Prologo:
Sala riunioni, redazione di storiedipaperi.com, località segreta.
–Ciao, io sono Mauro e ho un problema.-
Tutti in coro: –Ciao, Mauro!–
Il mio problema dipende dal fatto che quando mi sono proposto di recensire Starker, ultima fatica noir di Tito “nano di gesso” Faraci, non l’avevo ancora letto, ma già avevo cominciato a raccogliere sinonimi di “magnifico” e “figata” (non amo le ripetizioni).
Perché, sia ben chiaro, io amo la scrittura faraciana. In più amo le sparatorie e le grandi esplosioni. Amo le storie noir con dark lady e antieroi ironici dalla battuta caustica come protagonisti.
E Starker non ha niente di tutto ciò.
STARKER – Morire oggi (di noia)
Una brevissima considerazione: questo volume nasce nell’ambito della piattaforma Yep! un’idea dell’editrice Shockdom per realizzare la lungamente vagheggiata, ma finora irrealizzata “Netflix dei fumetti italiani“. Un progetto in divenire che, presumo, impiegherà qualche tempo a raggiungere numeri veramente importanti. Ci può stare quindi che si tratti di un side project, ovvero di un’idea che -per svariati motivi- ha bisogno di un banco di prova più ristretto rispetto al mercato edicola/libreria.
[Io ovviamente, essendo un dinosauro, ho subito preso l’edizione cartacea perché al diavolo l’Amazzonia e tutto il suo ecosistema.]
Detto questo, e visto che ormai siamo in ballo, passiamo alla storia vera e propria: Starker è un sicario che si occupa di –sigh– ammazzare gente in una metropoli senza nome. Badate non è un sicario qualunque, è il più fico di tutti. Sa sempre come muoversi. Non sbaglia mai. Ha sempre un piano B. È un duro che fuma, beve e scopa. E ha il naso a tartufo.
Starker, dicevamo, viene contattato dal suo ex capo Norton. Una funzione narrativa con le gambe. Per recuperare un vattelapesca e ammazzarne –Yawn– il legittimo proprietario. Ma poi decide di tenerselo per sé, attirandosi le ire della succitata funzione narrativa.
Seguono tentativi di ammazzare Starker che, in quanto protagonista, è troppo tosto e troppo fico per morire mentre un banale elicottero gli scarica addosso l’equivalente del PIL del Belgio in munizioni di M134. Anzi, sopravvive senza un graffio e, con un balzo solo –aesh-, si impossessa dell’elicottero. E blam, bang, zaff, spataprang! Non vado oltre per evitare spoiler.
Il peccato originale.
A fronte di una certa qual –uh– leggerezza nella trama, ci si potrebbe aspettare dialoghi scoppiettanti. Ricchi di umorismo cinico e sarcasmo a strafottere. D’altronde lo sceneggiatore è famoso per questo, vero?
Vero?
Ahm… no.
Starker è un duro e i duri non fanno battute, né fanno errori, né si lamentano del mal di testa dopo aver bevuto una bottiglia di gin. E se il protagonista è così, figuriamoci quanta personalità possono avere l’antagonista, gli scagnozzi o la femme fatale.
Se, come me, siete cresciuti frequentando la Joe C. Hallenbeck high school per eroi con l’hangover, spalle spaccone, cattivi tedeschi colti e inquietanti, non c’è trippa per gatti. Siamo su un altro pianeta. Forse pendiamo più verso Diabolik, uno che non è certo famoso per le battutine.
Che altro dire? Le matite di Albo (Alberto Turturici) sono buone. Ogni tanto gli scappa la citazione (l’unica risata dell’intero libro me l’ha strappata la comparsata di una grossa, grossa star) e gestisce le tavole con mestiere, ma senza troppi guizzi. Il layout, basato su vignette panoramiche in 16:9 passa senza grossi problemi dal web alla carta facilitato da un foglio grande. Molto grande. Pure troppo.
In brevissimo.
Starker è una storia lineare e concisa, con un cast dal carisma vicino allo zero e un linguaggio crudo sì, ma piattino. Non è ben chiaro chi siano i personaggi o perché agiscano, ma soprattutto non è chiaro a fine libro perché dovrei voler comprare un secondo volume (previsto dal finale aperto). I disegni sono discreti, ma non fanno gridare al miracolo. Il rapporto prezzo/pagine tutto sommato è onesto, il rapporto qualità/prezzo un po’ meno.
Forse è colpa mia che mi sono fatto troppe aspettative alla notizia di un noir di Tito Faraci privo di lacci e lacciuoli disneyani e già pregustavo un Marlowe meets Angus Fangus with more sassi and explosions, ma questo Starker lascia in bocca un sapore amaro come di occasioni perdute.
E questo è un problema.
Tito Faraci, Albo
Starker – Morire oggi
Shockdom, 15,00 €
Mauro A. Pizzignach
Immagini © Shockdom