Nella fase di scrittura di una storia di finzione generalmente si può procedere a briglia sciolta per quanto riguarda aspetti tecnico/scientifici. Tuttavia può accadere, anche se di rado, che l’autore sfrutti il realismo per dare un valore aggiunto alla propria sceneggiatura, così da rendere l’apprendimento parte integrante dell’intrattenimento. “Topolino e gli invasori preistorici”, sceneggiata da Giorgio Pezzin ed illustrata dal maestro Romano Scarpa, è una storia che riesce egregiamente nell’intento di cui sopra. Prendendo in esame la seguente vignetta, possiamo vedere come il dottor Zapotec stia illustrando il fenomeno del decadimento del Carbonio a Topolino e il suo ruolo nelle datazioni archeologiche.
Ma si tratta di una rappresentazione accurata? Andiamo a vedere nello specifico di cosa si tratta.
Principi di base della datazione al 14C
Quando parliamo del Carbonio, spesso ci riferiamo all’isotopo stabile 12C più abbondante in natura. Il 12C è l’elemento alla base della vita organica stessa su questo pianeta, il suo isotopo instabile invece è il Carbonio 14 (14C) ed è di estrema importanza per il mondo della ricerca scientifica. La datazione al radiocarbonio è il processo per determinare l’età di un campione esaminando la quantità di 14C rimanente nel campione preso in esame rispetto all’emivita (o tempo di dimezzamento) nota, 5.730 anni.
Il metodo è stato sviluppato alla fine degli anni ’40 all’Università di Chicago da Willard Libby, che ha ricevuto il Premio Nobel per la chimica per il suo lavoro nel 1960, e si basa sul fatto che il radiocarbonio (14C) viene costantemente creato nell’atmosfera grazie all’interazione tra i raggi cosmici e l’azoto atmosferico. La ragione per cui questo metodo di datazione funziona è che durante la propria vita un animale (o una pianta) scambierà il 14C con l’ambiente circostante attraverso la respirazione e il nutrimento, mantenendo così al proprio interno una concentrazione costante di 14C. Quando l’organismo in questione muore, questo processo di scambio cessa e col passare del tempo il 14C presente in esso inizierà a decadere.
Quindi più un organismo è vecchio meno 14 C si potrà rilevare. Il contenuto di 14C presente nel reperto si può stimare in base alla quantità di elettroni emessi dallo stesso attraverso tecniche di spettrometria di massa.
I limiti della tecnica
Nella storia in questione il dottor Zapotec afferma che tale tecnica di datazione sia assolutamente affidabile. Ovviamente ciò non è esatto, ogni tecnica di analisi è soggetta a dei limiti di accuratezza che spingono i ricercatori ad andare con i piedi di piombo nell’interpretazione dei risultati.
Precedentemente abbiamo fatto riferimento al tempo di dimezzamento del 14C corrispondente a 5730 anni, questo è il principale limite di affidabilità della tecnica. Infatti dopo circa 6000 anni un reperto avrà una quantità di 14C dimezzata e dopo altri 6000 solo un quarto di quella iniziale. Questo è dovuto al fatto che i decadimenti nucleari sono piuttosto rari. Di conseguenza non è possibile analizzare reperti più vecchi di 60000 anni, in quanto la concentrazione di 14C è quasi del tutto azzerata.
Infine, un altro grande problema è l’inquinamento atmosferico. L’aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera porta a falsare le datazioni. Infatti l’anidride carbonica fa aumentare la concentrazione di 12C stabile nell’atmosfera, “diluendo” quindi il 14C. Si è stimato che le analisi che verranno effettuate nel 2100 potrebbero essere “sballate” di circa 2000 anni.
Fabrizio Mario Ferrarese
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