Evènto s. m. [dal lat. eventus -us, der. di evenire «accadere, riuscire»]. – 1. Avvenimento, caso, fatto che è avvenuto o che potrà avvenire.
Hype: 3rd person singular present tense hypes , present participle hyping, past tense, past participle hyped. To hype a product means to advertise or praise it a lot.
Vi starete chiedendo per quale motivo questa recensione si apra con due lemmi, uno estratto dalla Treccani e l’altro dal Collins Dictionary. Bene, la risposta è la seguente: la storia di cui parleremo oggi potrebbe essere considerata a pieno titolo una storia “evento”.
Annunciata per la prima volta su Topolino 3240, del 27 dicembre 2017, la storia non è stata più pubblicata, latitando per ben due anni prima di riapparire il 22 gennaio 2020. Il fatto in sé non sarebbe troppo strano, se non per il motivo che ha fatto sparire la storia dal piano editoriale del tempo: si mormora infatti che l’ordine di bloccare le rotative sia arrivato direttamente dagli Stati Uniti, dalla The Walt Disney Company. Il veto sarebbe stato apposto dato l’argomento tabù affrontato dalla storia, che cercava di dare finalmente una risposta a una delle domande che più spesso si fanno i lettori di Topolino:
PER QUALE MOTIVO I BASSOTTI SONO SEMPRE FUORI DAL CARCERE?
Beh, perché tutti hanno il diritto di avere giustizia, no?
Bene, dopo il break musicale passiamo alla prima parte di questa recensione, ovvero
la ricostruzione della vicenda editoriale
Zio Paperone e…Giustizia per tutti! viene annunciata in pompa magna durante la direzione di Valentina De Poli.
È il 27 dicembre 2017 e la saga di punta sul Topo è Donald Quest. L’anteprima di Topolino 3240 ci mostra, però, che la storia di copertina del numero successivo (copertina che non vedrà mai la luce, NDR) non è il secondo capitolo della saga in corso, bensì una storia disegnata da Paolo Mottura, noto per le grandi parodie (Moby Dick) e per le storie evento (Il Commissario Topalbano).
Una storia che sembra configurarsi come un vero e proprio pezzo da novanta, in grado di stuzzicare la curiosità del lettore e rivelare il segreto dell’eterno ritorno dell’uguale… la risposta all’annoso quesito del perché la Banda Bassotti sia sempre a piede libero!
Ma non va tutto bene…
Peccato che la storia… non viene pubblicata sul Topolino previsto.
Semplicemente scompare, e a una precisa domanda di un utente sulla pagina Facebook di Topolino Magazine viene risposto:
La community, come prevedibile, ha iniziato a interrogarsi sul perché del cambio di programmazione (fatto non nuovo, va detto). La voce più accreditata era che fosse colpa della The Walt Disney Company, perché la storia andava a toccare un argomento molto particolare, ovverosia la scarsa (?) efficienza del sistema giudiziario di Paperopoli, che consente a dei noti ed incalliti malfattori, i Beagle Boys (che delinquono tranquillamente dal 1880, attraverso almeno 4 generazioni) di essere sempre in libertà.
Un tema delicato come osservazioni, critiche e proposte di riforma al sistema giudiziario, per quanto comunque applicate a una città dei fumetti? Fuori luogo, secondo la casa madre, per una rivista destinata a un pubblico giovane e che porta il nome del frontman della The Walt Disney Company.
Ecco così che la storia non viene pubblicata, e sulla copertina di Topolino 3241 non c’è più la bilancia della giustizia ma un sorridentissimo Paperoga affiancato da Rovazzi paperizzato:
Niente più Giustizia per tutti, quindi? Non esattamente.
Un fulmine a ciel sereno accoglie l’anno nuovo
Dal nulla, assolutamente in sordina, all’alba del 2020 il Direttore Bertani annuncia che sì, Zio Paperone e…Giustizia per tutti! uscirà sul Topo!
Ma la fremente curiosità che era stata accesa dall’annuncio della storia due anni fa si è ormai smorzata, e non hanno fatto nulla, in redazione, per ravvivarla. Sul Topo la storia esce senza essere accompagnata da alcun editoriale e nel sommario viene riportato solo il titolo, senza cenni alla trama, con l’indicazione degli autori (Paolo Mottura e Giorgio Fontana).
E…Giustizia per tutti! viene insomma trattata come una storia qualunque, rispolverata quasi distrattamente dopo averla tirata fuori dal dimenticatoio.
Un bel declassamento, eh?
La nostra opinione
Passiamo ora a parlare della storia vera e propria, partendo da una breve sinossi assolutamente priva di spoiler:
I Bassotti sono sempre in libertà grazie a un asso nella manica, anzi due: un abilissimo avvocato e le leggi di Paperopoli, scritte circa 400 anni fa e mai abrogate, anacronistiche ma… accettate come valide da qualsiasi corte della città. Un po’ come (opinione personale dell’autore, ma consentitemi di dirlo, NdA) il Secondo Emendamento della Costituzione degli USA, che nel 2020 permette di avere liberamente un’armeria in casa, non sia mai che possano tornare gli inglesi, le Guerre Indiane o i messicani.
Svelato il mistero della eterna libertà dei Bassotti… la storia non finisce, ma prosegue in maniera inattesa. Per concludersi, infine, con il ribadire che l’importante è che alla fine la Giustizia trionfi. E vi sia, quindi, Giustizia per tutti.
I pro
I punti forti di questa storia “maledetta” sono i seguenti:
1) i disegni di Paolo Mottura, che riconosciamo già per il loro valore e che non ci deludono nemmeno stavolta. Un tratto personale, estremamente riconoscibile, dinamico.
2) le norme che consentono la scarcerazione dei Bassotti. Si tratta di leggi davvero paradossali, lette oggi, nell’eterno presente in cui si svolgono le storie dei Paperi. Ma che erano perfettamente sensate nel momento storico in cui sono state scritte, al tempo della fondazione di Paperopoli a opera di Cornelius Coot. Dura lex sed lex, d’altronde. Leggendo la storia le troverete molto divertenti nella loro assurdità, e empatizzerete facilmente con il povero Paperone, che si ritroverà sempre battuto dalle leggi… anche quando ha ragione da vendere!
3) un dialogo di quattro vignette circa a metà storia, carico di una certa forza iconoclasta che può ricordare The Killing Joke di Alan Moore e l’eterna rivalità tra Batman e il Joker. Sappiamo tutti che Batman conosce l’effettiva pericolosità del Joker, ed è consapevole di come Arkham non possa trattenerlo. Joker tornerà sempre a fare strage di innocenti, eppure Batman non lo uccide mai, neppure quando passa il segno. Perché non lo fa? Perché nessuno dei due può vivere senza l’altro, così come il vecchio Paperon De’ Paperoni non può vivere senza le sfide che i vari Bassotti, Amelia, qualsiasi rubagalline portano al suo deposito. Ma quanto sarebbe più tranquillo se il deposito non ci fossero queste minacce!
I contro
Per quanto riguarda i punti deboli:
1) cambio di prospettiva a metà storia: non si parla quasi più dei Bassotti. Ah, quindi non erano i Beagle Boys il fulcro della storia? Pare di no, ma non saremo certo noi a dirvi che cosa succede…
2) aleggia la sensazione che qualcosa sia stato alterato, negli anni in cui Zio Paperone e…Giustizia per tutti! è stata “dimenticata nel cassetto”. Fate un gioco: guardate l’anteprima che trovate più sopra e poi la prima pagina uscita sul Topo. Riuscite a trovare le differenze? Prosegue inoltre la politica Disney di vietare qualsiasi riferimento a fumo e alcool: un fiasco di vino (tale e quale alla pedina del Monopoli) viene fatto passare per fiasco di chinotto e un personaggio viene goffamente privato di un proprio iconico attributo (ve ne renderete facilmente conto guardando una vignetta).
La conclusione
Concludendo, Zio Paperone e…Giustizia per tutti! è finalmente uscita. I punti positivi che abbiamo evidenziato, secondo noi, valgono la lettura a fronte dei lati negativi. E la nostra curiosità è stata finalmente soddisfatta. Si tratta inoltre di una storia scritta con maestria, che ci trasporta indietro di qualche anno, nelle aule giudiziarie che erano un elemento familiare per il Paperone di Carl Barks e a quello di Guido Martina. Solo che qui il nostro Zione è parte lesa, e non il diabolico lestofante del Professore, o l’uomo che minacciava il giudice Gufo di comprare mezza città e licenziarlo! È un Paperone vittima, che a un certo punto della storia sembra cedere al proprio lato oscuro, citando la propria versione spregiudicata, ma riguadagnando infine la bontà che caratterizza lo Scrooge McDuck che abbiamo conoscuito in periodi più recenti.
Chissà se lo spunto di Fontana verrà ripreso in una qualche prossima storia a tema giuridico, perché sembra che la formula “Zio Paperone + aule di tribunale” dia come risultato delle storie perfettamente godibili. E questa è, ovviamente, una storia perfettamente godibile.
Correte a recuperarla!
Giovanni Posocco
Immagini ©Panini Disney