Altan (autobiografia non autorizzata), di Roberto Moisio

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Il fumettista

altan cover

Oggi, sul nostro sito, è #offtopoday. Non troppo, però! In questo articolo, infatti, parleremo di una leggenda (per quanto non disneyana) del fumetto italiano: Altan. Di recente Roberto Moisio, docente di Comunicazione pubblica all’Università di Torino, ha scritto un libro proprio sul noto fumettista. Lo chiamo solo così, fumettista, senza ricorrere a espressioni più creative come “il papà della Pimpa”, o “il vignettista trevigiano”. Lo faccio perché mi sembra di aver intuito, leggendo Altan (autobiografia non autorizzata), quanto sia difficile ridurre Altan stesso ad una semplice definizione. Il solo ambito territoriale o la paternità di un personaggio non bastano a raccontare un uomo che ha avuto per casa tutto il mondo, e che di personaggi immortali ne ha scritti parecchi. Moisio questa cosa l’ha capita, e ha provato a spiegarcela. Vediamo come.

Altan prima di Altan

altan giovane

Francesco Tullio Altan nasce a Treviso nel 1942. Il primo lavoro firmato Altan, però, compare sulle pagine di Linus solo nel 1974 (ce lo ricorda anche Francesco Serra, nelle primissime righe della sua prefazione per questo volume). I 32 anni compresi tra queste due date, in realtà, non sono oscuri per noi. Abbiamo molte notizie, ma generalmente di difficile interpretazione. Questo perché il non-ancora-fumettista, in quel periodo, ha vagato senza sosta, da Bologna al Brasile passando per Venezia e Roma. Uno degli indubbi pregi di questo libro è la chiarezza con cui tutti questi dati vengono messi in ordine. L’autore, infatti, usa le parole dello stesso Altan per ricostruirne infanzia, adolescenza e prima età adulta. Ci vengono raccontate nel dettaglio le esperienze da studente (in più città), le avventure come aiuto-documentarista e la “vocazione artistica”, a partire dal primissimo lavoro: le illustrazioni per due poesie di Leopardi, a dodici anni.

altan giovane
Gli esperimenti di un giovane Altan

 

L’era post-Linus

Come abbiamo detto, per tutta la prima parte del volume Moisio sceglie un approccio strettamente cronologico, snocciolando fatti e curiosità. Con la seconda parte (relativa a quel vasto lasso di tempo compreso tra il 1974 e oggi), invece, si preferisce un approccio tematico. Le diverse “sezioni” approfondiscono ciascuna un singolo ambito, in maniera trasversale. La sezione dedicata ai personaggi, per esempio, sviscera le origini della Pimpa, di Cipputi, dei volti anonimi delle vignette. Viene dato ampio spazio anche alla descrizione di personaggi e lavori magari meno noti (soprattutto ai più giovani). Pure in questa seconda parte l’autore “lascia parlare” Altan. E così, Altan stesso racconta il suo avvicinamento ai mondi del fumetto per l’infanzia, del romanzo a fumetti e della satira, così diversi tra loro. I suoi aneddoti si intrecciano con la ricostruzione di Moisio, con risultati decisamente piacevoli. Il titolo del libro, insomma, “autobiografia”, non è un caso: il protagonista viene raccontato attraverso le sue stesse parole.

altan franz
“Franz”, fumetto su San Francesco, tra i primi lavori di Altan post-1974
altan romanzo

Prospettive

vignetta

La terza e ultima sezione, a sorpresa, ci regala nuovi punti di vista. Compaiono all’improvviso due nuove voci. Si tratta di due persone vicine ad Altan, che ne offrono un ritratto umano e profondo. Così si chiude il testo, lasciandoci con la chiara immagine di un uomo, oltre che con quella di un fumettista. Ma Altan (Autobiografia non autorizzata) non è solo questo. Al comparto testuale fa compagnia infatti una vasta raccolta di vignette, illustrazioni e tavole tutte firmate dal protagonista del volume. Potremmo quasi parlare di una “seconda natura” del libro, che, in questo, è quasi un catalogo. La varietà e l’abbondanza sono pressoché gli unici criteri di scelta, e alcuni contributi sono di livello particolarmente alto. Purtroppo però, queste due anime (il saggio-intervista e il catalogo) non dialogano al meglio tra di loro. Molto spesso il testo e le immagini sono scoordinati, e mancano adeguati commenti per le illustrazioni.

Conclusioni

In sostanza, Altan (autobiografia non autorizzata) è un buon volume su Altan. Non è il testo definitivo sull’argomento, e non ha la pretesa di esserlo. Si potrebbe scrivere molto altro su questo colosso del fumetto italiano, utilizzando diversi focus e punti di vista. Ma, se vi interessa scoprire qualcosa in più sulle vicende di questo maestro, e se volete un primo approfondimento sui suoi lavori, questo è il libro che fa per voi. Per un motivo, in particolare. Altan è un personaggio poliedrico, un fumettista estremamente versatile e adatto a tutti. Spazia tra i generi con una maestria unica, sa far ridere, di gusto o amaramente, sa coinvolgere i più piccoli con la sua fantasia. Questo è il più grande merito di Altan (autobiografia non autorizzata): rende giustizia a questa complessità, senza mai banalizzare.

Alessandro Giacomelli

Tutte le immagini sono state tratte da Altan (autobiografia non autorizzata), di Roberto Moisio

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