Una sorpresa inaspettata
Topo n.3336. Un pomeriggio come tanti altri. Steso sul letto in balia tra il sonno e la produttività, faccio della lettura la fusione perfetta tra il relax e il rimanere concentrato. In sunto, un fumetto niente male: raramente riesco a trovarne uno noioso.
Il n.3336 apre il sipario con l’inizio di una nuova storia a episodi, intitolata Foglie rosse, e ha già catturato la mia attenzione da qui alle prossime settimane. Segue poi un racconto incentrato su Zio Paperone con la partecipazione di un nuovo ed incredibile personaggio: la trasfigurazione in stile papero di Alessio Figalli, vincitore della medaglia Fields 2018, meglio conosciuta come “Nobel per la Matematica”.
Poi arriva lei, la pagina 92, il capitolo successivo, una nuova storia.
Paperoga, Teneroga, Tenebroga! di Enrico Faccini è l’ennesimo esempio di una storia spassosa e profonda allo stesso tempo. Storie perfette, come questa, raramente vedono la luce. Ed è proprio la perfezione ad essere la protagonista indiscussa di questo racconto.
Teneropoli: indigestione di dolcezza!
Analizziamo l’episodio in sé.
Il protagonista di questa storia è il nostro simpatico Paperoga, presentato già dalla prima vignetta con uno sguardo incuriosito verso ciò che lo circonda. Tra liti per il parcheggio, panchine pubbliche privatizzate e gara al gelato più grande, la conclusione del papero è semplice: il mondo in cui viviamo ha perso la gentilezza, l’educazione e il rispetto verso il prossimo. Che sogno sarebbe vivere in un mondo perfetto, governato solo dal bene!
Il desiderio di Paperoga viene prontamente accolto dal misterioso Dr. Mirakle (quando un nome vale più di mille parole, vero?) il quale, tramite un bizzarro marchingegno, permette al nostro protagonista di realizzare la sua visione utopica.
Paperoga si ritrova così catapultato a Teneropoli. Un posto incantevole: Paperoga ne è subito entusiasta! Accolto da Teneroga, il suo alter ego, quest’ultimo porta il suo sosia imperfetto a fare un giro in città. Paperoga nota subito una cosa: tutti sono gentili, cortesi, educati, premurosi! Accolgono il loro ospite con affetto e simpatia, trattandolo come uno di famiglia. Sembra tutto così, così… noioso. Perfetto, sì, ma estremamente noioso.
A sera inoltrata Paperoga impara un’importante lezione: nella quiete di ognuno c’è bisogno di un po’ di sale per “scuotere le acque”! il “Regno della Dolcezza” è eccessivamente sdolcinato, Paperoga si sente oppresso da questa realtà perfetta!
Ma se di sale vogliamo parlare, c’è un altro mondo da esplorare!
Tenebropoli, un randagio senza guinzaglio
Come i poli di una pila, se ad una estremità collochiamo Teneropoli, dall’altra parte troveremo la sua versione “negativa”. Paperoga, ritornato nella sua tanto criticata realtà, confessa al Dr. Mirakle di aver bisogno, dopo il nauseante viaggio a Teneropoli, di ristabilire il suo equilibrio. Lo stravagante scienziato decide quindi di accontentarlo, teletrasportando così Paperoga a Tenebropoli, l’anti-Teneropoli.
In un mondo cupo, triste e glaciale, Paperoga viene malamente accolto da Tenebroga, la sua versione malvagia, strafottente e indubbiamente maleducata. A Tenebropoli è il male a governare: egoismo, umorismo di pessimo gusto, crudeltà costituiscono le fondamenta di questa città! Ognuno pensa solo a se stesso, e si preoccupa del prossimo solo per danneggiarlo, non per aiutarlo. Tra scherzi crudeli ed occhiate sinistre, Paperoga avverte subito il pericolo e, dopo una triste visita della città e una colluttazione con Tenebroga, riesce a fuggire da quel luogo perfettamente malvagio.
Una lezione di vita
Paperoga, infine, ha imparato la lezione: è meglio vivere nel mezzo, tra i pregi e i difetti, piuttosto che accostarsi ad uno dei poli. Ed è qui che volevo arrivare con questo articolo.
Fin dall’antichità, il concetto di perfezione presenta diverse sfaccettature. Parmenide diceva perfetto l’essere perché non soggetto a mutazione e generazione; Aristotele identificò la perfezione nell’ente che ha raggiunto il proprio obiettivo; anche la matematica e i suoi numeri rispondono ad un’intricata immagine di perfezione. Sarà poi Kant a cancellare il concetto di perfezione con la negazione che l’esistenza sia un predicato essenziale e quindi una perfezione (Critica della Ragion Pura).
Nel pensiero contemporaneo l’immagine di perfezione è ormai tramontata, e l’episodio da me analizzato dà una vera e propria lezione di vita.
La perfezione non può, e soprattutto, non deve esistere! La bellezza degli esseri umani e del mondo sta proprio nella diversità! Pensate a Teneropoli e Tenebropoli: entrambi i mondi sono privi di equilibri, dominati esclusivamente dal caos, perfetto sia nel bene che nel male. Un mondo, una realtà come questa è priva di significato.
È l’equilibrio a tenere in piedi la nostra realtà, costituita da Ordine e Caos, dove l’uno non esclude e non cerca di sopraffare l’altro. Sono sicuro che Pico de Paperis la pensi diversamente (Pico e Paperoga profeti del Caos), ma il bello delle opinioni sta nella loro varietà!
A mio parere, l’imperfezione in sé è l’unica perfezione esistente. E dovremmo serbar memoria di ciò. Ci si innamora anche dei difetti di qualcuno o qualcosa.
E, nel nostro presente spinoso, dove si fa sempre più fatica a ricordare, dovremmo mantenere viva la memoria del fatto che la ricerca della perfezione, in passato, ha portato alla morte milioni di persone. Just saying.
Nicola de Martino Norante
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