Sharknado: una serie trash con troppe cose da non perdere

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Chi ha visto Sharknado non può essere rimasto indifferente. Il fatto che ci siano SEI film che parlano di tornado composti da squali volanti è qualcosa che scatena emozioni contrastanti. Io credo che nella vita certi film vadano visti, per distinguere il fango (chiamiamolo così) dal cioccolato. Ma anche, e soprattutto, per capire che la fantasia e l’originalità non conoscono ostacoli. E poi per gasarsi davanti a certe scene assurde.

In questo articolo non farò delle recensioni dei film, ma cercherò di elencare una serie di cose che, a leggerle, sembra impossibile che qualcuno le abbia davvero pensate. Lo scopo è rendervi partecipi di questo amabile disagio trash e invogliarvi a comprare il dvd per guardarlo insieme a chiunque vi capiti nei paraggi. Siete pronti a buttarvi in questo universo parallelo, dove qualsiasi logica viene messa in discussione?

sharknado

Sharknado

Il primo film è il più famoso. Quello che, chi ha cliccato su questo articolo, ha visto almeno una volta nella vita. E se non lo ha fatto, avrà probabilmente visto la recensione di Yotobi. Di conseguenza, sappiamo già tutti che cosa c’è da vedere: squali che sbucano da ogni dove, lo zio di Mamma ho perso l’aereo (purtroppo mangiato senza ritegno), una bocciolona mangiata al volo dallo squalo, e la gloriosa scena finale dove il nostro eroe si getta dentro ad uno squalo con una motosega per poi aprire la bestia dall’interno ed uscire assieme alla bocciolona (evidentemente non ancora digerita e tutta intera). Bene, andiamo avanti.

sharknado

Sharknado 2

Se avete visto questo film è perché vi siete posti la domanda: “cos’altro può succedere che non abbiamo già visto?”. La trama è pressappoco la stessa (e questo vale un po’ per tutti i film), ma stavolta cambia la location e la forza dello sharknado. Servono quindi mosse diverse, tra cui l’intervento di Kurt Angle (che per chi non lo sapesse è un wrestler decisamente famoso). Sì, c’è Kurt Angle in questo film, fa il capo dei pompieri. L’idea di una Angleslam o di una Anklelock ad uno squalo vi elettrizza, vero? Da non perdere anche la scena iniziale, dove un aereo viene assalito improvvisamente da squali volanti e dei tizi vengono mangiati senza preavviso. Oltre al fatto che il nostro eroe (e chi sennò?) deve far atterrare l’aereo. Anche perché il pilota, Robert Hayes, fa una brutta fine. Per chi non lo sapesse, era il protagonista de: L’aereo più pazzo del mondo. Quant’è invecchiato!

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Sharknado 3

Il terzo episodio è quello che regala le più belle scene della storia (e per questo si prende la palma di miglior film della serie, yuppi!). Il cast non è male. La WWE continua a prestare lottatori e stavolta ad apparire è Chris Jericho, nell’ambito ruolo del gestore delle montagne russe. Poi c’è David Hasselhoff, ex Baywatch e Supercar, che interpreta il padre “spaziale” del nostro eroe (che bello chiamarlo nostro eroe). Bello vedere anche Bo Derek, che conclude degnamente la sua carriera. L’attore che vi farà saltare dalla sedia però è Frankie Muniz, che tutti conoscete come Malcolm. Ecco, lui fa la fine più terribile della storia del cinema, ma non ho la forza di raccontarvela. Vi racconto invece il finale, perché è troppo bello scriverlo.

Siamo nello spazio (e già questo…), il nostro eroe e la sua compagna incinta stanno per eliminare lo sharknado. Alcuni squali sopravvivono nello spazio e distruggono la navetta spaziale, rendendo la motosega laser abbastanza inutile. Uno degli squali ingoia per intero la ragazza, il nostro eroe disperato si getta alla caccia dello squalo, e si lascia ingoiare, sfortunatamente da quello sbagliato. Gli squali piovono sulla terra come fossero comete. Il nostro eroe, al sicuro dentro lo stomaco del pesce, crea un buco dove infilare il paracadute, così da rendere l’atterraggio dello squalo infuocato il più delicato possibile. Una volta atterrato sente il rumore di una motosega provenire dall’interno di uno squalo. La sua ragazza (che nel precedente film ha perso un braccio e lo ha sostituito con uno robotico) è ancora viva e sta tagliando l’animale dall’interno. Ad uscire non è lei, ma il bambino che ha partorito dentro lo squalo piovuto dal cielo vestita da astronauta (anche se quando esce è in abiti civili). Il film si conclude con David Hasselhoff costretto a restare sulla luna e un pezzo di shuttle che schiaccia la ragazza. Dio, che bellezza.

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Sharknado 4

L’ho trovato il più stucchevole della serie. Non per questo però è da scartare: lo sharknado si evolve in qualsiasi cosa, persino in un muccanado. La ragazza diventa un robot capace di qualsiasi cosa (letteralmente). Mahoney di Scuola di Polizia presta una macchina ai nostri protagonisti (nettamente la scena più esaltante, e non venitemi a chiedere chi sia Mahoney). David Hasselhoff è ancora vivo, menomale. Sul finale vengono combattuti gli squali con dei robot simili a quelli che utilizzava Pilaf contro Goku. Molto bella la scena della matrioska di squali, dove questi si ingoiano per intero (e al volo) uno dietro l’altro fino ad arrivare alla balena ingoiatutto. La scena migliore però, è senza dubbio quella in cui due baby squali (che vorrei chiamare amorevolmente squalini) vengono usati come defibrillatore dalla ragazza robot, che si auto-utilizza come generatore di elettricità. Anche in questo film c’è un wrestler (ma perché dovevano infilare wrestler ad ogni costo?), con il buon Seth Rollins che compare giusto il tempo per dire: “ah, ma quello è…”.

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Sharknado 5

Qui la trama finalmente ha una piccola svolta. Lo sharknado ha la possibilità di teletrasportarsi in ogni zona del mondo e i nostri eroi, grazie ad una roba oggettivamente troppo stupida per essere spiegata, lo rincorrono. Non tanto per la loro ormai acclarata passione per gli squali, ma perché nello sharknado è intrappolato il loro ultimo figlio (quello nato dentro allo squalo spaziale due episodi prima), che per tutto il film appare svolazzante, urlante e sempre con un ridicolo cappello a forma di pinna di squalo (straordinariamente importante per la trama). Le location variano dal Regno Unito al Giappone, dal Brasile all’Australia… c’è pure una capatina a Roma, dove i nostri incontrano il Papa (raffigurato come un cinquantenne con i capelli lunghi) dal quale ricevono la motosega papale. Sì, avete letto bene.

In questo film le scene più esaltanti arrivano dalle guest star sportive (niente wrestler stavolta). Tom Daley, campione mondiale di tuffi, si trova sul London Bridge e dice testualmente: “Gli squali non nuotano nei fiumi! Dio salvi la Reginaaaaaa!” e si tuffa, venendo mangiato al volo da uno squalo probabilmente ignaro di trovarsi nel Tamigi. Tony Hawk fa qualche trick dei suoi con lo skateboard (ne avevamo bisogno). Ad un certo punto arriva una Hummer con dentro Dolph Lundgren (o meglio, Ivan Drago). Lui è il figlio del nostro eroe, è invecchiato perché ha viaggiato nel tempo. Il film si conclude esattamente come il primo Ritorno al Futuro, con la macchina che prende il volo e va verso la telecamera. L’attesa per il sesto ed ultimo film diventa così impossibile da sostenere.

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Sharknado 6

L’attesa è finita ma (personale opinione) mal ripagata. Il sesto film è il peggiore della serie, ma essendo l’ultimo va visto per sapere come tutto finisce. L’ex Ivan Drago sparisce e i nostri eroi viaggiano nel tempo alla ricerca di questo dannato figlio (che per l’occasione non è più Dolph Lundgren ma lo Sherminator, indimenticabile personaggio di American Pie). C’è un tizio che cambia sesso a seconda dell’epoca in cui viaggiano. Uno pterodattilo viene cavalcato per combattere i meteoriti che estinsero i dinosauri. Uno squalo viene costretto a mangiare asteroidi per poi essere buttato verso il tornado come bomba. C’è una maga cattiva che non ho capito se sia transessuale o travestita (interpretata dalla drag queen Alaska). Il nostro eroe in tutti i viaggi ha con sé un sacco con dentro la testa robot della sua ragazza, anche se la ragazza in carne ed ossa è con lui.

Si scopre che la madre del nostro eroe è Tori Spelling (famosa per il ruolo di Donna Martin in Beverly Hills 90210). Il finale di questa meravigliosa serie è orribile e fa gridare allo scandalo perché non ha nessun colpo di scena. Ci si rimane davvero male. Ma almeno c’è una soddisfazione, seppur piccola: lo zio di Mamma ho perso l’aereo, che era stato mangiato nel primo film, è ancora vivo.

Sipario.

Dario Lombardi

Immagini © Asylum, SyFy

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