale sviluppa anche una relazione, e la nuova nemesi John Ghost, inquietante imprenditore dell’industria elettronica. Ah, Dylan fu fornito anche di un cellulare. Vi sembra una cosa da poco?
E ora, l’apocalisse!
Tra la fine del 2018 e tutto il 2019 si è svolto il Ciclo della meteora. In questo frangente, un enorme meteorite è in procinto di impattare sulla Terra e distruggere l’umanità. Nelle varie storie, paiono chiudersi tutte le sottotrame della serie e il tutto culmina in un improbabile, ma non per questo meno sincero, matrimonio tra Dylan e Groucho. Con l’impatto della meteora, nel numero 399, resta incerto il destino dei protagonisti, mentre nel visionario numero successivo, E ora, l’apocalisse!, un immemore Dylan Dog compie un viaggio impossibile che si conclude con l’uccisione nientemeno che di… Tiziano Sclavi in persona! Come a voler chiudere nettamente col passato. Nel numero 401, L’alba Nera, (il primo del 2020) infatti, si vede l’indagatore con un look diverso, relazioni diverse e… un nuovo assistente, Gnaghi!
Che si tratti solo di un nuovo ciclo, dove alla fine tutto tornerà come prima? O stiamo parlando di un vero e proprio reboot, stile Ultimate Marvel? Difficile dirlo ora come ora. Ma sicuramente, le sorprese per il nostro Indagatore dell’incubo, tra cui una clamorosa collaborazione con Batman, non sono per niente finite.
Federico Ravagli
Immagini: © Sergio Bonelli Editore