Nel corso degli anni Topolino ha dovuto affrontare numerose minacce. Macchia Nera e Gambadilegno sono sicuramente i due nemici per eccellenza, che hanno resistito maggiormente alla prova del tempo. Approfondendo, però,alcune storie di Mickey Mouse si trovano molti antagonisti che sarebbero potuti diventare iconici. Oggi parleremo di uno dei più inquietanti, ovvero la Spia Poeta (The Rhyming Man, in originale).
La genesi del personaggio
Per comprendere a fondo la caratterizzazione dell’Uomo delle rime, è necessario considerare il contesto storico della sua creazione. Era il 1948 quando Bill Walsh e Floyd Gottfredson idearono il personaggio. È facile immaginare la loro fonte di ispirazione: la Seconda Guerra Mondiale era appena terminata e il mondo si preparava ad affrontare un altro angosciante conflitto, la Guerra Fredda. Gli Stati Uniti avevano a disposizione l’arsenale nucleare e l’Unione Sovietica voleva carpirne i segreti. In più dopo le grandi avventure di Mickey contro i Nazisti, egli necessitava un nuovo nemico, che veniva servito su un piatto d’argento. Fu così che diedero vita al personaggio della Spia Poeta, idealmente associato al pericolo russo.
Una spia sovietica… nazista
Seppur il contesto fosse quello della Guerra Fredda, Walsh e Gottfredson non avevano un modello sovietico definito cui ispirarsi. La figura dei Nazisti invece era ancora ben impressa nell’immaginario collettivo. Film come Confessioni di una spia nazista del 1939 contribuirono fortemente a diffondere l’immagine dell’agente segreto del Reich. Il suo tipico aspetto “impomatato” si ritrova appieno in quello della Spia Poeta. L’uso delle rime deriva invece del movimento poetico giovanile anticonformista noto come “Beat Generation”¹.
Il pericolo atomico
La Spia Poeta esordisce nella storia Eta Beta e la spia (The Atombrella and the Rhyming Man), dove sottrae all’uomo del futuro un ombrello capace di proteggere da un’eventuale esplosione nucleare. La storia è sicuramente inquietante, poiché sia Eta che lo stesso Topolino mostrano una certa ingenuità e impotenza di fronte ad un personaggio che sembra essere sempre un passo avanti. Si può osservare la spietatezza dell’agente segreto, che non esita a far fuori i suoi stessi alleati rompendo la barriera dell’omicidio su un fumetto Disney. Inoltre la sua rigidità, contrapposta alla sua allegria e alla facilità con cui compone nuovi versi in tempo reale, contribuisce a trasmettere un senso di inquietudine.
Una spia smarrita
Negli anni ’90, conclusa la Guerra Fredda, il personaggio fatica a trovare una propria dimensione. Il terrore per lo spionaggio e per la guerra nucleare sta venendo meno e il mondo guarda al futuro con un maggiore ottimismo. In questo senso, la Spia perde la sua aura da villain nella storia Topolino e il ritorno della spia poeta, scritta da Claudio Goresi e disegnata da Sergio Asteriti. Depauperato dei suoi intenti criminosi rimane solo con la sua vena poetica, smarrito tanto quanto coloro che dopo la caduta del Muro persero gli ideali cui avevano fatto affidamento per quasi tutta la seconda metà del Novecento.
Il grande ritorno
Negli anni 2000, Casty riprende i nemici storici di Topolino e la Spia Poeta non fa eccezione. Sebbene ci fossero state altre apparizioni, è nella storia Topolino e il Mondo che verrà che il personaggio ricompare in maniera autentica, graduale e criptica. Anche in questo caso viene mostrato magistralmente il tema dell’inquietudine: lo stesso Topolino prova dei brividi non appena intuisce con chi dovrà avere a che fare. Ad un certo punto l’Uomo delle rime esce allo scoperto e la paura negli occhi dei protagonisti trasmette insicurezza anche a chi non conosce la Spia. Ella cerca, anche in questo caso di controllare e dominare il mondo con l’aiuto di un corrotto duca reggente e di una tecnologia tenuta nascosta dalla comunità scientifica per decenni. Si evince il disincanto dalle speranze degli anni ’90, con un’umanità consapevole che nonostante tutto ci sarà sempre qualche despota che minaccerà la pace.
La necessità del male
Il successo della Spia Poeta è da attribuirsi non solo alle sue caratteristiche, ma anche al fatto che appaia così di rado da aver acquisito un alone di mistero. Se questo le permette di essere sfruttata appieno nelle sue apparizioni, allo stesso tempo è un peccato che non possa essere apprezzata più spesso. Sicuramente può risultare più adatta agli scenari da conquista del mondo, che molto spesso vedono come protagonista il già citato duo Macchia Nera-Gambadilegno, i quali in altre circostanze assumono una più dissonante carica comica. Protetto da qualsiasi influenza “macchiettistica” può diventare il simbolo del male, di cui la storia e i fumetti non sono mai sazi.
Mattia Rispo
¹Walt Disney’s Mickey Mouse 9
Immagini © Disney