Andiamo indietro nel tempo alla riscoperta di Paperino: Operazione Papero
Mi capita ormai troppo spesso di rispolverare i ricordi nel cassetto, dare uno sguardo al passato con gli occhi del presente, nel tentativo di scovare dettagli che, in tenera età, non avrei saputo cogliere. Oggi recensirò una personale memoria disneyiana, alla quale sono piuttosto legato. Un videogioco, Paperino: Operazione Papero, ormai datato, e riesumato solo oggi, preso da un inaspettato attacco di nostalgia.
Se non avete voglia di leggere qui sotto potete trovare il nostro video dedicato a questo videogioco:
Eppure, nonostante i ricordi vivi, solo nel presente ho scoperto come questo piccolo (ma grande) CD sia una delle perle videoludiche più preziose che abbia mai avuto il piacere di giocare da bambino e vivere da adulto. Paperino: Operazione Papero è un pilastro fondamentale nel percorso videoludico targato Disney. Una vera e propria avventura dai mille pregi, che avrò il piacere di analizzare e condividere con voi.
In memoria di Carl Barks
Il gioco e, ancor prima, l’idea del suddetto nascono dal desiderio di voler rendere omaggio ad uno dei più grandi fumettisti della storia: The Duck Man, la mano che ha dato vita a Paperopoli, Carl Barks. Ricordare una leggenda del fumetto come Barks, dedicandogli un intero gioco, non è cosa da poco. Costruire un intero lavoro sulla memoria di una persona dice molto sul lavoro in sé, svolto non per soldi, ma per l’affetto nei riguardi un uomo che ha fatto la storia nel mondo dei fumetti.
La collaborazione tra Ubisoft e Disney Interactive ha dato luce a un piccolo capolavoro. Uno di quelli da vivere e conservare in quel cassetto del cuore che, ogni tanto, necessita una spolverata. Ma analizziamo nel dettaglio il contenuto di quest’opera.
Il gioco dai mille volti
Paperino: Operazione Papero (versione per PlayStation) fu sviluppato nel 2000 (poco dopo la scomparsa di Barks) da Ubisoft, con la collaborazione di Disney Interactive, software house statunitense famosa per le numerose pubblicazioni videoludiche a tema Disney. Il primo elemento sorprendente di questo gioiellino è la quantità di pubblicazioni ricevute. Parliamo di un videogame che ha percorso la sua avventura dagli albori della Nintendo64, fino ad arrivare alla sempreverde PlayStation 2. Un’attenzione notevole, giustamente meritata.
La trama ricorda molto la classica vicenda alla Super Mario: Paperino e Gastone, nella loro infinita guerra d’amore, seguono il servizio in diretta dell’inviata speciale Paperina, recatasi nel laboratorio segreto del malvagio Merlock, uno stregone intento a lavorare a un ambizioso progetto. Paperina verrà subito scoperta e rapita, lasciando a Paperino l’arduo compito di salvarla, in una gara a tempo contro il fortunato cugino Gastone. Con l’aiuto di Archimede, il nostro protagonista dovrà recuperare dei globi di energia sparsi per i vari livelli giocabili, indispensabili a caricare l’ultima bizzarra invenzione del papero scienziato: un teletrasporto spazio/temporale che consentirà a Paperino di raggiungere il pericoloso covo di Merlock e salvare la sua amata. Il tutto è condito da quel genuino aspetto umoristico che caratterizza qualsiasi operato della Disney.
Game play: pregi che superano i difetti
Non si può dire che servano molte ore per completare il gioco. È costituito da quattro mappe: Monte Papero, Paperopoli, il maniero di Amelia (a detta mia, la migliore fra tutte) e il covo di Merlock. Ciascuna ambientazione presenta altrettanti livelli, differenti l’uno dall’altro, ma di lunghezza ridotta. Il tutto si traduce in un pacchetto sicuramente divertente e ben costruito, ma di breve durata.
Anche il sistema di combattimento è piuttosto semplice: il classico “schiva e attacca” con i nemici, con un occhio di riguardo agli insidiosi ostacoli ambientali. Per rendere il tutto più competitivo, ogni livello presenta un percorso a tempo: in caso di successo, si sblocca un livello extra.
Lo so, sembra quasi che io stia mettendo in cattiva luce l’opera di Ubisoft, ma non è così. Paperino: Operazione Papero è la lampante dimostrazione di quanto la qualità di un prodotto sia superiore alla quantità. La sua longevità non compromette minimamente l’esperienza interattiva: al contrario, dà al gioco una fruibilità difficilmente replicabile anche dai videogiochi moderni.
Inoltre, come non notare le musiche di questo piccolo capolavoro. Il compositore Shawn K. Clement ha dato voce a un aspetto troppo spesso oscurato dalle industrie di videogiochi: i suoni in background, fondamentali in questo videogioco. Ciascun livello è reso suggestivo grazie a suoni precisi e studiati, che rendono le ambientazioni ancor più singolari, sia a livello visivo che uditivo, migliorando così l’esperienza di gioco. Giocatevi il maniero di Amelia, solo allora apprezzerete pienamente la mia opinione.
Finiamo nel personale
Ed è qui che volevo arrivare con questo articolo: la mia visione personale. Non stiamo parlando di un videogioco qualunque. La prima volta che ho inserito questo disco non riuscivo a crederci: avere la possibilità di vivere un’esperienza con un personaggio tanto fantasioso nell’aspetto quanto umano nel carattere come Paperino fu, per me, la realizzazione di un sogno. Ogni bambino desidera di poter incontrare il proprio eroe, io ho potuto giocarci insieme. Ridere, impegnarmi, arrabbiarmi insieme a quell’iracondo papero dalla blusa blu pur di riuscire a superare un livello. Tutte sensazioni, e ricordi, indimenticabili.
La mia speranza è che possiate recuperarlo. È un titolo che merita di essere toccato con mano. Mi auguro che possiate rivivere più e più volte questo piccolo capolavoro, in memoria di Carl Barks, e scoprire così, finalmente, la bellezza della nostalgia.
Nicola de Martino Norante
Immagini © Disney, Ubisoft, Disney Interactive
Fonti